La decadenza da un piano di rateizzazione delle cartelle di pagamento non preclude definitivamente la possibilità di ottenere una nuova dilazione dei pagamenti. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione prevede infatti la possibilità di richiedere la cosiddetta “riammissione” alla rateizzazione, seppur con condizioni specifiche e restrittive. Questa opportunità rappresenta una seconda chance per i contribuenti che, pur avendo inizialmente ottenuto la rateizzazione, si sono trovati nell’impossibilità di rispettare il piano di pagamento originario.
Il meccanismo della riammissione è disciplinato da norme precise che limitano sia i soggetti che possono beneficiarne sia le modalità di accesso, rendendo fondamentale una corretta comprensione dei requisiti e delle procedure da seguire.
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I requisiti fondamentali per la riammissione
La riammissione alla rateizzazione non è un diritto automatico ma è subordinata al rispetto di condizioni tassative. Il primo e più importante requisito riguarda la data di presentazione della precedente richiesta di rateizzazione: questa deve essere avvenuta prima del 16 luglio 2022. Tale limitazione temporale rappresenta uno spartiacque normativo che esclude categoricamente dalla possibilità di riammissione tutti i piani di rateizzazione richiesti successivamente a tale data.
Il secondo requisito imprescindibile consiste nel versamento preliminare di tutte le rate della precedente rateizzazione scadute e non pagate alla data di presentazione della nuova richiesta. Questo significa che il contribuente deve “sanare” la propria posizione versando l’intero importo delle rate arretrate, dimostrando così la propria volontà e capacità di adempiere agli obblighi di pagamento.
Le limitazioni del nuovo piano di rateizzazione
Una volta soddisfatti i requisiti per la riammissione, il nuovo piano di rateizzazione non può essere strutturato liberamente ma è soggetto a vincoli specifici. Il numero massimo di rate del nuovo piano non può superare quello residuo del piano originario al momento della presentazione della nuova istanza. Questa limitazione impedisce di fatto di ottenere una dilazione più favorevole rispetto a quella inizialmente concessa.
Tale meccanismo è stato pensato per evitare che la riammissione diventi uno strumento per procrastinare indefinitamente i pagamenti, mantenendo invece un equilibrio tra le esigenze del contribuente e quelle dell’amministrazione finanziaria.
L’esclusione definitiva per i piani più recenti
La normativa attuale stabilisce una chiara linea di demarcazione temporale: i debiti decaduti da richieste di rateizzazione presentate dal 16 luglio 2022 in poi non sono più rateizzabili in alcun modo. Questa disposizione rappresenta un inasprimento delle condizioni di accesso alla rateizzazione e riflette la volontà dell’amministrazione di ridurre i casi di decadenza attraverso un approccio più selettivo.
I contribuenti che si trovano in questa situazione devono necessariamente valutare alternative diverse dalla rateizzazione, come accordi stragiudiziali con l’ente creditore o altre forme di composizione della crisi da sovraindebitamento.
La procedura di richiesta
Per ottenere la riammissione è necessario presentare una specifica istanza all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, accompagnata dalla documentazione che attesti l’avvenuto versamento delle rate arretrate. La richiesta deve essere formulata con particolare attenzione, specificando chiaramente i riferimenti del piano decaduto e le motivazioni che hanno portato alla decadenza.
È consigliabile allegare alla richiesta anche la documentazione che attesti eventuali difficoltà economiche sopravvenute che abbiano determinato l’impossibilità di rispettare il piano originario, pur non essendo tale documentazione espressamente richiesta dalla normativa.
Rottamazione quater e prospettive future
La riammissione alla rateizzazione ordinaria si inserisce in un panorama più ampio di strumenti agevolativi che il legislatore ha messo a disposizione dei contribuenti in difficoltà . La rottamazione quater, con la riapertura dei termini prevista dal decreto Milleproroghe 2025, consente ai contribuenti decaduti entro il 31 dicembre 2024 di presentare una richiesta di riammissione entro il 30 aprile 2025, offrendo la possibilità di definire i debiti con lo stralcio di sanzioni e interessi.
Questa misura rappresenta spesso un’alternativa più vantaggiosa rispetto alla riammissione alla rateizzazione ordinaria, poiché comporta un notevole abbattimento dell’importo complessivo da versare. Tuttavia, i termini per aderire alla rottamazione quater sono più ristretti e le modalità di pagamento meno flessibili rispetto alla rateizzazione.
Sul fronte futuro, si sta discutendo dell’introduzione di una rottamazione quinquies per il 2025, che potrebbe includere i debiti non coperti dalla rottamazione quater. Tale misura, ancora in fase di definizione legislativa, potrebbe rappresentare un’ulteriore opportunità per i contribuenti che non sono riusciti ad accedere alle precedenti sanatorie.
La scelta tra riammissione alla rateizzazione, rottamazione quater (se ancora possibile) o attesa di una eventuale rottamazione quinquies richiede un’attenta valutazione caso per caso, considerando i vantaggi economici, i termini di scadenza e la propria capacità di pagamento.
Per approfondire: Rottamazione quinquies: cosa controllare per avere debiti ammessi nella nuova sanatoria.
Considerazioni per il contribuente
Prima di procedere con la richiesta di riammissione, è opportuno valutare attentamente la propria situazione finanziaria e la sostenibilità del nuovo piano di pagamento. Il versamento delle rate arretrate comporta infatti un esborso immediato significativo, che deve essere sostenibile senza compromettere la capacità di rispettare il nuovo piano.
Inoltre, considerato che non sarà possibile ottenere ulteriori riammissioni in caso di nuova decadenza, è fondamentale strutturare un piano realisticamente sostenibile nel tempo, eventualmente optando per un numero di rate inferiore al massimo consentito se ciò garantisce maggiore sicurezza nell’adempimento.
Data la complessità della materia e le conseguenze di eventuali errori procedurali, è sempre consigliabile avvalersi del supporto di professionisti qualificati per la gestione di queste procedure, particolarmente quando sono coinvolti importi significativi o situazioni debitorie complesse.