La Riforma Fiscale prevede il superamento graduale dell’attuale sistema basato sugli Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale. ovvero le Pagelle Fiscali. Scopriamo insieme cosa cambierà nel concreto.

La legge delega preannuncia l’eliminazione progressiva degli Isa, ovvero degli Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale. Sono stati introdotti nel 2018 e hanno sostituito gli studi di settore, con la funzione di comprovare l’affidabilità dei contribuenti ai fini tributari.

Questo cambiamento si inserisce all’interno del più ampio processo di semplificazione fiscale, che rappresenta uno dei principi cardine della Riforma Fiscale del Governo Meloni. Il punto cruciale è comprendere quali saranno gli strumenti, che la legge delega, intende mettere a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e degli altri attori coinvolti. Lo scopo è quello di garantire la verifica dell’attendibilità e dell’autenticità delle dichiarazione dei redditi, in un panorama più complesso, che intende raggiungere obiettivi di snellimento e di trasparenza delle procedure burocratiche, a lungo termine.

Le Pagelle Fiscali, cosa sono

Gli Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale sono stati introdotti nel 2018, al posto degli studi di settore, e sono stati ribattezzati con il nome di Pagelle fiscali, in quanto ricordano il funzionamento dei voti a scuola. Da un lato, le Pagelle Fiscali garantiscono un controllo sulla veridicità dei dati dichiarati. Dall’altro lato, il Fisco assegna una votazione ai contribuenti e, proprio come a scuola, riconosce una serie di vantaggi alla Partita Iva più virtuose, come minori controlli fiscali, diminuzione dei termini degli accertamenti o esoneri per eventuali compensazioni di crediti di imposta.

Questo sistema premiante riconosce una serie di agevolazione mediante l’analisi incrociata degli Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale, che segnalano in automatico eventuali irregolarità e anomalie nei dati dichiarati al Fisco.

Gli Isa, il processo di ridimensionamento

I benefici offerti alla Partite Iva considerate più virtuose sono stati, più volte, messi in discussione. In questi anni, gli Isa sono stati spesso accusati di essere poco allettanti e di non spingere, in modo efficace, le aziende e le partite Iva, a fornire tutte le informazioni, in modo automatico e trasparente.

Già negli anni d’imposta 2020 e 2021, l’uso degli Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale ha subito una frenata. Si è assistito alla diminuzione delle Partite Iva obbligate alla compilazione delle Pagelle Fiscali e a un cambiamento del livello importi da dichiarare, al fine di assicurarsi una buona votazione. La pandemia ha accelerato questo cambiamento di rotta, che era già in atto. Difatti, ha portato all’aumento delle categorie esonerate e all’esclusione dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza Covid. Senza dimenticare che, coloro che hanno appena aperto la Partita Iva, sono già sollevati dall’obbligo di compilazione e trasmissione del modello degli Isa.

La Riforma Fiscale prevede il superamento delle cosiddette Pagelle Fiscali, ritenute poco incisive, e punta a politiche in grado di assicurare il processo di semplificazione burocratico e di reale lotta contro l’evasione fiscale, su cui si fonda la Riforma stessa.

L’abolizione graduale delle Pagelle Fiscali, gli effetti

La Riforma Meloni prevede il graduale superamento delle pagelle fiscali, fino alla totale scomparsa. Una volta che la riforma fiscale sarà a regime, si ipotizza l’esclusione dall’obbligo degli Isa da parte di circa 2 milioni di partite Iva, ancora sottoposte all’obbligo del voto di Affidabilità Fiscale. Nonostante il numero importante di soggetti coinvolti, la Riforma Fiscale si pone obiettivi ben precisi, nell’ottica di una complessiva riorganizzazione del Fisco, ovvero:

  • lo snellimento delle procedure e la diminuzione degli adempimenti fiscali, con l’eliminazione progressiva degli stessi Isa;
  • il riconoscimento e la valorizzazione delle informazioni già in possesso dal Fisco, dalla fattura elettronica ai dati delle liquidazioni periodiche Iva;
  • la ridefinizione dei principi del processo accertativo.

L’abolizione degli Isa non sarà comunque immediata, ma un processo progressivo, di cui però non si conoscono ancora le reali tempistiche.

La Riforma Fiscale, il concordato preventivo

La Riforma Fiscale prevede un importante innovazione, il cosiddetto concordato preventivo biennale, per le attività economiche di minori dimensioni. L’Agenzia delle Entrate analizzerà le informazioni, di cui è già in possesso, grazie alle banche, alle liquidazioni Iva e alle fatture elettroniche o scontrini telematici. In base ai dati raccolti, formulerà una proposta mirata, relativa al versamento delle imposte. Se il contribuente accetterà di versare le imposte in base ai calcoli effettuati dall’Agenzia delle Entrate, sarà esonerato dai controlli per i due anni successivi.

È evidente che il processo di accertamento e veridicità dei dati muterà e il concordato preventivo rappresenta solo uno dei primi cambiamenti dei nodi fondamentali della Riforma Fiscale del Governo Meloni. Infatti, se la Riforma Fiscale, da un lato, chiude per sempre la storia degli Isa, dall’altro lato, si apre a quella del concordato preventivo biennale. Ciò permetterà al contribuente, che si accorda con il Fisco, di non incappare in ulteriore controlli per due anni. Si tratta di una novità rilevante, che gioca un ruolo cruciale in combinazione con la fatturazione elettronica, in un’ottica più ampia di ottimizzazione degli obblighi dichiarativi e di riduzione degli adempimenti fiscali.

Non ci resta che attendere come il Governo Meloni deciderà di implementare questa nuova misura e le relative tempistiche. Rimani con noi per non lasciarti sfuggire nulla della Riforma Fiscale.

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