Uno degli argomenti sicuramente più dibattuti nel mondo delle PMI italiane riguarda la possibilità di sfruttare al meglio la IP property, ovvero la proprietà intellettuale. Infatti, con il crescere dell’industria tecnologica è cresciuta anche la possibilità di sfruttare software, marchi, brevetti. Si parla, in questi casi, di economica della conoscenza, che ha iniziato a valorizzare al massimo la proprietà intellettuale. Ne sono esempi i marchi del mondo delle tecnologie dell’informatica, della moda, etc.
Con la crescita delle aziende della conoscenza, anche il valore della loro proprietà intellettuale è aumentato. Le aziende ora acquistano, vendono, commerciano e litigano sistematicamente su brevetti e cose così apparentemente minuscole, ma di importanza vitale. Le società internazionali sono famose per l’utilizzo di società offshore per ospitare gran parte di questa proprietà intellettuale. Questo, a sua volta, porta i piccoli imprenditori a chiedersi se anche loro hanno bisogno di una struttura simile.
Ci sono certamente molti vantaggi nell’avere una struttura fiscale adeguata per ogni aspetto della tua azienda, incluso l’IP. Tuttavia, esiste una differenza molto significativa tra la pianificazione fiscale di una strutturata società multinazionale e una società di consulenza one-man-show o una piccola azienda.
Devi considerare che esistono normative antielusive molto importanti per evitare che possano essere effettuate operazioni economiche volte soltanto ad ottenere un indebito risparmio fiscale, senza alcuna valida ragione economica alla base. Faccio riferimento, in particolare, alla normativa legata alle “controlled foreign companies” (c.d. “normativa CFC“) di cui all’art. 167 del TUIR. Tuttavia, prima di approfondire i dettagli di come strutturare la proprietà intellettuale della tua azienda, approfondiamo gli aspetti legati alla proprietà intellettuale.
Indice degli Argomenti
- Che cos’è la proprietà intellettuale?
- Come strutturare la proprietà intellettuale al meglio?
- Quali problematiche fiscali possono sorgere con questo tipo di operazioni?
- La creazione di società offshore per la proprietà intellettuale
- Quali altri regimi fiscali sono favorevoli per la proprietà intellettuale?
- I migliori Paesi a bassa tassazione per la proprietà intellettuale
- Proprietà intellettuale: importanza del fattore tempo
Che cos’è la proprietà intellettuale?
La proprietà intellettuale si riferisce a creazioni della mente umana per cui si possono ottenere diritti legali. Comprende diverse forme di protezione legale per diversi tipi di opere, idee e invenzioni. Ecco le principali categorie di proprietà intellettuale:
- Diritto d’autore: Protegge opere creative come libri, musica, arte, architettura, film e software. Impedisce ad altri di copiare, distribuire, eseguire o modificare tali opere senza il permesso dell’autore.
- Marchi registrati: Proteggono nomi, simboli, suoni e colori usati per distinguere prodotti o servizi di una particolare fonte da quelli di altri. I marchi assicurano che i consumatori non siano ingannati riguardo all’origine di un prodotto o servizio.
- Brevetti: Conferiscono ai titolari il diritto di impedire ad altri di fabbricare, utilizzare, vendere o importare un’invenzione senza il loro consenso per un periodo limitato di tempo. I brevetti sono utilizzati per proteggere invenzioni, come nuovi processi, macchinari o composizioni chimiche.
- Design industriali: Proteggono l’aspetto estetico di un prodotto, compreso il suo design, forma, colore o combinazione di questi elementi.
- Segreti commerciali: Rappresentano informazioni non pubbliche che possono dare un vantaggio competitivo in commercio. Esempi includono formule, pratiche, processi, design, strumenti o modelli.
Solitamente, ogni azienda dispone di un proprio asset IP. La proprietà intellettuale può essere brevettata o protetta da copyright per l’uso da parte del suo sviluppatore, ed è spesso concessa in licenza a terzi in cambio di royalties. Ad esempio, se conosci la storia di marchi come Mc Donald’s, hai già capito quanto la realizzazione di un business legato al percepimento di royalty legate alla concessione in licenza di brevetti possa essere vantaggioso. Detto questo, vediamo adesso i principali asset IP che possiamo trovare:
Il diritto di autore
I diritti d’autore sono applicati alla creazione di un’opera artistica e sono concessi a persone come autori di libri, cantautori o persino programmatori di software. I contenuti di questo sito Web, e probabilmente anche i tuoi, sono protetti da copyright. I diritti d’autore spesso non sono registrati, ma esistono semplicemente come risultato del lavoro originale di qualcuno. Detto questo, può essere prudente registrare il tuo lavoro – da un libro al software – con le autorità competenti.
Il brevetto
I brevetti sono concessi per riservare il diritto di realizzare, utilizzare o vendere un’invenzione esclusivamente alla persona fisica o giuridica che l’ha creata. Di solito, i brevetti non durano per sempre, con un esempio notevole di prodotti farmaceutici. A differenza dei diritti d’autore, i brevetti vengono attentamente esaminati da un ente governativo per garantire che siano invenzioni legittimamente nuove. I brevetti hanno anche maggiori probabilità di essere oggetto di controversie.
I brevetti possono essere registrati a livello nazionale. Ad esempio, in Italia i brevetti si registrano all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, negli Stati Uniti sono registrati presso l’USPTO. I brevetti possono anche essere registrati a livello internazionale, come nel caso dell’Europa, dove possono essere registrati tramite l’Ufficio europeo dei brevetti.
Marchi registrati
I marchi sono un nome, un logo o un simbolo distintivo utilizzati per identificare i servizi di una determinata azienda. Come i diritti d’autore, esiste una protezione intrinseca dei marchi semplicemente utilizzando un marchio in commercio, sebbene in genere sia meglio registrare il marchio per aumentare la protezione contro le violazioni. Come per i brevetti, i marchi possono essere registrati in un singolo paese o a livello regionale come presso l’Ufficio europeo dei marchi. Le grandi società multinazionali come la Coca-Cola in genere marchiano il loro nome e logo in tutti i paesi in cui operano, anche se in alcuni paesi la protezione dei marchi è più forte di altri.
I segreti commerciali
Esistono altri tipi di proprietà intellettuale, come opere di design e segreti commerciali. Questi possono essere più difficili da quantificare, in particolare quando si trasferisce un’azienda esistente.
Come strutturare la proprietà intellettuale al meglio?
L’esigenza di strutturare al meglio la proprietà intellettuale non è soltanto un’esigenza sentita dalle grandi multinazionali. Anche impresse di minori dimensioni sentono questo tipo di esigenza. Tuttavia, occorre prestare attenzione al fatto che a fronte del risparmio fiscale ottenibile è necessario prestare attenzione ai rischi legati a contestazioni su abuso del diritto, elusione o evasione fiscale.
A livello di gruppi multinazionali la struttura della proprietà intellettuale viene, sovente, strutturata attraverso la costituzione di una società offshore. La costituzione di questo tipo di struttura, tuttavia, deve essere pianificata con attenzione. Le principali soluzioni sono due:
Trasferire l’IP, l’azienda e l’imprenditore all’estero
Attraverso questa modalità l’impresa che detiene l’IP viene costituita all’estero, nello Stato dove anche l’imprenditore trasferisce la propria residenza fiscale. In questo modo, trasferendo residenza fiscale personale in Stato a bassa fiscalità ed ivi costituendo la società, l’imprenditore ha la possibilità di ridurre il proprio carico fiscale.
Ad esempio, se una società di e-commerce sta pagando un’aliquota fiscale elevata, con un trasferimento dell’intera attività all’estero (assieme alla residenza dell’imprenditore) è possibile ridurre l’onere fiscale complessivo.
Naturalmente, implementare questa modalità significa andare oltre i soli marchi e diritti d’autore, per sfruttare appieno una società offshore. Implementare questa procedura non è affatto semplice, a meno che tu non sia in una fase di pianificazione dell’attività imprenditoriale futura. Per azienda già operative utilizzare questa procedura piò rivelarsi davvero molto complessa, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti connessi alla valutazione del ramo di azienda (contenente gli IP) oggetto di trasferimento all’estero.
Costituire una società che detenga l’IP
La seconda modalità che può essere utilizzata per trasferire la proprietà degli IP è quella di costituire società licenziatarie separate da quelle operative, in stati diversi. In questo caso, è possibile donare o vendere risorse legate a proprietà intellettuali ad una società costituita in un Paese che preveda una tassazione più favorevole per gli asset IP.
La società offshore che detiene le attività quindi concede in licenza alcuni o tutti i diritti per l’uso della proprietà intellettuale direttamente a un utente finale in cambio di royalties, o a un intermediario o agenzia in un paese che offre vantaggi derivanti dal trattato fiscale ed esenzione dalla ritenuta fiscale per reddito passivo come royalties. È qui che la concessione di licenze per la proprietà intellettuale diventa difficile perché ogni paese coinvolto ha una propria serie di regole per i prezzi di trasferimento e la tassazione dei canoni. Il tuo paese di residenza, il paese di costituzione della società operativa, il nuovo paese di costituzione della società holding e l’eventuale utente finale delle licenze devono essere considerati. Insomma, fiscalmente non è semplice realizzare questa struttura.
Quali problematiche fiscali possono sorgere con questo tipo di operazioni?
Come accennato l’implementazione di questo tipo di operazioni può rivelarsi davvero molto complessa in quanto, nel tempo, la normativa, sia nazionale che convenzionale si è modificate. L’intento è quello di evitare possibili comportamenti elusivi e fraudolenti da parte di imprenditori che, con la costituzione di società estere, prive di ogni sostanza economica, possono ottenere indebiti risparmi fiscali.
Per questo motivo, nel tempo si sono formate disposizioni volte a disciplinare diversi aspetti che, a vario titolo, vanno ad impattare in questo tipo di operazioni. Mi riferisco, in particolare, ai seguenti:
- Normativa legata al transfer price – Nei gruppi di imprese le operazioni infragruppo devono seguire sempre determinati standard di riferimento per evitare che vi siano possibili trasferimenti di materia imponibile da stati a fiscalità più elevata rispetto a stati a fiscalità maggiormente vantaggiosa;
- Normativa legata alle ritenute alla fonte – La maggior parte dei paesi del mondo ha sviluppato regole specifiche sul trasferimento di denaro verso paesi a basso reddito per beni immateriali come “consulenza” o “spese di licenza“. Molti di questi Paesi applicano ritenute alla fonte che rendono meno conveniente l’invio di royalty in Paesi esteri. È in questi termini che si pone la sfida nel creare una struttura adeguata, ecco perché spesso esistono società intermedie (“conduit company“). Tieni presente che una società può concedere in licenza gli asset IP ad un’altra società costituita in un secondo stato;
- Normativa sulle Controlled foreign companies – Si tratta di disposizioni, previste dalla normativa interna dall’art. 167 del TUIR, volte a sanzionare, con l’obbligo di dichiarare i redditi prodotti all’estero in Italia, qualora la società costituita all’estero sia prima di sostanza economica, ovvero costituita al solo scopo di evadere materia imponibile.
La creazione di società offshore per la proprietà intellettuale
La tendenza innegabile in ambito internazionale è che la proprietà intellettuale sia detenuta in Paesi a bassa fiscalità. Tuttavia, la situazione è cambiata quando i Paesi a più elevata tassazione hanno iniziato ad avviare regimi speciali per la proprietà intellettuale, nel tentativo di evitare la fuga di capitali. Sostanzialmente, negli ultimi anni, per la proprietà IP l’onshore è il nuovo offshore. Oggi, detenere proprietà intellettuali in Paesi considerati paradisi fiscali è un’opzione da non prendere in considerazione (anche per le disposizioni normative antielusive indicate nel paragrafo precedente). Anche le grandi società di consulenza internazionale consigliano di spostare gli asset IP in Paesi che adottano regimi speciali di tassazione della proprietà intellettuale, non considerati paradisi fiscali.
Una tendenza negli ultimi tempi è rappresentata dai paesi ad alta tassazione che impongono nuove regole unilaterali per legare il luogo in cui i profitti sono contabilizzati e il luogo dove si svolge il lavoro. Oggi, infatti, è molto più difficile costituire una società in paese black list e ivi trasferirvi risorse se non si dispone in loco di uffici e/o di personale. Potresti arrivare a pagare a caro prezzo una decisione come questa, per questo se non sei una multinazionale è meglio trovare soluzioni alternative.
Man mano che il mondo diventa più trasparente dal punto di vista fiscale, sussistono molte incertezze in merito ai prezzi di trasferimento e all’offshoring dei beni di proprietà intellettuale. Più complicata è la struttura che crei, più difficile sarà non solo gestire, ma anche rispettare le tassazione internazionale. Alcuni paesi hanno cercato di incoraggiare intere aziende a spostarsi sulle proprie coste, sviluppando una legislazione a favore della proprietà intellettuale e fiscale. L’Irlanda è uno di questi paesi.
Il regime fiscale per la proprietà intellettuale in Italia
L’art. 6 del D.L. n. 146/21, conv. L. 17.12.2021 n. 2153, ha previsto l’abrogazione del Patent box e la sostituzione di tale regime con l’introduzione di una opzione per la maggiore deducibilità dei costi di ricerca e sviluppo su determinati beni immateriali (c.d. “super deduzione“). Si tratta di una deduzione fiscale del 110% degli oneri di ricerca e sviluppo sostenuti.
Per quanto riguarda le attività rilevanti ai fini dell’agevolazione, il provvedimento rinvia al decreto MISE del 26 maggio 2020 relativo al credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo. Rilevano pertanto:
- Le attività classificabili come ricerca industriale e sviluppo sperimentale ai sensi dell’art. 2 del citato DM;
- Le attività classificabili come innovazione tecnologica ai sensi dell’art. 3 del DM;
- Le attività classificabili come design e ideazione estetica ai sensi dell’art. 4 del DM;
- Le attività di tutela legale dei diritti sui beni immateriali.
Quali altri regimi fiscali sono favorevoli per la proprietà intellettuale?
Regimi simili a quello italiano, o comunque di favore si possono trovare anche in altri Paesi UE, oltre all’Italia. Se sei Facebook o Apple, spostare i tuoi marchi e brevetti in un paese a bassa tassazione è probabilmente un’ottima idea. Tuttavia, è importante capire che esiste una grande differenza tra una multinazionale e una piccola impresa di proprietà di un cittadino italiano.
In alcuni casi, questi imprenditori erano convinti di poter continuare a vivere negli Italia e guadagnare royalties sul loro IP utilizzando una società offshore. La realtà è che questi imprenditori non conoscono le disposizioni fiscali a cui sono sottoposti in Italia, che possono arrivare a rendere dannosa la costituzione di società offshore per detenere marchi o brevetti. Questo in quanto l’Italia applica un regime di tassazione dei redditi su base mondiale. Per questo motivo, è importante disporre di una strategia ben ponderata per spostare la tua attività offshore sin dall’inizio.
La verità è che, sebbene una holding di proprietà intellettuale separata possa avere senso per alcune piccole imprese, la maggior parte di noi può semplicemente detenere le attività della propria società in un’unica società offshore.
Molti imprenditori ritengono che il risparmio fiscale passi attraverso una fitta e complicata rete di aziende che si scambiano denaro. Tutto questo viene fatto senza considerare i rischi fiscali che si corrono, in nome di un risparmio fiscale che spesso viene mangiato dagli alti costi da sostenere. Non solo queste grandi strutture sono in genere inefficienti e costose da mantenere, ma comportano altri rischi che vengono raramente considerati, come la possibilità che la tua banca ritenga sospetta la tua versione dei prezzi di trasferimento e causi problemi.
I migliori Paesi a bassa tassazione per la proprietà intellettuale
Come di solito accade, il “migliore” è difficile da definire. Ogni persona e ogni azienda ha le proprie circostanze e requisiti che rendono il loro paese migliore diverso da quello di qualcun altro. In alcuni casi, alcuni piccoli dettagli potrebbero cambiare un’intera strategia. Pertanto, è importante creare un piano completo prima di spostare la proprietà immateriale dell’impresa all’estero.
Mauritius
Mauritius, una nazione insulare dell’Oceano Indiano, è nota per le sue spiagge, lagune e vegetazione tropicale è anche uno dei Paesi IP a con basso regime fiscale. Situata appena al largo della costa orientale dell’Africa, l’isola di Mauritius ha da tempo offerto politiche fiscali favorevoli per le imprese. Tuttavia, non è una giurisdizione a tassazione zero. Tutti i redditi delle società maturati o derivati da una società delle Mauritius sono soggetti a un’aliquota del 15%. La stessa aliquota viene applicata ai canoni di proprietà intellettuale sotto forma di ritenuta alla fonte.
Il governo delle Mauritius ha approvato un piano per rafforzare la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, incluso l’inserimento di trattati internazionali sul diritto di proprietà industriale. In particolare riguarda i brevetti, i modelli di utilità, il trattato di cooperazione in materia di brevetti, i progetti di layout, la protezione di nuove varietà di piante, i disegni industriali, l’accordo dell’Aia, nonché marchi, nomi commerciali, indicazioni geografiche e il protocollo di Madrid. Ciò renderà le questioni relative alla proprietà intellettuale a Mauritius molto più accessibili.
Lussemburgo
Le società lussemburghesi sono tra le opzioni per detenere marchi e brevetti, ma per prima cosa devi determinare se devi prima offshore la tua proprietà intellettuale. Nonostante sia comunemente considerato un paradiso offshore, il Lussemburgo non è un paradiso fiscale e in realtà tassa i profitti delle società intorno al 28%. Tuttavia, il Lussemburgo non ha mai avuto regole di ritenuta alla fonte specifiche che le abbiano consentito di svolgere il ruolo di intermediario, dato il suo accesso ai trattati fiscali come parte dell’Europa.
Tuttavia, nel 2007 il Lussemburgo ha introdotto il proprio regime di legge sulla proprietà intellettuale, che offre un’esenzione dell’80% sull’imposta sul reddito delle società per la maggior parte dei tipi di beni industriali, compresi i brevetti tecnologici, ma non per opere letterarie come libri o opere d’arte. Per le società tecnologiche e altri con brevetti che desiderano una giurisdizione sicura, l’aliquota fiscale netta del Lussemburgo del 5,6% non è affatto male. La sfida è garantire che i movimenti di denaro soddisfino i criteri del Lussemburgo. I requisiti sono stati inaspriti negli ultimi anni a causa delle nuove leggi antiriciclaggio.
Svizzera
La Svizzera offre numerosi diritti di proprietà intellettuale per qualsiasi cosa, dai brevetti ai marchi, dai diritti d’autore ai diritti di progettazione. Nuove invenzioni qualificanti possono essere protette in Svizzera per un massimo di 20 anni e prodotti farmaceutici e pesticidi possono essere concessi altri cinque anni dopo il periodo originale di 20 anni. I marchi sono protetti per dieci anni dopo la registrazione e possono essere rinnovati per ulteriori periodi di dieci anni senza limiti.
Le opere artistiche e letterarie, nonché i programmi per computer, sono tutti protetti dalla legge sul copyright in Svizzera dalla data della loro creazione. La registrazione non è possibile, ma non è nemmeno necessaria. I diritti di progettazione, che proteggono l’aspetto dei prodotti bidimensionali e tridimensionali, sono anch’essi protetti dal diritto svizzero. Un design è protetto per cinque anni alla volta e può essere rinnovato per un massimo di 25 anni.
Finché l’IP è venduto come parte delle attività private di un individuo, i guadagni derivanti da tale vendita non sono tassabili. Tuttavia, se la vendita del PI appartiene a attività commerciali o di partnership di un individuo, le imposte sul reddito sono dovute alle aliquote ordinarie su tutti i redditi basati su PI. Le imposte in Svizzera possono andare dal 17% e non vanno oltre il 40%. Se hai intenzione di conservare la tua proprietà intellettuale in Svizzera, assicurati che sia registrata come un bene privato.
Hong Kong
I marchi destinati o attualmente in uso a Hong Kong possono essere registrati presso il Dipartimento di proprietà intellettuale (IPD) delle giurisdizioni. Il sistema funziona in base al principio “primo utilizzo“, il che significa che i diritti di proprietà intellettuale su un determinato marchio si basano su chi lo ha utilizzato per primo anziché su chi è stato il primo a registrarsi. I marchi possono essere detenuti indefinitamente, ma devono essere rinnovati ogni dieci anni.
A differenza dei marchi, i brevetti sono concessi a Hong Kong su una base “first to file” invece della prima persona che ha creato l’invenzione in questione. Di conseguenza, è importante che gli inventori brevettino rapidamente. Ancora più importante, i brevetti di Hong Kong possono essere registrati solo su brevetti già ottenuti in altre tre giurisdizioni: la RPC (Cina), l’Ufficio europeo dei brevetti o l’Ufficio brevetti del Regno Unito.
Il processo per ottenere un brevetto a lungo termine per venti anni può richiedere da tre a cinque anni. Il diritto d’autore viene concesso automaticamente a Hong Kong al momento della creazione, ma si consiglia agli autori, agli artisti o ai programmatori di allegare un avviso di copyright al proprio lavoro con il proprio nome e la data di pubblicazione.
L’aspetto negativo dell’utilizzo di Hong Kong per offshoring del proprio IP è che il reddito derivante da un’attività commerciale, professionale o commerciale di Hong Kong effettuata a Hong Kong è tassabile. Tutti i canoni ricevuti da un non residente per il diritto a brevetto, design, marchio, processo segreto o materiale protetto da copyright sono soggetti all’aliquota del 16,5% per le società o 15% per le imprese non costituite in società.
Dubai EUA
Dubai offre diritti di brevetto, marchio commerciale, copyright e design. I brevetti sono concessi per 20 anni e modelli di utilità per dieci. I marchi devono essere registrati per essere protetti dall’IPPD di Dubai, sebbene i marchi ben noti siano protetti in una certa misura senza registrazione.
Il copyright può anche essere registrato con l’IPPD ed è generalmente raccomandato nonostante il fatto che il copyright sia concesso al momento della creazione. Anche i diritti di progettazione sono registrati presso l’IPPD e la protezione è estesa fino a dieci anni. I segreti commerciali e altre informazioni riservate sono protetti a Dubai ai sensi delle leggi generali, penali e sul lavoro.
Poiché gli Emirati Arabi Uniti sono una giurisdizione esente da imposte, le uniche commissioni che pagherai per i tuoi diritti di proprietà intellettuale saranno quelle necessarie per registrare una licenza o registrare la tua creazione.
Ungheria
L’Ungheria è una stella nascente tra le sedi di proprietà intellettuale. Il paese offre diritti di proprietà intellettuale per brevetti, marchi, proprietà industriale, segreti commerciali, software e altre risorse che funzionano come brevetti come design, tipi di varietà vegetali, medicinali, ecc.
L’aliquota fiscale può essere compresa tra il 5% e il 9,5% grazie a una detrazione del 50% dal reddito imponibile. Qualsiasi IP acquisito o sviluppato da un’entità ungherese dopo gennaio 2012 può essere venduto in esenzione fiscale a condizione che l’acquisizione dell’IP sia comunicata alle autorità fiscali ungheresi entro 60 giorni dalla vendita.
Isole Cayman
Le Isole Cayman hanno recentemente subito modifiche positive alle sue leggi in materia di diritti di proprietà intellettuale. A partire dal 1 ° agosto 2017, le Isole Cayman hanno un sistema autonomo di registrazione dei marchi indipendente dai sistemi del Regno Unito e dell’UE. In precedenza, chiunque desiderasse registrare un marchio nelle Isole Cayman doveva prima registrarsi nel Regno Unito e quindi richiedere un’estensione.
Questo è ancora il caso di brevetti, diritti d’autore e diritti di progettazione, ma la giurisdizione ha iniziato il processo per creare un regime di PI indipendente dal Regno Unito, il che può significare solo cose buone per l’autonomia delle Isole Cayman.
Ciò è particolarmente incoraggiante considerando che non vi è alcuna imposta sulle società, sul reddito o alla ritenuta alla fonte nelle Isole Cayman. Tuttavia, al fine di richiedere i maggiori benefici fiscali, sarà necessario essere in grado di dimostrare che esiste una mente, una gestione e un controllo e una sostanza per la propria attività situata nelle Isole Cayman.
Bermuda
A differenza della precedente configurazione nelle Isole Cayman che richiedeva una richiesta di estensione di una registrazione di proprietà intellettuale nel Regno Unito, il Bermuda Patent Act consente la registrazione automatica di un brevetto concesso nel Regno Unito. Il brevetto conferisce al proprietario diritti esclusivi sull’uso dell’invenzione per un periodo di 16 anni e può essere rinnovato per un periodo di sette anni. E, a differenza di Hong Kong, dove il processo può richiedere fino a cinque anni, il processo di registrazione per i brevetti in Bermuda richiede solo tre mesi.
Cipro
Cipro ha uno dei regimi fiscali IP più interessanti in Europa. Come stato membro dell’UE, Cipro è firmataria di tutti i principali trattati e protocolli IP. Offre inoltre un’aliquota d’imposta sulle società bassa del 12,5%, il che significa che, con l’esenzione fiscale dell’80% sui diritti d’autore per le società di partecipazione IP, l’aliquota fiscale effettiva è solo del 2%. I pagamenti possono anche essere percepiti in assenza di ritenute alla fonte.
Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito e Danimarca
Sebbene non offrano piani globali per i diritti di proprietà intellettuale, ci sono diversi paesi che potresti voler prendere in considerazione per un’ulteriore pianificazione fiscale IP.
I Paesi Bassi offrono una percentuale del 5% per i brevetti sviluppati autonomamente. Questo tasso più basso può applicarsi anche alle attività non brevettuali se è stato rilasciato un certificato di ricerca e sviluppo. La copertura nei Paesi Bassi non è estesa come in altri paesi; sia il copyright che i marchi non sono inclusi nelle leggi fiscali IP del paese. Tuttavia, l’assenza della ritenuta alla fonte della sovranità rende i Paesi Bassi un’interessante giurisdizione intermedia.
Il Belgio ha iniziato il suo sistema di PI nel 2008 e ha modellato il piano dopo Lussemburgo e Paesi Bassi. Offre un’aliquota di detrazione dell’80% per le entrate derivanti da brevetti concessi in licenza nel paese, rendendo l’aliquota fiscale effettiva in Belgio del 6,8%. Tuttavia, come i Paesi Bassi, i diritti di proprietà intellettuale offerti in Belgio sono limitati. A differenza dei Paesi Bassi, il Belgio applica una ritenuta alla fonte del 15%.
Il Regno Unito
Nel 2009, il Regno Unito ha annunciato che si sarebbero uniti anche al carrozzone IP. Tuttavia, hanno anche limitato il loro regime di proprietà intellettuale ai brevetti, escludendo il copyright su software e marchi di computer. Anche se non inferiore al 2% offerto a Cipro, rispetto all’imposta sulle società del 24% nel Regno Unito, l’aliquota del 10% per la proprietà intellettuale è decente.
Infine, sebbene la Danimarca non abbia un regime di proprietà intellettuale, potrebbe fornire una soluzione interessante per le strutture dei diritti d’autore. La definizione nazionale di royalties della Danimarca non include il copyright, il che significa che la ritenuta alla fonte non è applicabile ai canoni pagati sul copyright in Danimarca. Ciò rende la Danimarca un’interessante giurisdizione intermedia per i diritti d’autore.
Proprietà intellettuale: importanza del fattore tempo
Ovunque tu scelga di registrarti, la chiave è iniziare presto. Strutturare i diritti di proprietà intellettuale è un fattore sempre più importante in un piano fiscale internazionale di successo. Il numero di paesi che partecipano al gioco aumenta ogni giorno. Più concorrenza è generalmente una buona cosa per me e te, dandoci più opzioni con cui lavorare. Sebbene richieda una maggiore due diligence, è un passaggio importante che non deve essere ignorato. Determinare la struttura delle risorse IP nelle prime fasi del processo di sviluppo ti garantirà una maggiore flessibilità lungo la strada per trasferire le risorse e godere dei profitti delle tue creazioni.
Se necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento.
Ti anticipo che noi non possiamo operare direttamente per la costituzione di società estere, ma possiamo fornirti consulenza per pianificare al meglio il tuo processo di internazionalizzazione, indicandoti come operare nel rispetto della normativa fiscale nazionale e convenzionale in materia. Negli anni abbiamo aiutato molte imprese nei loro processi di internazionalizzazione e le affianchiamo, lato italiano, per operare nel modo più corretto.