Scadenze fiscali stranieri in Italia: guida

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Tutti gli adempimenti, le date e gli obblighi da rispettare per evitare sanzioni.

Hai trasferito la tua residenza in Italia dall’estero? Oppure sei un cittadino straniero che lavora nel nostro Paese? Forse possiedi semplicemente un immobile in territorio italiano pur vivendo all’estero. In tutti questi casi, ti troverai ad affrontare una realtà che accomuna milioni di persone: il sistema fiscale italiano con le sue scadenze, i suoi codici e i suoi obblighi dichiarativi.

La buona notizia è che non sei solo in questa navigazione. Ogni anno, centinaia di migliaia di cittadini stranieri si confrontano con le medesime domande: quando devo presentare la dichiarazione dei redditi? Come ottengo il codice fiscale? Quali agevolazioni posso sfruttare? Le risposte esistono e sono più accessibili di quanto pensi, ma richiedono metodo e attenzione ai dettagli.

In questo articolo scoprirai con precisione tutte le scadenze fiscali che riguardano i cittadini stranieri in Italia, dalla dichiarazione dei redditi all’IMU, dal codice fiscale ai regimi agevolati per lavoratori impatriati e neo-residenti. Ti accompagnerò attraverso ogni adempimento con un linguaggio chiaro, esempi concreti e informazioni pratiche che puoi applicare immediatamente alla tua situazione specifica.

Chi è residente, chi non residente

Il residente fiscale in Italia dichiara i redditi ovunque prodotti e, se ammesso, può utilizzare il 730 entro il 30 settembre; in alternativa, presenta il Modello Redditi PF entro il 31 ottobre, allineando i pagamenti al calendario ordinario IRPEF. Il non residente dichiara solo i redditi di fonte italiana con il Modello Redditi PF entro il 31 ottobre, salvo i casi di esclusione previsti dalla normativa vigente e dalla prassi consolidata, con regole di tassazione legate all’articolazione dei redditi di fonte italiana. In entrambe le situazioni, i versamenti di saldo e acconti seguono il 30 giugno (o 30 luglio con 0,40%) e il 30 novembre, salvo proroghe o sospensioni disposte dalla normativa vigente.

Facciamo un esempio pratico: Maria, cittadina rumena, si è trasferita in Italia il 1° marzo 2025 per lavoro. Anche se mantiene una casa in Romania, dal momento che ha vissuto in Italia per più di 183 giorni nel 2025, è considerata residente fiscale italiana per quell’anno. Dovrà quindi presentare la dichiarazione dei redditi in Italia per tutti i redditi prodotti nel 2025, sia quelli italiani che quelli eventualmente percepiti in Romania prima del trasferimento.

Per approfondire:

Il codice fiscale

Prima ancora di pensare alle dichiarazioni, c’è un elemento che rappresenta la chiave d’accesso a qualsiasi adempimento fiscale in Italia: il codice fiscale. Questo codice alfanumerico di 16 caratteri ti identifica univocamente nel sistema amministrativo italiano ed è indispensabile per aprire un conto corrente, firmare un contratto di lavoro, affittare o acquistare un immobile, iscriverti al Servizio Sanitario Nazionale.

Soggetti UE

Le modalità per ottenere il codice fiscale variano in base alla tua provenienza e alla tua situazione. Se sei un cittadino dell’Unione Europea che intende soggiornare in Italia, puoi richiedere il codice fiscale presentando il modello AA4/8 presso un qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate. La richiesta deve essere motivata (ad esempio, per stipulare un contratto di lavoro o affittare un appartamento) e accompagnata da un documento d’identità valido, come il passaporto o la carta d’identità europea.

Soggetti extra-UE

Per i cittadini extracomunitari, invece, il codice fiscale viene generalmente attribuito automaticamente durante le procedure di ingresso regolare in Italia. Lo Sportello Unico per l’Immigrazione, presente in ogni Prefettura, rilascia il codice fiscale quando si richiede il permesso di soggiorno per lavoro dipendente o ricongiungimento familiare. Inizialmente viene assegnato un codice fiscale numerico provvisorio, che diventa definitivo al momento del rilascio del permesso di soggiorno. Se invece ti rivolgi direttamente alla Questura per richiedere un permesso di soggiorno, otterrai subito il codice fiscale definitivo nella sua forma alfanumerica standard.

Una situazione particolare riguarda i cittadini stranieri non residenti in Italia che necessitano del codice fiscale per operazioni specifiche, come l’acquisto di un immobile o attività commerciali. In questi casi, la prassi consolidata prevede che il cittadino straniero deleghi un rappresentante a presentare la richiesta direttamente agli uffici dell’Agenzia delle Entrate in Italia. I consolati italiani all’estero possono rilasciare il codice fiscale solo in casi eccezionali, quando è necessario per procedure da effettuare online e lo straniero è impossibilitato a delegare qualcuno in Italia.

Il codice fiscale non ha scadenza e rimane valido a vita. Una volta ottenuto, conservalo con cura: ti servirà per ogni interazione con il sistema amministrativo e fiscale italiano.

Versamenti e acconti: le scadenze

Oltre alla presentazione della dichiarazione, esistono altre scadenze fiscali cruciali legate ai versamenti delle imposte. Se dalla tua dichiarazione emerge un debito verso l’erario, dovrai effettuare i pagamenti rispettando le scadenze previste, pena l’applicazione di sanzioni e interessi.

Il 30 giugno rappresenta una data chiave nel calendario fiscale. Entro questa scadenza devi versare il saldo delle imposte risultanti dalla dichiarazione dei redditi relativa all’anno precedente, oltre al primo acconto per l’anno in corso. Se dalla dichiarazione emerge un debito superiore a 103 euro, hai l’obbligo di versarlo. Puoi scegliere se versare tutto in un’unica soluzione entro il 16 giugno, oppure rateizzare l’importo fino a un massimo di 5 rate mensili, con l’applicazione di interessi sulle rate successive alla prima.

Il 30 novembre è invece la scadenza per il secondo acconto delle imposte sui redditi. Questo versamento è particolarmente rilevante per chi ha redditi da lavoro autonomo o d’impresa, ma può riguardare anche lavoratori dipendenti con redditi aggiuntivi non soggetti a ritenuta d’acconto.

Per i non residenti, i pagamenti possono essere effettuati con modalità specifiche. Oltre ai normali canali disponibili per tutti i contribuenti, chi risiede fuori dal territorio nazionale può versare le imposte tramite bonifico bancario in euro, secondo lo standard SWIFT MT 103, indicando nella causale il codice fiscale del contribuente, il codice tributo e il periodo di riferimento. L’IBAN da utilizzare varia in base all’imposta da versare ed è reperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. È importante notare che non è possibile effettuare pagamenti tramite assegni.

MU per proprietari stranieri: scadenze

Se sei un cittadino straniero proprietario di un immobile in Italia ma vivi all’estero, devi sapere che l’Imposta Municipale Unica (IMU) ti riguarda direttamente. L’IMU è un’imposta patrimoniale che grava su tutti i titolari di diritti reali su immobili situati in territorio italiano, indipendentemente dalla residenza del proprietario.

Le scadenze per il pagamento dell’IMU sono due: l’acconto del 16 giugno e il saldo del 16 dicembre. Queste date sono identiche per tutti i contribuenti, residenti e non residenti. La distanza fisica dall’Italia non esonera dall’obbligo di versamento, e le sanzioni per omesso o tardivo pagamento si applicano allo stesso modo.

Un aspetto pratico che crea spesso difficoltà ai residenti all’estero riguarda le modalità di pagamento. Dall’estero, il metodo più efficace è il bonifico bancario diretto al Comune in cui si trova l’immobile. La causale del bonifico deve essere compilata con attenzione, includendo il codice fiscale del proprietario, il codice catastale del Comune, il numero degli immobili, l’anno di riferimento (ad esempio “IMU 2025 – acconto” o “IMU 2025 – saldo”) e il codice tributo IMU relativo alla tipologia di immobile.

Prima di effettuare il versamento, è fondamentale contattare l’ufficio tributi del Comune competente per ottenere il codice IBAN aggiornato. Ogni Comune ha il proprio IBAN dedicato ai versamenti IMU, e utilizzare un codice errato potrebbe comportare il mancato accredito del pagamento, con conseguenti sanzioni.

Immobili categoria D

Una particolarità riguarda gli immobili di categoria D (capannoni industriali, fabbricati commerciali di grandi dimensioni): per questi immobili è prevista una doppia destinazione dell’imposta, parte al Comune e parte allo Stato. In questi casi dovrai effettuare due bonifici distinti, uno verso il Comune e uno verso l’Erario. Questa doppia procedura richiede particolare attenzione nella compilazione delle causali e nell’identificazione dei corretti IBAN.

Consiglio pratico: dopo aver effettuato il bonifico, invia sempre una copia della ricevuta di pagamento al Comune via PEC o email, conservando la prova dell’invio. Questo semplice accorgimento può risparmiarti futuri contenziosi in caso di disguidi nell’accredito del pagamento.

TARI: scadenze comunali

La TARI (tassa rifiuti) ha scadenze stabilite dai Comuni, che approvano le delibere e ne danno pubblicità con calendario e modalità di pagamento locali, differenziati per territorio. Di prassi, i Comuni prevedono due o più rate durante l’anno, oppure la possibilità di pagamento in un’unica soluzione, ma occorre verificare l’avviso di pagamento o le informazioni del Comune di riferimento. Per chi si trasferisce in Italia, è opportuno registrarsi tempestivamente presso il servizio tributi locale per allineare le posizioni e ricevere correttamente gli avvisi TARI, nel rispetto delle prassi amministrative vigenti.

Regimi agevolati: opportunità per chi si trasferisce in Italia

Il sistema fiscale italiano prevede diversi regimi agevolati specificamente pensati per chi trasferisce la residenza in Italia dall’estero. Questi regimi rappresentano opportunità concrete per ridurre significativamente il carico fiscale, soprattutto nei primi anni di permanenza nel Paese.

Regime dei lavoratori impatriati

Il regime per lavoratori impatriati è stato profondamente riformato a partire dal periodo d’imposta 2024. Per chi ha trasferito la residenza fiscale in Italia dal 1° gennaio 2024 in avanti, i redditi di lavoro dipendente, quelli assimilati e i redditi di lavoro autonomo prodotti in Italia concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misura del 50%, entro il limite di 600.000 euro. In pratica, paghi le tasse solo sulla metà del tuo reddito da lavoro, con un risparmio fiscale che può essere molto consistente.

Per beneficiare di questa agevolazione devi soddisfare requisiti precisi: non essere stato fiscalmente residente in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti il trasferimento, prestare l’attività lavorativa per la maggior parte del periodo d’imposta in territorio italiano, essere in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione definiti dai decreti legislativi di riferimento. Se hai almeno un figlio minorenne residente in Italia, l’agevolazione aumenta: il reddito concorre alla formazione dell’imponibile solo per il 40% anziché il 50%.

Attenzione: se hai trasferito la residenza in Italia entro il 31 dicembre 2023, puoi continuare ad applicare il vecchio regime più generoso, che prevedeva la tassazione solo sul 30% del reddito (o addirittura sul 10% in presenza di figli o acquisto immobile) per un periodo che può estendersi fino a 10 anni. Questo grazie alle clausole di salvaguardia introdotte per tutelare chi aveva già avviato il trasferimento prima della riforma.

Regime dei neo residenti

Un regime completamente diverso è quello dei neo-residenti ad alto patrimonio. Questo regime si rivolge a persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale in Italia e scelgono di pagare un’imposta sostitutiva forfetaria sui redditi prodotti all’estero. Dal 10 agosto 2024, l’importo di questa imposta è stato significativamente aumentato: si passa da 100.000 euro a 200.000 euro per ciascun periodo d’imposta. Questo regime è particolarmente interessante per chi ha consistenti redditi esteri e vuole evitare di dichiararli analiticamente in Italia, pagando invece un importo fisso annuale.

Adempimenti specifici per attività estere e investimenti

Se sei un cittadino straniero fiscalmente residente in Italia e mantieni investimenti, conti correnti o immobili all’estero, devi prestare particolare attenzione agli obblighi di monitoraggio fiscale. La normativa italiana richiede di dichiarare nella dichiarazione dei redditi tutte le attività finanziarie e gli immobili detenuti all’estero, attraverso la compilazione del quadro RW del modello Redditi.

Questo obbligo vale anche se le attività estere non hanno generato redditi nell’anno di riferimento: l’obiettivo è il monitoraggio patrimoniale a fini antiriciclaggio e di contrasto all’evasione. La mancata compilazione del quadro RW quando dovuta comporta sanzioni molto severe, che vanno dal 3% al 15% del valore delle attività non dichiarate.

Oltre all’obbligo dichiarativo, potresti dover versare imposte patrimoniali specifiche: l’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie detenute all’Estero) si applica ai prodotti finanziari esteri con un’aliquota del 2 per mille annuo, che sale al 4 per mille per i prodotti finanziari detenuti in Stati o territori a fiscalità privilegiata. L’IVIE (Imposta sul Valore degli Immobili situati all’Estero) si applica invece agli immobili posseduti fuori dall’Italia, con un’aliquota dell’1,06% sul valore dell’immobile.

Pagamenti, rateizzazione e ravvedimento

I versamenti si effettuano con modello F24, con possibilità di rateizzazione delle somme dovute e differimento del primo versamento al 30 luglio con maggiorazione dello 0,40%, secondo le disposizioni correnti. In caso di versamenti o invii tardivi entro 90 giorni, è possibile il ravvedimento operoso con sanzioni ridotte, fermo restando che per riferimenti puntuali e aggiornati va verificata la normativa vigente ed eventuali provvedimenti dell’Agenzia. Ogni anno possono intervenire sospensioni o proroghe per specifiche categorie o territori, per cui è prudente verificare i comunicati ufficiali e il calendario istituzionale vicino alle scadenze.

Consulenza fiscale online

Navigare tra scadenze, codici tributo, quadri dichiarativi e regimi agevolati può risultare complesso, soprattutto quando si intrecciano normative di due diversi Paesi. Ogni situazione personale presenta caratteristiche uniche: il tipo di reddito, la presenza o meno di familiari, la durata prevista della permanenza in Italia, eventuali attività all’estero. Tutti questi elementi influenzano gli obblighi fiscali e le opportunità di ottimizzazione.

Un professionista esperto in fiscalità internazionale può guidarti nella scelta del regime fiscale più vantaggioso, verificare che tu stia rispettando tutti gli obblighi dichiarativi, assisterti nella corretta compilazione dei modelli e, non meno importante, rappresentarti in eventuali interlocuzioni con l’Agenzia delle Entrate. Il valore di una consulenza professionale si misura non solo nel risparmio fiscale immediato, ma anche nella tranquillità di sapere che i tuoi adempimenti sono corretti e completi.

Se ti trovi ad affrontare situazioni particolari come il trasferimento della residenza da o verso l’Italia, l’applicazione di regimi agevolati, la presenza di attività economiche o patrimoniali in più Paesi, non affidarti al caso. Contatta un commercialista specializzato in fiscalità internazionale per una valutazione approfondita della tua posizione. Un’ora di consulenza oggi può risparmiarti anni di problemi domani.

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Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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