Una holding è una società madre – Private Limited o Limited Company – creata per acquistare e controllare gli interessi di proprietà di altre società. Scopri come costituire una holding nel Regno Unito, i benefici fiscali e legali e il ruolo di questo strumento nella gestione internazionale dei patrimoni societari.
Il Regno Unito rappresenta una giurisdizione particolarmente efficiente per costituire holding company che gestiscono partecipazioni internazionali. Il sistema fiscale britannico offre vantaggi concreti e misurabili: esenzione totale sui dividendi ricevuti dalle controllate, azzeramento dell’imposizione sulle plusvalenze da cessione di partecipazioni qualificate, e una rete estesa di trattati contro le doppie imposizioni che riducono drasticamente il prelievo alla fonte. Per imprenditori italiani che controllano società operative in diversi paesi, la holding UK diventa uno strumento di ottimizzazione fiscale legittimo e strutturato, capace di liberare liquidità che resterebbe altrimenti intrappolata in sovrastrutture fiscali inefficienti.
La scelta di localizzare una holding nel Regno Unito non è una questione di moda giurisdizionale, ma una decisione strategica basata su parametri oggettivi. L’aliquota corporation tax del 25% potrebbe sembrare elevata a prima vista, ma diventa irrilevante quando la quasi totalità dei proventi – dividendi e capital gains – beneficia di esenzioni specifiche. Il vero vantaggio emerge nella gestione dei flussi finanziari: i dividendi affluiscono alla holding britannica senza imposizione, possono essere reinvestiti o distribuiti ai soci con una pianificazione che tiene conto dei trattati fiscali, e le ristrutturazioni societarie avvengono senza il freno delle imposte sulle plusvalenze.
Indice degli argomenti
- Il contesto fiscale britannico: vantaggi e opportunità
- Esenzione totale sui dividendi esteri
- Substantial Shareholding Exemption: plusvalenze esenti
- Trattamento favorevole degli interessi passivi
- Tabella riepilogativa delle principali esenzioni fiscali
- Trattato fiscale Italia-Regno Unito: ritenute ridotte
- Regole sulle società estere controllate
- Come costituire una holding nel Regno Unito
- Ottimizzazione fiscale per imprenditori italiani
- Problematiche legate alla costituzione di una holding estera
- Quando la holding UK è la scelta giusta
- Consulenza fiscale online
- Domande frequenti
Il contesto fiscale britannico: vantaggi e opportunità
Il Regno Unito ha da tempo rappresentato un punto di riferimento per gli investitori e gli imprenditori di tutto il mondo, grazie a un sistema fiscale competitivo, una solida infrastruttura finanziaria e un ambiente di business favorevole. In particolare, la figura della società holding britannica ha suscitato un crescente interesse, diventando uno degli strumenti più apprezzati per la pianificazione fiscale e la protezione del patrimonio. Ma cosa rende davvero attraente la holding nel Regno Unito? E perché un imprenditore dovrebbe considerare seriamente questa opzione?
Cos’è una holding e quali sono i suoi obiettivi?
Una holding è una società la cui principale funzione è quella di possedere e gestire partecipazioni in altre società, chiamate controllate. Non svolge attività operative dirette, ma controlla e amministra le imprese detenute con l’obiettivo di gestire le partecipazioni azionarie e i flussi finanziari.
Il ruolo principale di una holding è quello di consolidare il controllo di diverse entità legali sotto un’unica struttura societaria, semplificando la gestione aziendale e ottimizzando i costi amministrativi e fiscali.
Regime fiscale inglese (Asset Holding Company – AHC)
Il regime fiscale inglese (Asset Holding Company – AHC), entrato in vigore dal 1° aprile 2022, prevede:
- Un’esenzione da tassazione dei capital gains più ampia rispetto a quanto previsto in precedenza (con l’eliminazione dei requisiti di possesso temporale e di percentuale minima);
- L’eliminazione dell’imposta di bollo su talune operazioni;
- La totale esenzione da ritenute sul pagamento di interessi passivi.
Condizione principale per beneficiare del regime AHC, é che il 70% degli investitori sia “eligible”, ovvero rientri nella categoria degli investitori istituzionali quali fondi comuni d’investimento, fondi alternativi o prodotti assicurativi.
Aliquota di imposta sulle società
L’imposta sulle società nel Regno Unito viene addebitata a una società residente nel Regno Unito sui suoi profitti e guadagni a livello mondiale. Non c’è distinzione tra profitti da reddito e profitti da capitale. In particolare:
- Una società con profitti pari o superiori a £ 250.000 è tassata con un’aliquota forfettaria del 25%;
- L’aliquota dell’imposta sulle società sui piccoli profitti del 19% si applica alle aziende con profitti fino a £ 50.000 (con alcune eccezioni);
- Se i profitti superano le 50.000 sterline ma non superano le 250.000 sterline, si applica uno sgravio marginale per produrre un’aliquota fiscale su misura compresa tra il 19% e il 25%.
Esenzione totale sui dividendi esteri
Il cuore pulsante del sistema fiscale britannico per le holding è il dividend exemption regime, che esclude dalla base imponibile la maggior parte dei dividendi ricevuti da società controllate, sia residenti che estere. Questo significa che una holding UK che riceve dividendi da una controllata tedesca, francese, americana o italiana non paga corporation tax su questi flussi, a prescindere dall’ammontare. L’esenzione si applica automaticamente quando la holding soddisfa specifiche condizioni alternative, progettate per garantire che il regime benefici strutture genuine e non costruzioni artificiose.
Per società di piccole dimensioni – con meno di 50 dipendenti e fatturato o attivo inferiore a 10 milioni di euro – l’esenzione opera in modo quasi automatico per dividendi provenienti da paesi con cui il Regno Unito ha stipulato trattati fiscali, categoria che include praticamente tutte le giurisdizioni rilevanti per investimenti industriali. Quando la holding supera queste soglie, l’esenzione resta disponibile se la società distribuente è controllata dalla holding britannica, configurando quella che la normativa definisce una struttura di gruppo consolidata. Questa architettura normativa protegge i flussi infragruppo dalla doppia imposizione economica, permettendo alla holding di operare come veicolo neutrale di raccolta e redistribuzione degli utili.
La neutralità fiscale sui dividendi elimina uno dei principali ostacoli alla centralizzazione delle partecipazioni in un unico veicolo. Storicamente, ogni passaggio di dividendi attraverso società holding creava un livello addizionale di imposizione, erodendo progressivamente la liquidità disponibile per reinvestimenti o distribuzione finale ai soci. Il regime britannico azzera questo costo, consentendo strategie di cash pooling e gestione centralizzata della tesoreria senza penalizzazioni fiscali. Per imprenditori italiani con partecipazioni distribuite geograficamente, questo si traduce nella possibilità di consolidare i flussi finanziari in UK e decidere successivamente l’allocazione ottimale, bilanciando esigenze di reinvestimento, distribuzione ai soci, o acquisizioni strategiche.
La Substantial Shareholding Exemption rappresenta il secondo pilastro fiscale delle holding britanniche, eliminando completamente l’imposizione sulle plusvalenze realizzate nella cessione di partecipazioni qualificate. Quando una holding UK vende la quota in una controllata, il guadagno derivante dalla differenza tra prezzo di cessione e costo storico non sconta corporation tax, a condizione che siano rispettati criteri oggettivi di possesso e natura delle società coinvolte. Questo regime trasforma la holding in uno strumento particolarmente efficiente per operazioni di private equity, ristrutturazioni di gruppo, o preparazione di exit strategy.
I requisiti per accedere all’esenzione sono tecnicamente precisi ma non proibitivi. La holding cedente deve aver detenuto almeno il 10% del capitale sociale ordinario della società target per un periodo continuativo di 12 mesi all’interno dei sei anni precedenti la cessione, garantendo così che l’esenzione premi investimenti sostanziali e non operazioni speculative di breve termine. Il secondo requisito impone che la società ceduta sia una trading company o capogruppo di un gruppo operativo, escludendo dalla agevolazione veicoli patrimoniali puri o società di mero godimento. Questa condizione riflette la logica della norma: favorire la riorganizzazione di attività economiche genuine, non creare scappatoie per guadagni finanziari.
Dal 2017, il legislatore britannico ha reso la SSE ancora più accessibile eliminando il requisito che anche la società cedente fosse operativa. Questa modifica normativa ha aperto la possibilità per holding pure – società il cui unico scopo è detenere partecipazioni – di beneficiare pienamente dell’esenzione, purché le controllate svolgano attività commerciali effettive. Per imprenditori italiani che pianificano la vendita di una business unit o preparano il passaggio generazionale, strutturare le partecipazioni attraverso una holding UK può azzerare il carico fiscale sulla plusvalenza, liberando capitale che può essere reinvestito o distribuito con aliquote significativamente inferiori rispetto a scenari alternativi.
Trattamento favorevole degli interessi passivi
Il sistema fiscale britannico prevede anche agevolazioni per quanto riguarda gli interessi passivi. Le holding possono dedurre gli interessi passivi relativi a prestiti contratti per finanziare l’acquisto di partecipazioni in altre società, riducendo così l’imponibile fiscale.
Tabella riepilogativa delle principali esenzioni fiscali
| Tipo di beneficio | Descrizione | Requisiti principali |
|---|---|---|
| Esenzione sui dividendi | Dividendi esenti da imposte | Partecipazione qualificata |
| Esenzione sulle plusvalenze | Plusvalenze esentate sulla vendita di partecipazioni | Possesso di almeno il 10% per 12 mesi |
| Deducibilità degli interessi passivi | Deducibilità degli interessi sui prestiti per acquisizioni | Finanziamento destinato all’acquisto di partecipazioni |
Trattato fiscale Italia-Regno Unito: ritenute ridotte
Il trattato contro le doppie imposizioni tra Italia e Regno Unito stabilisce aliquote ridotte per le ritenute alla fonte sui flussi finanziari transfrontalieri, creando sinergie fiscali rilevanti per strutture che coinvolgono entrambe le giurisdizioni. Quando una società italiana distribuisce dividendi a una holding britannica che detiene almeno il 10% del capitale, la ritenuta italiana si limita al 5%, significativamente inferiore all’aliquota ordinaria del 26% applicabile a investitori non qualificati. Questa riduzione, combinata con l’esenzione britannica sui dividendi in entrata, genera un’efficienza fiscale complessiva difficilmente replicabile con strutture alternative.
Il meccanismo opera in modo diretto: la società italiana applica la ritenuta del 5% al momento del pagamento del dividendo, la holding UK riceve il flusso netto e non sconta ulteriore tassazione grazie al dividend exemption regime. Il carico fiscale complessivo sul flusso Italia-UK si attesta quindi al 5%, contro il 26% che sconterebbe un investitore italiano persona fisica o il 1,2% (26% sulla quota esente del 95%) per una holding italiana che beneficia della participation exemption domestica. Il confronto evidenzia come la struttura UK non sia necessariamente la più efficiente per flussi puramente italiani, ma diventi competitiva quando la holding gestisce partecipazioni in multiple giurisdizioni e beneficia dell’esenzione totale su dividendi e capital gains.
Per interessi e royalties, il trattato prevede aliquote rispettivamente del 10% e dell’8%. Questi valori diventano rilevanti quando la holding britannica non si limita a detenere partecipazioni ma fornisce finanziamenti o licenze di proprietà intellettuale alle controllate. La normativa britannica prevede inoltre specifiche esenzioni per interessi pagati a holding in determinati contesti, creando ulteriori margini di ottimizzazione che richiedono però un’analisi caso per caso per verificare l’interazione con le normative antiabuso europee e britanniche.
Nessuna ritenuta sui dividendi in uscita
Il Regno Unito non impone una ritenuta alla fonte sulla distribuzione dei dividendi agli azionisti o alle società madri. Questo, indipendentemente dal luogo di residenza dell’azionista nel mondo. Gli azionisti non residenti nel Regno Unito non sono soggetti all’imposta britannica sui dividendi ricevuti. Questi azionisti possono essere tassati sui redditi da dividendi del Regno Unito nel loro paese d’origine.
Regole sulle società estere controllate
Le Controlled Foreign Company Rules (CFC) si applicano solo laddove i profitti siano stati artificialmente deviati dal Regno Unito. Le filiali in giurisdizioni dettagliate su un ampio elenco di territori esclusi sono generalmente esenti dalla tassazione CFC. Questo, se meno del 10% del reddito generato in quel territorio è esente o beneficia di una detrazione di interessi figurativi.
Il profitto, diverso dal reddito da interessi, in tutte le restanti società è soggetto a un addebito CFC. Tuttavia, solo se la maggior parte delle funzioni aziendali relative ai beni utilizzati o ai rischi sostenuti viene svolta nel Regno Unito.
Il reddito da interessi, se tassato a meno del 75% del tasso britannico, è soggetto a tassazione CFC. Tuttavia, solo se deriva in ultima analisi dal capitale investito dal Regno Unito o se i fondi sono gestiti dal Regno Unito. È possibile scegliere di esentare dalla tassazione CFC il 75% degli interessi ricevuti dal prestito a filiali non britanniche dirette o indirette della società madre britannica.
Come costituire una holding nel Regno Unito
La costituzione di una società holding nel Regno Unito è un processo ben definito e relativamente snello. Questo è possibile grazie ad un quadro normativo favorevole e a procedure semplificate. Ecco una guida dettagliata su come procedere:
| Scelta della forma giuridica | Il primo passo è decidere la forma giuridica più adatta. La forma più comune per una holding è la “Private Limited Company” (Ltd), che offre responsabilità limitata ai suoi azionisti e flessibilità nella gestione. |
| Nome della società | È necessario scegliere un nome unico per la holding. Il nome non deve essere simile o identico a quello di un’altra società già registrata e deve terminare con “Limited” o “Ltd”. |
| Indirizzo registrato | La holding deve avere un indirizzo registrato nel Regno Unito, che sarà utilizzato per la corrispondenza ufficiale. Può essere l’indirizzo dell’ufficio della società o un indirizzo fornito da un servizio di domiciliazione. |
| Nomina di direttori e segretario | È obbligatorio nominare almeno un direttore. Non è più obbligatorio avere un segretario, ma se si decide di averne uno, le sue responsabilità devono essere chiaramente definite. |
| Azionisti e capitale sociale | Bisogna definire gli azionisti della holding e il capitale sociale. Non c’è un requisito minimo per il capitale sociale, e può essere composto da una sola azione. |
| Memorandum e Articles of Association | Questi sono i documenti costitutivi della società. Il Memorandum of Association è una dichiarazione firmata da tutti gli azionisti iniziali, mentre gli Articles of Association stabiliscono le regole per la gestione e l’operatività della società. |
| Registrazione presso Companies House | Una volta preparati tutti i documenti, la società deve essere registrata presso Companies House, l’ente governativo responsabile della registrazione delle società nel Regno Unito. La registrazione può essere effettuata online o tramite posta e di solito viene completata entro 24 ore per le registrazioni online. |
| Numero di identificazione fiscale (UTR) | Dopo la registrazione, la società riceverà automaticamente un Unique Taxpayer Reference (UTR) dall’HM Revenue & Customs (HMRC), che sarà utilizzato per tutte le questioni fiscali. |
| Apertura di un conto bancario | Con la documentazione della società in mano, è possibile aprire un conto bancario nel Regno Unito per gestire le finanze della holding. |
| Adempimenti fiscali e contabili | Una volta costituita, la holding deve rispettare una serie di obblighi fiscali e contabili, tra cui la presentazione delle dichiarazioni fiscali, la tenuta della contabilità e la presentazione dei bilanci annuali a Companies House. |
Ottimizzazione fiscale per imprenditori italiani
Per imprenditori italiani residenti che controllano una holding britannica, l’architettura fiscale complessiva richiede un bilanciamento tra efficienza a livello della holding e tassazione personale sui flussi ricevuti in Italia. I dividendi distribuiti dalla holding UK a persone fisiche scontano tassazione in Italia secondo le aliquote progressive IRPEF con il meccanismo del credito d’imposta per le ritenute britanniche eventualmente applicate, oppure con l’aliquota secca del 26% se si opta per il risparmio amministrato. Questa imposizione finale deve essere considerata nel calcolo del carico fiscale effettivo della struttura complessiva.
La holding britannica diventa particolarmente efficiente quando l’imprenditore italiano non necessita di distribuzioni immediate ma reinveste sistematicamente i proventi in nuove acquisizioni o espansioni. In questo scenario, i dividendi e le plusvalenze si accumulano nella holding senza imposizione britannica grazie alle esenzioni, e la tassazione italiana viene differita fino al momento della distribuzione effettiva. Questo differimento crea un effetto leva temporale rilevante: il capitale che sarebbe stato assorbito da imposte resta investito e genera rendimenti addizionali, amplificando la crescita patrimoniale nel lungo termine.
Un altro scenario favorevole emerge quando l’imprenditore pianifica il trasferimento di residenza fiscale verso giurisdizioni con tassazione favorevole sui dividendi esteri o in preparazione di exit strategy con cessione totale della holding. In questi casi, la holding UK funge da piattaforma neutrale che consente di accumulare valore senza subire erosione fiscale nelle fasi intermedie, massimizzando il patrimonio disponibile al momento della liquidazione finale. Ogni situazione richiede però un’analisi personalizzata che consideri residenza fiscale, composizione patrimoniale, orizzonte temporale, e obiettivi strategici specifici dell’imprenditore.
Problematiche legate alla costituzione di una holding estera
La costituzione di una società holding nel Regno Unito deve essere, principalmente, presa in considerazione per coloro che decidono di trasferire la propria residenza fiscale in Inghilterra, lasciando ogni ruolo operativo nelle società controllate (soprattutto se situate in Italia). Questa, infatti, è la situazione “classica” e prudenziale per costituire una società holding, ovvero costituirla nello Stato di residenza fiscale dell’imprenditore.
Quando questo non accade, ovvero quando l’imprenditore decide di aprire una società holding in un Paese diverso da quello di residenza fiscale possono venirsi a creare delle problematiche (anche importanti di natura fiscale). Infatti, in questo caso devono essere analizzate ed approfondite le seguenti discipline:
- La disciplina relativa alle controlled foreign companies;
- Il transfer price;
- L’esterovestizione;
- Il rimpatrio degli utili.
Si tratta di discipline fiscali, per lo più antielusive, che devono essere attentamente analizzate e pianificate in anticipo andando ad individuare possibili soluzioni. Inutile dire che per essere compliance a queste disposizioni sono necessari investimenti importanti. Pertanto, questo tipo di pianificazione deve essere valutata da parte di imprese già strutturate e con un rilevante budget per andare a strutturare questo tipo di pianificazione. In questo contributo non andremo ad analizzare le singole discipline, rimandandovi agli articoli dedicati.
Quando la holding UK è la scelta giusta
La holding britannica non rappresenta una soluzione universale ma uno strumento efficace per specifici profili imprenditoriali e patrimoniali. Il vantaggio competitivo emerge quando l’imprenditore controlla partecipazioni operative in multiple giurisdizioni e necessita di una piattaforma centralizzata per gestire flussi dividendi, operazioni di M&A, e ristrutturazioni societarie. In questi contesti, l’esenzione totale su dividendi esteri e capital gains da cessione di partecipazioni qualificate genera risparmi fiscali misurabili e ricorrenti che superano ampiamente i costi di costituzione e gestione della struttura britannica.
Un secondo scenario favorevole riguarda imprenditori in fase di preparazione di exit strategy o passaggio generazionale. Strutturare le partecipazioni attraverso una holding UK prima della cessione può azzerare l’imposizione sulle plusvalenze quando la vendita avviene a livello di holding, liberando liquidità che può essere distribuita ai soci con pianificazione fiscale ottimale. La finestra temporale per implementare queste strutture richiede però pianificazione anticipata: costituire una holding pochi mesi prima della cessione espone a contestazioni di abuso del diritto o elusione fiscale, mentre strutture implementate con anticipo e dotate di sostanza operativa resistono meglio a scrutinio amministrativo.
Al contrario, la holding britannica offre vantaggi limitati per imprenditori con partecipazioni esclusivamente italiane che non prevedono espansioni internazionali o cessioni nel breve-medio termine. In questi casi, la participation exemption italiana garantisce efficienza fiscale comparabile con minori complessità amministrative. La scelta tra holding domestica e internazionale dipende quindi da una valutazione dinamica che consideri non solo lo scenario attuale ma le evoluzioni previste nei prossimi 5-10 anni, bilanciando flessibilità strategica, costi di struttura, e risparmio fiscale effettivo.
Consulenza fiscale online
Il contesto fiscale britannico offre indubbiamente numerose opportunità per gli imprenditori e gli investitori. Tuttavia, è essenziale avere una comprensione approfondita dei rischi associati e delle sfide presenti. Attraverso una pianificazione accurata e una solida strategia fiscale, le imprese possono sfruttare al meglio le opportunità offerte dal Regno Unito, minimizzando al contempo i potenziali rischi.
Il Regno Unito continua ad essere considerato una delle principali giurisdizioni di holding. A causa del numero di vantaggi fiscali legittimamente disponibili, del suo accesso ai mercati dei capitali, del suo solido diritto societario e delle strutture di governance. Se hai bisogno di aiuto nel valutare la tua attività di pianificazione nel Regno Unito contattaci.
Molto spesso l’imprenditore ritiene che le società estere possano o debbano essere gestite come quelle domestiche. Negli investimenti societari internazionali è richiesta non solo la conoscenza della fiscalità domestica italiana e del Paese in cui si trova la società, ma anche della disciplina di raccordo tra i due Paesi ossia delle regole domestiche di gestione delle società estere e delle previsioni convenzionali o comunitarie.
Domande frequenti
I dividendi ricevuti da una holding britannica sono generalmente esenti da imposta sulle società, a meno che non siano pagati da una sussidiaria residente in un territorio a bassa fiscalità.
Le condizioni per beneficiare dell’esenzione sui dividendi includono requisiti come la dimensione della partecipazione nella società che eroga i dividendi e la residenza fiscale della società che li riceve.
Sì, il Regno Unito offre un regime fiscale favorevole sui capital gain attraverso il Substantial Shareholding Exemption (SSE), che può esentare i guadagni capitali realizzati sulla vendita di partecipazioni significative sotto certe condizioni.
Le implicazioni fiscali possono variare. Mentre i dividendi ricevuti possono essere generalmente esenti, la holding potrebbe essere soggetta a imposizioni nel paese di origine della sussidiaria. Inoltre, le norme anti-abuso e le disposizioni sulla Controlled Foreign Company (CFC) potrebbero applicarsi.