Gli interpelli all’Agenzia delle Entrate potrebbero diventare a pagamento con la riforma fiscale. Nella bozza del disegno di legge di delega al Governo per le riforma fiscale, viene previsto che, gli interpelli, ammessi dallo statuto del contribuente, siano subordinati al pagamento da parte di colui che lo presenta di uno specifico contributo economico.

Il contributo da pagare cambia a seconda della tipologia del contribuente e del valore della questione posta. L’importo sarà destinato al finanziamento della specializzazione e della formazione professionale del personale.

Per i contribuenti di piccole dimensioni e le persone fisiche, la possibilità di ricorrere all’interpello sarà limitata ai casi in cui non è possibile ottenere risposte scritte tramite i servizi di interlocuzione rapida, supportati dall’utilizzo di tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale.

L’interpello rappresenta il diritto del contribuente di chiedere all’Amministrazione Finanziaria un parere fiscale riguardante l’applicazione di caso concreto e personale in situazioni di obbiettiva incertezza normativa.

Interpelli a pagamento in Riforma Fiscale

L’ipotesi di legge prevede di non rispondere agli interpelli che riguardano questioni su cui sono già stati pubblicati documenti interpretativi da parte dell’Agenzia delle Entrate, di richiedere un contributo economico al contribuente a fronte della risposta ricevuta e di sospendere il servizio per l’intero mese di agosto. Insomma, la riforma fiscale prevede un sostanziale depotenziamento di questo strumento.

La possibilità di inviare istanze di interpello all’Agenzia delle entrate è prevista dall’art. 11 dello Statuto del contribuente (Legge n° 212/2000):

Il contribuente può interpellare l’amministrazione per ottenere una risposta riguardante fattispecie concrete e personali relativamente a: applicazione delle disposizioni tributarie, quando vi sono condizioni di obiettiva incertezza sulla corretta interpretazione di tali disposizioni (…).

La bozza del disegno di legge di delega al Governo per le riforma fiscale prevede che, gli interpelli siano subordinati al pagamento da parte di colui che lo presenta di uno specifico contributo. La riforma ha l’obiettivo di razionalizzare la disciplina degli interpelli, al fine di:

  • ridurre il ricorso all’istituto dell’interpello di cui all’articolo 11 della citata legge n. 212 del 2000, incentivando cosi l’emanazione di provvedimenti interpretativi di carattere generale;
  • rafforzare il divieto di presentazione di interpelli riservandone l’ammissibilità alle sole questioni che non trovano soluzione in documenti interpretativi già emanati;
  • subordinare, per le persone fisiche e i contribuenti di piccole dimensioni, la procedura di interpello alle sole ipotesi in cui non è possibile ottenere risposte scritte mediante servizi di interlocuzione rapida, realizzati anche attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale. Viene autorizzato, dunque, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte dell’Agenzia delle Entrate per cercare le risposte alle domande poste dai contribuenti di piccole dimensioni o delle persone fisiche. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale a questi casi potrebbe essere dovuto alla necessità di testare l’affidabilità delle risposte agli interpelli fornite dagli applicativi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.

Secondo i dati dell’Agenzia delle entrate, nel 2022 sono stati più di 17 mila i documenti predisposti dall’Agenzia in risposta a istanze di interpello con una media di quasi 50 al giorno e 1.500 al mese. Nel 2023 le istanze cui le Entrate hanno risposto sono 247. I dati sono stati forniti dal direttore Ernesto Maria Ruffini nel intervento presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati del 9 marzo. Da questo dato molto impegnativo è nata la necessità di prevedere un pagamento per la possibilità di formulare un interpello.

Tipologie di interpello

  • Ordinario, consente a ogni contribuente di chiedere un parere su un caso concreto e personale in situazioni di obbiettiva incertezza normativa;
  • Probatorio, consente di chiedere un parere sulle condizioni per poter accedere a determinati regimi fiscali nei casi espressamente previsti;
  • Anti-abuso permette di avere un parere relativo alla abusività di un’operazione per qualsiasi settore impositivo;
  • Disapplicativi il quale consente di ottenere la disapplicazione di norme antielusive che limitano deduzioni, detrazioni, crediti di imposta;
  • Sui nuovi investimenti, consente agli investitori, italiani o stranieri, di chiedere un parere circa il trattamento tributario applicabile a importanti investimenti di valore non inferiore a venti milioni di euro e con rilevanti e durature ricadute occupazionali effettuati in Italia.

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