Aprire temporary store per pubblicizzare e vendere prodotti sta avendo successo anche in Italia. Costi ridotti, adempimenti burocratici snelli, assieme al giusto mix tra location, clientela ed innovazione garantiscono il successo dell’attività. Di seguito la guida e i nostri consigli utili per avviare i temporary shop. 

Un temporary store è, fondamentalmente, un’idea di marketing: si tratta di negozi temporanei (“pop-up shop“), aperti solo per qualche settimana all’anno, per promuovere un brand o lanciare un nuovo prodotto sul mercato.

I negozi di vicinato temporanei sono una recente evoluzione del settore della distribuzione al dettaglio. Si tratta di negozi che compaiono all’improvviso cosi come velocemente si dissolvono, arricchiti di eventi e formule di comunicazione innovative, efficaci per testare in modo concreto la vendita dei prodotti, sondare nuovi mercati, misurare il gradimento del consumatore, lanciare un nuovo articolo,etc.

L’idea di avviare un’attività di tipo temporaneo per la vendita di prodotti, è un’idea che può essere allettante, non sono per le grandi marche di abbigliamento, ma anche per settori diversi, come ad esempio quello della moda, della tecnologia o anche quello dei servizi, in occasione di particolari eventi, puntando tutto sulla brevità dell’offerta.

L’apertura di uno di questi negozi temporanei, tuttavia, richiede sempre l’apertura di una partita Iva (come vedremo meglio in seguito), in quanto per l’Amministrazione finanziaria italiana, si tratta comunque di esercizio di attività commerciale, anche se la stessa viene protratta solo per poche settimane. Deve essere evidenziato, comunque, che la nascita di questo tipo di attività temporanee ha portato alla nascita di attività imprenditoriali che riescono a cambiare velocemente settore ed ambito di vendita per i propri clienti (vendita di abbigliamento, successivamente accessori, articoli di regalo, etc) durante l’arco di tutto l’anno.

Perché avviare un temporary store?

Avviare un’attività di organizzazione di temporary shop è sicuramente un’idea innovativa, di grande impatto e con interessanti prospettive di crescita per il prossimo futuro. Nati alcuni anni fa in Gran Bretagna, dal 2005 hanno iniziato progressivamente a diffondersi anche in Italia, soprattutto in alcune grandi città come Milano, Roma, Torino, Firenze e Napoli.

Gli esperti di marketing hanno definito i temporary shop come delle campagne promozionali che si autofinanziano attraverso la vendita dei prodotti stessi. Questo tipo di realtà di vendita temporanea rappresentano la risposta concreta ad un mercato sempre più precario, provvisorio e mutevole. Si tratta di una strategia di vendita nata con l’obiettivo di testare la reazione dei consumatori nei confronti di nuovi prodotti, per saggiarne potenzialità e mercato e che ormai sta prendendo sempre più piede.

Come detto, infatti, questo tipo di attività di vendita temporanee rispondono all’esigenza di marketing, soprattutto per grandi brand, di introdurre nuovi prodotti sul mercato da testare attraverso la vendita al pubblico. Tuttavia, negli ultimi anni, la nascita di attività di vendita temporanee è divenuta sempre più popolare portando nuovi imprenditori ad intraprendere iniziative di vendita, anche in ambiti e settori di vendita, ogni 30 giorni. Si tratta, in questo caso, di attività che richiedono complessità di gestione, in quanto cambiare attività di vendita ogni mese non è semplice, e soprattutto richiede aspetti logistici ed organizzativi importanti e collaudati.

Quali sono i vantaggi di un temporary store?

Se guardiamo ai vantaggi di un temporary store troviamo, innanzitutto, la promozione e diffusione del proprio marchio, attorno al quale è possibile creare interesse e scatenare tendenze da parte degli utenti. È possibile anche rimodulare la percezione del proprio marchio, ad esempio con la vendita di collezioni estemporanee, anche molto diverse dallo stile generalmente associato al brand. E poi, dal punto di vista dei prodotti, uno shop temporaneo è uno degli strumenti più efficaci per il lancio e la vendita di un nuovo prodotto/servizio o di articoli in edizione limitata o appartenenti a collezioni speciali. Tutto ciò è ovviamente finalizzato all’obiettivo primario di incrementare le vendite e vivacizzare l’affluenza di utenti sul proprio store, stimolando la creazione del proprio database contatti (“lead generation“).

In base alla nostra esperienza i principali vantaggi che si possono trarre dalla vendita temporanea riguardano:

  • La possibilità di mettere in vendita articoli a prezzi promozionali per testare il mercato su un nuovo prodotto;
  • La possibilità di suscitare nella clientela maggiore curiosità nel visitare lo shop temporaneo;
  • La possibilità di esporre prodotti, magari in anteprima, rispetto a quelli disponibili nel negozio “ordinario“.

Sicuramente, questo tipo di attività, non è consigliabile per chi vuole iniziare ad approcciarsi alla vendita al dettaglio, in quanto, come vedremo, vi sono adempimenti amministrativi e fiscali da intraprendere che sono costosi ed in alcuni casi anche lunghi da intraprendere.

Le chiavi del successo

Come ogni attività imprenditoriale, anche il settore dei shop temporanei ha bisogno di coltivare i suoli elementi chiave, determinanti per il successo nel tempo del proprio business. Il settore è ormai diffuso da anni anche nel nostro Paese, e con una certa sicurezza possiamo affermare che le chiavi del successo in questo tipo di attività, sono legate fondamentalmente al raggiungimento di tre aspetti:

  • Location – L’apertura di un negozio temporaneo e il suo successo non può che essere inevitabilmente legato alla location nella quale lo stesso è situato. È importante, infatti, scegliere bene la zona, che deve essere centrale e ben frequentata, avendo sempre un’occhio di riguardo verso le zone centrali delle principali città italiane: Milano, Roma, Firenze, Napoli, Bologna, dove questo tipo di negozi hanno già incominciato a diventare una realtà commerciale importante. Ultimamente gli store temporanei, accompagnano i principali eventi che ogni anno si tengono nelle città, come una manifestazione sportiva, un raduno nazionale, una fiera, una ricorrenza storica o religiosa oppure ancora una “notte bianca“, anche  in settori anche molto diversi da quello dello store che si vuole aprire (classico esempio di uno store di moda maschile che apre in occasione di una convention di imprenditori o professionisti);
  • Clientela – La clientela che si affida a questi negozi, è sicuramente una clientela di medio/alta fascia. Per questo motivo prodotti che non sono studiati per questo tipo di clientela, rischiano di non trovare acquirenti. Senza marchi conosciuti, o prodotti in forte lancio promozionale questo tipo di negozio rischia di non trovare il successo sperato. Non dimentichiamoci che per i passanti, il fatto che lo store sia temporaneo crea sempre qualche perplessità sulla bontà di ciò che si sta promuovendo o vendendo, per questo prodotti di bassa gamma o di brand poco forti sul mercato rischiano di dare il successo sperato;
  • Innovazione – Per portare visitatori, e trasformarli in potenziali clienti è importante che la struttura dello store sia innovativa. L’obiettivo è quello di riuscire ad attirare la curiosità dei passanti, con forme e colori trasgressivi e innovativi, piuttosto che testimonial famosi, cercando di non fidelizzarli al luogo fisico ma al marchio che si vuole diffondere.

Altro aspetto da non dimenticare nell’apertura di un negozio temporaneo è l’attrattività dell’offerta. D’altronde il punto di forza di questo nuovo modo di vendere è proprio la scadenza dell’offerta che gioca molto sull’aspetto psicologico del cliente: sia all’interno che all’esterno del punto vendita viene mostrato un countdown che indica i giorni rimanenti alla fine dell’offerta e questo stimola una sorta di caccia all’acquisto. Inoltre, non si deve dimenticare che l’apertura di questi store è preceduta da un adeguato forcing pubblicitario che crei curiosità e attesa nei potenziali clienti e se il contesto, prima ancora della merce, è accattivante e seducente. Poiché si tratta di due nodi cruciali per la riuscita dell’attività, la cosa migliore è rivolgersi a professionisti del settore capaci di curare nel modo adeguato entrambi gli aspetti.

Per un temporary shop di successo è necessario puntare più sulla quantità di prodotti, che sulla qualità del negozio in se ma è fondamentale pianificare e spendere per una buona campagna di comunicazione. 

Quali sono i costi legati all’apertura di un negozio temporaneo?

I costi per aprire un temporary store sono ovviamente quelli tipici di una negozio (affitto, personale, utenze…) ma con due differenze fondamentali, che non devono essere sottovalutate:

  • La spesa per la promozione e pubblicità sarà la più importante – la campagna pubblicitaria deve precedere l’aperture dello store e deve essere mirata al fare percepire il prodotto, il tempo di apertura dello store e lo sconto ottenibile;
  • La spesa per l’allestimento di interni e vetrine marginale – il fatto che lo store si presenti come un negozio vero e proprio non ha molta importanza, quello che conta è il messaggio che si vuole lanciare, per questo l’innovazione è fondamentale per il successo, non tanto, invece, l’allestimento delle vetrine.

Il contratto di locazione

Particolare attenzione deve essere dedicata al contratto di locazione da stipulare per la messa a disposizione dei locali ove avviare l’attività di vendita temporanea. Per la stipula di questo tipo di contratto di locazione è possibile sfruttare i contratti di locazione di tipo transitorio. Questi contratti, derogano alla regola generale di durata dei contratti  di locazione ad uso diverso dall’abitativo, sancendo al comma 5 dell’articolo 27 della Legge n. 392/1978 la possibilità per le parti di stipulare un contratto di locazione per un periodo più breve rispetto alla durata legale (6 anni) “qualora l’attività esercitata o da esercitare nell’immobile abbia, per sua natura, carattere transitorio”. Questo tipo di contratti, quindi, pare applicarsi correttamente al caso dei temporary shop, a condizione che si sia in presenza di un’attività commerciale destinata di per sé a completarsi in un breve lasso di tempo. Il contratto di locazione ad uso transitorio adatto a questo tipo di attività, deve necessariamente contenere i seguenti elementi:

  • La formula legata all’utilizzo per lo svolgimento di attività commerciale temporanea deve essere espressamente richiamata all’interno del contratto ed il locatore deve acconsentire al suo utilizzo a questi fini;
  • La misura del canone è rimessa alla libera e autonoma volontà delle parti e può anche essere determinata forfettariamente per l’intera durata contrattuale;
  • Esclusione dell’obbligo di corrispondere l’indennità per la perdita dell’avviamento commerciale ad opera dell’articolo 35 della Legge n. 392/1978;
  • Esclusione del diritto di prelazione e il correlato diritto di riscatto e diritto di prelazione in caso di nuova locazione, ai sensi del combinato disposto dagli articoli 41 e 35 Legge n. 392/1978;
  • Esclusione del rinnovo ad opera dell’art. 28 Legge n. 392/1978;
  • Valgono, come per ogni altro tipo di locazione e attività di commercio al dettaglio, gli obblighi contrattuali delle parti previsti dal codice civile, le imposizioni tributarie disposte dalla normativa fiscale in generale e gli obblighi dettati al negoziante/conduttore dal D.Lgs. n. 114/98.

Se ha bisogno di una bozza di contratto di locazione ad uso transitorio da utilizzare, la puoi trovare scaricabile all’interno di questo articolo: “Il contratto di locazione ad uso transitorio“.

Gli adempimenti amministrativi e fiscali per l’apertura di un temporary store

La legislazione italiana non contempla ancora questo tipo di esercizio commerciale. In attesa di una legge che regoli l’esercizio di questa attività temporanea, come da indicazioni fornite dalle Camere di Commercio italiane, il temporary shop è considerato come un normale esercizio di vicinato con durata dell’attività temporanea. Ad oggi, quindi, non vi sono differenze negli adempimenti legati all’avvio di un normale esercizio di vicinato, se non per la durata temporanea dell’esercizio dell’attività di vendita. In ogni caso, quindi, deve quindi rispettare la superficie di vendita degli esercizi di vicinato. Come tutte le attività l’abitualità dell’esercizio della stessa ha delle conseguenze diverse da un punto di vista fiscale, che possono essere così riassunte, in relazione per periodo di apertura dell’attività:

  • Apertura per massimo 30 giorni nell’anno;
  • Apertura per oltre 30 giorni nell’anno.

Vediamo, insieme, le differenze, sotto il profilo fiscale di queste due casistiche.

Apertura per massimo 30 giorni nell’anno

Se l’attività di apertura di un negozio temporaneo è effettuata per meno di 30 giorni annui l’attività è considerata di tipo occasionale. Tuttavia, è necessario comunque aprire la partita Iva ed effettuare la comunicazione di inizio attività nel Comune ove intendete avviare questo tipo di attività (solitamente il Comune ha un apposito modulo dedicato a questo tipo di attività). In questo caso, solitamente, la Camera di Commercio non richiede alcuna iscrizione (anche se è consigliabile, comunque, contattare la Camera di Commercio interessata per avere certezza su eventuali obblighi richiesti). Qualora l’attività di vendita è inferiore ai 30 giorni ma non viene svolta in forma occasionale (l’imprenditore apre/chiude in luoghi diversi nel tempo),l’attività deve essere iscritta presso il Registro delle Imprese.

Particolare attenzione deve essere prestata ai giorni di effettiva apertura dell’attività. I 30 giorni riguardano l’aperture dello store. Pertanto, se io apro uno store per 20 giorni sono in regola, ma se apro nello stesso anno due temporary store, entrambi aperti per 20 giorni, in questo caso non rispetto più l’attività occasionale (ho superato i 30 giorni di apertura annui) e quindi devo sottostare alle regole del punto sottostante.

Questo tipo di attività di solito viene sfruttata dai c.d. “hobbisti“, ovvero tutti quei soggetti che realizzano piccoli prodotti con le proprie mani e che provano a venderli sfruttando alcune particolari occasioni, come i mercatini di hobbistica. In questo caso, tuttavia, l’hobbista, si “trasforma” in commerciante, in quanto, comunque, si tratta di attività di vendita tramite negozio di vicinato.

Apertura per oltre 30 giorni nell’anno (esercizio di vicinato)

Se il negozio temporaneo che intendi aprire resterà aperto, complessivamente, per oltre 30 giorni nell’anno, allora significa che stai svolgendo una attività economica di tipo abituale. In linea generale i negozi temporanei possono restare aperti soltanto da un giorno ad un massimo di 6 mesi. Questi esercizi di vicinato temporanei vengono aperti da commercianti che hanno già una loro attività, ed in questo caso, l’unico adempimento da mettere in atto, oltre a quelli di cui già siete in possesso è la presentazione della Comunicazione certificata di inizio attività (c.d. “SCIA“), da presentare allo sportello SUAP del comune di competenza, come previsto dall’articolo 7 del D.Lgs. n. 114/98 e dall’articolo 19 della Legge n. 241/90, e dalla comunicazione in Camera di Commercio (riguardante l’apertura della nuova unità locale).

In caso contrario, se non disponi di un’autorizzazione (e una partita Iva) legata all’esercizio di un’attività commerciale devi provvedere ad aprirne una, iscrivendoti presso la Camera di Commercio di competenza. Inoltre, è dovuta anche l’iscrizione alla gestione commercianti dell’INPS. Una volta effettuati tutti questi adempimenti anche per voi non resterà che presentare la “SCIA” al Comune ove volete aprire il l’esercizio e la comunicazione in Camera di Commercio (riguardante l’apertura della nuova unità locale). Naturalmente la SCIA andrà presentata anche al momento della chiusura del negozio temporaneo, e andrà ripresentata per ogni eventuale apertura successiva.

La Scia in Comune

Per quanto riguarda la presentazione della “SCIA” al Comune ove si intende aprire l’attività, è opportuna qualche precisazione. La stessa, infatti, deve essere presentata precedentemente all’inizio dell’attività di vicinato. Per poterla correttamente presentare occorre porre attenzione ad alcuni requisiti che tutti i Comuni richiedono per l’esercizio di questo tipo di attività:

  • Requisiti soggettivi – Per esercitare l’attività di vendita al dettaglio di prodotti non alimentari è necessario soddisfare solo i requisiti morali di cui all’articolo 71, comma 1, D.Lgs. n. 59/2010, mentre, per esercitare l’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari, oltre ai requisiti morali, è necessario soddisfare anche i requisiti professionali che richiedono il possesso dell’attestato riguardante il corso per l’HACCP;
  • Requisiti oggettivi – I locali dove si svolge l’attività devono avere una destinazione d’uso compatibile con quella prevista dal piano urbanistico comunale. Devono essere rispettate le norme e le prescrizioni specifiche dell’attività, per esempio quelle in materia di urbanistica, igiene pubblica, igiene edilizia, tutela ambientale, tutela della salute nei luoghi di lavoro, sicurezza alimentare, regolamenti locali di polizia urbana annonaria. Per esercitare l’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari è inoltre necessario rispettare i requisiti dettati dalla normativa vigente in merito all’igiene dei prodotti stoccati e venduti.

Naturalmente, la stessa “SCIA“, deve essere necessariamente presentata al Comune nel momento in cui l’attività cessa. Tutta la procedura è da avviare nuovamente con queste modalità qualora si decida di aprire un nuovo negozio temporaneo. Si ricorda, infine, che chiunque eserciti un’attività di vicinato senza aver presentato la “SCIA” è soggetto a sanzioni amministrative pecuniarie previste da ciascuna Legge Regionale, a seconda del Comune interessato. Sono inoltre previste le sanzioni penali di cui all’articolo 76 del D.Lgs. n. 445/2000 per le dichiarazioni false o mendaci.

Conclusioni e consulenza fiscale online

Come detto, ad oggi, non vi è una normativa specifica per l’apertura di un negozio di vicinato temporaneo. Tuttavia, occorre comunque rispettare le disposizioni legate all’apertura della partita Iva ed alla SCIA da presentare in Comune. Inoltre, indipendentemente dalla durata dell’attività è sempre consigliabile consultare la Camera di Commercio di competenza per verificare eventuali obblighi di iscrizione.

Sia che tu appartieni alla categoria di vuole saperne di più su questo tipo di attività, il consiglio che posso darti è quello di rivolgerti sempre ad un dottore commercialista esperto di tua fiducia, che possa accompagnarti nell’apertura e nella gestione amministrativa e fiscale dell’attività. Segui il link sottostante per metterti in contatto con me e ricevere una consulenza fiscale personalizzata se hai dubbi o domande su questo tipo di attività commerciale.

90 COMMENTI

  1. Buongiorno, ho fittato un mio locale ad un’attività di vendita abbigliamento. Il contratto che ho stipulato ha la durata di 4 mesi in quanto il conduttore sta svolgendo un temporary store. Il conduttore con l’approssimarsi della scadenza del contratto mi ha richiesto la possibilità nei rinnovarlo per la tri 4 mesi perché sta valutando l’idea di propormi un regolare contratto di 6+6. I miei quesiti sono i seguenti:
    – se concedo una proroga di altri 4 mesi, vado in contrasto con disposizioni legislative/ fiscali atteso che devo aver letto da qualche parte che un’attività di temporary store non può superare i sei mesi?
    -posso stipulare un regolare contratto di 6+6 con lo stesso soggetto al quale in precedenza avevo fittato il locale per il temporary store?
    Vi ringrazio per la n anticipo per le risposte che vorrete darmi

  2. Salve,
    il contratto di locazione legato ad un temporary store non può essere rinnovato. Il contratto ha per oggetto un apertura temporanea, che non può durare per oltre 6 mesi l’anno. Se il conduttore del contratto intende restare nell’immobile deve farlo attraverso un normale contratto di locazione commerciale della durata di 6 anni, prorogabili per altri 6.

  3. Buongiorno,
    ho una attività registrata in camera di commercio e fiscalmente inquadrata come agente di commercio e commercio all’ ingrosso. Trattando abbigliamento sportivo vorrei partecipare ad eventi sportivi tenuti in aree private aperte al pubblico, per esporre e fare promozione ed anche all’ occasione vendita dei miei prodotti ai consumatori finali. Queste manifestazioni sarebbero per non più di 20/30 giorni all’ anno. Sarebbe possibile farlo con la mia attività senza richiedere ulteriori autorizzazioni? Rientrerebbe nella fattispecie del temporary shop? Fiscalmente come dovrei organizzarmi? Grazie

  4. Salve,
    la prima cosa da fare è presentare la SCIA al Comune, per comunicare l’avvio di questa sua attività e poi valutare se è il caso di aggiungere un codice attività in Camera di Commercio. A parte questi adempimenti, lei può stipulare contratti di locazione per l’avvio di temporary shop.

  5. Ringrazio molto per le informazioni, non mi è però chiaro se, essendo una vendita fatta all’ aperto con un chiosco/tenda mobile e non in un negozio fisico, possa considerarsi un temporary o se non sia necessaria una autorizzazione per commercio ambulante,

  6. Se l’attività non viene svolta in una sede fissa, ovvero un locale commerciale non si rientra nella disciplina dei temporary store, ma della vendita ambulante. In questo caso è necessaria l’autorizzazione e del Comune. Si informi presso il SUAP del suo Comune.

  7. Buongiorno, io vorrei avviare un temporary shop avendo già un attività commerciale (negozio di biciclette).
    Ho solo una domanda, come temporary hai l’obbligo di avere un registratore di cassa in loco o si può fare in altro modo (rimanendo nella totale legalità)?

  8. chiarissimo, grazie!
    A questo punto avrei pensato anzichè un temporary shop tradizionale un “temporary web shop” al fine di promuovere il nostro sito ed il nostro negozio. Ovvero avrò della merce in esposizione (BICI ED ACCESSORI) acquistabili solamente dal sito, io sarò li con una postazione pc per facilitare l’acquisto ai clienti.
    Il sito, nel momento di un vendita emette in automatico una fattura che può essere stampata e consegnata direttamente al cliente, o inviata tramite mail, il cliente sarà invitato a ritirare la merce presso il nostro negozio nelle vicinanze.
    Oltre alla consegna nel nostro negozio posso eventualmente consegnare la merce direttamente presso il temporary (il cliente sarebbe comunque in possesso di una fattura)?

  9. Il discorso non è così semplice, se si apre un sito web di ecommerce si deve sottostare a precise regole, non è possibile essere “temporary”, il sito deve rimanere online.

  10. Salve, a me piacerebbe aprire un temporary shop per vendere i dipinti da me realizzati . Anche in questo caso dovrei aprirmi una partita IVA ? e in caso di vendita, che “ricevuta” dovrei rilasciare al cliente ? Grazie
    Grazie

  11. Salve, certamente dovrebbe aprire partita Iva ed emettere fattura al cliente. Come emettere la fattura, dipende dal regime Iva applicabile in base al regime fiscale che adotterà. L’apertura di un temporary shop richiede necessariamente alcuni adempimenti civilistici e fiscali da rispettare. Può pensare ad esempio, ad aprire lo stesso temporary sempre in locali diversi, oppure soltanto in alcuni periodi dell’anno.

  12. Salve, mi piacerebbe aprire un temporary shop per trenta giorni, da quello che ho capito, in questo modo non serve aprire la partita iva, e’ corretto?
    Venderei prodotti creati da me e mi servirebbe per farmi conoscere, senza fare i classici mercatini
    Grazie per l’attenzione

  13. Salve, aprire un temporary shop senza partita Iva è possibile ma solo per massimo 30 giorni l’anno. Altrimenti se si resta aperti anche più tempo, considerati i giorni di apertura all’anno anche in sedi diverse la partita Iva diventa obbligatoria. Per farsi conoscere temo che 30 giorni non siano sufficienti. Le consiglio di valutare l’opportunità di aprire partita Iva e sfruttare i vantaggi offerti dal regime forfettario (qui il nostro contributo). Se vuole maggiori dettagli e informazioni posso contattarla in privato.

  14. Grazie mille per la velocità della risposta!
    Avrei un altro quesito da chiederle…
    Mi hanno invitato ad un evento artistico nella mia città, cioè dovrei esporre le mie creazioni all’interno di un negozio per tre giorni, che comporterà anche la vendita. Ho fatto presente all’organizzazione che non ho partita iva ( per il momento), rispondendomi che non serve , è sufficiente fare le ricevute ordinarie?
    Devo fare una domanda al comune?
    La partita iva la aprirei subito, ma mi spaventa tantissimo, sopratutto i contributi, che non sono pochi, non sapendo se venderò sufficientemente, e dovendoli pagare anche in anticipo!!!
    Ci sono delle formule diverse?
    Ho sentito che come designer non si dovrebbero pagare.
    Grazie infinite per la sua pazienza

  15. Salve, eccezionalmente può utilizzare la ricevuta, ma le occorre sicuramente una partita Iva. La partita Iva si apre subito ma le serve la consulenza di un Commercialista per tutti quelli che sono gli adempimenti fiscali e amministrativi che la stessa comporta, tenuta della contabilità, dichiarazioni, etc. Oltre alla scelta del regime fiscale e alla contribuzione Inps. Sono tutti aspetti che non si improvvisano.

  16. buonasera, sono Isabella e vorrei aprire un temporary shop a Milano con l’intento di promuovere i taralli di nostra produzione! potrei sapere qual’è il primo passo da fare? chi contattare?
    Consideriamo che ho già un’attività nel sud barese

    ringrazio fin da ora

    Isabella

  17. Salve Isabella, gli adempimenti per l’avvio di un temporary store si differenziano a seconda che lei lo voglia aprire in forma imprenditoriale o non imprenditoriale (apertura max 30 giorni l’anno). Considerato che già un’attività potrebbe sfruttare quell’attività per avviare un temporary in forma imprenditoriale. Dovrà individuare il locale, e poi allestirlo, fatturando le vendite con la partita Iva che ha già.

  18. il mio intento è quello di aprire un temporary store e tenerlo aperto per non più di 3 settimane!

    Sarebbe utile sapere qual’è il primo passo da fare a livello burocratico! La ringrazio

    ISABELLA

  19. Da un punto di vista amministrativo il primo passo, per una gestione non imprenditoriale (apertura annua inferiore ai 30 giorni), è quello di avere informazioni dal SUAP del proprio Comune se è necessario presentare una SCIA per attività non imprenditoriale. Successivamente potrà aprire il suo temporary shop, rilasciando ricevuta non fiscale al momento della vendita.

  20. Buongiorno,
    stiamo realizzando delle strutture edilizie prefabbricate e autonome(stand alone) per realizzare dei temporary shop.
    SApete indicarci quale sia la procedura più snella per gli adempimenti tewcnico-amministrativi finalizzati all’installazione temoranea del temporary shop, sia su suolo pubblico che privato?
    Grazie

  21. Mi dispiace ma non posso aiutarvi su questo argomento. Vi consiglio di chiedere direttamente al SUAP del vostro Comune, per le SCIA da presentare relative all’apertura del Temporary shop. Tenete presente che ogni Comune da questo punto di vista può stabilire regole diverse.

  22. Buonasera…sono un agente di commercio.
    Per l’apertura del temporary shop previsto dal 1° dicembre 2016 ho già avviato la procedura di SCIA, allacci luce e acqua, ecc…
    Domanda.
    Come devo gestire l’IVA?..premetto che sono in regime dei minimi. Sarà un costo?
    Esiste la possinilità di non recuperarla?

  23. Se lei è in regime dei minimi, è escluso dall’applicazione dell’Iva. Questo significa che non emetterà Iva nelle sue fattura e non potrà detrarsi l’Iva sugli acquisti di materiale che effettua. In pratica per lei l’Iva che paga è un costo.

  24. Salve,

    complimenti per l’articolo davvero ben fatto e di chiara comprensione; vorrei porvi un quesito:

    – poniamo il caso che io abbia intenzione di avviare un temporary store solo per il periodo natalizio, durata inferiore ai 30 giorni cosi da rimanere nel campo della occasionalità, può un fornitore(abbigliamento/profumi/etc) rilasciarmi regolare fattura?ovviamente non possedendo P.iva?

    Pongo questa domanda perché non riesco ad interfacciarmi con dei fornitori in quanto richiedono necessariamente P.iva anche solo per visionare le loro offerte a listino.

    C’e’ un modo di proporsi secondo voi in grado di accedere a tale situazione?

    vi ringrazio e spero in un vs cortese riscontro

  25. Certo, se lei chiede fattura il fornitore è tenuto a rilasciarla. Il fornitore vuole parlare solitamente con soggetti che operano professionalmente con partita Iva. Questo perché i privati danno poche garanzie sul pagamento, mentre un soggetto che opera professionalmente da maggiore garanzia al fornitore. L’unico modo è operare professionalmente, non ci sono alternative, mi dispiace.

  26. Grazie mille per la risposta,

    Se da una parte posso capire lo scetticismo, dall’altra nel momento in cui tu fornitore richiedi il pagamento anticipato, vorrei capire dov’è il problema.

    Ma la cosa che mi fa più sorridere è che non ti forniscono nemmeno l’accesso al listino, io vorrei capire un soggetto se anche seriamente intenzionato ad avviare attività come fa a capire se è una strada percorribile se non si può nemmeno sapere questa merce quanto costa?deve prima caricarsi dei costi di partita Iva per poi magari scoprire che i margini o i minimi acquistabili non sono quelli che ci si aspettava?

    Vedrò di trovare una soluzione a questa problematica

    Ringrazio ancora

  27. Aprire un temporary store non è un modo per aprire un negozio superando la normativa e le regole in vigore. Altrimenti chi ha un vero e proprio negozio sarebbe svantaggiato. I soggetti che operano professionalmente non vedono di buon occhi chi vuole esercitare senza partita Iva. La soluzione è aprire una partita Iva e poi nel caso chiuderla se l’attività non ha riscontri, prima che le cose vadano male.

  28. Salve, vorrei aprire un temporary di venti giorni solo nel periodo natalizio.
    Sono prodotti fatti interamente a mano.
    Sono già stata allo svuap mi hanno detto che non serve alcuna comunicazione poiché si tratta di prodotti artigianali (artistici).
    Io non ho partita IVA.
    Si può fare ricevuta.
    Come?

  29. Deve rilasciare ricevuta per ogni vendita. Può acquistare un blocco di ricevute in cartoleria e rilasciare quelle debitamente compilate.

  30. Salve
    Vorrei sapere se è possibile aprire un temporary a nome di un’associazione.
    L’associazione ha codice fiscale, non partita iva.

  31. Un’associazione può aprire un temporary shop, ma se lo fa per un periodo superiore a 30 giorni l’anno deve aprire partita Iva. Per le formalità amministrative chieda al Suap del Comune ove vuole aprire.

  32. salve,
    vorrei sapere se e’ possibile aprire un bar/pub pop-up, se si, dove trovare le normative e i moduli necessari.
    occorre avere la la licenza per vendere alcolici?
    grazie per l’aiuto

  33. Se ha bisogno di informazioni su autorizzazioni e licenze, le consiglio di chiamare la Camera di Commercio competente in base al Comune ove vuole avviare l’attività.

  34. Buongiorno,

    un mio cliente Giapponese sarebbe interessato ad aprire un Temporary Shop durante la settimana del Salone del Mobile di Milano.
    A chi devo chiedere informazioni per gli adempimenti fiscali?
    Il mio cliente ha anche una sede in Olanda e quindi nella Comunità Europea: potrebbe essere d’aiuto?

    Grazie e spero in un vs cortese riscontro

  35. Il suo cliente deve per prima cosa prendere un codice fiscale in Italia. Poi si informi presso il Suap del Comune per gli adempimenti operativi.

  36. Salve,
    se volessi trasformae casa mia in un temporary shop? sceglierei orari di apertura e chiusura, prodotti estremamente particolari e in vendita per una sola settimana. Però mi piacerebbe che la casa fosse la location di un temporary al mese. e’ possibile? La momento non ho P.I. ma solo idee… Grazie!

  37. L’idea è molto carina, ma purtroppo non attuabile, almeno con un temporary shop. La durata deve essere massimo 30 giorni annui, se non si vuole avere partita Iva, e l’attività deve essere fatta in luogo atto alla vendita al pubblico, e non può essere una civile abitazione. Operi come hobbista, e poi valuti l’apertura di una partita Iva. Se interessata a fare una chiaccherata sull’argomento mi faccia sapere.

  38. Buongiorno la società per la quale lavoro possiede un temporary store che apre in media due volte all’anno per un max di due mesi per periodo. Avrei bisogno di sapere se bisogna fare una comucazione all’agenzia delle entrate di sospensione dell’attività tra un periodo e l’altro. Grazie in anticipo…

  39. Se la società non svolge alcuna attività economica nel periodo nel quale non è aperto il termporary store può chiedere la sospensione dell’attività, è una facoltà non un obbligo.

  40. La società svolge attività tutto l’anno è solamente il negozio che è temporaneo

  41. Deve sentire il comune per fare l’apertura e la chiusura della SCIA. Nessuna comunicazione per l’Agenzia in questo caso.

  42. Quanti giorni di tempo ho per fare la sospensione della SCIA dalla data di chiusura del temporary store?

  43. Buongiorno,
    sono proprietaria di una tabaccheria ma i locali sono in affitto. Posso subaffittare parte dei locali come temporary shop? Se si, quali sono i passi che devo compiere per mettermi in regola? Grazie in anticipo

  44. Lei deve fare un contratto di subaffitto, se è consentito dal suo contratto. Poi penserà a tutto chi gestirà il temporary.

  45. Salve, sono un artista/fotografo, ho P.Iva con il regime dei minimi. Per aprire un temporary store di meno di 30 gg, per vedere come va e vendere le mie foto, posso comunque farlo senza P.Iva, in maniera occasionale? Per questo i costi previsti per l’apertura sono solo quelli della scia? Per costi intendo solo quelli legati al fisco, tasse etc.. Il mercato dell’arte ha altre vie?

    Posso aprirlo sempre in maniera hobbistica-occasionale anche se i miei lavori possono superare i 250€?
    Testo preso dalla vostra definizione di hobbista: Vendita, baratto o scambio di prodotti di modico valore, cioè prodotti che non possono in ogni caso avere un valore superiore a €. 250.

    Grazie mille per l’aiuto!

  46. Può aprire il temporary come attività occasionale, dovrà presentare la SCIA in Comune.

  47. Salve,
    sono un’hobbista nel settore della ceramica. Produco solo pezzi unici e da tempo sto pensando di avviare un’attività nel settore. Per quanto agevolante, il regime forfetario non mi rassicura abbastanza perchè per i contributi inps che andrei a pagare dovrei avere un volume d’affari notevole.
    Ho appena visto i vostri aritcoli sul temporary store e che però non chiariscono i miei dubbi sul regime INPS.
    Ho un locale che degli amici mi hanno consesso in comodato d’uso di tre anni con rimborso spese, perfettamente inquadrato come locale commerciale. Posso utilizzare il comodato per aprire un temporary store per sei mesi?
    Fermo restando la SCIA da presentare al Comune e l’apertura della partita Iva temporanea, devo versare contributi come artigiana o non sono previsti?

  48. Se vuole aprire un temporary shop per sei mesi deve avviare un’attività commerciale, con partita Iva, non ci sono alternative. Dovrà presentare la SCIA e versare i contributi Inps alla gestione artigiani. Purtroppo avviare un’attività presuppone il sostenimento di alcuni costi, tra cui quelli previdenziali, che sono i più onerosi. Se non è sicura di farcela, inizi con contratti di conto vendita a negozi già avviati e poi provi l’avventura in proprio.

  49. Se ho capito bene, seguendo i suoi nteressanti articoli, per non aprire una partita IVA basta non superare i 30 giorni. Si possono rilasciare ricevute fiscali, per non acquistare un registratore di cassa, ed il contratto d’affitto, lo si può fare in maniera semplificata, senza
    troppi oneri…ma va segnalato all’agenzia delle entrate ?
    Necessita sempre aprire al Comune, una SCIA ?
    iN CONCLUSIONE, PRESUPPONENDO UN INCASSO TOTALE DI CIRCA €25.000, a
    quante tasse si va incontro ? La vendita è nel campo porcellane artistiche.-
    Il locale essendo sprovvisto di utenze, parlo di Enel-gas.acqua, vanno aperte ?
    Per ora, vorrei questi chiarimenti sepossibile,e nel frattempo ringrazio, e porgo
    ben distinti saluti.-
    A.C.Pastore

  50. Salve Antonio, se il temporary store supera i 30 giorni di durata è obbligatorio operare come commercianti. Non ci sono attenuanti o alternative valide a questo.

  51. Buongiorno,
    Grazie innanzitutto per i suoi interessanti articoli sul tema “hobbysti”.
    Non ho ancora chiaro però, come creativa occasionale se, al posto di qualche mercatino e, in fin dei conti, a parità di costo, io possa aprire un temporary shop per 1 o 2 settimane senza dover aprire p.Iva, così per ottimizzare energie, tempi e risultati, e quali siano in definitiva le incombenze amministrative cui dovrei attenermi. ..Preciso che al momento ho esperienza di un solo mercatino: può gentilmente chiarirmi questo punto?
    La ringrazio,
    Cordialmente
    Nel

  52. E’ possibile aprire un temporary store per max 30 giorni all’anno in modo occasionale, quindi senza la necessità di operare con partita Iva. Per avere tutte le info necessarie contatti lo sportello SUAP del suo Comune. Probabilmente ci sarà da presentare una SCIA di inizio e chiusura dell’attività.

  53. buonasera.
    ho appena aperto con 2 soci una start up innovativa nell’ambito del food senza glutine.
    al di là di tutte peculiarità specifiche del progetto, posizionamento, tipologia di prodotto ecc mi interessava approfondire meglio la dinamica del temporary shop.
    in realtà, questa prima fase societaria, è legata all’ottenimento di metriche che vadano ad accreditare il modello di business definito, e in questo senso non mi dispiacerebbe ipotizzare degli “spot a format” anche settimanali dove poter convogliare in maniera geolocalizzata dei piccoli investimenti in comunicazione.
    Questo per raccogliere dati, metriche, conferme, critiche.
    esiste qualche agenzia o realtà che mi possa aiutare in tal senso?
    o sono aspetti di pertinenza di qualche ag. immobiliare specializzata in questo segmento?

    grazie, nicola

  54. Salve Nicola, a mio avviso per questi aspetti deve rivolgersi ad agenzie che fanno marketing e comunicazione. Vediamo se qualcuno dei lettori ha qualche indicazione più precisa di agenzie che possono fare al caso suo.

  55. Salve,
    ho un negozio di vendita di prodotti tipici in vaso( sughi pronti per pasta, sott’olii, olio extra vergine di oliva, tutte cose che possono stare fuori frigo)
    Volevo chiedere se posso vendere i miei prodotti in un’altra sede che prenderei in affitto, all’interno di essa è presente una mostra/collezzione di oggetti del passato, vorrei capire come svolgere la cosa: permanent pop up store oppure succursale, filiale?
    Grazie in anticipo

  56. Sovrà sicuramente chiedere le autorizzazioni per operare nell’altra sede, che andrà comunicata preventivamente in Camera di commercio e in Comune. Una volta avute le autorizzazioni e una volta fatto il contratto di affitto potrà partire. Le servirà un commercialista che la segua. Se vuole mi contatti in privato.

  57. Dottore buongiorno,grazie sin da ora per il tempo che vorra’ dedicarmi nella risposta.Giusto qualche altro utile consiglio o precisazione, praticamente sono gia’ in possesso di p.iva, dopo aver trovato il locale andro’ a stipulare un contratto ad uso transitorio, presentero’ la scia al comune di competenza e’ comunichero’ l’apertura della nuova unita locale, giusto? Quello che non capisco bene sarebbe la durata del temporary stesso,avendo io intenzione di restare aperto 60gg e nn i classici 30. La ringrazio di nuovo e porgo cordiali saluti!

  58. Operando in forma imprenditoriale può restare aperto anche 60 giorni senza problemi. Il resto degli adempimenti da fare è corretto.

  59. Buongiono,
    l’articolo risulta chiarissimo, la contatto in merito ad un ulteriore approfondimento.
    Svolgo la mia attivitá con vendita on line a livello europeo di alimenti confezionati prodotti da noi in Spagna (partita iva spagnola)
    Stiamo volutando l’idea di aprire unn temporary shop in Italia per il periodo di natale (circa una ventina di giorni), pensavamo ad una sorta di take away dove confezioneremo alimenti che saranno prodotti precedentemente (sia in Italia che in Spagna). A suo avviso è possibile procedere con partita iva spagnola senza la necessiá di aprire una partita iva italiana?

    La ringrazio anticipatamente
    Martina

  60. Salve Martina, se opera tramite società potrà prendere un codice fiscale italiano e operare attraverso l’apertura di un temporary store se ne rispetta i requisiti. Altrimenti dovrà operare con partita Iva italiana.

  61. Salve , io dovrei aprire un temporary per 15 gg nel settore gioielleria , nel negozio mio attuale ho la licenza di Pubblica Sicurezza , volevo sapere se è obbligatorio fare richiesta di licenza di PS oltre la scia di cui lei parla anche per il temporale .

    Grazie

  62. Valgono le stesse regola per aprire una seconda sede dell’attività, che in questo caso è temporanea.

  63. Salve
    Vorrei aprire un temporary store per articoli di abbigliamento vintage second hand e articoli vari usati selezionati. Non ho p. Iva e vorrei sapere se è possibile affittare un locale per così poco tempo comprese le utenze varie. Quali altri adempimenti sono previsti? Grazie mille. Cordiali saluti

  64. Può aprire un TS in forma non imprenditoriale. Le consiglio di prendere contatti con il Comune per capire quali adempimenti le occorrono per avviare il tutto.

  65. Buona sera. Vorrei aprire un temporary store per abbigliamento vintage. L’attività durerà meno di 30 giorni. Devo aprire la Partita IVA? Come tasso gli eventuali utili? La ringrazio. Cordiali saluti

  66. Buonasera, l’esercizio di attività di temporary store della durata inferiore a 30 giorni può essere esercitata in forma non imprenditoriale, quindi senza partita IVA. Tuttavia, deve comunque essere dichiarato il reddito percepito nella sua dichiarazione dei redditi. Le servirà un commercialista che la segua. Se vuole siamo a disposizione.

  67. Per dichiarare il reddito con partita IVA ci sono una serie di adempimenti iniziali da predisporre e poi c’è da individuare il regime fiscale e previdenziale idoneo. Nel caso le scrivo in privato per una consulenza.

  68. Buonasera, ho già p.Iva e sono poprietaria di un immobile sito in un altro comune diverso da dove ho la sede attuale , vorrei aprire per il periodo natalizio un temporary Store, è sufficiente la sola presentazione della scia al comune o devo anche aprire un unità locale in camera di commercio . Grazie infinite per una sua risposta.

  69. Nel suo caso il TS è una nuova unità locale a tutti gli effetti, dovrà necessariamente fare tutte le autorizzazioni del caso.

  70. Salve, si può considerare svolgimento di attività occasionale anche la vendita temporanea di infoprodotti/servizi/beni attraverso il proprio sito o altra piattaforma online? Intendo dire, come se si trattasse di una sorta di e-commerce temporaneo, ad esempio rendere disponibile un e-book solo per due settimane, oppure per qualche giorno vendere una serie limitata di stampe artistiche firmate, oppure commercializzare un videocorso o delle lezioni Skype solo per pochi giorni all’anno ecc.? Se è già disponibile qualche articolo specifico al riguardo che non sono riuscita ad individuare, sarò lieta di leggerlo su vostra segnalazione, altrimenti una risposta orientativa sarebbe gradita. Grazie mille

  71. Salve Anna, la vendita di info-prodotti è considerata sempre attività di impresa, da esercitare con partita IVA, non ci sono esimenti o condizioni particolari. Se si decide di avviare una attività di e-commerce diretto è sempre necessario aprire partita IVA. Per maggiori info, analizzare la sua situazione ed effettuare una simulazione, sono a disposizione in consulenza.

  72. Salve io devo aprire un temporary ma all’interno non effetuerò vendita in quanto siamo una società di servizi e il nostro obiettivo è solo di visibilità.
    Come ci dobbiamo comportare?
    Grazie

  73. Buongiorno, vorrei aprire un ecommerce temporaneo senza partita iva…. oltre al sito cosa devo fare? Considerando anche la situazione di crisi di questi e prossimi giorni…. grazie

  74. Non ho capito una cosa , se voglio avviare temporary shop solo per 30 giorni senza aprire la partita iva devo presentare anch’io la dichiarazione “scia”??

  75. Salve, vorrei sapere quali sono le normative per i temporary shop di attivitá di acconciatura e barberia. Cerco da ogni parte ma non riesco a trovare nulla. Grazie per la risposta

  76. Buonasera, vorrei aprire un temporary di 25 giorni, nel mese che anticipa il Natale,di vendita di gioiellini in argento che io stessa realizzò.Avrei trovato il locale,ma vorrei sapere a quali adempimenti e che costi dovro affrontare. È necessaria una licenza di vendita?In attesa di una sua risposta , cordiali saluti.

  77. Buongiorno,
    l’articolo è chiaro ma mi potrebbe dare la legge di riferimento per cui è possibile aprire Temporary store in ecommerce per 30 gg, senza apertura di partita IVA? Mi sono informato presso il mio comune di residenza e mi hanno detto che ci vuole partita IVA, ma non mi sembravano cosi informati.
    Grazie mille in anticipo
    Saluti

    Francesco

  78. Non è una legge, ma semplicemente una previsione che solo alcuni comuni adottano. Se il comune lo prevede si può fare, altrimenti la possibilità è preclusa perché non c’è una legge che lo prevede.

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