Dal primo gennaio 2026 l’imposta sulle transazioni finanziarie passa da 0,2% a 0,4%: aumento immediato per coprire 1,5 miliardi della manovra. Colpisce chi compra azioni italiane quotate ad alta capitalizzazione.
Il governo ha deciso: dal primo gennaio 2026 la tobin tax raddoppia, passando dall’attuale 0,2% allo 0,4% sulle transazioni di azioni italiane. L’emendamento alla manovra è stato approvato ieri in commissione bilancio al senato e porta l’imposta sulle transazioni finanziarie ai livelli più alti d’Europa.
Cosa prevede l’emendamento approvato ieri
La decisione è contenuta negli emendamenti governativi alla legge di bilancio 2026 e modifica l’imposta introdotta nel 2013 dal governo Monti. L’aumento sarà immediato, senza la progressività triennale ipotizzata nelle prime bozze di fratelli d’italia.
Nel dettaglio, le nuove aliquote dal 2026 saranno:
- Mercati regolamentati (come borsa italiana): dall’1 per mille al 2 per mille;
- Mercati non regolamentati (OTC): dal 2 per mille al 4 per mille;
- Contratti derivati su azioni italiane: imposta fissa raddoppiata secondo la tabella allegata alla Legge n. 228/2012
Restano confermate le esenzioni già previste: operazioni intraday, market making, emissioni primarie e trasferimenti particolari non pagano l’imposta.
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Chi paga l’imposta e su quali operazioni
L’imposta si applica sui trasferimenti di proprietà di azioni e strumenti partecipativi emessi da società residenti in Italia, anche se negoziate all’estero. Questo significa che se compri azioni ad esempio: Eni, Unicredit o Ferrari paghi l’imposta, indipendentemente dalla piazza su cui le negozi.
Chi versa materialmente l’imposta? Non l’investitore direttamente, ma gli intermediari: banche, sim, società fiduciarie che eseguono l’ordine. Il costo però viene scaricato sul cliente al momento dell’operazione.
La tassa non colpisce:
- Azioni estere (Google, Apple, Tesla, etc);
- Etf armonizzati europei;
- Obbligazioni e titoli di stato;
- Operazioni che si aprono e chiudono nella stessa giornata.
Quanto costa in più dal 2026: la simulazione
Ecco quanto pagherai di imposta su tre operazioni tipo, prima e dopo il raddoppio:
| Operazione | Mercato | TT 2025 | TT 2026 | Aumento |
|---|---|---|---|---|
| Acquisto € 10.000 azioni unicredit | Regolamentato | € 10 | € 20 | +100% |
| Acquisto € 50.000 azioni eni | Regolamentato | € 50 | € 100 | +100% |
| Acquisto € 10.000 azioni non quotate | Non regolamentato | € 20 | € 40 | +100% |
Tabella: simulazione impatto su operazioni standard. L’importo si calcola sul controvalore dell’acquisto.
Un investitore che movimenta € 100.000 all’anno in azioni italiane quotate pagherà € 200 di tobin tax invece degli attuali € 100. Su volumi più alti l’impatto cresce proporzionalmente: chi investe € 1 milione pagherà € 2.000 invece di € 1.000.
Perché il governo ha scelto il raddoppio immediato
La manovra economica 2026 aveva introdotto una norma molto contestata: l’aumento della tassazione sui dividendi delle partecipazioni di minoranza. Dopo settimane di pressioni da parte di Confindustria e investitori istituzionali, il governo ha fatto marcia indietro su quella misura.
Ma servivano coperture alternative per mantenere i saldi di bilancio invariati. La scelta è caduta sulla tobin tax per tre motivi:
- Garantisce un’entrata certa e immediata (stimata in 1,5 miliardi in tre anni);
- Oggi genera solo 546 milioni annui, c’è margine di aumento;
- Colpisce le transazioni finanziarie, non i redditi produttivi.
Il Ministro Giorgetti ha ribadito che: “ogni modifica alla manovra deve avere la sua copertura“. Il raddoppio serve proprio a questo: evitare la doppia tassazione sui dividendi alzando invece il costo delle compravendite di azioni.
Cosa fare se investi in borsa italiana
Se hai un portafoglio con azioni italiane o stai pianificando investimenti per il 2026, considera questi aspetti pratici:
Nel breve termine (fino a fine anno): nessun impatto. La vecchia aliquota resta in vigore fino al 31 dicembre 2025.
Dal 1° gennaio 2026: ogni acquisto di azioni italiane costerà il doppio in termini di tobin tax. Questo vale anche per i pac (piani di accumulo) su titoli azionari italiani.
Strategie da valutare con il commercialista:
- Privilegiare gli investimenti di medio-lungo termine per ammortizzare il costo fisso dell’imposta;
- Considerare ETF armonizzati su indici italiani (ftse mib) che non scontano la tobin tax;
- Per operazioni frequenti, valutare azioni estere o mercati non soggetti all’imposta.
La tobin tax resta non deducibile né da IRPEF né da Ires né da Irap, quindi è un costo “secco” che riduce il rendimento netto dell’investimento.
Attenzione: Non confondere la tobin tax con l’imposta sui capital gain. La prima si paga sul controvalore dell’operazione (0,4% del prezzo di acquisto), la seconda solo sulle plusvalenze realizzate (26% del guadagno). Sono due imposte diverse che si sommano: quando vendi con profitto, paghi prima l’imposta sull’operazione e poi il 26% sulla plusvalenza effettiva.
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