Hong Kong | Uno dei paesi più liberali al mondo |
Black List | Considerato Paese non collaborativo per il trasferimento di residenza delle persone fisiche |
CRS | Aderisce all’accordo sullo scambio di informazioni |
Convenzioni internazionali | Presente convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia |
Hong Kong ha un’economia dinamica ed è diventata un hub per moltissime start-up. Il Paese è un luogo ideale per avviare un’impresa e costituire una società. Situato nel cuore dell’Asia è un sito importante per il commercio internazionale e porta verso il mercato cinese.
Il regime fiscale favorevole, le normative di tutela della proprietà intellettuale e le iniziative del Governo sono importanti motivi che continuano ad attrarre investitori in questa regione per costituire la propria impresa. Il Paese è strategicamente posizionato come porta d’accesso al mercato cinese e asiatico. L’inglese è ampiamente utilizzato nel mondo degli affari, facilitando le comunicazioni e le transazioni internazionali.
Indice degli Argomenti
- Come scegliere la giusta struttura aziendale
- Come avviare un’impresa a Hong Kong
- Domanda di visto per avviare un’attività
- Qual è il processo per aprire una attività?
- La tassazione delle imprese ad Hong Kong
- Convenzione contro le doppie imposizioni Hong Kong / Italia: le disposizioni utili per le imprese italiane
- Problematiche legate alla costituzione di una società
- Consulenza fiscale online
- Domande frequenti
Come scegliere la giusta struttura aziendale
Ci sono vari fattori da considerare quando si avvia un’impresa: il mercato di riferimento, il prodotto o servizio selezionato, la nicchia, le strategie di marketing, la posizione dell’attività e altro ancora. In linea generale, possiamo dire che, l’individuazione delle migliore struttura aziendale da avviare può dipendere da una serie di variabili da considerare:
- La dimensione dell’azienda;
- L’investimento in termini di capitale;
- Il numero di dipendenti.
La scelta dipende da come queste variabili si intersecano tra loro e non vi sono dubbi sul fatto che occorre un consulente aziendale locale che possa aiutarti a gestire questo tipo di scelta imprenditoriale. Volendo schematizzare, tuttavia, possiamo dire che in relazione a queste variabili le strutture commerciali più comuni sono le seguenti:
1. Limited Company
Le piccole e medie imprese di solito si costituiscono utilizzando questo tipo di struttura giuridica. È necessario assumere almeno un amministratore residente per costituire questo tipo di forma societaria. Non è richiesto un importo di capitale per avviare questa entità. Deve essere evidenziato che per superare le problematiche antielusive di Paesi come l’Italia è importante che vi sia il rispetto del fatto che l’amministratore della società (o la maggioranza in caso di consiglio di amministrazione) deve essere residente nel Paese. Questo tipo di struttura è consigliabile per instaurare nel Paese una presenza stabile da parte di un’impresa estera (casa madre o holding). Caso classico è quello della casa madre italiana che apre una società controllata (Limited company) per ivi svolgere le proprie attività economiche nel Paese.
2. Branch office
Si tratta di una stabile organizzazione di un’impresa estera. Questa struttura, a differenza dell’opzione precedente comporta il fatto che si tratta dell’impresa estera che apre una propria posizione produttiva nel Paese. Proventi ed oneri sono tassati nel Paese ma anche nel Paese estero di ubicazione della società. Responsabile per i debiti e le passività generate è sempre la casa madre estera. Solitamente si sceglie questa struttura per progetti temporanei e non stabili nel tempo.
3. Ufficio di Rappresentanza
Un ufficio di rappresentanza è un ottimo modo per esplorare il mercato prima di espandere le tue ali qui. Un ufficio di rappresentanza di impresa estera non può svolgere alcuna attività generatrice di reddito nel Paese, il che significa che non puoi produrre o vendere beni o servizi a Hong Kong. Si tratta di una struttura semplice di insediamento utilizzata soprattutto per ricerche di mercato da parte di imprese estere.
Come avviare un’impresa a Hong Kong
Il processo di registrazione dell’impresa è abbastanza semplice, ma può richiedere molto tempo. Le fasi procedurali della registrazione dell’impresa possono essere così riassunte:
1. Selezionare il nome e registrare la società
Selezionare un nome univoco per l’azienda prima di registrare l’impresa. Occorre assicurarsi che il nome individuato sia univoco e che nessun’altra azienda abbia lo stesso nome nel Paese. A questo punto è necessario chiedere la registrazione dell’impresa per ottenere un certificato di registrazione valido.
2. Aprire un conto bancario locale
Hong Kong è un importante centro bancario e una volta che avrai incorporato la tua azienda lì, avrai il diritto di aprire un conto bancario multi-valuta (con e-Banking) presso una banca riconosciuta a livello mondiale. Questa è una caratteristica fondamentale per le imprese che intendo operare in ambito internazionale. Nulla vieta, in ogni caso, anche di aprire un conto bancario per la tua azienda al di fuori dal Paese, ad esempio a Singapore o in Svizzera.
3. Assumere dipendenti
Ogni configurazione aziendale richiede persone. A seconda delle tue esigenze aziendali, è imperativo assumere dipendenti locali per la tua attività, con un organico in grado di soddisfare le tue esigenze aziendali. Assumere può essere un compito impegnativo. Potresti non sapere da dove cominciare e se stai assumendo le persone giuste con le giuste competenze.
4. Tassazione
Hong Kong adotta un sistema di tassazione territoriale, tassando solo i redditi provenienti dal Paese. Una volta che l’azienda ha iniziato la sua attività, è obbligatorio pagare le tasse al governo e presentare la relazione finanziaria annuale. Puoi assumere un consulente in modo che possa aiutarti a presentare dichiarazioni e migliorare le operazioni aziendali complessive, riducendo così i costi inutili.
Domanda di visto per avviare un’attività
Il tempo impiegato per avviare un’attività vale l’attesa poiché il Paese ha molto da offrire ai suoi investitori. Ci sono molte iniziative governative interessanti e l’economia in rapida crescita può aiutare la tua azienda.
Per richiedere un visto, è necessario compilare un modulo di domanda di visto e soddisfare i criteri del titolo di studio e della qualifica professionale. Il modulo di domanda è disponibile online e può essere scaricato da (ID 999A) presso l’Ufficio Immigrazione. Di seguito la documentazione necessaria per ottenere il visto:
- Copia del tuo passaporto;
- Prova della tua qualifica professionale;
- Il tuo business plan per i futuri due anni;
- Informazioni di base sulla tua attività.
Qual è il processo per aprire una attività?
Il processo per aprire un’attività a Hong Kong è abbastanza semplice. In particolare, per costituire una società è necessario essere in possesso della seguente documentazione:
- Modulo di costituzione o modulo NNC1 (modulo NNC1 online);
- Un avviso all’Ufficio Registrazione Imprese, o modulo IRBR1 (modulo IRBR1);
- Una copia dello Statuto della tua azienda.
Al momento della costituzione della società deve essere presentata anche la domanda anche per la registrazione dell’impresa. Per quel passaggio è necessario essere in possesso dei seguenti documenti:
- La quota di registrazione della tua attività commerciale – Generalmente HK$ 2000 per un anno o HK$ 5200 per tre anni;
- Tassa per la protezione dei salari sul fondo di insolvenza – HK$ 250 per un anno o HK$ 750 per tre anni.
La tassazione delle imprese ad Hong Kong
Il sistema fiscale di Hong Kong è basato sul principio di territorialità e un ente (LTD), per essere sottoposto alla Profis Tax, deve soddisfare le seguenti tre condizioni:
- L’ente deve esercitare un’attività commerciale, professionale o economica;
- Gli utili da imputare a tassazione derivano da tale attività commerciale, professionale o economica esercitata dal soggetto stesso (ad esclusione dei profitti derivanti dalla cessione di immobilizzazioni); e
- I redditi sono generati o derivano dal Paese.
Rispettando queste condizioni le società sono soggette ad una tassazione pari all’8,25% sugli utili stimabili fino a 2.000.000 di HKD e il 16,5% su qualsiasi parte degli utili stimabili superiori a 2.000.000 di HKD (prima era il 16,5% per tutti i profitti aziendali, ma il governo ha deciso di tagliare le tasse). Per quanto attiene le società di persone, invece, i primi $HK 2 milioni sono tassati con un’aliquota del 7,5%, mentre la parte eccedente è tassata con l’aliquota ordinaria del 15%.
REDDITO DELLA LTD AD HONG KONG | ALIQUOTA DI TASSAZIONE |
---|---|
Redditi fino a fino a 2.000.000 di HKD | 8,25% |
Redditi superiori a 2.000.000 di HKD | 16,5% |
Deve essere tenuto presente che la normativa fiscale locale non prevede la tassazione delle plusvalenze e dei dividendi. Inoltre, le imprese che vi operano raramente hanno problemi con la doppia imposizione dei redditi grazie ai numerosi trattati fiscali in vigore fra la Regione Amministrativa Speciale e molti Paesi (tra cui l’Italia).
Se gli amministratori dell’azienda non risiedono a Hong Kong è possibile richiedere lo status di “società off-shore“. In questo caso, l’azienda è tenuta al pagamento delle imposte sui redditi solo in relazione a quelli generati nel Paese (nessuna tassazione è prevista sui profitti generati fuori dal territorio nazionale). Si tratta, in pratica, di una tassazione di tipo territoriale.
Ad esempio, per le aziende commerciali, il fattore che determina la localizzazione dei redditi nella commercializzazione di merci e materie prime è generalmente il luogo dove i contratti di acquisto e di vendita si sono conclusi. Tale termine comprende anche la negoziazione, la finalizzazione ed esecuzione dei termini contrattuali.
Il consiglio che posso darti è quello di prestare molta attenzione. Le imprese soggette a tassazione territoriale presentano delle problematiche nello Stato ove l’amministratore (o gli amministratori) è residente. Questi è vero che è tenuto al pagamento delle imposte nel suo Stato di residenza solo per i compensi o dividendi percepiti dall’azienda annualmente, ma è anche vero che tantissimi Paesi come l’Italia, adottano normative fiscali antielusive.
In altre parole, si deve tenere presente che molti paesi hanno leggi per determinare se una società straniera è effettivamente gestita dal paese in cui risiedono uno o più amministratori (regole CFC o sull’esterovestizione). In questo caso, il Paese in cui risiedono gli amministratori potrebbe richiedere il pagamento della differenza tra l’imposta sugli utili delle società nel Paese in cui risiedono (effettivamente) e Hong Kong. Per questo motivo, è importante discuterne con un commercialista esperto di fiscalità internazionale prima di avviare una società. Ti consiglio di non sottovalutare questo aspetto in quanto gli accertamenti su questo tipo di fattispecie sono molto severi e con sanzioni importanti in caso di violazioni riscontrate.
La (de)tassazione dei “passive income”
I dividendi erogati da una società di Hong Kong non sono soggetti a ritenute se versati nei confronti di altra società residente o non residente. I dividendi percepiti da una società residente, generati da utili già soggetti a tassazione, non sono tassabili in capo ai soci. Allo stesso modo non tassabili i dividendi in entrata da società non residenti. Gli interessi pagati a una società residente o non residente non sono soggetti a ritenuta.
Le royalties per l’uso o la concessione in uso, legate allo sfruttamento economico di un diritto d’autore sono soggette a tassazione. L’ammontare tassabile è pari al 30% delle royalties pagate (quindi pari a una tassazione effettiva del 4,95% nel caso di applicazione dell’aliquota ordinaria pari al 16,5%). Tuttavia, se le royalties sono pagate a una parte correlata non residente e il diritto d’autore è stato di proprietà di un soggetto che ha esercitato un’attività nel Paese, è tassabile l’intero ammontare delle royalties pagate e quindi portando ad una tassazione effettiva del 16,5%.
I redditi di capitale non sono soggetti a tassazione. Tuttavia, gli utili derivanti dalla cessazione di una attività possono essere soggetti a tassazione qualora la transazione venga riqualificata come avente natura commerciale.
Riassumendo, di seguito le imposte che Hong Kong non impone:
- Esenzione dall’applicazione dell’Iva o di altre imposte sulle vendite;
- Nessuna ritenuta fiscale;
- Nessuna imposta sulle plusvalenze;
- Nessuna imposta sui dividendi (alle condizioni sopra indicate);
- Nessuna imposta di successione.
Se ti interessa approfondire il sistema di tassazione puoi trovare informazioni sul loro sito istituzionale.
Convenzione contro le doppie imposizioni Hong Kong / Italia: le disposizioni utili per le imprese italiane
Italia ed Hong Kong hanno siglato una Convenzione contro le doppie imposizioni che disciplina i rapporti economici tra i due Paesi e limita le possibilità di doppia imposizione per le imprese che hanno rapporti transfrontalieri. Conoscere le principali disposizioni di questo accordo può esserti di aiuto se disponi di un’impresa italiana e stai pensando di andare a costituire una società ad Hong Kong, magari come porta di ingresso nel mercato cinese. Per questo motivo, di seguito, andiamo ad analizzare le principali disposizioni del trattato che interessano le imprese italiane.
- Utili delle imprese (articolo 7);
- Dividendi (articolo 10);
- Interessi (articolo 11);
- Canoni (articolo 12);
- Utili di capitale (articolo 13).
Utili di impresa (articolo 7) | Per quanto concerne il trattamento degli utili di impresa, è accolto il principio generale secondo il quale gli stessi sono imponibili esclusivamente nello Stato di residenza dell’impresa, ad eccezione dei redditi prodotti per il tramite di una stabile organizzazione. In quest’ultima ipotesi, lo Stato contraente in cui è localizzata la stabile organizzazione ha la potestà di tassare gli utili realizzati nel suo territorio mediante tale stabile organizzazione. In questo caso viene a crearsi una fattispecie di doppia imposizione del reddito che viene attenuata con l’applicazione di un credito per imposte estere. |
Dividendi (articolo 10) | La regola generale è quella legata alla tassazione del dividendo nel Paese di residenza del percipiente. Tuttavia, i dividendi sono imponibili anche nello Stato della fonte, tuttavia, limitatamente all’applicazione di una ritenuta che non può eccedere l’aliquota del 10% dell’ammontare lordo di detti dividendi (c.d. “withholding tax“). Deve essere considerato che la normativa fiscale interna di Hong Kong non prevede l’applicazione di ritenute sulla distribuzione di dividendi a soggetti non residenti. Pertanto, in dividendi in uscita corrisposti a residenti in Italia non subiscono alcuna ritenuta alla fonte. Viene applicata la normativa interna rispetto a quella convenzionale, in questo caso meno favorevole. |
Interessi, canoni o royalties (articolo 11 e 12) | Gli interessi (articolo 11) canoni o royalties (articolo 12) prevedono l’applicazione di un regola generale di tassazione nello Stato di residenza del soggetto percettore. Tuttavia, gli stessi possono essere resi imponibili anche nello Stato della fonte, ma limitatamente a un’aliquota del 12,5% per gli interessi e del 15% per le royalties o i canoni. Gli interessi pagati a percipienti residenti in Italia non vengono assoggettati ad alcuna ritenuta in uscita, in quanto tale Stato non prevede una normativa interna che prevede l’applicazione di ritenute. Per quanto riguarda, invece, il pagamento delle royalties a percettori residenti in Italia, la normativa tributaria interna prevede l’applicazione di una ritenuta con aliquota del 4,95%. In questo caso tale aliquota risulta essere di importo inferiore rispetto a quella prevista convenzionalmente. |
Plusvalenze / Utili di capitale (articolo 13) | Le plusvalenze che derivano dalla cessione di quote di partecipazioni in società di capitali, non facenti parte dell’attivo di una stabile organizzazione o relative a società immobiliari sono imponibili fiscalmente esclusivamente nello Stato di residenza del soggetto cedente. |
Deve essere evidenziato, inoltre, che la Convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia contempla espressamente lo scambio di informazioni tra i due paesi al fine di prevenire o ridurre fenomeni di elusione o evasione fiscale, considerando il diverso livello di tassazione in essere tra i due paesi. In particolare riferimento ai redditi di impresa, con aliquota del 24% in Italia e due aliquote ad Hong Kong fino al 16,5%.
In ogni caso, appare evidente come nel tempo la scelta del Paese sia stata scelta da molte imprese UE come giurisdizione di riferimento per l’insediamento di società che svolgono la funzione di holding (ma soprattutto di sub-holding) per incentivare e veicolare gli investimenti italiani in Cina (e comunque in tutto il sud/est asiatico). Appare pacifico, infatti, che le disposizioni convenzionali tra Italia ed Hong Kong siano sicuramente più favorevoli rispetto a quelli in essere con la Cina.
Problematiche legate alla costituzione di una società
La costituzione di una società ad Hong Kong deve essere, principalmente, presa in considerazione per coloro che decidono di trasferire la propria residenza fiscale nel Paese, in quanto restare in Italia e costituire/gestire un’impresa estera potrebbe portare a problematiche fiscali importanti. Infatti, la situazione “classica” e prudenziale per costituire una società è di incorporarla nello Stato di residenza fiscale dell’imprenditore.
Quando questo non accade, ovvero quando l’imprenditore decide di aprire una società in un Paese diverso da quello di residenza fiscale possono venirsi a creare delle problematiche (anche importanti di natura fiscale). Infatti, in questo caso devono essere analizzate ed approfondite le seguenti discipline:
- La disciplina relativa alle controlled foreign companies;
- Il transfer price;
- L’esterovestizione;
- Il rimpatrio degli utili.
Si tratta di discipline fiscali, per lo più antielusive, che devono essere attentamente analizzate e pianificate in anticipo andando ad individuare possibili soluzioni. Inutile dire che per essere compliance a queste disposizioni sono necessari investimenti importanti. Pertanto, questo tipo di pianificazione deve essere valutata da parte di imprese già strutturate e con un rilevante budget per andare a strutturare questo tipo di pianificazione. In questo contributo non andremo ad analizzare le singole discipline, rimandandovi agli articoli dedicati.
Consulenza fiscale online
Per lasciare l’Italia in maniera stabile e duratura, non devi commettere l’errore di trascurare l’attenta valutazione degli aspetti fiscali legati a questa tua nuova scelta di vita. Anzi, programmare il trasferimento dal punto di vista fiscale è uno degli aspetti più impegnativi su cui dovrai concentrarti. Questo passaggio soltanto se fatto con i giusti accorgimenti ti permetterà di stare sereno in caso di eventuali successivi controlli dell’Amministrazione finanziaria. Vivere in Italia ed aprire un’azienda all’estero può comportare problematiche importanti, legate alla normativa sull’esterovestizione societaria (art. 73 del TUIR) oppure alla normativa CFC (legata all’art. 167 del TUIR). Si tratta di normative molto stringenti che vincolano l’apertura di aziende all’estero all’effettuazione di investimenti importanti da parte dell’imprenditore. È importante conoscere queste normative al fine di pianificare al meglio il tuo investimento all’estero.
Se vivi già all’estero ma non sei sicuro di aver seguito la giusta procedura, non indugiare. Preciso anche che noi non ci occupiamo di costituzione di società estere, ma possiamo aiutarti a valutare il tuo progetto imprenditoriale in relazione alla normativa fiscale nazionale e convenzionale con il Paese estero.
Richiedimi una consulenza personalizzata! Con l’apposito servizio di consulenza online potrai consultati direttamente con me. Ho pensato a questo servizio di consulenza dedicato sulla base di tutta l’esperienza avuta sino ad ora su questo argomento.
Domande frequenti
Il Paese offre un sistema fiscale territoriale, aliquote fiscali basse, e ha accordi per evitare la doppia imposizione con diversi paesi, rendendola attraente per gli investitori internazionali.
No, non è obbligatorio avere un direttore residente. I direttori possono essere di qualsiasi nazionalità e risiedere in qualsiasi paese.
I passi fondamentali includono la scelta del tipo di azienda, la preparazione dei documenti necessari (Statuto Sociale e Atto Costitutivo), la registrazione presso il Registro delle Imprese, e la nomina di un segretario della società e di almeno un direttore.
I costi possono includere la tassa di registrazione dell’azienda, l’affitto dell’ufficio, le spese amministrative, e potenzialmente i costi di compliance e consulenza legale/fiscale.
Non è prevista l’applicazione di una ritenuta. Tuttavia, è essenziale considerare le implicazioni fiscali nel paese di residenza del beneficiario dei dividendi.