Il regime forfettario è un regime fiscale per le partite IVA individuali molto vantaggioso perché permette un risparmio notevole sulle imposte, in particolare per i primi cinque anni di attività. Si tratta di un regime volto ad incentivare l’apertura e la gestione di attività commerciali o professionali di dimensioni minori. Abbiamo già approfondito il funzionamento del regime forfettario, è possibile trovare diversi contenuti di approfondimento nel sito. In questo articolo, invece, andiamo ad analizzare le possibilità ed i limiti legati all’assunzione di lavoratori dipendenti per chi opera in regime forfettario.
In particolare, chi applica il regime forfettario, può avere dei collaboratori o dipendenti? E le aziende a loro volta possono avvalersi di lavoratori in regime forfettario per distribuire alcune mansioni all’esterno dello staff regolarmente assunto? Ci sono tanti quesiti intorno a questa modalità di lavoro molto apprezzata soprattutto dai giovani.
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Limite di 20.000 euro per il lavoro dipendente alle dipendenze del forfettario
Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato disciplinato dall’art. 1 commi da 54 a 89 della Legge n. 190/2014, riservato alle persone fisiche esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo che rispettano determinati requisiti. Possono applicare questo regime anche le imprese familiari, purché in possesso dei relativi requisiti. In particolare, l’art. 1 della Legge n. 190/2014 individua i requisiti di accesso. Tra gli altri requisiti ce n’è uno che riguarda la possibilità di sostenere spese legate al lavoro dipendente. In particolare, possono accedere al regime le persone fisiche esercenti attività d’impresa / lavoro autonomo che al contempo, nell’anno precedente:
- Hanno sostenuto spese per personale dipendente o per lavoro accessorio per un ammontare massimo di euro 20.000 lordi.
Pertanto, per poter accedere a questo regime agevolato, deve essere verificato che nell’anno precedente sia rispettato il limite di 20.000 euro per le spese relative alle seguenti tipologie di lavoro:
- Lavoratori dipendenti;
- Compensi erogati ai collaboratori (di cui all’art. 50, co. 1, lett. c) e c)-bis del TUIR);
- Utili di partecipazione erogati agli associati in partecipazione con apporto costituito da solo lavoro;
- Somme corrisposte per le prestazioni di lavoro effettuate dall’imprenditore o dai suoi familiari.
Il costo che deve essere preso in considerazione è il costo lordo, quindi sia il costo per la retribuzione sia quello per gli oneri sociali e i contributi assistenziali. È ritenuto non concorrano alla formazione del limite i compensi erogati per prestazioni di lavoro autonomo occasionale.
La causa di esclusione dal regime
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, il limite delle spese deve essere verificato con riferimento all’anno precedente. Pertanto se nel 2024 sono state sostenute spese di lavoro dipendente per euro 21.000 non potrà applicato il regime forfettario per il 2025. In questo caso dovrà essere applicato il regime fiscale ordinario per la partita IVA individuale, oppure passare ad una forma societaria.
Il risparmio dell’adozione del regime forfettario riguarda per lo più le imposte, che vengono applicate al 5% per i primi 5 anni di attività, e al 15% per gli anni successivi. Il risparmio non riguarda invece la possibilità di risparmiare sulle spese dovute alla gestione dell’attività, in quanto non è possibile scaricare l’IVA in quanto non applicata. Questo regime fiscale è particolarmente indicato a chi sostiene spese contenute per la propria attività, per chi è agli inizi di una carriera professionale, e per chi lavora in particolari ambiti. Anche in relazione a questo è stata prevista la soglia di 20.000 euro per spese legate ad attività di lavoro dipendente.
In regime forfettario posso assumere dipendenti?
Una delle prime domanda a cui andiamo a rispondere riguarda le possibili assunzioni: un lavoratore autonomo con partita IVA in regime forfettario, può assumere dipendenti? La risposta è affermativa, è possibile che un lavoratore autonomo inquadrato con questo regime fiscale possa avvalersi della collaborazione di uno o più lavoratori dipendenti.
Come abbiamo visto, è possibile quindi procedere all’assunzione di un lavoratore dipendente tuttavia, occorre rispettare il limite delle sostenute per un ammontare massimo di euro 20.000 lordi. Per quanto riguarda le assunzioni, è necessario procedere con tutta una serie di obblighi e adempimenti che vengono generalmente rispettati dalle aziende che assumono. Deve quindi esistere un contratto di lavoro in regola, che stabilisce una certa paga mensile al lavoratore dipendente, e per cui vengono versati i contributi a fini previdenziali.
I lavoratori con partita IVA in regime forfettario che decidono di assumere, sono obbligati a presentare la Certificazione Unica per tutti i dipendenti. Questo obbligo non sussiste quando i lavoratori sono collaboratori, ovvero non è presente un vincolo contrattuale dipendente.
Regime forfettario e collaborazioni con altri professionisti
Un’altra possibilità consentita per chi lavora con regime forfettario è quella di avvalersi di uno o più collaboratori professionali. In questo caso può trattarsi di collaboratori esterni con ritenuta di acconto, oppure di altri lavoratori autonomi che hanno una propria partita IVA, con o senza regime forfettario a loro volta.
Anche in questo scenario, è necessario tenere presente il limite dei compensi fissato a 20.000 euro annui corrisposti complessivamente ai propri collaboratori, per non perdere il diritto di mantenere il regime forfettario. La soglia tiene conto sia dei collaboratori professionisti che dei dipendenti assunti dal lavoratore in regime forfettario.
In questo caso non è necessario stabilire un contratto (anche se è consigliato nel caso di collaborazione continuativa) e in ogni caso non si tratta di un contratto di lavoro dipendente. Non è neanche necessario presentare annualmente la Certificazione Unica, o provvedere al versamento dei contributi previdenziali, che vengono versati solitamente dagli stessi lavoratori con partita IVA.
Va ricordato tuttavia che per chi vuole lavorare con il regime forfettario è esclusa la possibilità di avere uno o più soci, ovvero soggetti che operano insieme per la costituzione di una società. In questo caso non è possibile continuare a lavorare con regime forfettario, ma è necessario passare al regime fiscale ordinario, e eventualmente aprire una società secondo le normative italiane.
Le collaborazioni per chi lavora con partita IVA a regime forfettario possono essere parecchio vantaggiose, perché permettono di unire competenze diverse per poterle sfruttare per singoli progetti, o solamente per un periodo.
Il forfettario può scaricare il costo dei lavoratori dipendenti e dei professionisti?
Il lavoratore che opera in regime forfettario determina il suo reddito applicando al fatturato il coefficiente di redditività legato al proprio codice attività. Questo significa che non è possibile, in questo regime fiscale, scaricare analiticamente i costi sostenuti (ad eccezione dei contributi previdenziali).
Questo significa che in caso di assunzione di lavoratori dipendenti o in caso di fatture ricevute per la collaborazione con altri lavoratori autonomi, la spesa sostenuta non può essere “scaricata” al fine di ridurre le imposte dovute sul reddito. Per questo motivo è importante che il forfettario tenta ben monitorati i costi sostenuti per valutare la convenienza a rimanere in questo regime fiscale. In questo senso è importante la collaborazione con il proprio Commercialista di fiducia.
Conclusioni
Assumere dipendenti mentre si è in regime forfettario in Italia presenta alcune peculiarità che è importante conoscere. Il regime forfettario è un sistema di tassazione semplificato destinato a piccoli imprenditori, liberi professionisti e lavoratori autonomi, che prevede un’aliquota fiscale ridotta e meno obblighi contabili e amministrativi.
Domande frequenti
Sì, è possibile, ma nel limite di 20.000 euro annui, da verificare nell’anno precedente a quello in cui si vorrebbe operare in regime forfettario.
Le spese per i dipendenti non sono deducibili dal reddito imponibile, dato che il regime forfettario prevede un’imposta calcolata su un reddito “forfettario”.
Se i limiti vengono superati, è necessario passare a un regime fiscale ordinario a partire dall’anno fiscale successivo, a meno che non vi sia il superamento del limite di fatturato oltre la soglia di 100.000 euro.
Sì, ma è importante considerare come ciò potrebbe influire sui limiti di fatturato o di spesa del regime forfettario.
Poiché le spese per i dipendenti non sono deducibili, è importante calcolare attentamente i costi totali, inclusi stipendi, contributi e altri oneri.