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Lavorare in pensione: quando è possibile?

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Lavorare in pensione: differenze tra la pensione di vecchiaia e le varie forme di pensione anticipata.

Molto spesso ci capita di sentire che un lavoratore in pensione, decida di svolgere altra attività lavorativa, che possa essere simile a quella prestata in precedenza, o diversa nella sua natura. 

Solitamente chi decide di svolgere una seconda attività, nel periodo che intercorre con il pensionamento, non si pone inizialmente un quesito importante, ovvero, è possibile nel mio caso poter esercitare attività lavorativa, mentre percepisco l’assegno INPS? 

Attività lavorativa per i pensionati

Il tema della possibilità di continuare a lavorare dopo aver iniziato a percepire la pensione varia a seconda del tipo di pensione percepita. Si possono distinguere due grandi categorie:

  • Pensione di vecchiaia e lavoro: Chi percepisce la pensione di vecchiaia può lavorare liberamente, senza alcun limite o riduzione dell’importo pensionistico. Questo vale sia per attività di lavoro subordinato che per lavoro autonomo;
  • Pensione anticipata e lavoro: La compatibilità tra pensione anticipata e attività lavorativa è più complessa. Generalmente, il pensionato può continuare a lavorare, ma potrebbero essere applicate alcune limitazioni fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia (67 anni). In alcuni casi, può esserci una riduzione dell’importo della pensione.

Pensione di vecchiaia e attività di lavoro

In linea generale, non ci sono limiti per poter esercitare attività lavorativa, mentre si percepisce l’assegno di pensionamento INPS, qualora il soggetto abbia optato per la pensione di vecchiaia

L’art. 24 commi 6 e 7 del D.L n. 201/2011 prevede si possa accedere alla pensione di vecchiaia con il raggiungimento dell’età pensionabile all’età di 67 anni. Inoltre il lavoratore , deve rispettare un ulteriore requisito, che prevede il versamento contributivo minimo di 20 anni

Il pensionato che accede alla pensione di vecchiaia, dal giorno stesso che entra nel pensionamento, può esercitare una qualsiasi altra attività lavorativa. È utile tenere in mente che una volta percepiti ulteriori redditi, questi faranno cumulo nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi PF) , che il contribuente dovrà presentare, formandosi un’unica base imponibile IRPEF sulla quale versare le tasse. 

Vantaggi del lavoro con pensione di vecchiaia

Il vantaggio di continuare a svolgere attività lavorativa con il percepimento della pensione di vecchiaia, è legato ai seguenti aspetti:

  • Libertà di scelta: Non ci sono restrizioni sul tipo di lavoro che si può svolgere. Può trattarsi di un impiego a tempo pieno, part-time o di una consulenza occasionale;
  • Assenza di penalizzazioni economiche: L’importo della pensione non viene ridotto, indipendentemente dai redditi aggiuntivi da lavoro;
  • Versamento contributivo: Se il pensionato decide di continuare a lavorare come dipendente o autonomo, dovrà comunque versare i contributi previdenziali. Tuttavia, questi contributi non aumenteranno ulteriormente la pensione già liquidata.

La possibilità di lavorare anche dopo il raggiungimento della pensione di vecchiaia rappresenta un’opzione molto attraente per chi desidera integrare il proprio reddito, mantenersi attivo e continuare a contribuire economicamente.

Esempio di cumulo dei redditi da pensione di vecchiaia e da lavoro 

Immaginiamo un pensionati che percepisce un assegno pensionistico pari a 15.500 euro lordi dall’INPS. Lo stesso ha effettuato una prestazione occasionale dell’importo di 2.300 euro lordi. In sede di predisposizione della dichiarazione dei redditi il pensionato è tenuto a dichiarare entrambi i redditi:

  • Nel quadro dei redditi da lavoro/pensione l’importo di 15.500 euro;
  • Nel quadro dei redditi diversi, l’importo della prestazione occasionale di 2.300 euro.

In questo modo, il reddito imponibile IRPEF complessivo è pari a 17.800 euro. Da tale importo deriva l’IRPEF lorda da cui togliere le eventuali ritenute applicate dall’INPS e dal committente della prestazione occasionale.

Pensione anticipata: restrizioni e limitazioni sul lavoro

La pensione anticipata, invece, presenta maggiori complessità per quanto riguarda la compatibilità con il lavoro. La pensione anticipata è accessibile ai lavoratori che hanno raggiunto una determinata anzianità contributiva, indipendentemente dall’età anagrafica (ad esempio, 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, secondo le normative attuali).

Negli ultimi anni si sono succeduti, molti regimi pensionistici in forma anticipata quali Quota 100 (art. 14 del decreto legge 4-2019), Quota 102 (L. Bilancio 2022) e Quota 103 (L. Bilancio 2023).

Il divieto di cumulare il trattamento pensionistico con eventuali redditi è sancito dall’art. 14, comma 3 del decreto legge n. 4/2019 che disciplina la misura:

“La pensione non è cumulabile, […] fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo.”

L’erogazione di una forma di pensione anticipata prevede ipotesi di incumulabilità tra pensione e reddito da lavoro (art. 14 co. 3 del D.L. n. 4/19). Per le pensioni Quota 100Quota 102 e per le pensioni anticipate flessibili è prevista, a partire dal primo giorno dalla decorrenza della pensione e fino a quando non si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia, la non cumulabilità con i redditi provenienti sia da lavoro dipendente che autonomo.

Infatti, i pensionati prima del compimento dell’età prevista per il pensionamento di vecchiaia, sono tenuti a dichiarare all’INPS eventuali redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo, che potrebbero influire sull’incumulabilità della pensione. La normativa stabilisce un’eccezione per i redditi da lavoro autonomo occasionale, purché non superino i 5.000 euro di compensi lordi annui.

Pensione anticipata e socio di SRL

Una situazione particolare è quella che riguarda la possibilità, per le pensioni Quota 100 e Quota 102, di essere soci di SRL. In questo caso, solo in caso di pensionato Quota 100 che risulta essere anche socio non lavoratore di SRL, si ritiene non sussistano incompatibilità. Questo, in quanto il pensionato va a percepire unicamente reddito di impresa, non prestando alcuna attività lavorativa effettiva. Diverso, invece, il discorso per il socio lavoratore di SRL, il quale prestando attività lavorativa ha il divieto di cumulo con la pensione anticipata.

In ogni caso, l’INPS, con la Circolare n. 117/2019 ha riportato un elenco tassativo di tutti i redditi che non rilevano ai fini dell’incumulabilità della pensione anticipata.

Restrizioni sulla pensione anticipata e lavoro

Il percepimento di una pensione anticipata determina, per tutta la sua durata, sino alla pensione di vecchiaia, alcune conseguenze:

  • Limitazioni al cumulo dei redditi da lavoro: Fino al raggiungimento dell’età della pensione di vecchiaia (67 anni), la pensione anticipata non è cumulabile con redditi da lavoro. Questo significa che, se il pensionato decide di lavorare prima di raggiungere l’età pensionabile di vecchiaia, l’importo della pensione verrà sospeso o ridotto.
  • Eccezioni parziali: In alcuni casi, il lavoratore può svolgere attività di lavoro autonomo in forma occasionale, purché i guadagni non superino un determinato limite annuo, attualmente fissato a circa 5.000 euro. Superato tale limite, la pensione anticipata potrebbe essere sospesa o ridotta.

Questo regime limitativo è stato concepito per evitare che il sistema previdenziale possa essere utilizzato come una forma di prepensionamento senza il reale ritiro dalla vita lavorativa. Di fatto, il legislatore ha voluto incentivare il vero pensionamento solo per chi effettivamente desidera ritirarsi dall’attività lavorativa, limitando l’accesso a chi potrebbe altrimenti cumulare redditi pensionistici con quelli da lavoro.

Violazione del divieto di cumulo tra pensione anticipata e redditi da lavoro

Si fa presente che, in caso di mancato rispetto del regime di non cumulabilità, l’INPS è tenuta a sospendere la pensione e a recuperare le mensilità pagate indebitamente.

In caso di violazione del divieto di cumulo è prevista la sospensione del trattamento pensionistico per l’intero ammontare. L’INPS provvede ad una decurtazione della pensione in forma intera, in quanto la prestazione è considerata non cumulabile con qualsiasi reddito da lavoro fino al raggiungimento dell’età di vecchiaia. 

L’istituto provvede ad emettere un avviso in capo al soggetto, richiedendo l’intero trattamento pensionistico erogato per l’anno di riferimento. 

Confronto tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata

Per fornire una visione più chiara delle differenze tra i due tipi di pensione in relazione alla possibilità di lavorare, è utile un confronto dettagliato:

CaratteristicaPensione di VecchiaiaPensione Anticipata
Età di Accesso67 anniSulla base dell’anzianità contributiva
Compatibilità con Lavoro SubordinatoNessuna limitazioneNon compatibile fino ai 67 anni
Compatibilità con Lavoro AutonomoNessuna limitazioneLimitazioni sul cumulo reddituale
Riduzione della PensioneNessunaPossibile sospensione o riduzione fino ai 67 anni
Versamento ContributivoObbligatorio, senza incremento della pensioneObbligatorio, senza incremento della pensione

Conclusioni

La possibilità di continuare a lavorare una volta raggiunta la pensione dipende fortemente dal tipo di pensione percepita. Con la pensione di vecchiaia, vi è una piena compatibilità con l’attività lavorativa, senza alcuna riduzione dell’importo della pensione. Al contrario, con la pensione anticipata, esistono significative restrizioni che limitano la possibilità di lavorare fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia.

Questa differenza è un elemento cruciale da considerare per chi sta valutando l’ipotesi di richiedere la pensione anticipata o attendere la pensione di vecchiaia, soprattutto per coloro che desiderano mantenere un ruolo attivo nel mondo del lavoro. Pertanto, è consigliabile una valutazione accurata delle proprie esigenze economiche e dei propri desideri per il futuro, possibilmente con il supporto di un consulente previdenziale esperto.

Domande frequenti

È possibile lavorare dopo aver ottenuto l’assegno sociale?

L’assegno sociale è una forma di assistenza che dipende dal reddito complessivo del beneficiario. Se un pensionato con assegno sociale decide di lavorare, il reddito potrebbe portare alla riduzione o alla sospensione dell’assegno stesso, in quanto è una misura destinata ai soggetti con reddito molto basso.

Posso lavorare part-time con la pensione anticipata?

No, con la pensione anticipata non è possibile cumulare redditi da lavoro subordinato fino al raggiungimento dell’età di vecchiaia. Questo vale anche per lavori part-time, salvo alcune eccezioni molto limitate per redditi occasionali.

Posso ottenere un incremento della pensione se verso ulteriori contributi lavorando?

No, per chi percepisce la pensione di vecchiaia o anticipata, i contributi versati continuando a lavorare non aumentano l’importo della pensionistico già liquidato, tranne in alcuni casi specifici di ricongiunzione o ricalcolo su richiesta.

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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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