Maxi deduzione nuove assunzioni: istruzioni delle Entrate

L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare n....

Bonus sociale 2025: nuove regole e importi aggiornati

Il bonus sociale rappresenta un importante sostegno...

Bonus edilizi 2025: come cambiano le detrazioni

Dal 1° gennaio 2025 è avvenuto un...

Risparmiometro: strumento anti-evasione dell’Agenzia delle Entrate

NewsRisparmiometro: strumento anti-evasione dell'Agenzia delle Entrate

Scopri come il Risparmiometro monitora i conti correnti per combattere l'evasione fiscale e cosa significa per i contribuenti italiani.

L’evasione fiscale rappresenta una sfida significativa per l’Amministrazione finanziaria, sottraendo risorse essenziali allo sviluppo del paese. Per contrastare questo fenomeno, l’Agenzia delle Entrate ha implementato diversi strumenti tecnologici, tra cui il Risparmiometro. Questo algoritmo avanzato confronta i risparmi accumulati dai contribuenti con i redditi dichiarati, identificando eventuali discrepanze che potrebbero indicare attività non dichiarate.

Si tratta di operazioni consentite ad oggi anche dal Garante della Privacy, purché utilizzate solamente per effettuare controlli su soggetti a rischio evasione fiscale.

I controlli sui conti correnti possono quindi essere effettuati dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza, sui lavoratori dipendenti, ma anche sulla situazione di disoccupati e lavoratori autonomi con partita Iva.

Cos’è il Risparmiometro?

Il Risparmiometro è un algoritmo sviluppato dall’Agenzia delle Entrate per monitorare la coerenza tra i risparmi detenuti dai contribuenti e i redditi da loro dichiarati. Analizzando dati finanziari come saldi di conti correnti, depositi, carte di credito e altri strumenti finanziari, il sistema identifica scostamenti significativi che potrebbero suggerire evasione fiscale. Questo strumento si appoggia alla c.d. “superanagrafe“, ovvero a un database contenente tutti i dati in possesso del Fisco.

In buona sostanza, si tratta di uno strumento informatico aggiuntivo che incrocia i dati dei conti correnti dei contribuenti per verificare la concordanza tra entrate e uscite economiche, e verificare eventuali situazioni illecite di denaro non dichiarato.

Questo strumento permette al fisco di avere una maggiore chiarezza sulle eventuali situazioni di evasione fiscale, permette di individuare con precisione eventuali ammanchi e procedere con controlli ulteriori.  

Sulla questione privacy, dopo diversi mesi di discussione, il Garante della Privacy ha consentito l’impiego di tali strumento, ma unicamente per le situazioni di rischio e per controlli sui conti correnti di presunti evasori.

Contribuenti oggetto di analisi

Questo strumento può essere applicato a tutti i contribuenti, indipendentemente dal reddito o dalla professione. Tuttavia, l’algoritmo si concentra principalmente su quei soggetti che presentano discrepanze significative tra i risparmi accumulati e i redditi dichiarati. È importante notare che anche i contribuenti in regola potrebbero essere sottoposti a controlli se emergono anomalie nei dati finanziari.

Come funziona il Risparmiometro?

Il funzionamento del Risparmiometro si basa sull’analisi dei dati finanziari dei contribuenti. Le banche e gli intermediari finanziari sono tenuti a comunicare all’Agenzia delle Entrate informazioni dettagliate sui rapporti finanziari dei loro clienti, inclusi saldi e movimenti. L’algoritmo confronta questi dati con i redditi dichiarati, segnalando discrepanze superiori al 20% tra entrate e uscite.

In pratica, se la differenza tra i risparmi accumulati e i redditi dichiarati supera questa soglia, l’algoritmo segnala un’anomalia. Proviamo a chiarire meglio.

  • Esempio pratico: Se dichiaro € 30.000 di reddito annuo, i miei risparmi non dovrebbero superare i € 36.000 annui (€ 30.000 + 20%) al netto delle spese documentate.

La soglia non rappresenta una certezza di evasione, ma un’indicazione per approfondimenti ulteriori.

Dati analizzati

Il Risparmiometro prende in considerazione una vasta gamma di dati finanziari, tra cui:

  • Conti correnti bancari e postali;
  • Conti deposito;
  • Carte di credito e prepagate;
  • Titoli di stato, obbligazioni e azioni;
  • Polizze assicurative;
  • Fondi pensione;
  • Libretti postali e buoni fruttiferi.
  • Fondi pensione, polizze vita, investimenti in azioni, obbligazioni e titoli di stato.

Inoltre il fisco può procedere anche diversi anni successivi al periodo di imposta, e effettuare i dovuti controlli, in caso di rischio evasione fiscale. In caso di movimenti non giustificati, il contribuente viene informato dell’anomalia e deve dimostrare da dove provengono determinate somme di denaro.

In particolare, il Fisco può verificare la veridicità di tutte le dichiarazioni se si tratta di imprese o lavoratori autonomi con partita Iva, maggiormente rispetto ai lavoratori dipendenti. Tuttavia anche in questo caso, se si è in regola con il fisco, difficilmente verranno applicati controlli aggiuntivi, e il contribuente può comunque difendersi presentando opportuna documentazione.

Un altro fattore da considerare è l’utilizzo del contante: nell’ultimo periodo il contante viene sempre più limitato nel suo uso. Il fisco può verificare e controllare anche i movimenti dei contanti, attraverso conti correnti, scontrini e ricevute.

Gli accrediti dai familiari o da terzi

Molti contribuenti ricevono denaro da familiari o amici, come aiuti finanziari o regali. Questi movimenti potrebbero essere interpretati come entrate non dichiarate, quindi è importante conservare ricevute, contratti di donazione o altra documentazione che attesti la natura dell’accredito.

Utilizzo dei conti correnti intestati a terzi

Un altro elemento critico è l’uso di conti correnti intestati a terzi (ad esempio, parenti) per nascondere redditi non dichiarati. L’attività di accertamento potrebbe individuare:

  • Movimenti sospetti tra conti.
  • Conti cointestati che non trovano corrispondenza con i redditi dichiarati dai rispettivi intestatari.

Pertanto, potrebbe essere utile evitare l’uso di conti di terzi per gestire entrate o risparmi propri.

Esempi di applicazione

Vediamo di seguito alcuni esempi di applicazione di questo strumento di accertamento che potrebbero trovare riscontro nella pratica.

Incassi non coerenti con il reddito dichiarato

  • Reddito dichiarato: € 25.000 all’anno.
  • Movimenti sul conto corrente:
    • Accrediti mensili regolari da parte del datore di lavoro per € 2.000 (coerenti con il reddito dichiarato).
    • Anomalia: Accrediti extra di € 10.000 da fonti sconosciute, senza giustificazione o documentazione (ad esempio: vendite online non dichiarate o trasferimenti da soggetti terzi).

In questo caso la discrepanza potrebbe essere individuata, segnalando la posizione come a rischio. In caso di accertamento spetta al contribuente dimostrare la provenienza degli accrediti giustificando il mancato inserimento in dichiarazioni dei redditi. In caso contrario si troverà di fronte ad un avviso di accertamento.

Risparmi non giustificati

  • Reddito dichiarato: € 18.000 all’anno.
  • Saldo iniziale del conto corrente: € 2.000.
  • Saldo finale dopo un anno: € 30.000.
  • Spese annuali documentate: € 12.000.

Anomalia: Con un reddito netto di € 18.000 e spese di € 12.000, i risparmi annuali dovrebbero essere circa € 6.000. Tuttavia, il saldo finale risulta incrementato di € 28.000, segnalando possibili entrate non dichiarate. La differenza potrebbe essere giustificata, ad esempio, dall’incasso di redditi considerati esenti, oppure, ad esempio da TFR incassato relativo alla cessazione di un’attività lavorativa precedente. Anche in questo caso, in caso di mancata giustificazione vi sarà l’emissione di un avviso di accertamento.

Entrate da attività sommersa

  • Reddito dichiarato: € 20.000 all’anno.
  • Movimenti sul conto corrente:
    • Entrate mensili costanti di € 1.200 dal datore di lavoro (coerenti).

Anomalia: Numerosi accrediti di piccoli importi (€ 100-500) da soggetti diversi per un totale di € 15.000 l’anno, senza alcuna documentazione fiscale (esempio: lavori occasionali non dichiarati).

Movimenti significativi non giustificati

  • Reddito dichiarato: € 30.000 all’anno.
  • Movimenti sul conto corrente:
    • Spese documentate: € 25.000 (compatibili).

Anomalia: Versamenti in contanti per un totale di € 20.000 senza tracciabilità o documentazione. Questi versamenti potrebbero sollevare dubbi sull’origine dei fondi. In questo caso potrebbero arrivare segnalazioni antiriciclaggio anche dall’istituto bancario.

Obiettivi del risparmiometro

L’obiettivo di questo strumento di anomalie della situazione dei contribuente è quello di individuare i contribuenti che non dichiarano integralmente i propri redditi o che percepiscono redditi da attività sommerse. Questo strumento mira a:

  • Contrastare l’evasione fiscale;
  • Garantire equità fiscale tra i contribuenti;
  • Rafforzare la fiducia nel sistema tributario.

L’Agenzia delle Entrate, attraverso questo strumento, può avviare controlli mirati sui soggetti a rischio, migliorando l’efficacia delle attività di accertamento.

Alcuni esempi di anomalie tipiche che potrebbero essere rilevate:

  • Lavori in nero: Accrediti ricorrenti senza documentazione;
  • Introiti da piattaforme digitali: Guadagni non dichiarati provenienti da vendite online, affitti brevi su piattaforme come Airbnb, o attività freelance;
  • Eredità o donazioni non dichiarate: Anche questi flussi devono essere documentati e, in alcuni casi, dichiarati.

Particolare attenzione devono prestarla anche i soggetti che rientrano in Italia dall’estero e che hanno effettuato trasferimenti di denaro estero su Italia, magari per trasferire risparmi dall’estero. In questi casi è fondamentale essere in grado di dimostrare la provenienza del denaro trasferito, ed anche la residenza fiscale estera.

Differenze tra risparmiometro, redditometro e spesometro

È importante distinguere il Risparmiometro da altri strumenti di controllo fiscale utilizzati in questi ultimi anni da parte dell’Amministrazione finanziaria. In particolare, possiamo individuare:

  • Redditometro: Confronta i redditi dichiarati con le spese sostenute, valutando la coerenza tra il tenore di vita e i redditi dichiarati.
  • Spesometro: Raccoglie dati sulle fatture emesse e ricevute dai contribuenti, monitorando le transazioni economiche.

Questi strumenti operano in sinergia per fornire un quadro completo della situazione finanziaria dei contribuenti, aumentando l’efficacia nella lotta all’evasione fiscale.

Come prepararsi ai controlli

È fondamentale adottare una serie di buone pratiche per tutelarsi da eventuali contestazioni fiscali. Questi suggerimenti sono utili sia per chi svolge attività imprenditoriali sia per i privati cittadini:

  • Presentare correttamente ogni anno la dichiarazione dei propri redditi, senza omettere alcune somme recepite durante l’anno precedente: si può procedere in autonomia o con l’assistenza di un intermediario come un centro CAF o un commercialista;
  • Prestare attenzione ai versamenti sul proprio conto corrente, che siano in contanti o tramite bonifici. In caso di importi non dichiarati, il fisco potrebbe considerare queste entrate come evasione, o lavoro nero, per cui sarà poi necessario dimostrarne la provenienza;
  • Applicazione delle tasse: in alcuni casi i redditi sono esenti imposte, mentre in alti casi sono già tassati alla fonte. In questo caso i redditi non vanno necessariamente indicati in dichiarazione dei redditi, tuttavia può essere necessario dimostrare la loro sussistenza in caso di controlli;
  • Versamento delle pensioni: anche le somme che derivano da pensioni, indennità INPS o altri sostegni economici vanno dichiarate, salvo indicazione contraria da parte degli enti preposti;
  • Conti cointestati: il fisco può applicare dei controlli anche sui conti cointestati, per cui il contribuente deve fare attenzione e verificare sempre quali sono le somme versate su questi conti, da dove provengono e come dichiararle, per non incorrere in problematiche di vario genere.

Questi accorgimenti riducono il rischio di essere segnalati dal sistema e facilitano la gestione di eventuali verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Strumenti di difesa per il contribuente

Se il contribuente viene chiamato a spiegare eventuali anomalie riscontrate, questi deve spiegare la propria posizione e fornire giustificazioni. Ecco alcuni strumenti di difesa utili:

  • Ravvedimento operoso: Se ci si accorge di aver omesso qualche reddito, si può regolarizzare la situazione con sanzioni ridotte;
  • Contraddittorio preventivo: Prima di emettere un accertamento, l’Agenzia delle Entrate deve consentire al contribuente di fornire chiarimenti;
  • Conservazione delle prove: Raccolta sistematica di documenti finanziari per rispondere prontamente a eventuali richieste.

Naturalmente, è importante affidarsi a professionisti esperti, come dottori commercialisti e avvocati tributaristi, al fine di poter individuare la migliore possibilità di difesa.

Sanzioni e conseguenze in caso di anomalie

Nel caso in cui vengano individuate delle anomalie significative tra i risparmi accumulati e i redditi dichiarati, l’Agenzia delle Entrate può avviare accertamenti approfonditi. In caso di evasione fiscale accertata, le conseguenze possono includere:

  1. Sanzioni amministrative: In caso di dichiarazione dei redditi infedele la sanzione amministrativa attualmente in vigore è del 70% dell’imposta dovuta e non versata;
  2. Interessi di mora: Applicati sulle somme non versate nei termini di legge;
  3. Procedimenti penali: Nei casi più gravi, con evasioni di importo elevato, si può incorrere in reati tributari.

Per ridurre al minimo i rischi, è importante agire tempestivamente in caso di ricezione di comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate.

È prevedibile che, con l’aumento dell’utilizzo di questo strumento, emergeranno pronunce giurisprudenziali specifiche che chiariranno ulteriormente i limiti e le modalità di applicazione di questo strumento. Nel frattempo, è consigliabile mantenere una documentazione accurata delle proprie transazioni finanziarie e, in caso di contestazioni, avvalersi della consulenza di un professionista esperto.

Conclusioni

Il Risparmiometro è un esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata per migliorare l’efficacia dei controlli fiscali e contrastare l’evasione. Tuttavia, è fondamentale che i contribuenti siano consapevoli dei propri obblighi fiscali e adottino un approccio trasparente nella gestione delle proprie finanze.

Se desideri assicurarti che la tua posizione fiscale sia conforme alla normativa vigente o necessiti di supporto in caso di verifiche fiscali, non esitare a contattarci per una consulenza fiscale personalizzata. I nostri esperti sono a tua disposizione per aiutarti a navigare nel complesso panorama tributario italiano.

Consulenza fiscale online|Fiscomania.com

Fonti

  • Art. 7 DPR n. 605/1973: Obbligo di comunicazione dei dati finanziari.
  • Regolamento UE 2016/679 (GDPR): Protezione dei dati personali.
  • Decreto Legge n. 78/2010: Misure per il contrasto all’evasione fiscale.
Modulo di contatto

    Ho letto l’informativa Privacy e autorizzo il trattamento dei miei dati personali per le finalità ivi indicate.

    I più letti della settimana

    Abbonati a Fiscomania

    Oltre 1.000, tra studi, professionisti e imprese che hanno scelto di abbonarsi per non perdere i contenuti riservati e beneficiare dei vantaggi. Abbonati anche tu a Fiscomania.com oppure Accedi con il tuo account.

    I nostri tools

     

    Federico Migliorini
    Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
    Leggi anche

    Reverse charge interno: casistiche e integrazione della fattura

    Il reverse charge interno, o inversione contabile, è un particolare meccanismo di applicazione dell'Iva, in cui l'obbligo di versare...

    Maxi deduzione nuove assunzioni: istruzioni delle Entrate

    L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare n. 1/E del 20 gennaio 2025 ha fornito chiarimenti operativi sull'applicazione della maggiorazione del costo...

    Violazione del marchio: le tutele per il titolare

    La violazione del marchio è l'utilizzo non autorizzato del marchio di un soggetto terzo in relazione alla vendita o...

    Bonus sociale 2025: nuove regole e importi aggiornati

    Il bonus sociale rappresenta un importante sostegno economico su cui le famiglie economicamente più in difficoltà possono contare per...

    Come aprire un conto corrente estero legalmente

    Riuscire a garantire un certo grado di affidabilità, sicurezza, ed anche segretezza al proprio patrimonio è, oggi, un esigenza...

    Pignoramento della prima casa: quando è possibile?

    Il pignoramento è una tipologia di espropriazione forzata, con cui il creditore ottiene lo spossessamento di un bene del...