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Lavoro a turni: come viene regolamentato?

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Scopri tutto sul lavoro a turni: obblighi legali, diritti dei lavoratori e le tutele previste dalla normativa italiana.

Il lavoro a turni è una modalità lavorativa sempre più diffusa, soprattutto in settori come la produzione industriale, la logistica, il commercio e la sanità. Questo tipo di organizzazione del lavoro comporta sfide specifiche sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, sia dal punto di vista della gestione che per quanto riguarda la tutela dei diritti. In questo articolo analizzeremo in dettaglio cosa comporta il lavoro a turni sotto il profilo giuridico, le responsabilità del datore di lavoro, e i diritti dei lavoratori coinvolti.

Cos’è il lavoro a turni?

Il lavoro a turni è un’organizzazione del lavoro in cui l’attività lavorativa si articola in diverse fasce orarie, spesso coprendo l’intera giornata o parte di essa, compresi i giorni festivi. Questa modalità di lavoro può prevedere turni mattutini, pomeridiani, notturni o addirittura la rotazione tra diverse fasce orarie. L’attività lavorativa, in questo modo, può arrivare ad essere svolta anche 24 ore su 24, grazie all’alternanza dei dipendenti.

Il lavoro a turni è generalmente utilizzato per garantire la continuità del servizio o della produzione e si applica a diversi settori, come:

  • Industria manifatturiera;
  • Sanità (ospedali, case di cura);
  • Logistica e trasporti;
  • Commercio al dettaglio (supermercati, negozi aperti h24);
  • Servizi di sicurezza.

I dipendenti, in questi settori, lavorano alternativamente in base a turni prefissati per coprire la stessa mansione, all’interno dell’attività o dell’azienda per cui sono assunti.

Come funziona?

Il lavoro a turni può essere deciso dall’azienda nel momento in cui la stessa mansione deve essere svolta per un tempo superiore alle 8 ore di lavoro standard, oppure per determinate esigenze organizzative. Nel caso di lavoro a turni, i dipendenti ruotano grazie ad una programmazione a orari che consente di coprire tutto l’arco temporale per cui è necessario che il lavoro venga svolto.

La particolarità del lavoro a turni riguarda la mansione svolta dai dipendenti, che è di fatto la stessa. Può accadere che questa modalità organizzativa venga applicata presso ospedali, negozi, ristoranti, attività che necessitano di essere aperte al pubblico anche tutta la giornata, fino a 24 ore. Può accadere ad esempio che un dipendente di un bar apra l’attività al mattino molto presto, per lavorare fino a metà giornata, e un altro dipendente lo sostituisca per la restante parte della giornata, fino a sera.

Il lavoro a turni per esempio si sposa con le necessità dell’azienda di far svolgere una determinata mansione ai dipendenti anche durante un orario notturno. Può accadere che impianti e macchinari presso industrie e fabbriche per esempio siano attivi in modo continuo, e per questo è necessario alternare i lavoratori singoli o intere squadre.

Normativa sul lavoro a turni

Le normative che riguardano il lavoro a turni seguono le indicazioni dei contratti collettivi nazionali, per cui è previsto che i dipendenti lavorino per 40 ore settimanali in base ai contratti full time. Il dipendente quindi, può avvalersi per legge ad un giorno di riposo dopo sei di lavoro, indipendentemente dai turni che all’azienda sono necessari per coprire la necessità di svolgimento di una mansione.

Questo vuol dire che l’azienda deve tenere conto dei giorni liberi dei dipendenti nell’organizzazione del lavoro a turni, e stabilire quali sono gli orari specifici per ciascun lavoratore. Inoltre, in 24 ore il lavoratore deve almeno avere 11 ore libere per il riposo, indipendentemente dalle necessità dell’azienda o dell’attività.

Con il passare del tempo, l’applicazione del lavoro a turni è diventata prassi comune, anche a causa delle nuove esigenze del mercato del lavoro: supermercati aperti 24 ore, studi medici e veterinari disponibili anche di notte, e così via. Per questo motivo il lavoro a turni è scelto da moltissime aziende, ed è regolamentato secondo i contratti collettivi nazionali.

Le normative prevedono che il datore di lavoro tenga conto di tutti i riposi dei dipendenti, e che organizzi una pianificazione settimanale o mensile degli orari per ciascun lavoratore. Tuttavia è possibile che uno o più dipendenti si trovino a svolgere il turno unico, solamente giornaliero o solamente notturno, anche se ci sono in ogni caso delle variazioni contrattuali.

Il Codice del lavoro e gli accordi collettivi

Come detto, il lavoro a turni è disciplinato principalmente dal Codice del Lavoro e dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). Ogni settore applica le proprie specifiche norme relative alla gestione dei turni, cercando di bilanciare le esigenze produttive con la tutela dei diritti dei lavoratori.

L’articolo 2108 del Codice Civile disciplina la gestione dell’orario di lavoro, e la normativa di riferimento è la Legge n. 66/2003, che stabilisce regole precise sugli orari, il riposo settimanale e le pause obbligatorie.

Requisiti di salute e sicurezza

Il lavoro notturno è regolamentato in maniera molto stringente. In particolare, la Legge n. 532/1999 prevede che i lavoratori notturni abbiano diritto a visite mediche periodiche, che devono essere gratuite e svolte durante l’orario di lavoro. È inoltre previsto che i lavoratori che non possono per ragioni di salute svolgere turni notturni siano spostati in altre mansioni compatibili.

La normativa prevede anche restrizioni per determinate categorie, come donne in gravidanza e giovani lavoratori, per i quali il lavoro notturno è generalmente vietato.

L’articolazione dei turni e il rispetto del riposo

Il datore di lavoro ha l’obbligo di pianificare i turni di modo da garantire il rispetto del riposo giornaliero di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore, come previsto dalla Direttiva Europea 2003/88/CE, recepita in Italia. Inoltre, il riposo settimanale deve essere garantito per almeno 24 ore consecutive, preferibilmente coincidenti con la domenica.

Il lavoro a turni può prevedere anche l’organizzazione di gruppi, ovvero di squadre di lavoro che si alternano in base alla programmazione.

Diritti dei lavoratori su turni

Retribuzione aggiuntiva per il lavoro notturno e festivo

Il lavoro notturno è previsto dai contratti di lavoro nazionali, e son molte le aziende o attività che dispongono i propri dipendenti a questa modalità di lavoro, per garantire la continuità anche di notte di produzione, nel caso di una fabbrica, o l’assistenza sanitaria nel caso di centri medici.

Gli orari notturni sono regolamentati a livello contrattuale, e si prevede in ogni caso che chi lavora di notte riceva una retribuzione maggiore per svolgere la propria mansione.

Il lavoro notturno è previsto dalle ore 24 fino alle 5 del mattino del giorno successivo, e ci sono particolari lavori che prevedono quasi solo orario notturno.

I lavoratori su turni che prestano servizio durante la notte o nei giorni festivi hanno diritto a una maggiorazione salariale. Le maggiorazioni previste variano a seconda del CCNL applicato, ma solitamente si attestano tra il 20% e il 50% della retribuzione base. L’obiettivo è compensare il disagio legato all’orario atipico e alla ridotta possibilità di conciliare la vita privata con il lavoro.

Tipo di LavoroMaggiorazione Stipendio
Lavoro Notturno20%-50%
Lavoro Festivo30%-70%

L’azienda in ogni caso deve valutare diversi fattori per stabilire chi dovrà svolgere un lavoro notturno: fattori psico fisici possono infatti influenzare il lavoratore nello svolgimento della mansione, e il datore di lavoro è tenuto ad accertarsene tramite visite mediche al dipendente. Inoltre sono esclusi dal lavoro notturno i minorenni, le donne gestanti, o i lavoratori per cui è presente la Legge n. 104.

Le esenzioni e le tutele particolari

La normativa italiana tutela in maniera particolare le donne in gravidanza. Ai sensi del Decreto Legislativo n. 151/01, le donne incinte sono esentate dal lavoro notturno a partire dal momento in cui dichiarano lo stato di gravidanza e fino al compimento del terzo anno di vita del bambino.

Anche i lavoratori con particolari responsabilità familiari, come genitori di figli minori di tre anni o caregivers di persone con disabilità, possono richiedere di essere esentati dal lavoro notturno. In questi casi, il datore di lavoro è tenuto a valutare attentamente la richiesta e, se possibile, accogliere le necessità del lavoratore.

Sicurezza sul lavoro e turnazione

Il datore di lavoro è tenuto a garantire un ambiente sicuro e conforme alle norme in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Nel contesto dei turni, questo si traduce nell’obbligo di valutare attentamente i rischi legati alla fatica e al carico di lavoro, con particolare attenzione ai turni notturni che possono comportare maggiore stress e incidenza di infortuni.

Le misure di prevenzione includono:

  • Pianificazione dei turni per evitare sovraccarichi di lavoro;
  • Pause programmate per prevenire affaticamento e garantire un adeguato riposo;
  • Formazione specifica sui rischi connessi al lavoro notturno e a turni.

Gli aspetti psicologici e la qualità della vita

Diversi studi hanno evidenziato l’impatto del lavoro a turni sulla salute, in particolare riguardo al ritmo circadiano. La turnazione notturna può causare disturbi del sonno, problemi gastrointestinali, e aumentare il rischio di patologie cardiovascolari. È fondamentale che i lavoratori abbiano accesso a visite mediche periodiche per monitorare la loro salute.

Il lavoro a turni può rendere più difficile la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. La rotazione dei turni e gli orari atipici riducono la possibilità di partecipare ad attività sociali e familiari. Per questo motivo, alcune aziende cercano di migliorare la situazione implementando politiche di flessibilità per la scelta dei turni, permettendo ai dipendenti di avere un maggiore controllo sul proprio orario di lavoro.

Obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro è responsabile dell’organizzazione dei turni, che devono essere comunicati con un congruo anticipo ai lavoratori. La normativa non specifica un termine preciso, ma è buona prassi fornire i dettagli almeno due settimane prima per consentire una corretta pianificazione personale. Questo permette ai lavoratori di organizzarsi e ridurre il disagio legato ai cambiamenti dell’orario.

È obbligatorio effettuare una valutazione dei rischi specifica per il lavoro a turni, soprattutto per quanto riguarda i rischi associati ai turni notturni. Questa valutazione deve considerare:

  • Rischi per la salute legati alla mancanza di sonno;
  • Rischi infortunistici correlati al maggiore affaticamento;
  • Effetti psicologici sul benessere del lavoratore.

Modalità di pianificazione dei turni

Esistono diverse tipologie di turnazione, che vengono scelte in base alle esigenze dell’azienda e dei lavoratori. Tra le più comuni troviamo:

  • Turni fissi: lo stesso lavoratore svolge sempre il turno mattutino, pomeridiano o notturno;
  • Turni a rotazione: i lavoratori alternano turni diversi seguendo una pianificazione prestabilita;
  • Turni spezzati: il lavoratore si trova a dover prestare servizio in due diverse fasce orarie della giornata, con una pausa nel mezzo.

Per gestire i turni in maniera ottimale e ridurre l’impatto negativo sulla salute dei lavoratori, i datori di lavoro possono adottare diverse tecniche, come:

  • Rotazione in avanti dei turni (mattina → pomeriggio → notte), che risulta meno faticosa per l’organismo:
  • Turni di durata non eccessiva, preferibilmente di 8 ore o meno, per evitare l’affaticamento eccessivo:
  • Rispetto delle pause obbligatorie, per garantire il recupero fisico e mentale durante il turno.

Sanzioni e responsabilità per il datore di lavoro

Il datore di lavoro che non rispetta le normative vigenti sul lavoro a turni può incorrere in sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, anche in sanzioni penali. Le violazioni più comuni riguardano:

  • Il mancato rispetto del riposo giornaliero o settimanale.
  • L’assenza di una corretta valutazione dei rischi per i lavoratori notturni.
  • Il mancato riconoscimento delle maggiorazioni salariali previste per il lavoro notturno e festivo.

Le sanzioni possono variare in base alla gravità della violazione, partendo da multe pecuniarie fino alla sospensione dell’attività lavorativa. Ai datori di lavoro che non consentono ai lavoratori di accedere al periodo di riposo, sia giornaliero che settimanale, possono essere imposte sanzioni in denaro, che si tratti di un solo dipendente o più dipendenti. Nel caso di un intero gruppo su cui il datore di lavoro non applica il riposo si può incorrere anche a 10.000 euro di sanzione.

Responsabilità civili e penali

Il datore di lavoro ha la responsabilità di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori su turni. In caso di infortunio o malattia professionale derivante da una cattiva gestione dei turni, il datore di lavoro potrebbe essere chiamato a rispondere in sede civile per il risarcimento dei danni e, nei casi più gravi, anche in sede penale.

Conclusioni

Il lavoro a turni è una realtà lavorativa complessa che richiede una gestione accurata e rispettosa delle normative vigenti, sia per tutelare la salute dei lavoratori che per garantire la continuità produttiva dell’azienda. Il datore di lavoro deve prestare particolare attenzione alla pianificazione dei turni, alla sicurezza e alla salute dei dipendenti, assicurandosi che tutti i diritti previsti dalla legge siano rispettati.

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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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