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Marketer e guadagni online: guida alla tassazione

Aprire Partita Iva per guadagni online e affiliazioni, come e quando? La guida per pagare le imposte sui guadagni derivanti da banner pubblicitari, affiliazioni, e marketing. In questa guida vediamo le modalità di dichiarazione e i nostri consigli. Al termine della lettura sarai un Marketer migliore, ma soprattutto diminuirai le possibilità che l'Amministrazione finanziaria bussi alla tua porta.

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Sei un giovane Marketer che ha appena aperto un blog? Hai un business o stai per crearne uno online? Vuoi iniziare a monetizzare il tuo blog con advertising, banner pubblicitari e affiliazioni? Vuoi vendere i tuoi prodotti online? Se hai risposto in modo affermativo anche solo ad una di queste domande, sono sicuro che il più grande dubbio che hai in testa è: come riuscire a districarsi nella normativa fiscale, devo aprire partita IVA? Bene, questo contributo è fatto a posta per te!

Ho maturato esperienza sugli obblighi fiscali di business online e posso dirti che ancora oggi la maggior parte dei marketer che avvia la propria attività, ancora oggi non conosce o non ha chiari gli adempimenti fiscali obbligatori e le modalità di tassazione dei propri guadagni online. Questa situazione deriva sia da una normativa giuridica che ancora non è al passo con i tempi, ma soprattutto per la grande confusione che regna sul web su questi argomenti. Per questo motivo, se lavori con il web ti consiglio di non perderti questo articolo. Ho deciso di aiutarti a comprendere come gestire al meglio gli adempimenti fiscali legati ad affiliazioni, Google Adsense ed advertising online, questa è la guida per te.

Sei pronto? si comincia!

Marketer e guadagni online

Se stai gestendo un sito web, oppure un blog, e stai iniziando a guadagnare con l’affiliate marketing, in questa guida troverai tutte le risposte di cui hai bisogno. Ti spiegherò qual è l’errore più comune che quasi tutti commettono, la strada migliore per non correre rischi in ambito fiscale. Nel caso in cui tu non conosca cosa siano le affiliazioni e l’affiliate marketing e come puoi guadagnare online ti suggerisco di leggere questa guida: “Affiliate marketing: guadagni e tassazione“. Prima di proseguire, ci tengo precisare che quella che stai per leggere non è una guida per indirizzarti a quale sia la forma migliore di advertisement per il tuo blog. Se, invece, stai cercando di approfondire quali siano le migliori strategie per guadagnare online, in giro ci sono centinaia di articoli che parlano di questo, fatti da persone sicuramente più preparate di me sull’argomento.

Quello che, invece, troverai di seguito è ciò che nessuno vi ha ancora detto sull’affiliate marketing e sul guadagno online. Ovvero come essere in regola fiscalmente con i guadagni derivanti da banner pubblicitari ed affiliazioni (per quanti di voi invece utilizzino un blog per fare e-commerce, la guida che fa per voi è indicata sotto). A questo punto possiamo cominciare.

Affiliate marketing in Italia

Che tu sia un esperto di tecnologia, di giochi, o una fashion o travel blogger all’Amministrazione finanziaria poco importa. L’aspetto fondamentale è che tu sappia che ogni guadagno effettuato tramite il tuo blog (derivante da affiliazioni o banner pubblicitari) deve essere dichiarato ed assoggettato a tassazione, ai fini delle imposte dirette. Molte domande che ci arrivano dai nostri lettori derivano proprio dalla scarsa informazione che c’è su questo argomento.

Nessuno sa cosa deve fare. Spesso ci si affida al passaparola e si finisce con il commettere degli errori. Altri blogger, invece, preferiscono non inserire banner pubblicitari (come Adsense, Teads, Simply  o Plavid), soltanto perché non correttamente informati non vogliono trovarsi ad avere problemi fiscali legati a questo tipo di guadagni.

Niente di più sbagliato!

Quello che c’è da sapere è che al momento in Italia non esiste ancora una  vera e propria regolamentazione giuridica o fiscale che disciplini chiaramente come devono essere dichiarati i guadagni on-line derivanti da affiliazioni commerciali e advertising!

Per questo su internet si trovano informazioni spesso non corrette, frutto della confusione che ancora regna su questi argomenti (pareri improvvisati o soluzioni discutibili promosse da addetti ai lavori). Invitandoti a seguire soltanto informazioni quanto più certificate e attendibili, vediamo quali sono i miei consigli sull’argomento. Fatta questa doverosa premessa, per capire come dichiarare all’Amministrazione finanziaria i propri guadagni online è necessario monitorare e rendicontare i guadagni che ci arrivano dalle varie forme di advertisement.

Marketer e Partita Iva

“Se avvio un’attività di affiliate Marketing (o guadagni online) sul mio blog posso evitare di aprire Partita Iva?”

Questa è la domanda che  più spesso mi viene rivolta da giovani marketer. Ovvero se possono evitare di aprire partita IVA quando monetizzano sul loro blog. Ebbene, a questa domanda c’è una sola risposta: aprire la partita IVA non è una facoltà ma un obbligo se l’attività che stai svolgendo è un’attività commerciale esercitata abitualmente.

Per l’Amministrazione finanziaria l’attività di affiliate marketing e la gestione di banner pubblicitari all’interno di un sito web sono da considerare come attività commerciali di tipo abituale. Questo significa, quindi, è si rende obbligatoria l’apertura di una partita IVA. L’apertura di una posizione IVA non è una facoltà ma piuttosto un obbligo legato all’esercizio di un’attività economica di tipo abituale. Di fatto, quindi, il volume dei compensi che si vanno a percepire non influisce sulla necessità di operare con partita IVA. Comprendere da subito questo aspetto è molto importante. Infatti, effettuare la giusta scelta ed individuare il regime fiscale da adottare con la partita IVA è il primo passo per iniziare l’attività nel modo giusto (evitando di doverti preoccupare di possibili sanzioni).

Falsi miti del web sulla partita IVA

Su questo argomento in rete si trovano le più discordanti e fantasiose interpretazioni. Tra tutte quella che ancora oggi è la più diffusa riguarda il falso mito della soglia di 5.000 euro. Si tratta del presunto limite al di sotto del quale sarebbe possibile esercitare qualsiasi attività senza partita IVA. Ebbene, è opportuno ribadirlo ancora una volta: non ci sono disposizioni fiscali che consentono, ad oggi, di avere soglie di esenzione dalla partita IVA. Questa è obbligatoria ogni volta che siamo di fronte ad un’attività economica svolta in modo abituale nel tempo. Possiamo affermare, quindi, che l’apertura della partita IVA è condizionata a situazioni “di fatto” e non a parametri oggettivi. Come ad esempio può essere il fatturato.

Ogni caso deve essere valutato individualmente con l’ausilio di un commercialista esperto

Questa premessa alquanto doverosa, ci costringe però a fare delle riflessioni importanti!

Abbiamo detto che la partita IVA è necessaria quando si vuole avviare un’attività di affiliate marketing o di gestione di banner pubblicitari all’interno di un sito web. Questo perché tale attività commerciale è abituale e continuativa nel tempo.

Quindi, i piccoli siti web, come fanno a restare in regola con la normativa fiscale?

Valutazioni di convenienza

I piccoli siti web, o blog che ospitano banner pubblicitari o avviano le loro campagne di affiliazione sono tenuti a regolamentarsi tramite l’apertura di una partita IVA, per dichiarare i guadagni, spesso davvero esigui, e per questo è bene capire se è conveniente aprire la partita IVA. Diciamo subito che aprire la partita IVA ha un costo, legato sia al Commercialista che ti seguirà per gli adempimenti fiscali periodici, sia per quanto riguarda la tassazione ed i contributi previdenziali obbligatori da versare (l’importo ordinario si aggira intorno alle 4.000 euro annue).

Si tratta di cifre che molti blogger, almeno inizialmente, non sono in grado di generare. In tutti questi casi aprire partita IVA non consentirà nemmeno di coprire tutti i costi legati alla gestione.

Quindi meglio lasciar perdere affiliazioni e pubblicità online? Per guadagni esigui di qualche centinaia di euro all’anno sicuramente è la soluzione migliore. Quello che dico sempre agli imprenditori che mi contattano in consulenza per essere seguiti nella loro attività è di non spaventarsi degli obblighi fiscali. Tra gli investimenti iniziali del business che si sta avviando si deve considerare anche il costo legato alla compliance fiscale e previdenziale. Sottovalutare questi aspetti potrà farti risparmiare qualcosa nel breve periodo ma si rischia di pagare questa irregolarità nel momento in cui, in futuro, potrebbero arrivare i controlli. L’applicazione di sanzioni, infatti, potrebbe rendere vano il risparmio iniziale. Per questo motivo, la fase di pianificazione del business è fondamentale per capire la sostenibilità dell’attività che stai andando ad avviare.

Apertura della Partita IVA

La compliance fiscale di un business online passa attraverso l’apertura della partita IVA. Aprire partita IVA è un adempimento obbligatorio che non presenta dei costi vivi. Hai la possibilità di aprire la partita IVA in autonomia presentando i modelli previsti direttamente presso uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, il miglior consiglio che posso darti è quello di affidarti all’ausilio di un dottore commercialista esperto. Se non ne hai uno di riferimento, contattami pure, sarò lieto di aiutarti! Ci faremo una chiaccherata, ci conosceremo meglio, ed analizzeremo insieme la tua attività. In questo contesto valuteremo insieme le opzioni migliori per il tuo business.

Uno degli aspetti più importanti connessi all’apertura della partita IVA riguarda la scelta del codice attività (ATECO). Per le attività di marketing, affiliazioni, etc, il codice da utilizzare è il seguente:

Codice attivita’: 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari

Il secondo adempimento che devi considerare riguarda l’iscrizione in Camera di Commercio (costo circa €. 80 annue se si opera individualmente). L’iscrizione è obbligatoria per tutte le attività di tipo commerciale.

Da un punto di vista previdenziale deve essere valutata l’iscrizione alla gestione commercianti dell’Inps (circa 4.000 euro annue, dovute indipendentemente dai guadagni percepiti). Tieni presente che non sempre i contributi alla gestione commercianti sono dovuti interamente. In alcuni casi, al verificarsi di alcuni requisiti, potrai essere esonerato dall’iscrizione, oppure, se detieni altri requisiti, potrai versare in misura ridotta. Non dimenticarlo! Parleremo di tutto questo insieme e potrai capire gli adempimenti che ti spettano!

L’errore che molti commettono e pensare che avvalersi dell’ausilio di un commercialista sia un costo aggiuntivo, in realtà, se ti avvali del giusto consulente, investirai sul successo della tua attività, in quanto ti potrai dedicare con sicurezza esclusivamente a far crescere il tuo business online!

Il regime fiscale del marketer

Una volta aperta partita IVA si deve scegliere il regime fiscale da adottare. Per i soggetti che aprono partita IVA per la prima volta, e che ne rispettano i requisiti di accesso (puoi approfondirli quì: “Regime forfettario: requisiti e vantaggi“), è possibile aderire al regime forfettario. Si tratta di un regime fiscale particolarmente vantaggioso. Consente di essere esonerati dagli adempimenti IVA, dalla tenuta delle scritture contabili, e dall’applicazione degli ISA. Si tratta, in buona sostanza, di un regime fiscale di vantaggio che limita al massimo gli oneri fiscali per il contribuente, e che quindi si presenta un regime fiscale da sfruttare. In pratica per i guadagni derivanti da affiliazioni e da banner pubblicitari, l’imprenditore può emettere la fattura sulla base dell’effettivo compenso versato sul conto corrente dall’agenzia pubblicitaria.

Con la partita IVA ogni anno è necessario presentare la dichiarazione dei redditi, attraverso la compilazione del modello “Redditi PF“. Le uscite per il pagamento delle imposte saranno pari al 5% del reddito netto (per i primi cinque anni di attività, poi al 15%). A cui poi dovranno aggiungersi i versamenti previdenziali Inps.

Per quanti di voi marketer si chiedano quale sia il regime naturale nel momento in cui non è possibile accedere al regime forfettario,  la risposta è semplice. Il regime fiscale da utilizzare in questo caso è quello della contabilità semplificata. Regime utile fino al raggiungimento di 700.000 euro annui di ricavi. In questo regime, naturalmente, gli oneri contributivi e gli adempimenti fiscali aumentano. Questo vuol dire, adempimenti IVA, spesometro, ma soprattutto la tenuta delle scritture contabili!

Soluzione al problema dei contributi

Il problema maggiore che devono superare i Marketer che svolgono un’attività di affiliazione e che vorrebbero aprire la partita IVA è rappresentato dai contributi fissi Inps dovuti alla gestione commercianti. Contributi obbligatori da versare a prescindere dal proprio volume di affari. Se l’attività di affiliazione è svolta in maniera continuativa hai capito che ciò implica l’apertura della partita IVA. Tuttavia, se i ricavi sono di poche centinaia di euro all’anno, il rischio è che i contributi previdenziali superino il reddito. Questo aspetto, non certo trascurabile, ha rappresentato negli anni uno dei deterrenti maggiori all’apertura della Partita Iva da parte dei web Marketer italiani.

Ma con il regime forfettario le cose migliorano!

Chi ha i requisiti per entrare in questo regime fiscale di vantaggio, può beneficiare di una riduzione del 35% dei contributi fissi. Per poter beneficiare di questo regime contributivo agevolato è necessario inviare all’Inps un’apposita comunicazione telematica in sede d’iscrizione o, per coloro che sono già iscritti, entro il 28 febbraio dell’anno di decorrenza dell’agevolazione contributiva. Per approfondire: “Riduzione contributi INPS regime forfettario“.

Marketer, non lasciarti sfuggire questa occasione!

Marketer e fatturazione

Una volta scelto il regime fiscale più appropriato, non rimane che iniziare a dedicarsi al proprio business. Naturalmente avendo cura di fatturare tutte le operazioni attive e passive riguardanti la tua attività. La tassazione, infatti, viene effettuata su quello che viene chiamato reddito imponibile costituito dalla differenza tra le operazioni attive (ricavi), e i componenti negativi (costi) relativi a ciascun periodo di imposta. Quando, come nel caso di advertising o affiliazioni commerciali si percepiscono compensi da parte di soggetti esteri (compagnie di affiliazione, Google, o compagnie pubblicitarie), è necessario chiedersi come effettuare correttamente fattura nei confronti di questi soggetti. Ogni fattura deve contenere, infatti, apposite indicazioni obbligatorie che permettano alla controparte di capire chi è il debitore di imposta per quanto riguarda l’IVA. Per evitare di commettere errori nella fatturazione di queste operazioni ti consiglio di chiedere sempre ausilio al tuo commercialista di fiducia.

Per approfondire ti lascio il link a due articoli nei quali ho trattato con maggior e dettaglio questi argomenti:

Google Adsense: la corretta fatturazione“.

Operazioni estere nel regime forfettario“.

Guadagni da e-commerce

Per quanto riguarda i guadagni derivanti da attività di E-commerce, ti ricordo che questa attività è considerata dall’Amministrazione finanziaria come una attività commerciale. Per questo tale deve essere esclusivamente regolata attraverso l’apertura di una partita IVA, a prescindere da quale sia il volume annuo dei vostri ricavi. Si tratta di una disciplina piuttosto complessa che presuppone l’iscrizione anche alla gestione commercianti dell’Inps. La quale prevede il versamento di contributi minimi fissi, a prescindere dal reddito effettivamente percepito dall’attività. Per questo motivo, prima di intraprendere questo tipo di attività è consigliabile rivolgersi ad un consulente (di solito ad un dottore commercialista), per pianificare insieme l’avvio dell’attività. Pianificazione che passa attraverso la redazione di Business Plan, che possa aiutarti a pianificare la fase di Start-Up e valutare opportunamente costi e benefici di tutta l’operazione.

In ogni caso, per maggiori informazioni ti rimando a questo mio contributo: “Aprire Partita Iva per la vendita di beni in e-commerce“.

Marketer e guadagni online: conclusioni e consulenza

Spero sinceramente di averti aiutato effettivamente a comprendere le modalità di tassazione dei guadagni derivanti dall’affiliate marketing e dall’advertising pubblicitario.

Ci tenevo soprattutto a metterti in guardia dalle imprecisioni che puoi trovare in rete su quest’argomento (e sono tante). Ad ogni persona che mi contatta su questo argomento devo rispiegare per bene tutto questo, perché in rete le false informazioni che si leggono sono tantissime. So che però i dubbi restano tanti, soprattutto in un campo di attività scarsamente regolamentato e che lascia spazio a molteplici interpretazioni. Nell’incertezza, fatti guidare dall’esperienza e dalla professionalità di un commercialista. Quando si inizia una nuova attività è fondamentale pianificare in anticipo i costi e gli investimenti da effettuare per capire quali sono le risorse finanziarie di cui avrai bisogno per partire. Questo tipo di attività, solitamente, avviene attraverso la presentazione di un business plan. Questo documento che, può sembrare poco utile, molto spesso è il documento che permette all’imprenditore di rendersi davvero conto della fattibilità del suo progetto imprenditoriale e sulle capacità di andare a reperire sul mercato le risorse finanziarie di cui necessita.

Se sei un Marketer o vuoi diventarlo e  hai dei dubbi, domande, oppure ti va semplicemente di farmi conoscere il tuo parere, lasciami il tuo commento qui sotto!

Altrimenti puoi utilizzare l’apposito servizio di consulenza on-line. Ti risponderò nel più breve tempo!

37 COMMENTI

  1. ciao, grazi del tuo articolo, una piccola domanda, io ho già la partita iva ma per un altra attività (nutrizionista) con un codice quindi differente, come posso fatturare per attività di internet marketing? grazie mille

  2. Fatturerà con quella partita Iva, le modalità tecniche, mi scusi, ma sono per i miei clienti.

  3. Buon pomeriggio Federico, molto interessante davvero, è possibile scriverti via email per ulteriori chiarimenti in ambito fiscale?

  4. Salve, articolo molto esaustivo per quanto riguarda sia il fronte “Affiliazioni” che “e-Commerce”.
    Il mio dubbio è questo : se il medesimo soggetto intendesse generare ricavi (o meglio l’intento sarebbe quello) sia dalla attività di blogging/affiliazione sia avviare un e-commerce, in quel caso come si dovrebbe inquadrare? L’attività di e-commerce potrebbe diciamo “inglobare” a livello normativo/fiscale quella di “blogging”? Possedendone i requisiti si potrebbe usufruite delle “sconto” sui contributi INPS?
    Grazie!

  5. E’ opportuno in questo caso avere due attività diverse contraddistinte da diversi codici attività. La riduzione Inps è possibible se si possiedono i requisiti. Per maggiori info e approfondimenti mi contatti in privato.

  6. Salve, da poco sono diventato un affiliato Gearbest. I guadagni al momento sono veramente esigui, ma oggi mi sono posto il problema fiscale.
    Da quello che ho letto sopra, i banner nei siti o blog sono considerati attività continuativa e quindi è necessario aprire una partita iva, ma pubblicizzare prodotti su una pagina Facebook viene considerato anche attività continuativa? In questo caso visto che i guadagni sono di poche decine di euro al mese è possibile utilizzare la stessa modalità che ha illustrato per l’Adsense, cioè tenere in sospeso i pagamenti sul programma di affiliazione e ritirarli solo nel momento in cui la somma diventa importante e quindi è possibile sostenere le spese necessarie?
    Invece per Amazon ho scelto come modalità di pagamento i buoni regalo, anche questi sono soggetti a tassazione o non è necessario dichiararli?

  7. Anche la pubblicità su fb di prodotti è considerata attività commerciale. La soluzione di sospendere i pagamenti è quella migliore in quanto consente di iniziare l’attività e vederne la fattibilità economica, prima di avviare a tutti gli effetti l’attività in regola fiscalmente.

  8. Salve, ho creato una app Android e volevo pubblicarla sui vari market, Google Play ad esempio.
    L’app è gratuita e contiene degli annunci pubblicitari.
    Non ho idea dei possibili guadagni (credo molto esigui) e/o del possibile successo dell’app.
    Avendo già una assistenza INPS, in quanto lavoratore dipendente in un’azienda Automotive, sono obbligato ad aprire una partita IVA e pagare nuovamente i contributi INPS o è sufficiente dichiarare gli eventuali guadagni sul modello Unico?

    Grazie

  9. Per essere in regola dovrà aprire partita Iva, magari valutando la possibilità di scegliere un regime fiscale agevolato. Poi si potrà verificare anche se ha diritto a riduzioni o all’eliminazione dalla contribuzione Inps. Se vuole maggiori info risentiamoci in privato per una valutazione di convenienza.

  10. Che percentuale di Iva bisogna applcare ai banner pubblicitari online venduti ad aziende del territorio?

  11. Bisogna vedere il tipo di prestazione e il soggetto che la riceve. In generale sono operazioni imponibili Iva.

  12. Salve, da quello che so io i requisiti che deve presentare un’attivitá – online o meno – per essere considerata tale da aprire partita iva e non lavoro occasionale sono due, la continuitá nel tempo e l’organizzazione professionale del lavoro che ci sta dietro. Ora, non per tutti i blog o siti sono presenti entrambi questi requisiti, se si tratta di un sito a carattere amatoriale, non aggiornato con regolaritá, e dietro al quale non c’è nessuna attivitá professionale organizzata, a mio avviso una situazione del genere non rientra nel caso di attivitá commerciale che richiede apertura di partita iva. Cosa ne pensa?
    Grazie per il suo parere

  13. Quello che afferma è corretto, ma se si tratta di sito amatoriale non dovrebbe esserci attività commerciale. Nel momento in cui si effettuano attività online, come affiliazioni, banner pubblicitari, infoprodotti in vendita etc, si presuppone che l’attività esercitata sia professionale e non amatoriale, ed il fatto che tali prodotti siano giornalmente esposti sul sito fa presumere il secondo requisito, ovvero l’abitualità dell prestazione. Bisogna fare attenzione. Tuttavia, la situazione va valutata caso per caso e alternative iniziali esistono. Basta affidarsi al giusto consulente.

  14. ciao, vorrei un’informazione circa le “paid to click”. in questo caso, un utente, come deve comportarsi dal punto di vista fiscale? e considerando un “guadagno teorico” di qualche centinaio di euro al mese, ha l’obbligo di partita iva (considerando che svolge un’attività che non credo si possa definire come lavoro)?

  15. E’ un’attività commerciale quindi è obbligatorio l’esercizio con partita Iva a prescindere dal fatturato raggiunto. Se vuole ne parliamo in privato.

  16. Ciao!

    è possibile utilizzare la sospensione dei pagamenti anche con altre attività? Mi spiego meglio. Nel caso in cui debba aprire un sito per rivendita di prodotti con modello dropshipping, possibilmente utilizzando shopify come piattaforma e Stripe per i pagamenti, Potrei non aprire partita iva per questo tipo di attività fino a che non riscuoto i ricavi? In questo caso ho già verificato. Stripe da la possibilità di effettuare manualmente gli accrediti verso il proprio conto bancario. Sarebbe una ottima notizia per iniziare questo modello di business.

    Regards,

    Marco

  17. Quando si opera online per la vendita di prodotti, si sta effettuando un’attività commerciale da esercitare obbligatoriamente in regola da un punto di vista amministrativo e fiscale. Un sito di ecommerce senza partita Iva esposta è irregolare. Senza contare le altre indicazioni obbligatorie da un punto di vista fiscale. Operare in questo modo la espone soltanto all’applicazione di sanzioni in caso di controlli. Quello che ti posso consigliare è di valutare insieme il regime fiscale migliore nella tua situazione e regolarizzare da subito la tua posizione. Se ti interessa sono disponibile a valutare la tua situazione e nel caso farti un preventivo.

  18. Al momento sono in regime forfettario, con codici ateco di consulenza informatica e scolastica. Ho già visto online tutte le operazioni necessarie per l’e-commerce. Per quanto riguarda il pagamento di affiliazioni o commissioni funziona allo stesso modo? Non è possibile sospendere i pagamenti fino a che il business non è florido, come nel caso di adsense?

    Come faccio a capire quale tassazione inps devo pagare se svolgo sia attività di commerciante sia attività di consulenza in regime forfettario?

    Ho un’età molto giovane e ho lasciato l’università perchè parecchio inutile rispetto alle possibilità offerte adesso nel web. Mi consiglierebbe di spostarmi in Irlanda?

    Se non può rispondere ad alcune domande perchè rientrano nella fiscalità, non si preoccupi.

    Regards,

    Marco

  19. Marco sicuramente posso aiutarla, ma non come risposta ad un commento. Se vuole mi contatti per una consulenza.

  20. Ciao, ottimo articolo, se lo leggevo un poco prima, non chiudevo i servizi di affiliazione (con annessi guadagni che potevo riscuotere). Vorrei sapere se fare della pubblicità GRATUITA, a degli oggetti, è comunque da regolamentare dal punto di vista fiscale, oppure posso farla in tutta tranquillità (senza partita IVA e senza oneri fiscali)? Chiedo questo, poiché potrei usarla, come scappatoia, per guadagnare pubblico, aspettare un grande pubblico e poi riaprire tutti i servizi di affiliazione (e quindi iniziare a guadagnare e pagare le tasse). Per meglio intenderci faccio un esempio: Vedo che una penna su Amazon si trova in offerta ad 1€ invece di 2€, pubblico una foto della penna su Facebook, scrivendo che è in offerta e (invece di generare il link affiliato, e quindi percepire eventuali guadagni) pubblico il link normale all’articolo (quindi 0 guadagni). Anche in questo caso sarei tenuto ad aprire partita IVA o a regolamentarmi col fisco? La stessa cosa vale anche per la pubblicità tra privati? Ad esempio: Mi contatta una persona che deve vendere il suo scooter, pubblico la foto del suo scooter e lo taggo, ma non mi faccio pagare per il servizio offerto. Per quanto riguarda le donazioni? Ad esempio: Se chiedo una donazione volontaria e facoltativa per chi usufruisce del servizio, devo comunque aprire la partita IVA o regolarizzare l’importo della donazione? Grazie in anticipo per la risposta.

  21. Se si effettua attività pubblicitaria, poco importa se gratuita o a pagamento, si sta effettuando un’attività commerciale. Quindi un’attività da regolamentare da un punto di vista fiscale. Per le donazioni, stessa cosa, perché sono ricevute da un soggetto che effettua attività commerciale. Comunque, se interessato possiamo fissare una consulenza ed individuare il modo migliore per lei di operare con la sua attività.

  22. Allora, non ho capito una cosa, perché affiliazione o adsens (senza ritiro del denaro), va bene ed un servizio gratuito e non di affiliazione, non va bene? È come dire che io sul mio profilo Facebook non posso pubblicare annunci Amazon (da cui non guadagno nulla) di offerte favolose, per condividerle con i miei amici o sbaglio? E la stessa cosa vale per la pubblicità dello scooter, sul mio profilo o pagina, non potrei condividere la vendita di un oggetto (di un mio amico o estraneo), siamo davvero così limitati o a rischio evasione, senza accorgercene? Se la consulenza è gratuita, sono disponibile a parlarne, perché se le cose stanno come vedo, in Italia abbiamo una legislazione che non permette la nascita di nessuna idea, se dietro non c’è chi investe (nel mio caso, sono uno studente e non avrei i soldi per lanciare una qualsiasi attività)! Grazie ancora per la delucidazione precedente.

  23. Sono tutte soluzioni che non consentono comunque di essere in regola. In Italia l’esercizio di una attività commerciale deve prevedere la regolazione dell’attività fin da subito. Tutti questi accorgimenti sono comunque fuori dalla normativa ufficiale, per questo chi li fa deve farli per periodi brevissimi in attesa di regolarizzarsi.

  24. Ciao, sono un musicista di 19 anni e ho effettuato da poco l’iscrizione a due siti di freelancer, Fiverr e UpWork.
    Sostanzialmente produco musica su richiesta ed il tutto mi viene ovviamente retribuito.
    Il problema è che non ho idea di cosa debba fare per quanto riguarda l’ambito tasse, né sono a conoscenza del regime fiscale a cui dovrei essere soggetto.
    Ho già ricevuto un paio di ordini che presto mi verranno pagati e sono nel panico più assoluto.
    Puoi aiutarmi?

  25. Sicuramente posso aiutarla, se vuole mi contatti via mail in privato, fisseremo una call in cui le spiegherò gli adempimenti amministrativi fiscali e previdenziali obbligatori. Individueremo il regime fiscale migliore per lei, e le spiegherò il nostro servizio di assistenza fiscale continuativo. Mi faccia sapere se interessato.

  26. Buona Sera
    Complimenti per l’articolo.
    Nell’articolo si dice: “Per i soggetti che aprono Partita Iva per la prima volta, e che ne rispettano i requisiti di accesso, è possibile aderire al regime forfettario.”
    Mi chiedo se, visto che nel gennaio 2011 ho aperto P.I. come procacciatore d’affari (tipo attività:461902 – vari prodotti senza prevalenza), chiusa poi nel luglio 2011, con dichiarazione presentata oltre il trentesimo giorno dalla data di cessazione attività. (art. 35 DPR 633/72) HO I REQUISITI PER L’ACCESSO AL REGIME FORFETTARIO?
    Grazie e Buon Lavoro
    Carmine

  27. Salve Carmine, per quanto riguarda il requisito della partita IVA è rispettato, ma ci sono altri requisiti richiesti per l’accesso al regime forfettario. Se vuole ne parliamo in privato.

  28. Salve, vorrei aprire un blog inserendo banner pubblicitari. Il punto è che sono dipendente statale, per cui dovrei chiedere oltre il nulla osta al dirigente anche il part time del 50% del tempo pieno. Ma dopo che ho letto degli obblighi fiscali partita Iva e Inps mi è passata la voglia.. O lo apro gratis come dire per la gloria .. magari non andrà neanche.

  29. Salve Giulia, se non ci sono centinaia di migliaia di pagine visitate al mese mettere i banner non serve a niente, non rischierei nella sua posizione per pochi euro al mese. I banner portano entrate quando il sito è molto visitato, altrimenti meglio non averli.

  30. Ok, la ringrazio tanto per la sua risposta precisa ed esauriente. Penso di aprirlo senza pubblicità e dopo valuto come va.

  31. come viene considerato chi apre un sito web dove inserisce sconti e promozioni di diverse aziende facendosi pagare qualche soldo per metterli on line…. possibile farlo senza partita iva o con ricevute fiscali..etc…

  32. Salve Federico, sicuramente si tratta di attività imprenditoriale per cui la partita IVA e le varie autorizzazioni amministrative sono obbligatorie. Se interessato ad approfondire

  33. Salve, non saprei se risponde ancora ai commenti ma provo lo stesso, io stavo pensando di vendere account di un videogioco online su un sito basato in cina, le mie entrate mensili sarebbero sui 500 euro , vorrei sapere come dichiarare i miei guadagni e se mi conviene farlo

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