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Nuove aliquote IRFEF 2024: chi ci guadagna di più?

Nel 2024, saranno introdotte nuove aliquote e scaglioni IRPEF, con la fusione del primo e secondo scaglione di reddito in un’unica aliquota del 23%. Le innovazioni non si esauriscono qui, includendo anche l’uniformità della no tax area tra dipendenti e pensionati e l’aggiunta di una franchigia di 260 euro alle detrazioni al 19%. Tuttavia, è importante notare che queste modifiche sono limitate al prossimo anno e non rappresentano una riforma strutturale.


Il Consiglio dei Ministri il 28 dicembre, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo relativo alla riforma dell’IRPEF, in attuazione della Legge Delega per la riforma fiscale (Legge 9 agosto 2023 n. 111).

L’IRPEF è l’imposta sul reddito delle persone fisiche e si applica sui redditi imponibili (definiti dall’art. 6 del TUIR) ovunque prodotti per i soggetti fiscalmente residenti. Mentre per i non residenti solo per i redditi di fonte italiana. L’imposta, quindi, prende in considerazione diverse categorie di entrate, come stipendi, redditi da lavoro autonomo, affitti e pensioni, nella determinazione del reddito complessivo.

Il principale obiettivo della riforma è semplificare il sistema fiscale e ridurre la pressione fiscale per i lavoratori con redditi medio-bassi. La riduzione delle aliquote da quattro a tre rappresenta uno sforzo per snellire il sistema, facilitando le procedure di calcolo dell’imposta. In particolare, si procederà all’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota, interessando la fascia di reddito compresa tra 15.001 e 28.000 euro, su cui verrà applicata un’aliquota del 23%.

Tra le novità salienti per il 2024, si evidenzia l’equiparazione della No Tax Area tra dipendenti e pensionati, mirando a garantire una parità di trattamento nell’esonero fiscale per entrambe le categorie. In aggiunta, sarà introdotta una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, fornendo una deduzione fissa volta a ridurre la base imponibile.

È cruciale sottolineare che queste modifiche sono di natura temporanea e limitate all’anno 2024. Al momento, non rappresentano una riforma strutturale a causa della limitatezza delle risorse disponibili.

Queste innovazioni avranno un impatto diretto sulla tassazione del reddito delle persone fisiche, rendendo il sistema più accessibile e introducendo elementi di equità nella determinazione dell’imposta. Resta da chiedersi: chi ne trarrà maggior beneficio da queste misure? Scopriamolo insieme.

Aliquote IRFEF 2024: accorpamento del primo e secondo scaglione

  • Aliquota del 23% per i redditi fino a 28.000 euro: Questo significa che i contribuenti con redditi inferiori a 28.000 euro saranno soggetti a un’imposta del 23%;
  • Aliquota del 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro: Per i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro, l’aliquota d’imposta sarà del 35%;
  • Aliquota del 43% per i redditi che superano 50.000 euro: Per i redditi superiori a 50.000 euro, l’aliquota d’imposta sarà del 43%.

Nel corso del 2023, come precedentemente menzionato, è prevista la presenza di quattro scaglioni di reddito, ciascuno associato a un’aliquote IRPEF specifica, così strutturati:

  • 23% sui redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% sui redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro;
  • 35% sui redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% sui redditi superiori a 50.000 euro.

Nel 2024 prenderà il via una rimodulazione delle aliquote IRPEF mediante l’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota percentuale del 23%. L’aliquota al 25% viene eliminata, mentre le altre due rimangono invariate. Di conseguenza, le nuove aliquote IRPEF per il 2024 saranno così strutturate:

  • 23% sui redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% sui redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% sui redditi superiori a 50.000 euro.

Ruolo di deduzioni e detrazioni fiscali

Nel calcolo dell’IRPEF, le detrazioni e le deduzioni svolgono un ruolo fondamentale. Nello specifico, dopo aver applicato le aliquote IRPEF al reddito, ci si trova di fronte all’IRPEF lorda dovuta. Tuttavia, il contribuente è tenuto a versare l’imposta netta, la quale subisce una riduzione grazie alle detrazioni. Queste ultime sono calcolate in parte in base alle specifiche condizioni del contribuente. Nel corso del 2024, i lavoratori dipendenti e i pensionati potranno beneficiare di detrazioni massime sul reddito prodotto pari a 1.955 euro.

Le deduzioni, al contrario, non agiscono direttamente sull’IRPEF lorda, ma influenzano il reddito imponibile su cui si basa il calcolo dell’IRPEF. Coloro che hanno diritto a deduzioni devono sottrarle dal reddito complessivo prima di applicare le aliquote IRPEF. Questo approccio non solo evita un aumento dell’aliquota IRPEF a causa del superamento dello scaglione di reddito, ma impedisce anche una modifica dell’aliquota applicabile, poiché le deduzioni sono considerate prima di applicare le aliquote IRPEF al reddito.

Esempio di calcolo con le nuove aliquote

La diminuzione delle aliquote IRPEF riflette l’intenzione del governo di aiutare le esigenze finanziarie dei contribuenti con un reddito compreso tra 15.001 e 28.000 euro, che rientrano nella fascia di reddito medio-basso. Questa categoria di contribuenti, come il resto della popolazione, deve affrontare l’aumento dei prezzi, che ha registrato un incremento del 5,3% nel 2023.

Vediamo nel dettaglio un esempio pratico di applicazione delle nuove aliquote IRPEF per il 2024 e quale sia il risparmio in essere.

Immaginiamo un contribuente “A” con un reddito complessivo di 26.000 euro. Applicando le aliquote attualmente in vigore dell’IRPEF, l’imposta lorda ammonta a:

(15.000 x 23%) + (11.000 x 25%) = 3.450 + 2.750 = 6.200 euro.

A causa delle disposizioni previste nella bozza del decreto, l’imposta lorda sarebbe ridotta a 5.980 euro, considerando un’aliquota del 23% sul reddito totale di 26.000 euro. Questo comporterebbe un risparmio d’imposta di 220 euro per le tasche del contribuente.

Equiparazione della no tax area di dipendenti e pensionati

La Legge di Bilancio 2024 traccia una svolta significativa con la reintroduzione dell’equiparazione tra lavoratori dipendenti e pensionati entro il 2024, riflettendo un notevole aggiornamento nelle dinamiche della no tax area dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF).

Nel prossimo anno, assisteremo all’unificazione della no tax area Irpef a 8.500 euro grazie all’armonizzazione delle detrazioni applicabili ai redditi da pensione e da lavoro dipendente. Questo processo di convergenza verso una no tax area unificata per dipendenti e pensionati rappresenta un passo importante nella semplificazione delle normative fiscali, promuovendo una maggiore uniformità tra diverse categorie di contribuenti.

Quali categorie beneficiano delle aliquote IRFEF 2024?

I benefici dell’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito e delle prime due aliquote IRPEF sono destinati a coloro che percepiscono un reddito compreso tra 15.000 e 50.000 euro. Questo nuovo meccanismo a tre aliquote offre vantaggi significativi per questa categoria di contribuenti. Esaminiamo più nel dettaglio gli effetti di questa modifica:

  • Reddito fino a 15.000 euro

In questo prima cosa, non sono previsti benefici sull’IRPEF lorda, poiché l’aliquota rimane invariata al 23%.

Tuttavia, i lavoratori dipendenti avranno uno sconto legato all’equiparazione della no tax area tra dipendenti e pensionati, con un aumento delle detrazioni da lavoro da 1.880 euro a 1.955 euro. Conti alla mano, il massimo beneficio previsto è di 75 euro.

  • Reddito fino a 28.000 euro

Il secondo scaglione fa scattare un risparmio pari al 2% di tutto il reddito che supera i 15.000 euro, che altro non è che la differenza di aliquota rispetto ai primi 15.000 euro. Il vantaggio economico si manifesterebbe solo per i contribuenti il cui reddito tra 15.001 euro e i 28.000 euro, con un risparmio massimo di circa 22 euro al mese.

  • Reddito superiore a 50.000 euro

La revisione dell’IRPEF per questa fascia introduce una franchigia per l’accesso alle detrazioni, con una riduzione di 260 euro delle detrazioni fiscali complessive per i contribuenti con un reddito superiore a 50.000 euro. È stata introdotta come contropartita della rimodulazione al 43%.

In sintesi, l’accorpamento delle prime due aliquote non influirà su chi guadagna fino a 15.000 euro. Al contrario, solo la fascia di reddito compresa tra 15.001 e 28.000 euro potrà beneficiare di queste modifiche. Va notato che, per chi percepisce redditi superiori a 50.000 euro, l’introduzione di una franchigia per l’accesso alle detrazioni rappresenta l’unico cambiamento, senza vantaggi aggiuntivi.

Conclusioni

La revisione dell’IRPEF per il 2024 costituisce un passo significativo verso una riforma fiscale mirata a una maggiore efficienza e equità, semplificando notevolmente il calcolo delle imposte. L’obiettivo centrale di questa riforma è favorire la progressività e l’equità orizzontale nel sistema fiscale, affrontando in modo diretto le sfide connesse al carovita e all’inflazione. 

La novità chiave del 2024 sarà l’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF, con l’introduzione di un‘aliquota del 23% fino alla soglia di 28.000 euro. Contestualmente, ci sarà un aumento della detrazione a 1.955 euro per i redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro, in linea con quanto già previsto per i pensionati.

Nonostante la discussione sulla possibile adozione di una flat tax, il 2024 non vede ancora la sua implementazione, evidenziando l’attenzione rivolta verso una progressività fiscale che tenga conto delle diversità di reddito. Questa revisione, pertanto, si pone come risposta alle esigenze di equità, con l’intenzione di ridurre gli oneri fiscali per i contribuenti a reddito medio-basso.

Domande frequenti

Quali sono le principali aliquote IRPEF per il 2024?

Nel 2024, le aliquote IRPEF sono le seguenti: 23% per i redditi fino a 28.000 euro, 35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro, e 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Quali sono stati i principali cambiamenti rispetto al 2023?

Nel 2024, la detrazione massima per i lavoratori dipendenti è aumentata da 1.880 a 1.955 euro. Questo ha comportato un aumento della “no tax area” da circa 8.174 a 8.500 euro. Inoltre, gli scaglioni IRPEF sono stati semplificati, unendo i primi due scaglioni in un’unica categoria.

Come la revisione dell’IRPEF per il 2024 contribuirà a contrastare il carovita e l’inflazione?

La revisione dell’IRPEF mira a garantire un trattamento fiscale più equo, soprattutto per le fasce di reddito più basse. Questo può aiutare a mitigare l’impatto dell’inflazione e a garantire una maggiore equità orizzontale nel sistema fiscale, contribuendo così a combattere il carovita.

Elena Lamperti
Elena Lamperti
Laureata in Scienze del Lavoro e Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Milano. Appassionata da sempre di economia e diritto del lavoro, racconta con parole semplici questo mondo, in costante evoluzione.

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