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Immatricolazione auto e tasse all’estero: guida 2022

L’immatricolazione di un’auto italiana all’estero è una pratica indispensabile quando si cambia residenza in un altro Paese.

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L’immatricolazione auto all’estero è una pratica necessaria nel momento in cui il proprietario del veicolo trasferisce stabilmente la propria residenza in un altro Stato. Questa procedura permette di ottenere la targa estera e la cancellazione dall’iscrizione al PRA del veicolo.

Posso viaggiare liberamente con l’auto all’estero?

Per poter viaggiare tranquillamente con un auto fuori dai confini nazionali è necessario essere in possesso della patente internazionale e della carta verde. È necessaria inoltre la “delega a condurre”, nel caso in cui sia necessario guidare in Paesi extra UE con una vettura non di proprietà e senza proprietario a bordo. La delega serve a dimostrare che l’auto non sia rubata e che non si stia esportando illegalmente.

Che cos’è la delega a condurre?

Questo documento è necessario se ci si reca all’estero con un’auto presa a noleggio. Per il documento di delega a condurre è possibile scaricare un modello prestampato dal sito dall’ACI già tradotto in italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo. Si tratta di una autocertificazione che può essere utile nel caso ci si rechi all’estero, soprattutto in paesi dell’area extra UE, con una vettura che non è di nostra proprietà e il cui proprietario non sarà a bordo durante il viaggio.

La delega a condurre serve a dimostrare alle autorità doganali che il veicolo non è rubato o esportato illegalmente. In molti paesi è necessario o comunque consigliabile averla con sé: sono Albania, Austria, Bielorussia, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Liechtenstein, Estonia, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Islanda, Lettonia, Lussemburgo, Macedonia, Marocco, Montenegro, Olanda, Polonia, Principato di Monaco, Regno Unito, Repubblica Céca, Repubblica Slovacca, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Tunisia, Ucraina, e Ungheria.

Che cos’è la patente internazionale?

La patente italiana è sufficiente per guidare in tutti i Paesi dell’Unione Europea, negli altri Paesi europei (ad esclusione della Federazione Russa) e in diversi Paesi extra-europei. Tuttavia, per poter circolare nella maggior parte dei Paesi extra-europei è richiesto un altro tipo di patente, la patente internazionale.

La patente internazionale di guida ha validità 3 anni. Per ottenerla è necessario chiedere all’ufficio consolare del paese in cui ci si vuole recare se é necessaria la patente internazionale di guida (in alcuni stati è sufficiente una traduzione della patente di guida italiana) e quale sia il tipo di modello riconosciuto (se conforme cioè alla Convenzione di Vienna o a quella di Ginevra). Per ottenere la patente internazionale di guida bisogna presentare:

  • Domanda redatta su modello denominato mod. TT746;
  • Versamenti (10,20 euro su c./c. 9001 e 16 euro su c./c. 4028) presso gli uffici postali o online. Si ricorda che le attestazioni di avvenuto pagamento devono essere incollate negli appositi spazi;
  • Due fotografie formato tessera di cui una autenticata su fondo chiaro, recenti, nitide, identiche, a capo scoperto (non si accettano fotografie stampate a computer);
  • Fotocopia fronte e retro della patente di guida in corso di validità. Chi si è sottoposto agli accertamenti sanitari per il rinnovo della patente ma non ha ancora ricevuto il tagliando di conferma di validità, deve produrre anche il certificato medico;
  • Maarca da bollo da 16 euro da consegnare al momento del ritiro della patente internazionale;
  • Esibizione in originale della patente di guida al momento del ritiro della patente internazionale;
  • Fotocopia del codice fiscale o del tesserino sanitario attestante il suddetto codice fiscale;
  • Fotocopia del frontespizio del modello TT 746 già compilato.

Quando si deve immatricolare la propria auto all’estero?

La necessita di immatricolare un’auto italiana all’estero nasce nel momento in cui si decide di trasferire la propria residenza all’estero in modo stabile. Infatti, l’immatricolazione estera diventa obbligatoria nel momento in cui il soggetto si sposta per un periodo superiore a sei mesi in un Paese estero. Attraverso questa procedura il proprietario del veicolo ottiene la cancellazione dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico), e la relativa targa, in modo da essere libero di immatricolare all’estero il veicolo.

Quando si vuole effettuare un trasferimento di residenza all’estero molto spesso ci si chiede se sia conveniente e come fare per immatricolare la propria auto all’estero, considerato il fatto che l’assicurazione italiana all’estero non è valida ecco che bisogna essere preparati per capire come procedere al meglio in questo passaggio.

Cosa si intende per esterovestizione di un veicolo?

In alcuni casi l’immatricolazione dell’auto all’estero viene utilizzata come strumento per ridurre il carico fiscale sul veicolo in Italia, in modo fraudolento (c.d. “esterovestizione dei veicoli“). Tale pratica è, quindi, sicuramente da sconsigliare in quanto si potrebbe finire, in caso di controlli, a dover pagare sanzioni molto elevate. Chi decide di correre questo tipo di rischi lo fa per:

  • Evitare il pagamento del bollo auto in Italia (e del superbollo);
  • Ridurre l’importo dell’assicurazione dovuta;
  • Non farsi problemi nei passaggi sulle ZTL e multe considerate le difficoltà di riscossione delle somme dall’estero;
  • Non farsi problemi con eventuali autovelox e multe considerate le difficoltà di riscossione delle somme dall’estero.

In relazione a questo aspetto è importante evidenziare che solo i soggetti fiscalmente residenti all’estero possono circolare in Italia con targa (e quindi immatricolazione) estera. Infatti, l’art. 132 del Codice della Strada prevede che le vetture con targa estera possono circolare sul territorio nazionale per un periodo limitato di 60 giorni, oltre il quale diventa obbligatoria la registrazione al PRA. Per questo l’esterovestizione dei veicoli è illegale. Tuttavia, nella pratica, si assiste a questi fenomeno in quanto può risultare molto complesso stabilire quando un veicolo abbia varcato il confine italiano. In relazione a questo aspetto l’art. 29-bis del D.L. n. 113/18 prevede che tutti coloro che risiedono in Italia per oltre 60 giorni non possono guidare un auto provvista di targa estera. In caso di violazione è prevista l’applicazione di una sanzione che va dai 712 ai 2.484 euro.

Per approfondire: “Esterovestizione delle autovetture: misure di contrasto“.

Quale procedura per immatricolare un auto italiana in un Paese UE?

Le regole che abbiamo visto per l’Italia in relazione all’immatricolazione auto riguardano anche gli altri paesi UE. La regola generale è che chi chi si stabilisce all’estero con la propria auto deve immatricolarla nel Paese di residenza. Per fare questo è necessario seguire una serie di passaggi, ovvero:

  • Immatricolazione del veicolo;
  • Modifica della targa;
  • Pagamento delle imposte previste;
  • Cancellazione dal PRA;
  • Procedure legate al rimborso di eventuale assicurazione o imposte pagate due volte per lo stesso periodo.

In generale, i Paesi UE (Francia, Germania, Spagna, Belgio, Romania, Austria, etc) richiedono l’obbligo di effettuare una nuova immatricolazione dell’autoveicolo che venga trasferito definitivamente all’interno dei propri confini. Ogni Paese solitamente concede un periodo di tempo di transizione per mettersi in regola. In questo periodo è possibile circolare all’estero con la targa del Paese di origine. Come detto, il periodo di transizione non decorre dall’immissione del veicolo nel Paese, ma dalla data di iscrizione all’AIRE.

Per quanto riguarda i periodi di transizione in Spagna, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo 6 mesi. In Austria e Francia un mese. Non sono previsti periodi di transizione in Germania e Paesi Bassi. In Repubblica Ceca, invece, tale periodo è di 185 giorni. In Austria, il periodo di tolleranza è di un mese.

Per la procedura ti consiglio di rivolgerti a due agenzie di pratiche auto. Sceglietene una in Italia ed una nel Paese di espatrio, esperte in pratiche di import/export di autoveicoli. Si tratta di una pratica che segue procedure non semplici, per questo motivo è opportuno dotarsi di intermediari con esperienza in questo ambito per evitare errori.

Quale procedura per l’immatricolazione auto in paesi extra UE?

Nel caso in cui il trasferimento di residenza venga effettuato in un Paese Extra UE, la procedura vista prima non cambia. Le differenze riguardano l’uso che si può poi fare dell’auto ri-targata e nel fatto che il limite massimo di permanenza del veicolo a targa Italiana può essere conteggiato a partire dal timbro doganale in uscita dalla UE. E non dalla data di residenza. Per quanto riguarda il Regno Unito il periodo di tolleranza a seguito della “Brexit” (per cittadini provenienti dalla UE) è di 1 anno.

Dove è possibile usare l’auto a targa straniera extra-UE intestata all’Italiano iscritto AIRE?

Senza limiti nella nazione di immatricolazione. Per tutte gli altri Stati (quindi compreso un eventuale uso in Italia) vige un limite massimo di permanenza continuativa pari a 6 mesi. Tuttavia, il limite può variare da Paese a Paese, talvolta rinnovabile uscendo e rientrando dai confini. Ti consiglio sempre di verificare con attenzione.

Se vuoi avere maggiori informazioni su come effettuare correttamente un trasferimento di residenza all’estero, puoi trovare la nostra guida qui: “Trasferimento di residenza all’estero: la guida“. Invece, se sai già come muoverti e sei interessato a capire come portare all’estero legalmente il tuo autoveicolo, di seguito andremo ad analizzare le differenze tra un soggiorno temporaneo o stabile all’estero.

Immatricolazione all’estero e tasse automobilistiche

L’immatricolazione dell’auto all’estero, il pagamento delle tasse automobilistiche e dei premi assicurativi varia seconda del fatto che il trasferimento all’estero sia solo temporaneo oppure stabile, con cambio di residenza fiscale. La regola generale che devi ricordarti se ti stai trasferendo all’estero è che:

Se la normativa prevede che tu debba fare un trasferimento di residenza all’estero (con relativa iscrizione all’AIRE), anche l’autoveicolo che deciderai di portare con te dovrà essere obbligatoriamente immatricolata all’estero. 

Auto e soggiorni temporanei all’estero

Nel caso in cui il soggiorno all’estero è soltanto temporaneo, di durata inferiore a sei mesi, non è necessario immatricolare l’auto all’estero. In pratica, se il soggetto che si trasferisce mantiene la residenza fiscale nel Paese di origine non è necessario immatricolare l’auto all’estero e pagare tasse locali. Il veicolo resterà regolarmente immatricolato nel Paese di origine del proprietario. In alcuni Paesi, tuttavia, è comunque richiesto il pagamento di tasse riguardanti l’uso dell’auto (c.d. tasse di circolazione).

Altro aspetto importante che riguarda i trasferimenti di auto all’estero per soggiorni temporanei riguarda il fatto che senza immatricolare l’auto all’estero è impossibile prestarla o noleggiarla legalmente ad altri soggetti residenti nel Paese di espatrio. In questi casi è possibile far guidare un altro soggetto solo in presenza del proprietario. Nessun problema, invece, se è necessario fare guidare altri soggetti non residenti nel Paese di espatrio (es. familiari e amici del proprietario).

Se, invece, intendi trasferirti in un altro Paese per più di sei mesi, il tuo trasferimento diventa stabile. In questo caso è necessario trasferire la tua residenza fiscale in tale Paese e sei tenuto a immatricolare la tua auto rapidamente presso le autorità locali.

Considerazioni su auto e trasferimento di residenza all’estero

Un soggetto si trasferisce all’estero che prende residenza in una nazione estera e che ha intestata a suo nome un’auto regolarmente immatricolata ed assicurata in Italia, una volta ottenuto il cambio di residenza deve immatricolarla e pagare le tasse locali. Non vi sono alternative possibili a questa.

Una volta che hai deciso il trasferimento di residenza fiscale all’estero dovrai avviare le procedure per immatricolare l’autovettura. Il termine per procedere è di non oltre sei mesi dopo la data del tuo arrivo. Attenzione, i sei mesi partono dalla data del tuo trasferimento di residenza all’estero, quindi dalla data in cui ti sei iscritto all’AIRE. Controlla inoltre quali documenti e formalità saranno richiesti per dimostrare di aver immatricolato l’automobile. In alcuni paesi potresti beneficiare di un esonero dalle tasse di immatricolazione in caso di trasferimento da un altro paese dell’UE, a patto di rispettare determinate condizioni e scadenze. Prima di trasferirti in un nuovo paese, verifica la normativa nazionale.

Deroghe all’obbligo di immatricolazione

Studenti universitari

Nel caso in cui il soggiorno in un Paese estero derivi  da motivi di studio, non sei tenuto ad effettuare l’immatricolazione dell’autoveicolo e al pagamento delle tasse automobilistiche, a condizione di frequentare un istituto scolastico di istruzione. Nel caso in cui, invece, nel corso del soggiorno di studio all’estero, si svolgano anche attività lavorative diventa obbligatorio immatricolare l’automobile nel Paese di trasferimento. Il consiglio che posso darvi è quelli di informarvi bene prima della vostra partenza per l’estero. E’ importante verificare se è necessario espletare formalità amministrative (in alcuni Paesi si deve conservare in auto un certificato di iscrizione di una università). Oppure se ci sono da rispettare determinate condizioni per evitare problemi durante i controlli.

Lavoratori transfrontalieri

Sei un lavoratore transfrontaliero (autonomo o dipendente) se lavori su un versante di una frontiera, ma vivi sull’altro e ritorni a casa almeno una volta alla settimana. Questa è la definizione utile per capire se appartieni anche tu a questa categoria di lavoratori. In questo caso, se utilizzi la tua auto per fare il pendolare tra due paesi, devi immatricolarla e pagare le relative tasse nel paese in cui vivi, non in quello in cui lavori. L’immatricolazione dell’autoveicolo segue la tua residenza fiscale. Se guidi un’auto aziendale (immatricolata nel paese in cui lavori), puoi usarla anche nel paese in cui vivi, senza doverla immatricolare in tale paese. Verifica quali condizioni devi rispettare per utilizzare un’automobile aziendale nell’UE.

Mantenere targa Italiana per lasciare l’auto in Italia

Altro argomento frutto di dubbi e incertezze riguarda il caso di chi si trasferisce all’estero e vuole lasciare l’auto in Italia per utilizzarla nei periodi di vacanza in Italia. In questo caso, è necessario fornire come riferimento legale un indirizzo di una persona residente in Italia. Si dovrà poi aggiornare la carta di circolazione in Motorizzazione o tramite una agenzia di pratiche auto. La procedura è del tutto analoga a quella del cambio di residenza in Italia, e costa circa 200,00 euro. Messo in regola il libretto di circolazione, è necessario informare la propria compagnia assicurativa della variazione dell’indirizzo. Nonostante la copertura RCA non sia rifiutabile da parte delle compagnie, sono ancora molte quelle che non accettano di assicurare i veicoli degli Italiani residenti all’estero. Ti suggerisco di verificare anche la modalità di sospensione della polizza. Immaginando un uso saltuario del veicolo, potresti infatti avere un buon risparmio sospendendo la polizza durante i mesi nei quali si prevede di tenere fermo il veicolo.

Dove è possibile usare l’auto a targa Italiana con documenti AIRE?

Liberamente su tutto il territorio Italiano ed in tutti i Paesi UE, tranne quello in cui si è presa la residenza.

Re-immatricolazione e assicurazione all’estero

Un ultimo aspetto su cui soffermarsi riguarda la polizza assicurativa. L’assicurazione italiana, RCA, non copre l’immatricolazione all’estero del veicolo. Quindi, quando stiamo per avviare questo tipo di procedure è importante scegliere anche una nuova compagnia assicurativa estera. Proprio perché le assicurazioni non hanno validità al di fuori dei confini nazionali, poi, non è possibile stipulare una polizza assicurativa con una compagnia estera per un’auto con targa italiana. Per questo motivo l’assicurazione estera deve essere effettuata dopo l’immatricolazione. Allo stesso modo, anche chi decide di lasciare la propria auto in Italia, avendo residenza fiscale all’estero, dovrà provvedere a modificare la propria polizza assicurativa. Se scegli una compagnia assicurativa estera, affinché la polizza assicurativa sia valida e non avere problemi in caso di sinistri, la compagnia estera deve essere autorizzata a operare sul territorio Italiano. Esiste una apposita lista sul sito della IVASS (ex ISVAP), che ti invito a consultare.

Residenza estera senza iscrizione AIRE e pratiche auto

Un ultimo aspetto che intendo affrontare riguarda il caso dei soggetti trasferiti all’estero senza aver effettuato l’iscrizione AIRE. Si tratta, lo ribadiamo, di una procedura non regolare che, di fatto, non permette di perfezionare la procedura di trasferimento di residenza fiscale all’estero. Questo significa, di fatto, che tale soggetto per il fisco italiano (anche se trasferito all’estero) rimane fiscalmente residente in Italia. Quindi, nulla cambia per la sua situazione e pertanto si presume che la sua auto continui ad essere utilizzata in Italia. Per questo motivo, se ti trovi in questa situazione, al fine di non compromettere la tua situazione è consigliabile iscriversi all’AIRE quanto prima. In questo modo potrai regolarizzare (per il futuro) la tua situazione fiscale e di conseguenza potrai seguire le procedure sopra indicate per l’immatricolazione della propria auto all’estero.

Non deve essere dimenticato che, negli accertamenti sulla residenza fiscale l’Agenzia delle Entrate considera la presenza di un auto immatricolata in Italia come un indicatore di interessi verso l’Italia. Per questo motivo è di fondamentale importanza regolamentare nel modo corretto la propria situazione di mancata iscrizione AIRE.

Consulenza fiscale online

In questo articolo ho cercato di fornirti le principali informazioni legate all’immatricolazione della propria auto all’estero in caso di trasferimento di residenza fiscale. Quando ci si trasferisce all’estero, infatti, non bisogna dimenticare gli adempimenti legati alla propria auto. Questo sia che si decida di portarla all’estero (con l’immatricolazione all’estero), sia che si decida di lasciarla in Italia. In questo secondo caso il mantenimento dell’auto in Italia rappresenta un elemento di rilevanza per l’identificazione del domicilio del soggetto espatriato. Elemento questo che l’Agenzia delle Entrate tiene in considerazione sui controlli legati alla verifica della residenza fiscale.

Noi non possiamo aiutarti per l’immatricolazione della tua auto all’estero ma possiamo analizzare la tua posizione fiscale in relazione al tuo trasferimento di residenza all’estero. Contattaci attraverso il link sottostante per ricevere il preventivo per una consulenza fiscale in grado di risolvere i tuoi dubbi, ed evitare di commettere errori sul trasferimento di residenza fiscale all’estero.

12 COMMENTI

  1. Articolo molto chiaro e utile, come sempre. Grazie.
    Tuttavia chiedo cortesemente una delucidazione sul mio caso, a cui ancora non sono riuscito a trovare risposta netta:
    Da fine aprile di quest’anno sono “Anmeldato” temporaneamente in Germania, ho un contratto di lavoro annuale che scade il 10 maggio 2018, ho portato con me la mia auto con targa italiana, ma non sono iscritto all’AIRE, quindi sono ancora fiscalmente residente in Italia perché volevo tenermi una finestra aperta sul da farsi nel breve periodo.
    Avendo targa straniera, ovviamente la polizia (Monaco, Baviera) mi ferma almeno una volta alla settimana. In uno di questi controlli mi hanno ammonito di pagare il bollo auto locale, cosa che ho prontamente fatto, intanto con validità fino a fine 2017.
    Ora la locale motorizzazione civile mi ha scritto dicendo che devo re-immmatricolare l’auto entro circa fine ottobre.
    Molto probabilmente avrò una buona opportunità di tornare a vivere stabilmente in Italia intorno al 20 di questo mese, e in questo caso mi cancellero’ dai registri anagrafici locali e non dovrò fare null’altro riguardo all’auto. Giusto?
    In linea generale è corretto quindi affermare che il presupposto per l’immatricolazione del veicolo con targa italiana in Germania é avere la residenza fiscale in Germania, ovvero essere iscritti all’AIRE?
    E quindi di converso, anche se in Germania non c’è un periodo di transizione, e visto che non sono iscritto all’AIRE, una volta pagato il bollo locale posso continuare a circolare legittimamente con l’auto a targa italiana? (Sono consapevole anche del problema assicurativo, ma su quello è tutto chiaro e non c’è alcun dubbio)
    Molte grazie in anticipo per la Vostra disponibilità.

  2. E’ sicuramente la residenza fiscale che determina il cambio di targa del veicolo, ma deve essere tenuto in considerazione il fatto che i vari Paesi esteri hanno periodi di tolleranza diversi in merito a quanto tempo si può restare all’estero con un veicolo con targa straniera. Ora la Germania non ha periodo massimo, quindi può restare con targa straniera pagando imposte legate a oneri locali, senza ulteriori problemi.

  3. Grazie molte per la pronta e chiara risposta.
    Bene, quindi non mi resta che spiegarmi nel miglior modo possibile con la locale motorizzazione civile.
    Cordialità.

  4. Buongiorno, grazie mille per l’articolo.
    Il mio caso è un po diverso.
    Io sono cittadino italiano con domicilio e residenza in Spagna e iscritto all’ AIRE.
    Mia sorella mi regala la sua macchina vecchia intestata a lei in Italia, gentilmente mi piacerebbe sapere come possiamo fare, passaggio di proprietà ecc…
    Grazie mille

  5. In questo caso è obbligatorio immatricolare l’auto all’estero. Ci sono sei mesi di tempo per mettersi in regola, ma per capire come fare dovrà contattare un agenzia di pratiche auto in Spagna. Fatto questo dovrà pensare all’assicurazione da intestarsi.

  6. Salve, cortesemente vi chiedo un chiarimento sulla copertura assicurativa. Sono un’italiano che si e’ trasferito in Francia per lavoro. Ormai sono trascorsi 6 mesi e ancora non ho immatricolato il mio veicolo con targa francese. Nel frattempo sto circolando con la mia assicurazione italiana, e nel libretto appare ancora la residenza italiana. La mia assicurazione mi ha riferito che la copertura relativa agli eventuali sinistri e’ apposto , devo pero’ sincerarmi sui tempi previsti per l’immatricolazione francese. In realta’, io risulto gia’ residente in Francia perche’ la normativa e’ differente rispetto all’Italia, ma il libretto del veicolo riporta ancora residenza italiana. Se mi dovessero fermare per dei controlli probabilmente prenderei una multa, ma se mi dovesse accadere un sinistro, vorrei essere sicuro se sono coperto o meno, nel frattempo che ci sara’ il cambio di targa appunto. Grazie

  7. Se l’auto continua ad essere immatricolata in Italia l’assicurazione italiana la copre, ma come detto non è in regola in Francia in questo modo. Però da un punto di vista assicurativo sarà coperta. Poi se l’assicurazione una volta capita la situazione effettivamente pagherà, questo è altro discorso.

  8. Buongiorno, il vostro articolo è molto chiaro ma personalmente mi trovo in una posizione border line; mi spiego: dal 1° dicembre sarò residente in Olanda e volevo portare con me la “mia” macchina. “Mia” di fatto, ma formalmente di proprietà ed assicurata a nome di mia mamma, attualmente residente e lavoratrice in italia (preciso che mia mamma continuerà a vivere in Italia).
    Mi chiedevo dunque se posso circolare in Olanda senza limiti di tempo con targa italiana senza dover (1) pagare alcuna imposta di circolazione e (2) provvedere al cambio targa.
    Inoltre, anche se non so se abbia una qualche valenza in tal caso, in fase di dichiarazione dei redditi verrò considerato come “residente non-residente” poiché mi stato accordato il diritto al Ruling 30% (“sconto” sulle tasse concesso ai “cervelli in fuga” da altri stati).

    Grazie

  9. C’è un problema di targa e di assicurazione da risolvere. Per quanto riguarda la residenza fiscale anche li vi è un problema, questa non dipende dall’agevolazione che ottiene in Olanda, ma da come effettua la procedura per il trasferimento dall’Italia. Insomma, ci sono un po’ di aspetti da chiarire. Per l’auto consiglio di parlare con la motorizzazione e con la sua assicurazione. Per gli aspetti fiscali del suo trasferimento la posso aiutare volentieri tramite consulenza.

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