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Traduzioni online: guida al regime fiscale

Come avviare un'attività professionale di traduzioni online? Quale il regime fiscale applicabile e la disciplina civilistica e fiscale di riferimento.

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Nel mondo di internet una delle figure professionali che sta riscuotendo successo è sicuramente quella dei traduttori. Oggi sempre più imprese o case editrici che hanno bisogno di tradurre testi, documenti, lettere commerciali o racconti si affidano ai professionisti del web per ottenere traduzioni veloci ed accurate. I traduttori appartengono alla categoria di liberi professionisti senza cassa di appartenenza. Puoi effettuare questa tipologia di attività da freelance, per evitare l’apertura della Partita IVA, sfruttando la prestazione occasionale. Tuttavia la prestazione occasionale è consentita soltanto per collaborazioni singole, di carattere episodico, quindi, qualora ti vengano affidati più volte testi da tradurre, sarai obbligato ad aprire Partita IVA come traduttore, come vedremo più nel dettaglio nel seguito dell’articolo.

Il business delle traduzioni è in continuo fermento, ed in questo contesto i soggetti che conoscono bene almeno una lingua straniera possono trarne vantaggio traducendo testi, in base al settore e alle proprie competenze, facendo diventare questa attività un vero e proprio lavoro, a tempo pieno o parziale.

I traduttori freelance

Per diventare traduttore freelance è necessario padroneggiare con cura almeno una lingua straniera, sicuramente la più richiesta per le traduzioni è l’inglese. A questo punto il problema principale è quello di trovare clienti online. Le strade che possono presentare sono quelle di creare una propria pagina Web dove pubblicizzare le proprie caratteristiche in modo che potenziali clienti possano imbattersi nei servizi offerti, oppure servizi di appositi portali che mettono in connessione i clienti (aziende o case editrici), con i traduttori online.  Tra questi portali segnaliamo Translated e Textmaster, ma nel web ve ne sono molti altri.

In ogni caso il soggetto che intende avviare questo tipo di attività deve tenere presente che lavorare come freelance significa avere grandi prospettive di crescita, con la consapevolezza che la propria competenza sarà direttamente proporzionale alla quantità di esperienza maturata sul campo, ma anche alla professionalità, elemento indispensabile per lavorare online. Per questo motivo, se siete soltanto all’inizio, magari state ancora finendo il vostro percorso di studi, e volete arrotondare facendo traduzioni sul Web, non scoraggiatevi, il lavoro online è ricco di opportunità.

La figura del traduttore freelance deve essere in grado di offrire ai clienti un elenco personalizzato di servizi offerti ed indicare per ognuno un prezzo, da contrattare poi in un momento successivo, in base al tipo di incarico trovato e dal budget che ci viene messo a disposizione. Se poi decidete di fare le cose in grande, ed aprire un proprio portale Web “vetrina” allora sarà fondamentale puntare sulla SEO, sul marketing e sui social network, perché soltanto attraverso questa strategia riuscirete a trovare maggiore visibilità sul Web tra le varie aziende interessate ai servizi di traduzione.

Traduttore online: lavoro occasionale o apertura della Partita IVA?

Se hai intenzione di svolgere l’attività di traduttore online o stai già svolgendo questo tipo di attività, devi sapere che, la prestazione occasionale è consentita solo per collaborazioni singole, di carattere episodico, che non abbiano il carattere della continuità. In altre parole, se traduci un unico testo per un cliente, puoi emettere una semplice ricevuta, con ritenuta d’acconto pari al 20% del compenso, se lavori per un’azienda con sede in Italia. Qualora, invece, ti vengano affidati più testi da tradurre, anche un paio al mese, con regolarità, hai l’obbligo di aprire Partita IVA come traduttore. Inoltre, il lavoro occasionale non può essere pubblicizzato in alcun modo. Aprire Partita IVA come traduttore è l’unico modo per far crescere la tua attività in modo stabile nel tempo. L’apertura della partita iva come traduttore non comporta il sostenimento di costi fissi se non il compenso da pagare al commercialista.

Apertura Partita IVA come traduttore

Questa operazione come sempre è foriera di dubbi, sebbene a molti sembra un’operazione molto più complessa di come è in concreto. Di seguito ti indicheremo tutti i passi necessari, al termine dei quali potrai decidere se procedere in autonomia o rivolgerti ad un consulente. L’operazione, per chi – come te, è inquadrato come libero professionista, non ha costi, richiede solamente poche ore e si può svolgere comodamente per via telematica sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

La comunicazione dell’apertura della partita IVA all’agenzia delle entrate è effettuata mediante il Modello AA9/12. Per farlo ci sono due possibilità:

  • recarti personalmente all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate presente sul tuo territorio;
  • inviare una richiesta telematica tramite un Commercialista o un Caf.

Tale comunicazione ti sarà fondamentale, in essa dovrai indicare una serie di elementi relativi alla tua persona, all’attività che intendi svolgere e altre informazioni, tra cui il Codice Ateco e il Regime fiscale.

Per aprire Partita IVA come traduttore dovrai individuare il Codice ATECO più adatto per la tua attività, e nel tuo caso è il seguente:

74.30.00 – Traduzione e interpretariato

Non sussiste l’obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio.

Regime fiscale: quale scegliere?

In Italia esistono il regime ordinario, semplificato ed il Regime Forfettario. Il Regime Forfettario è un regime fiscale per le imprese e i professionisti di minori dimensioni. Si tratta della c.d. “flat tax” per le partite IVA che prevede agevolazioni fiscali e contributive, a patto di rispettare i requisiti di accesso e permanenza nel regime.

 Il Regime Forfettario è un regime fiscale “agevolato”, che prevede una tassazione  forfettaria, con aliquota fissa al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni dall’apertura, ma solo per le start-up che possiedono i requisiti). Esso, tuttavia, può essere scelto solo da chi ha un guadagno annuo non superiore a 65.000 euro.

Il reddito viene determinato esclusivamente in base al criterio di cassa. Ovvero sulla base dei ricavi o compensi percepiti nel periodo di imposta. A questo reddito è applicato un coefficiente di redditività, che tiene conto delle spese applicate in modo forfettario. Al reddito imponibile così determinato è applicata un imposta sostitutiva del 5% (per i primi cinque anni), che poi a regime passa al 15%. Il pagamento delle imposte avviene con la dichiarazione dei redditi.

Nel tuo caso, il reddito imponibile corrisponde al 78% del fatturato incassato (su 10.000 euro, la tassazione si applica solo su 7.800 euro), meno l’importo versato nello stesso periodo per i contributi.

Inoltre, i traduttori forfettari operano in franchigia IVA. Vengono meno anche tutti gli adempimenti relativi all’IVA, come la presentazione della dichiarazione annuale o trimestrale.

Per poter accedere al Regime Forfettario, è necessario che siano rispettati alcuni requisiti:

  • i soggetti titolari di un’attività d’impresa, arte o professione, devono aver conseguito  ricavi o compensi che non superino i 65.000 euro all’anno. Laddove svolgano più lavori corrispondenti a diversi codici ATECO, bisogna prendere in considerazione la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate;
  • devono aver sostenuto delle spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto. Dovranno esser considerate nel computo anche le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari;
  • infine non devono aver percepito oltre 30.000 euro di redditi da lavoro dipendente o da pensione.

Contributi previdenziali

Il traduttore, come libero professionista, è tenuto a provvedere anche ai contributi previdenziali. I traduttori non hanno una Cassa di appartenenza, pertanto vanno a confluire, insieme a tante altre figure ancora prive di regolamentazione, nella Gestione Separata INPS.

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