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Pensione senza contributi: le soluzioni

Fisco NazionaleFiscalità del lavoroPensione senza contributi: le soluzioni

Il sistema previdenziale italiano, infatti, prevede due opzioni di pensione per chi non ha mai lavorato o per chi ha pochissimi contributi. Le soluzioni sono previste per le casalinghe ed i caregiver.

Andare in pensione avendo versato pochissimi contributi o senza sembra impossibile, ma in realtà ci sono alcune interessanti soluzioni.

Il nostro sistema previdenziale offre due opzioni per accedere al trattamento previdenziale in favore di coloro che non hanno mai lavorato oppure hanno versato pochi contributi. Si tratta della pensione per casalinghe e dell’assegno sociale.

Pensione casalinghe

Questa è la prima opzione per chi non lavora e, comunque, spera di ottenere una pensione futura. Come si ottiene? L’interessato/a deve iscriversi al Fondo casalinghe, tenuto presso l’INPS. Il fondo è stato pensato appositamente per i caregiver familiari, di entrambi i sessi, le casalinghe e anche per chi svolge il lavoro per la cura dei componenti della famiglia.

A chi è rivolta? Possono iscriversi le persone che non sono titolari di:

  • Pensione;
  • Forme di lavoro retribuito.

Possono iscriversi anche le persone che svolgono un lavoro part time, senza poter maturare una pensione minima. La domanda di iscrizione al fondo è telematica sul portale dell’Inps e viene accolta automaticamente. Può essere presentata anche tramite Patronato. Si può iniziare a versare contributi non appena si ricevono i bollettini.

Chi ne può beneficiare?

E’ accessibile da donne e uomini iscritti al Fondo Casalinghe al raggiungimento di almeno 5 anni di contributi e può essere in alternativa alla pensione di:

  • Inabilità riservata a coloro che abbiano una invalidità accertata a qualsiasi attività lavorativa;
  • Vecchiaia, a condizione di aver Fcompiuto almeno 57 anni d’età, oppure 65 anni nei casi in cui i versamenti non risultino sufficienti a maturare un assegno previdenziale pari almeno all’importo dell’assegno sociale maggiorato del 20%.

A quanto ammonta?

I versamenti al fondo sono liberi, ma è previsto un limite minimo fissato a 26 euro al mese. Quindi, si ottiene un anno di contribuzione con il versamento di circa 310 euro al mese.

Tuttavia, qualora i contributi versati non sono comunque sufficienti a maturare l’assegno per le casalinghe, allora questi restano silenti.

L’importo dipende dai versamenti effettuati. Più si versa, più l’importo sarà alto. Per fare un calcolo, versando 35 anni di contributi minimi, si può ottenere circa 1000 euro mensili.

L’importo viene determinato in base al metodo di calcolo contributivo, considerando la rivalutazione dell’ISTAT.

La domanda deve essere presentata sul sito dell’Inps, tramite il servizio dedicato. Naturalmente, la domanda può essere presentata solo da parte degli iscritti al fondo e in possesso dei requisiti richiesti.

Assegno sociale

A differenza della pensione per le casalinghe che richiede il versamento mensile di contributi, anche non lavorando, per ottenere l’assegno sociale, non serve il versamento di contributi.

Spetta nel rispetto di alcuni requisiti e condizioni:

  • Avere 67 anni d’età;
  • Essere cittadini italiani, di un Paese UE e iscritti all’anagrafe comunale o cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo;
  • Residenza stabile e continuativa in Italia per almeno 10 anni;
  • In stato di bisogno economico.

In merito all’ultimo punto, il requisito deve essere comprovato dal possesso di un reddito, inferiore alla soglia determinata annualmente.

Come funziona e a quanto ammonta

L’assegno viene erogato in misura piana quando il reddito personale pari a zero e in misura ridotta nel momento in cui il reddito si trova entro determinati limiti.

Spetta:

  • In misura piena senza reddito se non coniugati;
  • In misura ridotta, pari a 435 euro, se coniugati con reddito fino a 13.894 euro;
  • In misura ridotta, pari a 435 euro, se non coniugati con reddito personale annuo fino a 6.947 euro.

E per chi ha versato pochi contributi?

Il sistema previdenziale italiano offre alcune formule per andare in pensione avendo versato pochi contributi.

Uno di questi è l’opzione contributiva Dini, per chi ha versato 15 anni di contributi, fino ad un massimo di 18 anni e almeno un contributo pagato entro il 31 dicembre 1995 e 5 anni dopo il 1° gennaio 1996.

Sono previste anche altre ipotesi per chi ha versato solo 5 anni di contributi. In particolare, i lavoratori, che non hanno contributi versati prima del 31 dicembre 1995 e sono iscritti a casse previdenziali gestite dall’Inps, possono richiedere la pensione di vecchiaia contributiva.

I requisiti previsti sono i seguenti:

  • Avere 71 anni d’età;
  • 5 anni di contributi versati integralmente dopo il 31 dicembre 1995.
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    Sara Bellanza
    Sara Bellanza
    Classe 1995, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche. Appassionata di scrittura online da sempre, collaborando per la redazione di articoli in materia di diritto, fiscalità e lavoro.
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