APE sociale 2026: requisiti, scadenze e come presentare domanda

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Puoi anticipare la pensione a 63 anni e 5 mesi con l’APE sociale? La Legge di Bilancio 2026 proroga il beneficio fino al 31 dicembre. Scopri requisiti, importi e tutte le scadenze per presentare domanda all’INPS.

L’APE sociale è stata confermata anche per il 2026. Questa notizia arriva dall’articolo 39 del disegno di legge di bilancio, che proroga fino al 31 dicembre 2026 l’anticipo pensionistico a carico dello Stato. A differenza di Quota 103 e Opzione Donna, che non sono state rinnovate, questa rimane l’unica forma di flessibilità in uscita per alcune categorie di lavoratori in difficoltà.

Stai valutando se puoi accedere all’anticipo pensionistico nel 2026? Devi verificare età, contributi e soprattutto se rientri in una delle quattro categorie protette: disoccupati di lungo corso, caregiver, invalidi dal 74% o addetti a lavori gravosi. L’indennità ti accompagna fino alla pensione di vecchiaia a 67 anni, con un importo massimo di € 1.500 lordi mensili.

L’APE sociale nel 2026 richiede 63 anni e 5 mesi di età, almeno 30 anni di contributi (36 per lavori gravosi) e l’appartenenza a una delle categorie tutelate. Devi cessare ogni attività lavorativa, salvo lavoro autonomo occasionale fino a € 5.000 annui. La domanda si presenta all’INPS in tre finestre: 31 marzo, 15 luglio o 30 novembre.

La proroga nel 2026

La Legge di Bilancio 2026 conferma l’APE sociale per un altro anno. Questo anticipo pensionistico, introdotto in via sperimentale nel 2017, continua ad essere prorogato annualmente. Il Governo ha stanziato € 170 milioni per il 2026, con risorse decrescenti fino al 2031.

Non si tratta di una pensione vera e propria. Si tratta di un’indennità mensile che lo Stato eroga per accompagnarti fino all’età della pensione di vecchiaia. Ricevi 12 mensilità all’anno, senza tredicesima. Durante il periodo di fruizione non maturi contributi figurativi e l’assegno non si rivaluta con l’inflazione.

Il 2026 porta una novità importante nel panorama previdenziale: l’APE sociale rimane l’unica misura di flessibilità generalizzata. Quota 103 e Opzione Donna non sono state prorogate. Se hai 63 anni e 5 mesi e rientri nelle categorie protette, l’APE sociale rappresenta la tua unica alternativa alla pensione anticipata ordinaria, che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne).

Se maturi 63 anni e 5 mesi entro il 31 dicembre 2026, puoi presentare domanda anche se non hai ancora raggiunto questa età. L’importante è che il requisito anagrafico si perfezioni entro fine anno.

I requisiti per accedere all’APE sociale 2026

L’accesso all’APE sociale richiede il rispetto simultaneo di tre requisiti: anagrafici, contributivi e soggettivi. Vediamoli nel dettaglio.

Requisito anagrafico

Devi aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età. Dal 2024 questo requisito è stato aumentato di 5 mesi rispetto ai precedenti 63 anni. Non hai ancora raggiunto questa età? Puoi comunque presentare la domanda di certificazione dei requisiti, purché compia 63 anni e 5 mesi entro il 31 dicembre 2026.

Requisito contributivo

L’anzianità contributiva minima varia in base alla categoria di appartenenza. Disoccupati, caregiver e invalidi necessitano di almeno 30 anni di contributi. Gli addetti a lavori gravosi devono raggiungere 36 anni di contributi, ridotti a 32 anni per operai edili, ceramisti e conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta.

Le donne beneficiano di una riduzione del requisito contributivo pari a 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 24 mesi. Una madre di due figli che rientra nella categoria dei disoccupati può quindi accedere all’APE sociale con soli 28 anni di contributi.

La contribuzione considerata include tutti i versamenti presso le gestioni INPS: Assicurazione Generale Obbligatoria, Fondi sostitutivi ed esclusivi, Gestione Separata e gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Se hai contributi in più gestioni, questi si sommano ai fini del raggiungimento del requisito minimo. Non contano invece i contributi versati alle Casse professionali, a meno che tu non abbia effettuato una ricongiunzione verso l’INPS.

Requisiti soggettivi: le quattro categorie

Devi rientrare in una di queste categorie.

Disoccupati di lungo corso: hai perso il lavoro per licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria prevista dall’art. 7 della L. 604/66. Devi aver terminato di percepire la NASpI o altra indennità di disoccupazione. Non è più necessario attendere 3 mesi dalla fine della NASpI, come invece era previsto fino al 2021. Puoi rioccuparti con contratti a termine fino a 6 mesi complessivi senza perdere lo stato di disoccupazione.

Caregiver: assisti da almeno 6 mesi il coniuge (o parte dell’unione civile) o un parente di primo grado convivente con handicap grave riconosciuto ai sensi dell’art. 3, comma 3 della L. 104/92. Puoi accedere anche se assisti un familiare di secondo grado convivente, ma solo se i genitori o il coniuge del disabile hanno compiuto 70 anni, sono affetti da patologie invalidanti, sono deceduti o mancanti.

Invalidi: presenti un’invalidità civile pari o superiore al 74%. Devi produrre il verbale della Commissione Medica ASL competente. Non devi essere titolare di pensione di inabilità o assegno ordinario di invalidità.

Addetti a lavori gravosi: hai svolto per almeno 6 anni negli ultimi 7, o per 7 anni nell’ultimo decennio, una delle attività previste dall’Allegato 3 della L. 234/2021. La lista include operai dell’industria estrattiva, edilizia e manutenzione edifici, conduttori di gru e macchinari pesanti, personale sanitario con turni, addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, insegnanti di scuola pre-primaria, facchini, operatori ecologici e molte altre professioni.

L’importo dell’indennità

L’APE sociale corrisponde all’importo della pensione che avresti maturato al momento della domanda, con un tetto massimo di € 1.500 lordi mensili. L’importo netto si aggira tra € 1.200 e € 1.300, a seconda delle detrazioni fiscali applicabili. L’indennità viene tassata come reddito da lavoro dipendente.

Calcoli la pensione con il sistema retributivo, contributivo o misto? L’anticipo pensionistico segue le stesse regole della pensione ordinaria. Se hai iniziato a lavorare prima del 1996, una parte della tua pensione è calcolata con il metodo retributivo (più vantaggioso), basato sulla media delle ultime retribuzioni. La quota maturata dal 1996 in poi si calcola con il metodo contributivo, proporzionale ai versamenti effettuati.

Hai contributi in più gestioni previdenziali? L’importo viene calcolato pro quota per ciascuna gestione, in base ai periodi di iscrizione e alle retribuzioni di riferimento. Ogni cassa applica le proprie regole di calcolo.

Un lavoratore dipendente con 30 anni di contributi e una retribuzione media di € 1.800 mensili matura generalmente un’APE sociale tra € 1.200 e € 1.400 lordi. Con stipendi medi inferiori a € 1.500, raramente si raggiunge il tetto di € 1.500 lordi.

Retribuzione media (lorda)Anni contributiAPE sociale (lorda)APE sociale (netta stimata)
€ 1.20030€ 850 – 950€ 750 – 850
€ 1.50030€ 1.100 – 1.200€ 950 – 1.050
€ 2.00030€ 1.400 – 1.500€ 1.150 – 1.250
€ 2.50030€ 1.500 (tetto max)€ 1.200 – 1.300

L’indennità non è reversibile. In caso di decesso, i tuoi familiari non ricevono alcuna pensione ai superstiti. Non spettano nemmeno gli assegni per il nucleo familiare. L’importo resta fisso per tutto il periodo di fruizione: non aumenta con l’inflazione né viene integrato al trattamento minimo.

Compatibilità con altre prestazioni e redditi

L’APE sociale è incompatibile con l’indennità di disoccupazione (NASpI, DIS-COLL, ISCRO) e con qualsiasi pensione diretta italiana o estera. Devi cessare ogni attività lavorativa per poter accedere al beneficio.

Puoi svolgere lavoro autonomo occasionale, nei limiti previsti dall’art. 2222 del Codice Civile, fino a un massimo di € 5.000 lordi annui. Superi questo limite? Decadi immediatamente dall’indennità. Devi comunicare all’INPS entro 5 giorni l’avvio di qualsiasi attività lavorativa o il superamento della soglia di € 5.000.

Ti rioccupi con un contratto di lavoro dipendente? Perdi automaticamente l’APE sociale. L’unica eccezione riguarda i disoccupati che, per mantenere lo stato di disoccupazione, possono lavorare con contratti a termine o prestazioni occasionali fino a 6 mesi complessivi prima di presentare domanda.

Come presentare domanda nel 2026

La procedura prevede due passaggi distinti. Prima presenti la domanda di certificazione dei requisiti, poi la domanda vera e propria di accesso al beneficio.

Prima fase: certificazione dei requisiti

Invii all’INPS la domanda di verifica delle condizioni di accesso all’APE sociale. Puoi presentarla anche se non hai ancora compiuto 63 anni e 5 mesi, purché raggiunga questa età entro il 31 dicembre 2026. L’INPS verifica se possiedi tutti i requisiti anagrafici, contributivi e soggettivi.

La domanda di certificazione è fondamentale. Senza questo passaggio non puoi accedere all’indennità. L’INPS esamina la tua posizione contributiva, verifica l’appartenenza a una delle categorie protette e ti comunica l’esito entro il 30 giugno (se hai presentato domanda entro il 31 marzo o il 15 luglio).

Hai già cessato l’attività lavorativa e possiedi tutti i requisiti? Puoi presentare contestualmente sia la domanda di certificazione sia quella di accesso al beneficio.

Seconda fase: domanda di accesso al beneficio

Ricevi la certificazione positiva dall’INPS? A questo punto presenti la domanda effettiva di accesso all’APE sociale. Devi avere cessato ogni attività lavorativa al momento di questa seconda domanda. L’indennità decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso.

Entrambe le istanze si presentano online tramite il portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS. Trovi il servizio nella sezione “APE Sociale – Anticipo pensionistico – Verifica requisiti“. Puoi rivolgerti anche a un patronato per la compilazione e l’invio delle domande.

Le finestre di presentazione 2026

Per il 2026 sono previste tre finestre temporali per la domanda di certificazione dei requisiti:

  • 31 marzo 2026 (prima finestra): domanda precoce, ideale se hai già tutti i requisiti o li maturerai entro pochi mesi;
  • 15 luglio 2026 (seconda finestra): domanda intermedia, adatta se maturi i requisiti nella prima metà dell’anno;
  • 30 novembre 2026 (finestra tardiva): ultima possibilità, ma attenzione – queste domande vengono esaminate solo se rimangono risorse finanziarie disponibili.

L’INPS valuta le domande in base alla prossimità all’età della pensione di vecchiaia. A parità di età, conta la data di presentazione della domanda. Presenta la domanda nelle prime due finestre per avere certezza di accoglimento.

Le domande presentate dopo il 15 luglio sono a rischio. Se i fondi stanziati si esauriscono prima del 30 novembre, la tua domanda potrebbe non essere accolta, anche se possiedi tutti i requisiti.

Esempi pratici di accesso

Vediamo alcuni casi concreti per capire meglio come funziona l’anticipo pensionistico nel 2026.

Mario, disoccupato di 63 anni: hai perso il lavoro a settembre 2025 per licenziamento collettivo. Hai ricevuto la NASpI fino a febbraio 2026. Hai 31 anni di contributi e compi 63 anni e 5 mesi a maggio 2026. Puoi presentare domanda di certificazione entro il 31 marzo 2026, anche se non hai ancora l’età richiesta. A febbraio termina la NASpI e sei in stato di disoccupazione. L’INPS certifica il tuo diritto entro giugno. Presenti la domanda di accesso a giugno e l’indennità decorre da luglio 2026.

Laura, caregiver con due figli: assisti tua madre, convivente, con handicap grave da 8 mesi. Hai 58 anni e 28 anni di contributi. Grazie ai due figli, il requisito contributivo scende da 30 a 28 anni. Compi 63 anni e 5 mesi a novembre 2026. Presenti domanda di certificazione entro il 15 luglio 2026. L’INPS verifica la convivenza con tua madre e il verbale di handicap grave. Ricevi la certificazione e presenti domanda di accesso a novembre. L’indennità decorre da dicembre 2026.

Giovanni, operaio edile: hai lavorato in edilizia per 34 anni. Compi 63 anni e 5 mesi a marzo 2026. Come operaio edile, necessiti solo di 32 anni di contributi invece dei 36 richiesti per gli altri lavori gravosi. Presenti domanda di certificazione a gennaio 2026. A marzo cessi l’attività e presenti domanda di accesso. La pensione decorre da aprile 2026. Ricevi circa € 1.400 lordi mensili (€ 1.150 netti) fino ai 67 anni.

Domande frequenti

Posso lavorare mentre ricevo l’indennità?

No, salvo lavoro autonomo occasionale fino a € 5.000 annui lordi. Superi questo limite o svolgi lavoro dipendente? Decadi dalla prestazione.

L’anticipo pensionistico è compatibile con la pensione di reversibilità?

Sì, il beneficio è compatibile con la pensione ai superstiti che eventualmente percepisci.

Se presento domanda tardiva rischio di non ricevere nulla?

Sì. Le domande presentate dopo il 15 luglio 2026 vengono esaminate solo se rimangono fondi. Presenta domanda nelle prime due finestre.

Devo restituire l’indennità quando andrò in pensione?

No, non va restituita. È una prestazione a carico dello Stato. A 67 anni passi alla pensione di vecchiaia ordinaria.

L’importo aumenta con l’inflazione?

No, l’importo resta fisso per tutto il periodo di fruizione. Non viene rivalutato né integrato al trattamento minimo.

Fonti

  • Messaggio INPS 10 febbraio 2025, n. 502
  • Legge 11 dicembre 2016, n. 232, art. 1, commi da 179 a 186
  • Legge 30 dicembre 2021, n. 234, art. 1, comma 91
  • Disegno di legge di bilancio 2026, art. 39 (proroga al 31 dicembre 2026)
  • DPCM 23 maggio 2017, n. 88
  • Circolare INPS 20 febbraio 2024, n. 35
  • Circolare INPS 25 maggio 2022, n. 62
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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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