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Diventare Personal Shopper: guida fiscale

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Hai la passione per i vestiti e gli accessori, tutti ti chiedono consigli come un’esperta di moda? Allora hai le carte in regola per diventare Personal Shopper. In questa guida troverai la normativa fiscale che regola l’attività da freelance del Personal Shopper. Quali regimi fiscali è possibile adottare con l’apertura della partita Iva? Quali gli adempimenti contributivi?

La figura del Personal Shopper (Image consultant) è una figura professionale specializzata in comunicazione che consiglia e assiste i propri clienti (privati o aziende), in merito al miglioramento del loro look, inteso come comportamento, abbigliamento, gestione del guardaroba e shopping. Insomma, oggi la figura del Personal Shopper non riguarda più il solo campo dell’abbigliamento, ma spazia dall’arredamento della casa fino agli acquisti nel settore della tecnologia digitale.

Diventare Personal Shopper non è semplice, bisogna conoscere bene vari ambiti, da quello della moda a quello del make-up, spaziando anche per acconciatura, della cura del corpo e del fisico. L’obiettivo del Personal Shopper è quello di aiutare il cliente a comunicare il giusto messaggio attraverso il proprio aspetto e la propria immagine. Una giusta immagine, infatti, può essere fondamentale per raggiungere successi professionali e personali, ed è questo l’ambito lavorativo del Personal Shopper.

La professione del consulente d’immagine o Personal Shopper non alla portata di tutti, non è certo un lavoro che si può improvvisare, per poter suggerire ai propri clienti come curare il proprio aspetto e come arredare la casa o la propria azienda, sono necessarie conoscenze nei settori dell’estetica, della moda, dell’arredamento, ecc. Chi ha queste capacità e decide di svolgere questo ruolo non sempre sceglie di lavorare come dipendente, ma come lavoro autonomo. Ciò comporta la necessità di aprire una Partita IVA.

In questo contributo dopo aver capito come è possibile diventare Personal Shopper andremo ad analizzare la disciplina fiscale di un consulente freelance sia da un punto di vista fiscale che contributivo.

L’attività del Personal Shopper

Il Personal Shopper o la consulente di immagine, si occupa principalmente di sviluppare un’immagine personale di successo per i propri clienti. Sia che si tratti di sviluppare un’immagine personale di se stessi (fondamentale per i professionisti che puntano sul Personal Branding), o che si tratti di sviluppare un’immagine aziendale, il Personal Shopper deve essere in grado di riuscire a trasmettere un immagine di successo, per il proprio cliente.

Ancora oggi la figura del Personal Shopper è quella che aiuta le persone a curare meglio la loro immagine: da questo punto di vista devono essere analizzate tutte le caratteristiche fisiche naturali della persona: la figura, l’ossatura, il viso, i colori della pelle, occhi, capelli, fino alla voce. Poi si passa allo studio della sua personalità, il suo stile di vita, il suo stile personale, che lavoro fa, quali obiettivi si pone nella vita e perché ha l’esigenza di migliorare le sua immagine personale.

Una volta analizzate tutte queste caratteristiche, il consulente fornisce delle linee guida che possono aiutare a rendere più attraente e accattivante la propria immagine.Generalmente le consulenze d’immagine sono di tre tipi:

  • Consulenza d’immagine personale, che si rivolge a donne e uomini che desiderano un nuovo look;
  • Consulenza d’immagine professionale, che si rivolge a persone in cerca di un nuovo lavoro, persone recentemente promosse a cariche più alte o celebrità;
  • Consulenza corporate, che si rivolge ad aziende che intendono creare un codice di abbigliamento o un’uniforme, così come trovare soluzioni di successo riguardo all’aspetto del personale, l’ambiente fisico e l’etichetta del business.

Come diventare Personal Shopper

Come tutte le attività da freelance per poter svolgere l’attività di Personal Shopper è necessario possedere determinate qualità personali ed attitudinali oltre a quelle professionali.

La/Il consulente di immagine, deve essere in possesso di un forte senso estetico, essere predisposto ai rapporti interpersonali, deve possedere una buona capacità comunicativa e di ascolto attivo oltre che di lettura ed interpretazione della comunicazione non verbale.

Deve inoltre godere di buone capacità organizzative, avere una predisposizione alla cura dei dettagli e deve essere flessibile. Per i consulenti d’immagine che facciano anche personal shopping è indispensabile conoscere la propria città e percorsi interessanti per soddisfare le richieste dei clienti.

Nonostante questa professione si possa esercitare senza un titolo di studio formale o una certificazione, è necessario approfondire la materia dei propri servizi e tenersi costantemente aggiornati: più ampia sarà la conoscenza, più sarà possibile acquisire le credenziali che permettono di ottenere compensi più elevati. La formazione relativa a questa professione è affidata quindi a corsi professionali o di specializzazione specifici, che possono essere frequentati in seguito al raggiungimento della licenza di scuola media inferiore.

Corsi di formazione

Le istituzioni che offrono questa tipologia di corsi di formazione diventare Personal Shopper e consulenti di immagine, sono le scuole di moda come l’Accademia del Lusso, la Marangoni e la Fashion Academy Up to Date (Milano) e il Polimoda (Firenze). Solitamente alla fine del corso viene rilasciato un attestato di partecipazione e frequenza.

Molto importante è anche l’esperienza pratica e diretta: per questo motivo può essere utile un periodo di stage presso un’agenzia di consulenza di immagine.

Come lavora il Personal Shopper

Il Personal Shopper è un professionista che lavora solitamente in autonomia e che attraverso la creazione di un proprio sito internet via e-mail o telefonicamente si crea un circuito di clientela. I clienti possono essere sia privati, studenti, soggetti in cerca di lavoro, professionisti affermati, ma anche imprese.

Solitamente il consulente di immagine lavora con società di consulenze specializzate in personal branding che hanno già avviato questo tipo di attività, specializzate in pubbliche relazioni e comunicazione, con sedi nelle principali città italiane e straniere.

Avvio dell’attività

Se vuoi diventare Personal Shopper la prima cosa da fare è quella di metterti in contatto con un dottore Commercialista, in modo da poter analizzare la tua situazione personale e programmare la modalità di avvio della tua attività.

La domanda che si pongono tutti i freelance all’avvio della propria attività riguarda il giusto momento per aprire partita Iva. Se hai ancora pochi clienti e la tua attività è ancora all’inizio, non è ancora stabile e non sai se potrà proseguire in futuro, posso capirti, aprire partita Iva può spaventare.

Ti dico subito che non esiste in assoluto un preciso limite di guadagni oltre il quale si è obbligati ad aprire la partita Iva. La normativa fiscale prevede soltanto che un soggetto è obbligato ad aprire partita Iva quando intende svolgere un’attività lavorativa in maniera professionale ed autonoma ed esercitata in modo abituale. Quindi, se hai intenzione di svolgere questo lavoro in maniera continuativa e abituale (e non occasionale) sarà necessario aprire la Partita IVA.

Professionalità e sistematicità

Per professionalità si intende la sistematicità e la non sporadicità dell’attività esercitata. Il requisito della professionalità implica anche lo scopo di lucro, cioè l’intento di conseguire ricavi superiori ai costi ed ottenere così un utile. Un’attività è professionale se è svolta in maniera “abituale” e quindi non occasionale, anche se non in modo esclusivo (lo stesso soggetto può svolgere diverse attività). Quindi, se stai svolgendo un l’attività da consulente di immagine in modo continuativo e professionale devi necessariamente aprire partita Iva.

Di seguito riepilogherò brevemente i principali adempimenti che seguono il processo di avvio di questa attività.

Apertura della partita Iva

L’apertura della partita Iva è il primo adempimento fiscale da effettuare per diventare consulenti di immagine freelance. Con l’apertura della partita Iva è necessario anche scegliere il codice attività della vostra attività professionale, che in questo caso per i consulenti di immagine è il:

96.09.09 – Attività di consulenza alla persona nca

Scelta del Regime fiscale

Oltre al codice attività deve essere scelto anche il regime fiscale da applicare. Per i professionisti può essere vantaggioso, se si possiedono i requisiti (che potete trovare in questo articolo), aderire al c.d. “Regime forfettario“, introdotto dalla Legge n. 190/2014, successivamente modificata dalla Legge n. 208/2015.

Le caratteristiche principali ed i vantaggi del regime forfettario possono essere sintetizzate nel modo seguente:

  • Applicazione del regime di cassa per la determinazione del reddito;
  • Determinazione dei costi dell’attività con metodo forfettario (indipendentemente dai costi sostenuti);
  • Esclusione dall’ambito di applicazione di:
    • Imposta sul valore aggiunto (IVA);
    • Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA);
    • Ritenute di acconto.
  • Possibilità di applicare (su opzione) la fatturazione elettronica per avere la possibilità di ridurre di un’annualità i tempi di accertamento.

Per poter accedere a questo regime agevolato tuttavia è necessario che siano rispettati tutti i requisiti e che sussistano cause di esclusione:  

RequisitoDescrizione
Limite di ricavi o compensiNon superiore a € 65.000 (ragguagliati ad anno)
Spese per lavoro accessorio, dipendente o collaboratoriAmmontare complessivamente non superiore a 20.000 euro lordi
Beni strumentaliNessuna condizione richiesta

Gestione separata dell’Inps

Oltre agli adempimenti fiscali, chi vuole diventare consulente di immagine freelance deve fare i conti anche con gli adempimenti legati alla gestione previdenziale. In particolare, i lavoratori autonomi non dotati di autonoma cassa professionale, come i consulenti di immagine, sono obbligati ad iscriversi alla Gestione separata dell’Inps (Legge n. 335/95).

Si tratta di un regime contributivo che prevede il versamento di contributi calcolati sul reddito imponibile ai fini delle imposte dirette. I contributi si calcolano in percentuale. Ogni anno l’Inps comunica con apposita circolare la percentuale di contribuzione dovuta dai professionisti iscritti a questa gestione.

Un particolare aiuto, dal punto di vista previdenziale, può venire incontro a tutti quelli che vogliono diventare Personal Shopper, e che al momento hanno in essere anche un contratto da lavoro dipendente. Può accadere che prima di avviare a tutti gli effetti l’attività da freelance si voglia continuare a conservare il proprio lavoro da dipendente. Ebbene, in questo caso l’aliquota previdenziale per i versamenti alla gestione separata è ridotta, in quanto il professionista è già coperto da altra prestazione contributiva (quella dei lavoratori dipendenti, appunto).

I contributi  alla gestione separata dell’Inps dovuti devono essere versati alle date di scadenza dei pagamento delle imposte sui redditi, ovvero il 16 giugno e il 30 novembre.

I costi dell’attività

Dopo aver visto quali sono gli adempimenti legati all’avvio dell’attività di un Personal Shopper può essere importante andare ad analizzare quali sono i costi annui che questo professionista deve sostenere per la propria attività. Conoscere questi costi è importante sia per capire se e in che modo il proprio volume di affari potrà permettere di sostenerli sia per monitorare nel tempo il loro valore, al fine di pianificare al meglio l’attività.

Costi legati all’attività

Come ogni attività da freelance, anche quella del Personal Shopper è legata alle conoscenze tecniche del professionista. Il principale costo da sostenere è sicuramente quello legato all’aggiornamento professionale, seguito dal costo dell’ufficio, o del blog, a seconda che operiate in loco oppure esclusivamente online.

Oltre a questi ci saranno sicuramente i costi legati alle varie riviste di settore, alle apparecchiature fotografiche, e nel caso i costi legati ad eventuali consulenze esterne, se decidete di essere affiancati da altri professionisti del settore, come ad esempio i consulenti di immagine.

Costi amministrativi e fiscali

L’attività da freelance per chi vuole diventare Personal Shopper non ha rilevanti costi annuali, da un punto di vista amministrativo, l’unico costo da sostenere è quello del Commercialista che vi seguirà da un punto vi vista fiscale, per la dichiarazione dei redditi, la fatturazione, e tutti gli adempimenti legati alla disciplina fiscale.

Diventare Personal Shopper: la nostra consulenza

Se vuoi diventare Personal Shopper, o se hai già avviato questa attività e vuoi avere maggiori informazioni sugli adempimenti fiscali e contributivi, o se ti serve un consulente che possa assisterti in tutti questi adempimenti, puoi contattarci attraverso l’apposita pagina dedicata alla consulenza online.

Riceverai in breve tempo una risposta alle tue domande, una consulenza legata al tuo caso personale, o un preventivo per la gestione annuale degli adempimenti fiscali.

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