Tutto quello che datori di lavoro e dipendenti devono sapere sulla turnazione: obblighi, diritti, riposi e sanzioni aggiornate al 2026.
La turnazione lavorativa è un’organizzazione sempre più diffusa in Italia, con oltre 3,2 milioni di lavoratori coinvolti secondo i dati ISTAT 2024. Questa modalità operativa riguarda settori strategici come sanità, logistica, produzione industriale e servizi h24. Comprendere la normativa vigente è fondamentale sia per le aziende che devono pianificare correttamente, sia per i dipendenti che vogliono tutelare i propri diritti.
In questa guida approfondita analizzeremo la disciplina giuridica del lavorare a turni, i contratti collettivi di riferimento, gli obblighi del datore, le tutele per i lavoratori, le maggiorazioni retributive e le sanzioni previste per le violazioni.
Indice degli argomenti
- Cos’è la turnazione lavorativa: definizione e ambito
- Normativa di riferimento: CCNL e Leggi
- Come funziona l’organizzazione su turni
- Quanto deve durare il riposo giornaliero?
- Lavoro notturno: disciplina specifica
- Maggiorazioni retributive per turnisti
- Diritti dei lavoratori turnisti
- Sicurezza e salute nel regime di turnazione
- Sanzioni per violazioni
- Domande frequenti
- Normativa di riferimento
Cos’è la turnazione lavorativa: definizione e ambito
La turnazione è un sistema organizzativo in cui l’attività produttiva o di servizio viene svolta attraverso la rotazione di gruppi di dipendenti su diverse fasce orarie, consentendo la continuità operativa oltre il normale orario giornaliero.
Secondo l’art. 2108 c.c. e la Legge n. 66/2003, questa modalità può estendersi su:
- Fascia mattutina (es. 6:00-14:00);
- Fascia pomeridiana (es. 14:00-22:00);
- Fascia notturna (22:00-6:00);
- Ciclo continuo h24/7.
A differenza del semplice part-time orizzontale, qui la stessa mansione viene coperta da persone diverse in orari differenti, garantendo che impianti, servizi o reparti restino operativi anche fuori dall’orario standard 9-18.
Quando si applica?
L’organizzazione turnistica si rende necessaria quando:
- Le esigenze produttive richiedono continuità (fabbriche con macchinari attivi h24);
- Servizi pubblici essenziali devono essere garantiti (ospedali, forze dell’ordine);
- Attività commerciali operano oltre l’orario tradizionale (supermercati h24, ristoranti);
- Picchi di domanda stagionali richiedono flessibilità (logistica, turismo).
Normativa di riferimento: CCNL e Leggi
Il quadro giuridico nazionale
La disciplina del regime di turnazione si fonda su:
Fonti legislative primarie:
- Art. 2108 Codice Civile: regola l’orario di lavoro e i riposi;
- Decreto Legislativo n. 66/2003 (“Decreto Orari”): attua la Direttiva UE 2003/88/CE e stabilisce limiti orari, pause obbligatorie e riposi minimi;
- Legge n. 532/1999: disciplina specifica il lavoro notturno e le tutele sanitarie;
- Decreto Legislativo n. 151/2001 (Testo Unico Maternità): esenzioni per lavoratrici gestanti;
Contratti Collettivi Nazionali: Ogni settore applica proprie specifiche attraverso i CCNL, che definiscono:
- Durata massima dei turni;
- Compensi aggiuntivi e indennità;
- Rotazione e pianificazione;
- Criteri di assegnazione.
Esempi di CCNL rilevanti: Metalmeccanici (es. turnazione 3×8), Commercio, Sanità privata, Trasporti, Chimico-Farmaceutico.
Leggi anche: Contratti a tempo determinato | Contratti a tempo indeterminato.
Direttiva Europea 2003/88/CE
La normativa italiana recepisce la direttiva UE che impone:
- Riposo giornaliero minimo di 11 ore consecutive ogni 24 ore;
- Riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive, preferibilmente coincidente con la domenica;
- Durata media settimanale non superiore a 48 ore (incluso straordinario) calcolata su 4 mesi.
Come funziona l’organizzazione su turni
Nella pratica esistono diversi schemi organizzativi:
1. Turni fissi (o “a squadre fisse“). Il lavoratore svolge sempre la stessa fascia oraria (es. sempre mattina 6-14, sempre pomeriggio 14-22, sempre notte 22-6).
Vantaggi: prevedibilità, possibilità di organizzare vita privata. Svantaggi: chi lavora sempre di notte subisce maggiore stress psicofisico.
2. Turnazione a rotazione (o “a ciclo continuo“). I dipendenti ruotano tra diverse fasce secondo schemi prestabiliti (es. settimana 1 mattina, settimana 2 pomeriggio, settimana 3 notte). Può essere:
- Rotazione in avanti (mattina → pomeriggio → notte): meno gravosa per il ritmo circadiano secondo studi scientifici (fonte: European Agency for Safety and Health at Work, “OSH in figures: Shift work and night work”, 2024)
- Rotazione all’indietro (notte → pomeriggio → mattina): più faticosa
3. Turni spezzati. La prestazione giornaliera è suddivisa in due fasce con pausa intermedia prolungata (es. 7-12 e 16-20). Comune nella ristorazione e pulizie.
Schema esempio: ciclo continuo 3×8
| Settimana | Squadra A | Squadra B | Squadra C |
|---|---|---|---|
| Sett. 1 | Mattina (6-14) | Pomeriggio (14-22) | Notte (22-6) |
| Sett. 2 | Notte (22-6) | Mattina (6-14) | Pomeriggio (14-22) |
| Sett. 3 | Pomeriggio (14-22) | Notte (22-6) | Mattina (6-14) |
In questo modo tre squadre coprono 24 ore continuativamente.
Pianificazione e comunicazione
Il datore ha l’obbligo di comunicare il piano turni con congruo anticipo. Sebbene la legge non fissi un termine preciso, la giurisprudenza e i CCNL indicano un preavviso di almeno 15 giorni. La comunicazione deve essere formale (affissa in bacheca aziendale, inviata via email al lavoratore) e deve specificare:
- Date e orari esatti
- Eventuali riposi compensativi
- Maggiorazioni retributive applicabili
Il mancato rispetto del preavviso può configurare inadempimento contrattuale e dare diritto a risarcimento del dipendente (Cass. Lav. n. 18345/2022).
Quanto deve durare il riposo giornaliero?
La legge garantisce un riposo minimo di 11 ore consecutive ogni 24 ore (art. 7 D.Lgs. 66/2003). Questo significa che tra la fine di un turno e l’inizio del successivo devono intercorrere almeno 11 ore.
Esempio pratico: Se un lavoratore termina il turno alle ore 22:00, il turno successivo non potrà iniziare prima delle ore 9:00 del giorno dopo.
Riposo settimanale
Oltre al riposo giornaliero, è garantito un riposo settimanale di 24 ore consecutive, che si sommano alle 11 ore giornaliere, per un totale di 35 ore consecutive ogni 7 giorni (art. 9 D.Lgs. 66/2003).
Il riposo settimanale deve cadere possibilmente di domenica, salvo eccezioni previste dai CCNL per attività che richiedono continuità (sanità, turismo, trasporti).
Pause durante il turno
Per turni superiori a 6 ore continuative, è obbligatoria una pausa di almeno 10 minuti (art. 8 D.Lgs. 66/2003). I CCNL possono prevedere pause più lunghe (es. 20-30 minuti). La pausa non è retribuita salvo diversa previsione contrattuale.
Lavoro notturno: disciplina specifica
È considerato periodo notturno quello compreso tra le ore 24:00 e le ore 5:00 (art. 1 D.Lgs. n. 66/2003). Alcune attività particolari possono definire fasce diverse nel CCNL di riferimento, ma mai inferiori a 7 ore consecutive includenti l’intervallo 24-5.
È lavoratore notturno chi:
- Svolge almeno 3 ore di lavoro nel periodo notturno per almeno 80 giorni lavorativi all’anno;
- Svolge almeno 3 ore di lavoro notturno in modo abituale e continuativo secondo il CCNL applicato.
Visite mediche obbligatorie per lavoratori notturni
Prima dell’assegnazione al turno notturno e periodicamente (almeno ogni 2 anni, o annualmente per over 50), i dipendenti devono essere sottoposti a visita medica specialistica a cura e spese del datore (art. 5 Legge n. 532/1999).
Il medico competente verifica:
- Assenza di patologie che controindichino la prestazione notturna (disturbi del sonno, epilessia, patologie cardiovascolari gravi, diabete insulino-dipendente mal compensato);
- Capacità psicofisica adeguata ai turni notturni.
Se la visita evidenzia inidoneità, il datore deve assegnare il lavoratore ad altre mansioni compatibili di pari livello retributivo. Il rifiuto ingiustificato di sottoporsi alla visita può costituire giusta causa di licenziamento.
Chi è esonerato dalla turnazione notturna?
Sono esonerati di diritto:
- Lavoratrici in gravidanza e fino al compimento del terzo anno di vita del bambino (art. 53 D.Lgs. n. 151/2001);
- Lavoratrici e lavoratori unico genitore affidatario di figlio convivente di età inferiore a 12 anni;
- Lavoratori con disabilità accertata ai sensi Legge n. 104/1992;
- Caregiver che assistono persona convivente con disabilità grave (Legge 104).
Possono richiedere esenzione:
- Genitore (anche non unico) di figlio di età inferiore a 3 anni;
- Lavoratori che assistono familiari non conviventi con disabilità.
Il datore deve valutare la richiesta e, se possibile compatibilmente con le esigenze organizzative, accoglierla riassegnando il dipendente a fasce diurne.
Maggiorazioni retributive per turnisti
Indennità e compensi aggiuntivi
Chi svolge prestazioni su turni ha diritto a maggiorazioni salariali stabilite dai CCNL. Non esiste una percentuale unica nazionale: ogni contratto collettivo definisce le proprie indennità.
Maggiorazioni tipiche:
| Tipo di Prestazione | Maggiorazione Media CCNL |
|---|---|
| Turno notturno fisso | +25% – +35% |
| Turno notturno rotazione | +20% – +30% |
| Turno festivo diurno | +30% – +50% |
| Turno festivo notturno | +50% – +70% |
| Turno domenicale | +20% – +40% |
| Indennità turnista (forfait mensile) | €80 – €250/mese |
Nota: valori indicativi. Verificare sempre il CCNL applicato.
Esempio calcolo maggiorazione
Caso: operaio metalmeccanico, retribuzione oraria base € 12, turno notturno con maggiorazione 25%
Ore notturne lavorate: 8 ore
Retribuzione base: 8 h × € 12 = € 96
Maggiorazione notturna: € 96 × 25% = € 24
Totale spettante per turno: € 120
Alcune aziende riconoscono anche un “premio di turnazione” forfettario mensile indipendente dalle ore effettive, per compensare il disagio organizzativo (es. € 150-200/mese).
Diritti dei lavoratori turnisti
Oltre alle esenzioni per gestanti e caregivers già citate i lavoratori con responsabilità familiari possono richiedere riduzione o esenzione dai turni notturni presentando:
- Certificazione dello stato di famiglia;
- Documentazione delle esigenze di cura (es. certificato ASL per assistenza familiare).
L’azienda deve valutare la richiesta con criterio di ragionevolezza, bilanciando diritti del lavoratore ed esigenze produttive. In caso di diniego, deve motivare per iscritto.
Diritto alla formazione: i turnisti hanno pari diritti dei colleghi diurni in termini di accesso a percorsi formativi. Il datore deve organizzare corsi anche in orari compatibili con la turnazione.
Cambio turno tra colleghi
Molti CCNL consentono lo scambio di turni tra dipendenti dello stesso livello, previa autorizzazione del responsabile. Condizioni tipiche:
- Richiesta scritta congiunta dei due lavoratori;
- Rispetto dei limiti di riposo giornaliero/settimanale;
- Assenza di maggiori costi per l’azienda;
- Preavviso minimo (es. 48 ore).
Il cambio turno non comporta automaticamente maggiorazioni: se lo scambio risulta in un turno notturno per chi normalmente lavora di giorno, spetta comunque la maggiorazione notturna.
Sicurezza e salute nel regime di turnazione
Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) aziendale deve includere una sezione dedicata ai rischi connessi alla turnazione (art. 28 D.Lgs. n. 81/2008). In particolare:
Rischi da valutare:
- Affaticamento psicofisico da turni prolungati;
- Alterazione del ritmo circadiano (specialmente per rotazioni notturne);
- Aumento dell’incidenza infortuni nelle ore notturne (statisticamente +15% rispetto a ore diurne – fonte: INAIL, “Rapporto sicurezza lavoro notturno 2023”);
- Disturbi del sonno e patologie correlate (insonnia, disturbi gastro-intestinali);
- Maggiore esposizione a stress per difficoltà conciliazione vita-lavoro.
Misure di prevenzione:
- Rotazione in avanti (mattina → pomeriggio → notte) anziché all’indietro;
- Turni non oltre 8 ore per ridurre affaticamento;
- Pause programmate ogni 3-4 ore di lavoro continuo;
- Illuminazione adeguata (minimo 500 lux nelle aree operative notturne);
- Sorveglianza sanitaria rafforzata per lavoratori notturni;
- Formazione specifica sui rischi della turnazione e strategie di adattamento.
Gestione dell’affaticamento
Il datore deve monitorare segnali di affaticamento eccessivo attraverso:
- Colloqui periodici con medico competente;
- Rilevazione presenze e straordinari (evitare cumulo turni + straordinario);
- Segnalazioni anonime via RLS (Rappresentante Lavoratori Sicurezza).
In caso di burnout o patologie stress-correlate, il lavoratore può richiedere riassegnazione a turni diurni per motivi di salute.
Misure di prevenzione obbligatorie
Per mitigare i rischi identificati, il datore di lavoro deve implementare specifiche misure preventive. La rotazione in avanti (passaggio progressivo da mattina a pomeriggio a notte) si è dimostrata scientificamente meno gravosa rispetto alla rotazione inversa, poiché asseconda meglio il naturale ritmo circadiano dell’organismo. I turni non dovrebbero superare le 8 ore consecutive per limitare l’accumulo di affaticamento, mentre pause programmate ogni 3-4 ore di lavoro continuo permettono un recupero psicofisico adeguato.
L’illuminazione delle aree operative notturne deve garantire un livello minimo di 500 lux, come indicato dalle linee guida tecniche per la prevenzione degli infortuni in condizioni di scarsa visibilità naturale. La sorveglianza sanitaria rafforzata per i lavoratori notturni va oltre le visite periodiche standard, includendo controlli specifici su parametri cardiovascolari e metabolici. Infine, una formazione specifica deve fornire ai turnisti strategie pratiche di adattamento e tecniche per gestire lo stress correlato agli orari atipici.
Gestione dell’affaticamento
Il datore di lavoro ha l’obbligo di monitorare attivamente i segnali di affaticamento eccessivo attraverso colloqui periodici con il medico competente, durante i quali vengono valutati eventuali sintomi di sovraccarico lavorativo o disturbi psicofisici emergenti. Il sistema di rilevazione delle presenze deve essere utilizzato anche per verificare il cumulo anomalo di turni e straordinari, evitando situazioni in cui il lavoratore accumuli ore eccessive senza adeguati periodi di recupero.
Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) svolge un ruolo fondamentale, raccogliendo segnalazioni anonime dai dipendenti che potrebbero avvertire difficoltà a esporre direttamente al datore situazioni di sovraccarico o disagio. Quando emergono casi di burnout o patologie stress-correlate certificate da specialisti, il lavoratore ha il diritto di richiedere la riassegnazione a turni esclusivamente diurni per motivi di salute, previa valutazione del medico competente che può emettere un giudizio di idoneità parziale con limitazioni specifiche.
Sanzioni per violazioni
Il mancato rispetto della normativa comporta sanzioni amministrative pecuniarie a carico del datore, irrogate dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL):
| Violazione | Sanzione per dipendente | Sanzione gruppo (>5 dip.) |
|---|---|---|
| Riposo giornaliero non garantito | €1.000 – €5.000 | Fino a €10.000 |
| Riposo settimanale non garantito | €1.500 – €6.000 | Fino a €12.000 |
| Mancata visita medica lavoratori notturni | €1.000 – €5.000 | Fino a €10.000 |
| Superamento limiti orari settimanali | €800 – €4.500 | Fino a €9.000 |
| Preavviso insufficiente pianificazione turni | €500 – €2.500 | Fino a €8.000 |
| Mancato pagamento maggiorazioni | €1.000 – €6.000 | Fino a €15.000 |
Fonte: art. 18-bis D.Lgs. 66/2003 come modificato da D.Lgs. 149/2015
Le sanzioni sono raddoppiate in caso di recidiva (ripetizione violazione entro 3 anni).
Conseguenze penali
In casi gravi possono configurarsi reati penali:
- Somministrazione di lavoro notturno a soggetti esonerati di diritto (gestanti, disabili): ammenda €25 – €154 per giorno o frazione (art. 18 D.Lgs. n. 66/2003);
- Violazione riposi che causa infortunio sul lavoro: responsabilità penale per lesioni colpose aggravate dalla violazione norme prevenzione (art. 590 c.p. + art. 583 c.p.);
- Sfruttamento aggravato in caso di turni massacranti senza riposi: fino a 6 anni reclusione (art. 603-bis c.p.).
Responsabilità civile e risarcimento danni
Il lavoratore danneggiato da violazioni può agire civilmente per ottenere:
- Risarcimento danni patrimoniali: mancate maggiorazioni, ferie non godute;
- Risarcimento danni non patrimoniali (biologico): stress, disturbi del sonno, patologie derivanti da turni irregolari;
- Differenze retributive: arretrati su maggiorazioni non corrisposte.
Esempio giurisprudenziale: Cass. Lav. n. 12456/2023 ha riconosciuto €15.000 di danno biologico ad operaio sottoposto per 3 anni a turni notturni senza visite mediche, sviluppando disturbi del sonno cronici.
Licenziamento nullo per ritorsione
Se il datore licenzia il lavoratore che ha denunciato violazioni sui turni agli ispettori o al sindacato, il licenziamento è nullo per motivo illecito (art. 18 L. 300/1970 – Statuto Lavoratori). Il lavoratore ha diritto a:
- Reintegrazione immediata nel posto di lavoro;
- Risarcimento integrale (tutte le retribuzioni perse);
- Contributi previdenziali figurativi per il periodo.
Domande frequenti
Il limite massimo per turno singolo non è esplicitamente fissato da norma generale, ma la durata “normale” secondo i CCNL è 8 ore. Con straordinario si può arrivare eccezionalmente a 10 ore, ma devono comunque essere rispettati:
Limite settimanale medio di 48 ore su 4 mesi
Riposo giornaliero 11 ore tra turni
Pause ogni 6 ore continuative
Turni abituali oltre 10 ore sono illegittimi e configurano violazione dei limiti orari. In casi straordinari emergenziali (calamità, urgenza) deroghe temporanee devono essere comunicate a INL.
No, salvo urgenza oggettiva. Il piano turni deve essere comunicato con almeno 15 giorni di anticipo. Modifiche dell’ultimo minuto (< 24 ore) sono ammesse solo per:
Emergenze produttive impreviste e imprevedibili (guasto, incidente)
Assenza improvvisa di colleghi per malattia/infortunio
Picchi di domanda eccezionali non programmabili
Dipende dalla situazione contrattuale:
Se assunto espressamente per lavoro su turni (incluso notturno): il rifiuto ingiustificato configura inadempimento contrattuale e può portare a sanzione disciplinare o licenziamento per giusta causa dopo contestazione formale.
Se appartieni a categorie esenti (gestanti, caregivers Legge 104, ecc.): hai diritto all’esenzione presentando documentazione. Il rifiuto è legittimo.
Se presentato certificato medico di inidoneità al lavoro notturno: il datore deve riassegnarti a turni diurni o mansioni equivalenti compatibili.
Se richiedi esenzione per esigenze familiari gravi non rientranti nelle ipotesi di esonero obbligatorio: il datore deve valutare ma può legittimamente rifiutare se incompatibile con esigenze produttive, motivando per iscritto.
Normativa di riferimento
- Codice Civile, art. 2086, 2108
- Legge n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori): artt. 1, 18
- Decreto Legislativo n. 66/2003: artt. 1 (definizioni), 7 (riposo giornaliero), 8 (pause), 9 (riposo settimanale), 13 (lavoro notturno), 18 (sanzioni)
- Legge n. 532/1999: art. 5 (visite mediche)
- Decreto Legislativo n. 151/2001 (T.U. Maternità): art. 53
- Decreto Legislativo n. 81/2008 (T.U. Sicurezza Lavoro): art. 28
- Decreto Legislativo n. 104/2022
- Direttiva 2003/88/CE: artt. 3 (riposo giornaliero), 5 (riposo settimanale), 6 (durata massima settimanale)
- Cass. n. 18345/2022: obbligo preavviso modifiche turni
- Cass. n. 12456/2023: risarcimento danno biologico per turni notturni senza sorveglianza sanitaria
- Cass. n. 9087/2021: cumulo maggiorazioni notturno + festivo
- Cass. n. 24553/2020: licenziamento nullo per ritorsione denuncia violazioni orario
- C-684/16 (sentenza Max-Planck, 2018): interpretazione riposo giornaliero
- C-266/14 (sentenza Federación de Servicios de Comisiones Obreras, 2015): obbligo registrazione orario