Tra le misure contenute nel decreto Superbonus troviamo anche le discusse plastic tax e sugar tax. Intorno a queste due previsioni si sta consumando un acceso dibattito, con la protesta soprattutto delle imprese.
Le due tasse seguiranno destini diversi: mentre la plastic tax sarà prorogata fino a luglio 2026, la sugar tax entrerà in vigore dal 1° luglio di quest’anno in versione soft, per poi entrare in vigore a pieno regime a partire da luglio 2026. Come riporta Il Sole 24 ore queste tasse comportano un gettito che si aggira sui 650 milioni di euro annui.
Vediamo di seguito maggiori dettagli.
Plastic tax e sugar tax: cosa sono?
Era stata la legge di bilancio 2020 del primo governo Conte ad aver introdotto i due nuovi tributi: la Plastic Tax, cioè l’imposta sul consumo dei manufatti in plastica con singolo impiego, e la Sugar Tax, cioè l’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate. Le due tasse, pensate per colpire l’utilizzo delle inquinanti plastiche monouso e il consumo delle poco salutari bevande zuccherate, si erano subito rivelate di complicatissima applicazione, e avevano acceso la rivolta delle imprese dei due settori colpiti.
Nello specifico la plastic tax vale per pellicole, fogli, pellicole, bottiglie, buste, vaschette alimentari, per alimenti, contenitori in tetrapak, imballaggi in polistirolo espanso, pluriball e altre tipologie di prodotti in plastica pensati per essere usati solo una volta. La sugar tax riguarda, come abbiamo detto, le bevande zuccherate che impattano sulla salute pubblica, e con la sua previsione se ne vuole ridurre il consumo.
Quanto al loro ammontare la Plastic Tax è un’imposta dal valore fisso di 0,45 euro che produttori, importatori e consumatori dovrebbero pagare per ogni chilo di prodotti in plastica, venduti o acquistati. La Sugar Tax è un’imposta che colpisce invece il consumo di bevande analcoliche edulcorate nella misura di 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti e 0,25 euro per kg nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione.
La storia di queste due tasse è stata costellata di continui rinvii dal 2020. Infatti il decreto rilancio del 2020, quando eravamo in pieno periodo Covid, aveva rinviato le due imposte al 1° gennaio 2021. Poi la legge di bilancio 2021 aveva posticipato al 1° luglio 2021 la plastic tax e al 1° gennaio 2022 la sugar tax. Il decreto Sostegni bis del maggio 2021 aveva riallineato le due imposte, riportato la plastic tax al 1° gennaio 2022. Poi ci sono state le due leggi di bilancio 2022 e 2023 che hanno posticipato le due misure di un anno, cioè, per l’ultima, fino al 1° gennaio 2024. Con la manovra 2024, dopo tante discussioni sulla possibile abolizione delle due tasse, è arrivato l’ultimo rinvio al luglio 2024, che è quello attualmente in vigore. Si sono susseguiti in pratica 7 rinvii, e adesso dovremmo essere arrivati allo step finale.
Emendamento al decreto Superbonus su plastic tax e sugar tax
Gli interventi che riguardano la plastic tax e la sugar tax sono contenuti in un emendamento presentato al D.L n. 397/2024 (decreto Superbonus). Si tratta di una proposta di modifica che è stata bollinata dal Governo e ora in discussione al Senato.
L’emendamento predispone la proroga della plastic tax a luglio 2026. La sugar tax viene invece tagliata: per i prodotti finiti, si passa a 5,00 euro per ettolitro (da 10,00 euro), ma, a decorrere dal 1° luglio 2026 (come nella norma originaria della manovra 2020), ritorna a 10,00 euro per ettolitro; per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione, si scende a 0,13 euro per chilogrammo, ma, dal 1° luglio 2026 (come nella norma originaria della manovra 2020) ritorna a 0,25 per chilogrammo.
Le proteste
La questione delle due imposte in oggetto ha destato critiche e malcontento. Mentre nel settore della plastica i produttori possono tirare per ora un respiro di sollievo, Assobibe (Associazione Bevande Analcoliche legata a Confindustria) replica in maniera dura contro la mossa del Governo: “Apprendiamo di un emendamento bollinato del Governo volto a non rinviare l’attuazione della Sugar tax, l’imposta che colpisce le sole bibite anche quando prive di zucchero. A poche settimane dalla data di entrata in vigore, prevista per il 1° luglio 2024, se confermata, rappresenta una doccia fredda dopo le ripetute dichiarazioni sul non voler vessare le imprese e le rassicurazioni date al comparto anche nelle ultime settimane sul tema”. Dichiarazioni, queste, fatte ancora prima della conferma dell’emendamento del Governo.
Il presidente di Assobibe, Giangiacomo Pierini, ha anche specificato che “non è immaginabile che il costo della Sugar tax venga assorbito dall’industria, per cui c’è da aspettarsi un incremento dei prezzi con danni per i consumatori che acquisteranno di meno, noi stimiamo volumi in diminuzione del 16%”. Allo stesso tempo Pierini immagina danni anche “per l’intera filiera perché da parte delle imprese ci sarà un minore acquisto di materia prima e di packaging. Questa norma anche se dimezzata delle aliquote, aumenta la fiscalità del 14% per litro di bevanda e colpisce il 100% dei nostri prodotti, per cui non c’è possibilità di intervenire“.
Per Assobibe, l’emendamento è stato una sorpresa. L’associazione ha infatti anche aggiunto: “Avevamo spiegato al ministro Urso la situazione. Abbiamo aderito al carrello tricolore contro l’inflazione, e la Sugar tax aumenterà l’inflazione. Abbiamo spiegato al ministro Lollobrigida quali saranno gli impatti della norma sull’agricoltura. Tutti ci avevano confermato che non c’era la volontà di nuove tasse, soprattutto prima dell’estate. E poi, la sugar tax aggiunge altri 70 adempimenti burocratici. Scoraggia gli investimenti visto l’aumento della fiscalità in un Paese dove già le tasse sono alte. Per noi è stato una sorpresa“.
Conclusioni
Il Governo è al lavoro per normare l’entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax. Tra critiche e proteste, in attesa della definitività del testo, si apprende che un emendamento al decreto Superbonus prevede la proroga della plastic tax a luglio 2026, mentre per la sugar tax ci sarà un’entrata in vigore in versione ridotta già da luglio di quest’anno, per entrare a pieno regime da luglio 2026.
Le associazioni dei produttori protestano, vedendo questa previsione come un fulmine a ciel sereno. Si prospettano infatti danni all’intero settore, almeno per quel che riguarda le bevande zuccherate.