Confronto completo tra forma giuridica, tassazione e responsabilità patrimoniale per scegliere la struttura societaria più vantaggiosa.
Ti trovi davanti alla scelta più importante per la tua attività imprenditoriale: quale forma societaria adottare? Quando entrano nella mia analisi progetti con più soci, la domanda che mi sento ripetere decine di volte è sempre la stessa: “Dottore, meglio una SRL o una società di persone come la SAS o la SNC?” La risposta non è mai scontata, perché dietro questa scelta si nascondono conseguenze fiscali che possono fare la differenza tra un’impresa florida e una che fatica a decollare.
In questo articolo ti mostro il confronto completo tra Società in Accomandita Semplice (SAS), Società a Responsabilità Limitata (SRL) e Società in Nome Collettivo (SNC), analizzando ogni aspetto rilevante: dalla struttura giuridica alla tassazione effettiva, dalla responsabilità patrimoniale ai costi di gestione. Scoprirai quale società conviene davvero per la tua situazione specifica, con esempi concreti che ti aiuteranno a capire l’impatto reale sulla tua ricchezza personale.
Indice degli argomenti
- La scelta della forma societaria
- SNC: cosa sono?
- SAS: cosa sono?
- SRL: cosa sono?
- Tabella di riepilogo sulla tassazione delle forme societarie
- Casistiche pratiche: quando scegliere cosa
- Errori da evitare nella scelta
- Strategie di pianificazione: quando cambiare forma societaria
- Consulenza fiscale online
- Domande frequenti
La scelta della forma societaria
Prima di addentrarci nei dettagli tecnici, voglio darti subito la sintesi pratica che cerchi. La SRL conviene quando vuoi proteggere completamente il tuo patrimonio personale e prevedi di far crescere significativamente l’impresa, reinvestendo gli utili piuttosto che distribuirli ogni anno. La contropartita è data da una tassazione complessiva più elevata se estrai liquidità con frequenza.
La SAS è la scelta ideale quando hai soci con ruoli diversi: alcuni attivi nella gestione (accomandatari) e altri solo finanziatori (accomandanti). Questi ultimi godono di responsabilità limitata pur beneficiando della tassazione per trasparenza delle società di persone. Rappresenta il miglior compromesso tra protezione patrimoniale parziale e convenienza fiscale.
La SNC conviene se siete pochi soci che lavorano tutti attivamente nell’impresa, avete patrimoni personali non particolarmente rilevanti da proteggere e volete massimizzare la convenienza fiscale. La responsabilità illimitata è il prezzo da pagare per una tassazione generalmente più favorevole rispetto alla SRL.
Attenzione: questa è una prima bussola orientativa. La scelta ottimale dipende da almeno una dozzina di variabili che analizzeremo nei prossimi paragrafi, dal volume di utili previsto alla situazione patrimoniale personale, dalla presenza di immobili aziendali alla strategia di crescita.
SNC: cosa sono?
La Società in Nome Collettivo (SNC) è una forma societaria in cui tutti i soci hanno responsabilità illimitata. Questo significa che, in caso di debiti, i creditori possono rivalersi sul patrimonio personale dei soci. La SNC è una scelta comune per piccole imprese familiari, dove tutti i soci partecipano attivamente alla gestione. Per le SNC sono dettate specifiche regole di contenuto e di forma dell’atto costitutivo, rinviando poi per il resto alla disciplina delle società semplici di persone.
La particolare disciplina ha come scopo quella di facilitare l’iscrizione nel registro delle imprese, che è condizione di regolarità, avendo efficacia dichiarativa, oltre che costitutiva di un certo grado di autonomia patrimoniale. Tuttavia, non è condizione di esistenza della società
Dunque, il nostro ordinamento conosce le SNC irregolari, che ricorre quando le parti concludono tacitamente il contratto o non lo iscrivono. L’atto costitutivo della società in nome collettivo deve necessariamente contenere i dati anagrafici dei soci e indicare la ragione sociale, la sede della società e le eventuali sedi secondarie, l’oggetto e le prestazioni cui sono obbligati i soci e la durata della società.
Il socio è obbligato ad eseguire i conferimenti determinati nel contratto sociale sotto forma di obbligazioni di dare o fare.
Il potere di amministrazione è quello di compiere tutti gli atti che rientrano nell’oggetto sociale e spetta a ciascun socio disgiuntamente dagli altri, salvo patto contrario che può limitare il potere di amministrazione ad alcuni soli dei soci.
I soci non amministratori, tuttavia, hanno diritto di essere informati sull’andamento della gestione sociale e di consultare i relativi documenti. Essi hanno in oltre il diritto di ricevere un rendiconto che, come quello del mandatario, serve appunto a rendergli conto dell’operato degli amministratori.
Una SNC è una società di persone formata da due o più soci che si ripartiscono in egual modo compiti e responsabilità. Nella SNC ogni socio è lavoratore ed amministratore e percepisce utili in base alla quota di capitale sottoscritto.
Tutti i soci della SNC sono illimitatamente responsabili con il proprio patrimonio personale delle obbligazioni assunte dalla società, non esiste alcun tipo di protezione riguardante il capitale personale del socio che rischia di tasca propria per un eventuale default della società.
In questo tipo di società, inoltre, non è prevista assembleare. E’ infatti sufficiente l’accordo dei soci, comunque raggiunto, anche perché la decisione finale è un atto collettivo dei soci, più che un atto collegiale.
Alcuni ritengono che sia necessario informare preventivamente tutti i soci, perché l’art. 2479 co. 3 c.c. vieta di prendere decisioni all’insaputa della minoranza.
Tassazione SNC
Una SNC ed i suoi soci pagheranno le seguenti tasse:
- IRAP calcolato in percentuale (3,9%) sull’utile di impresa a fine anno;
- IRPEF in base all’utile della società pro quota (aliquote IRPEF);
- INPS artigiani o commercianti (24%) ogni socio in base all’utile della società pro quota;
La SNC, nonostante preveda un prelievo fiscale piuttosto considerevole, ha come contro altare che è in grado di offrire la copertura dei contributi INPS per tutti i soci. Questi, invero, dovranno obbligatoriamente iscriversi alla sezione artigiani o commercianti e pagare i contributi in percentuale alle loro quote di partecipazioni agli utili.
Esempio di tassazione di una SNC
Di seguito, provvederemo ad illustrare un esempio di tassazione di una SNC con utile di 100.000 € l’anno pagherà, con 4 soci al 25%:
- INPS artigiani o commercianti: (24% su 100.000) = € 24.000 (€ 6.000 per ogni socio)
- IRAP: (3,9% su 100.000) = € 3.900
- IRPEF: (su 25.0o0 € per socio) = (3.450 + 25% di 10.000) x 4 soci = 23.800 €
TOTALE PRELIEVO FISCALE= 51.700 €
SAS: cosa sono?
La Società in Accomandita Semplice (SAS) è una forma societaria adatta a piccole imprese familiari o con un numero limitato di soci. Si distingue per la presenza di due categorie di soci:
- Soci accomandatari: Hanno responsabilità illimitata e gestiscono l’impresa. Possono gestire la società e rispondono illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali. Firmano assegni, sono intestatari dei rapporti bancari della società e sono gli unici ad avere l’obbligo di iscriversi alla gestione artigiani o commercianti dell’INPS.
- Soci accomandanti: Partecipano solo al capitale e hanno responsabilità limitata al capitale conferito. Sono esclusi dall’amministrazione e rispondono limitatamente alla quota conferita solo nei confronti della società. Non sono intestatari dei rapporti bancari della società e non possono impegnarla in alcun modo se non delegati dalla maggioranza dei soci accomandatari. Sono solamente dei soci di capitale e pertanto non obbligati a pagare l’INPS artigiani o commercianti.
Tale tipologia di società è disciplinata agli articoli 2313 ss., oltre che dalle norme sulle SNC in quanto compatibile In pratica, la Società in Accomandita Semplice è una forma societaria composta da due o più persone che stabiliscono di mettere a disposizione i propri beni o erogare servizi al fine di esercitare un’attività economica in comune.
È dunque una forma di società in nome collettivo, modificata dalla presenza di soci a responsabilità limitata, tanto che l’art. 2315 c.c. me rende applicabile la disciplina normativa nei limiti della compatibilità (ad esempio il divieto di concorrenza sussiste solo per i soci accomandatari e agli stessi è riservata la decisione sull’opposizione ex art. 2257).
Tassazione nelle SAS
Dal punto di vista fiscale, la SAS è soggetta a tassazione per trasparenza, il che significa che i profitti della società sono tassati direttamente in capo ai soci, a prescindere dalla distribuzione degli utili. Ogni socio paga le imposte in base alla propria quota di partecipazione.
- IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) per i soci persone fisiche.
- IRES (Imposta sul Reddito delle Società) per i soci persone giuridiche, oltre all’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) per la società.
Questo tipo di società, invero, risulta particolarmente appetibile anche dal punto di vista fiscale. Infatti, le SAS:
- Da un lato consente di conferire l’intero utile in capo ai soci pro quota, i quali sono illimitatamente responsabili per l’IRPEF;
- Da altro consente di frazionare l’utile su più persone, in tal modo l’IRPEF dovuto è pagato ad aliquote più basse.
Inoltre, per i soci accomandanti, la disciplina della SAS prevede che questi non debbano versare contributi previdenziali, che costituisce un costo piuttosto gravoso per le SNS. In questo secondo caso, infatti, l’INPS prevede che siano addebitati i contributi sul 100% dell’utile.
Imposte pagate
Per quanto riguarda poi le imposte che sono tenuti a versare i soci di una SAS, ricordiamo che esse sono:
- IRAP calcolato in percentuale (3,9%) sull’utile di impresa a fine anno;
- IRPEF in base all’utile della società pro quota (aliquote IRPEF);
- INPS artigiani o commercianti (24%) per i soli soci accomandatari in base all’utile della società pro quota;
Una SAS con utile di 100.000 € l’anno pagherà, con 4 soci al 25% (2 accomandatario e 2 accomandante):
- INPS artigiani o commercianti: (24% su 25.000) = € 6.000 per il socio accomandatario;
- IRAP: (3,9% su 100.000) = € 3.900
- IRPEF: (su 25.0o0 € per socio) = (3.450 + 25% di 10.000) x 4 soci = 23.800 €
TOTALE PRELIEVO FISCALE= 33.700 €
In questo caso il prelievo fiscale è inferiore, ma avrà la copertura contributiva soltanto il socio accomandatario. Mentre per quanto riguarda il socio accomandante non paga contributi INPS.
SRL: cosa sono?
La Società a Responsabilità Limitata (SRL) è una delle forme più popolari, grazie alla limitazione della responsabilità dei soci al capitale sociale. Ciò significa che i soci non rispondono personalmente dei debiti della società, rendendola una scelta sicura per chi desidera proteggere il proprio patrimonio personale. Si tratta di una società di capitali che consente alle imprese sociali di ridotte dimensioni di fruire del beneficio della responsabilità limitata.
Società a responsabilità limitata è “la persona giuridica che esercita un’attività col patrimonio conferito dai soci e con gli utili eventualmente accumulati ed in cui le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni”.
La disciplina giuridica delle S.R.L. è stata completamente riscritta dalla riforma societaria che ne ha delineato un tipo del tutto nuovo ed autonomo rispetto a quello previgente.
La SRL può essere costituita anche da un solo socio (SRL unipersonale) e prevede la possibilità di un capitale sociale minimo di 1 euro, sebbene sia consigliato un capitale più sostanzioso per affrontare eventuali difficoltà economiche.
La società a responsabilità limitata è una delle forme più ricorrenti per svolgere attività d’impresa. E’ dotata di un’autonomia patrimoniale perfetta e i soci non sono responsabili personalmente per le obbligazioni sociali, anche qualora abbiano agito in nome e per conto della società.
Costituzione della società
La SRL può essere costituita con un contratto o con un atto unilaterale. L’atto costitutivo della s.r.l. deve essere redatto per atto pubblico. L’atto costitutivo deve essere fatto per atto pubblico dal notaio che provvede al deposito presso il Registro delle imprese, a seguito dell’iscrizione presso il competente Registro delle imprese la società a responsabilità limitata può dirsi effettivamente venuta ad esistenza.
Inoltre, il suo capitale sociale non può essere inferiore a 10.000 euro. Tuttavia la L. 99 del 1993 di conversione del D.L. 76 del 2013, ha introdotto la possibilità, per tutte le s.r.l., di determinare l’ammontare di capitale in misura inferiore a 10.000 euro, pari almeno ad un 1 euro, con conferimento esclusivamente in denaro.
Tassazione di SRL
Le società a responsabilità limitata sono sicuramente una forma più articolata di società, trattandosi di una società di capitali. Essa poi può distinguersi in diverse tipologie. Tuttavia, dal punto di vista fiscale, sia una SRL Ordinaria, una SRLS o una SRL a socio unico, non cambia di una virgola per quel che riguarda le imposte sui redditi.
Laddove la società opterà per il regime di tassazione ordinario sarà soggetta a:
- IRES calcolato in percentuale (24%) sull’utile di impresa a fine anno;
- IRAP calcolato in percentuale (3,9%) sull’utile di impresa a fine anno;
- Si dovrà poi applicare una ritenuta del 26% sui dividendi distribuiti ai soci.
Si ricorda poi che sono dovuti anche i contributi. Ciascun socio deve iscriversi all’INPS artigiani o commercianti, a seconda della tipologia di impresa. In tal modo, questi saranno tenuti pagare un altro 24% di contributi previdenziali calcolati sul reddito di impresa pro quota.
VI sono tuttavia alcune divergenze, rispetto al predetto regime, ove si decida di adottare la forma della SRL Unipersonale. In questo caso, infatti, il trattamento è più svantaggioso rispetto ai contributi previdenziali. Il socio unico infatti, nel 99% dei casi è, sia “socio lavoratore” che “amministratore” e vedrà gravare sul suo groppone l’intero imponibile su cui calcolare il 24% di INPS.
Esempio di tassazione
Per quanto riguarda le SRL Ordinaria o SRLS, è prevista la possibilità di frazionare l’utile abbassando notevolmente la base imponibile sulla quale calcolare l’INPS.
Di seguito ti forniamo un esempio concreto, rispetto ad una SRL con 100.000 euro di utile con 4 soci (uno operativo e uno di capitale) che a fine anno distribuiscono tutti i dividendi disponibili.
Una SRL in regime ordinario con utile di 100.000 € l’anno pagherà, con un socio operativo e uno di capitale al 50%:
- IRES: (24% su 100.000) = € 24.000
- IRAP: (3,9% su 100.000) = € 3.600
L’utile effettivo che potrà essere distribuito ai soci si riduce quindi a (100.000 – 24.000 – 3.900) = 72.100 €
Il socio operativo dovrà inoltre pagare l’INPS artigiani o commercianti per la sua quota di utili di impresa:
- INPS: (24% su 50.000 €) = € 12.000
Dobbiamo ancora inserire la tassazione degli utili distribuiti ai soci sui quali, dal 2018, è prevista una ritenuta fissa del 26% su quanto effettivamente distribuito, sia per le partecipazioni qualificate che non. Nel nostro caso sarà possibile distribuire un utile effettivo di 72.100€, ovvero, 18.025 € a ciascuno dei due soci.
- Ritenuta sull’utile dei soci (26% di 72.100 €) = 18.746 €, ovvero, 4.686 € a testa
Rispetto alle ipotesi precedenti assistiamo ad una variazione della tassazione, infatti il totale è: 58.346 euro.
Tabella di riepilogo sulla tassazione delle forme societarie
| Tipologia di Società | Tassazione | Responsabilità dei Soci |
|---|---|---|
| SAS | IRPEF/ IRES, trasparente | Illimitata per gli accomandatari, limitata per gli accomandanti |
| SNC | IRPEF/IRES, trasparente | Illimitata per tutti i soci |
| SRL | IRES (24%) + IRAP (3,9%) | Limitata al capitale versato |
Casistiche pratiche: quando scegliere cosa
Vediamo ora alcuni scenari tipici che incontro quotidianamente nella mia professione, per capire quale forma societaria risulta più adatta.
Tre soci vogliono aprire un’attività di ristorazione. Investimento iniziale centocinquantamila euro per ristrutturazione locale e attrezzature. Due soci lavoreranno attivamente nel ristorante, il terzo è solo finanziatore. Il fatturato previsto è di quattrocentomila euro, con margini tipici del settore. Qui la SAS è la soluzione ideale. I due soci operativi diventano accomandatari, il socio finanziatore accomandante. Quest’ultimo protegge il suo patrimonio personale pur beneficiando della tassazione per trasparenza. Se le cose vanno male, rischia solo quanto ha investito. I soci accomandatari, che hanno patrimoni personali meno rilevanti, gestiscono l’attività assumendosi il rischio.
Un imprenditore vuole costituire una società per gestire una piccola attività manifatturiera. Patrimonio personale rilevante (immobili, investimenti finanziari). Previsione di fatturato significativo con necessità di finanziamenti bancari importanti. Prospettiva di crescita e possibile ingresso futuro di investitori esterni. In questo caso, la SRL è la scelta quasi obbligata. La protezione del patrimonio personale è fondamentale. L’eventuale maggiore costo fiscale sulla distribuzione degli utili viene compensato dalla sicurezza patrimoniale. La struttura della SRL facilita anche l’ingresso di futuri soci investitori e conferisce maggiore credibilità verso banche e fornitori.
Una famiglia vuole gestire un’attività immobiliare di acquisto, ristrutturazione e vendita di immobili. Utili annui stimati in duecentomila euro. In questo caso, bisogna considerare che gli immobili detenuti dalla società rappresentano un patrimonio significativo. Una SNC o SAS esporrebbe al rischio che, in caso di problemi su una singola operazione, i creditori possano aggredire tutti gli immobili in portafoglio. La SRL offre protezione patrimoniale fondamentale. Gli immobili intestati alla società sono protetti dal patrimonio personale dei soci. Se la distribuzione annuale degli utili comporta un costo fiscale elevato, si può valutare di trattenere parte degli utili in società, reinvestendoli in nuove operazioni.
Errori da evitare nella scelta
Nella pratica professionale ho visto decine di imprenditori commettere gli stessi errori nella scelta della forma societaria. Eccone alcuni particolarmente dannosi.
Scegliere la SRL solo perché “è più seria” o “fa più figura” senza considerare l’impatto fiscale concreto. Ho visto attività di servizi con utili completamente distribuiti ogni anno pagare ventimila euro in più di imposte solo per aver scelto la SRL invece della SNC, senza alcun reale beneficio dalla responsabilità limitata perché l’attività non comportava rischi significativi.
Sottovalutare la responsabilità illimitata nella SNC quando si hanno patrimoni personali rilevanti. Un imprenditore aveva costituito una SNC per un’attività commerciale, pur possedendo personalmente due immobili di pregio. Un fornitore importante ha aperto un contenzioso per trecentomila euro, e durante la causa i suoi immobili personali sono stati pignorati. Con una SRL o una SAS (come socio accomandante) questo non sarebbe successo.
Non considerare l’evoluzione futura dell’impresa. Costituire una SNC quando si ha in mente di far crescere significativamente l’attività e poi trovarsi costretti a trasformarla in SRL dopo pochi anni, sostenendo costi di trasformazione che potevano essere evitati con una scelta iniziale più lungimirante.
Strategie di pianificazione: quando cambiare forma societaria
Una riflessione che faccio spesso con i miei clienti riguarda l’evoluzione nel tempo. Molte imprese partono come società di persone quando sono piccole, con utili modesti e pochi soci che lavorano tutti attivamente nell’attività. Con la crescita, quando gli utili diventano rilevanti, il patrimonio personale dei soci aumenta e si prospettano investimenti significativi, diventa sensato valutare la trasformazione in SRL.
La trasformazione da società di persone a società di capitali è disciplinata dal Codice Civile agli articoli 2498 e seguenti. Si tratta di un’operazione di continuità: la società mantiene diritti, obblighi e rapporti giuridici, cambia semplicemente la veste giuridica. I costi sono sostanzialmente quelli di una nuova costituzione (atto notarile, imposte, diritti di registrazione), ma consente di proteggere il patrimonio personale accumulato nel frattempo.
Ho seguito la trasformazione di una SNC di tre soci che, dopo otto anni di attività, aveva accumulato utili non distribuiti per circa cinquecentomila euro e un patrimonio immobiliare aziendale significativo. Trasformandosi in SRL, i soci hanno messo al riparo questi asset dalle pretese dei creditori futuri, mantenendo al contempo la possibilità di distribuirsi gli utili accumulati in regime di trasparenza (tassati IRPEF) prima della trasformazione.
Esiste anche la possibilità inversa, la trasformazione da SRL a società di persone, che può avere senso in situazioni specifiche quando il carico fiscale della SRL diventa insostenibile e i soci hanno patrimoni personali non particolarmente rilevanti da proteggere. È un’operazione più rara ma non impossibile.
Un’altra strategia sofisticata che utilizziamo in alcune situazioni è la costituzione di una SRL come socio accomandante di una SAS. In questo modo, la gestione operativa rimane in capo a persone fisiche accomandatari con patrimoni personali modesti, mentre il capitale rilevante viene apportato dalla SRL, che beneficia della responsabilità limitata e può reinvestire gli utili senza subire doppia tassazione fino al momento della distribuzione ai soci persone fisiche. È una struttura che richiede una pianificazione accurata ma può risultare molto efficace in determinati contesti.
Consulenza fiscale online
La scelta tra SAS, SRL e SNC non è una decisione da prendere alla leggera o basandosi sul “si è sempre fatto così” o sul consiglio del cognato. È una decisione strategica che impatta per migliaia di euro ogni anno sul tuo carico fiscale complessivo e che determina quanto del tuo patrimonio personale metti a rischio.
La SRL ti protegge ma costa di più quando distribuisci gli utili. La SNC ti fa risparmiare fiscalmente ma mette a rischio tutto. La SAS è il compromesso intelligente quando hai soci con ruoli diversi. Non esiste una risposta universalmente valida: esiste la risposta giusta per la tua situazione specifica, che dipende dal tuo patrimonio personale, dagli utili previsti, dal numero e ruolo dei soci, dal settore di attività, dalla strategia di crescita.
Ho costruito questo articolo per darti gli strumenti tecnici di valutazione, ma ogni situazione imprenditoriale è un mondo a sé. Gli elementi che abbiamo analizzato devono essere calibrati sul tuo caso concreto. Una scelta sbagliata può costarti decine di migliaia di euro in pochi anni, mentre una scelta ottimizzata può fare la differenza tra un’impresa che prospera e una che arranca.
Vuoi capire quale forma societaria conviene davvero nel tuo caso specifico? Mettiamo insieme i numeri della tua situazione e costruiamo una simulazione fiscale personalizzata che ti mostri nero su bianco la differenza di tassazione effettiva tra le diverse opzioni. Analizziamo il tuo patrimonio personale, i tuoi obiettivi imprenditoriali, la struttura societaria ideale per massimizzare protezione e minimizzare il carico fiscale. Contattami per una consulenza mirata: affrontiamo insieme la decisione più importante per la tua attività imprenditoriale.
Domande frequenti
La differenza principale è la responsabilità dei soci. Nella SAS ci sono soci accomandanti che hanno responsabilità limitata, mentre nella SNC tutti i soci hanno responsabilità illimitata.
In generale, i costi di gestione di una SRL sono più elevati rispetto a SAS o SNC, poiché richiede maggiore formalità burocratica e contabile.
La SAS è consigliata quando si desidera che alcuni soci abbiano solo un ruolo di investitori, senza responsabilità diretta nella gestione. La SRL, invece, è preferibile per chi cerca una protezione patrimoniale completa.