Vuoi avviare la tua attività e stai seriamente pensando di metterti in proprio, ma sei spaventato dai contributi Inps che sarai chiamato a versare? Non sei l’unico!
La quantità di quesiti, ma soprattutto di consulenze che faccio nei confronti di aspiranti professionisti o imprenditori vertono purtroppo su questo argomento.
Ad oggi l’aspetto previdenziale rappresenta sicuramente il principale ostacolo all’apertura di nuove attività. I contributi previdenziali, infatti, rappresentano una fetta consistente delle uscite finanziarie da programmare quando si avvia una nuova attività.
Per questo occorre capire il costo dei contributi INPS! Con questo articolo voglio aiutarti a capire il meccanismo di funzionamento legato al pagamento dei contributi INPS dovuti dai soggetti che decidono di mettersi in proprio ed aprire partita Iva. Il mio obiettivo è quello di aiutarti a capire se stai commettendo errori di valutazione, permettendoti così di risparmiare tempo e soldi.
Indice degli Argomenti
- Contributi INPS e partita IVA per artigiani, commercianti e professionisti
- I contributi INPS per artigiani e commercianti
- Professionisti senza cassa previdenziale iscritti alla gestione separata
- Contributi previdenziali dei professionisti dotati di cassa previdenziale autonoma
- Contributi INPS e partita IVA: conclusioni e consigli
Contributi INPS e partita IVA per artigiani, commercianti e professionisti
Aprire partita Iva e mettersi in proprio è sicuramente il sogno di molti. Lavorare in autonomia, senza capi ed orari è sicuramente l’aspirazione di molti lavoratori dipendenti. In altri casi, invece, la partita Iva è una necessità. Capita, infatti, che alcune aziende cerchino collaboratori a partita IVA per risparmiare sui costi legati alla tenuta di lavoratori dipendenti.
Accanto a questi casi vi è anche quello legato al fatto che molti lavoratori dipendenti, hanno iniziato a valutare l’idea di avviare una propria attività. I tempi del “posto fisso” sono finiti e l’opportunità di avviare una propria attività sta diventando una scelta sempre più praticata.
Il principale ostacolo che ci si trova ad affrontare con una partita Iva è rappresentato da imposte e contributi previdenziali. Il connubio di imposte contributi associati alla partita Iva da soli sono capaci di spaventare la maggior parte delle persone. Se da una parte è vero che la tassazione italiana è una delle più alte in Europa, dall’altra dobbiamo considerare che, solitamente, imposte e contributi non superano mai il volume dei ricavi percepiti. Tuttavia, non sempre è così, ed occorre essere preparati in partenza a comprendere il funzionamento degli obblighi contributivi di un lavoratore autonomo.
L’obbligo dei contributi previdenziali per gli autonomi
Prima di tutto bisogna chiarire che l’obbligo di versare i contributi previdenziali interessa tutti i soggetti che svolgono un’attività in proprio. Nessuno escluso. Quindi, aprire partita Iva significa avere l’obbligo di versare contributi previdenziali:
- All’INPS, se sei un artigiano, un commerciante, o un professionista senza cassa di previdenza, oppure
- Alla Cassa professionale di appartenenza, se sei un professionista iscritto ad un albo o ordine professionale.
L’importo dei contributi da versare dipende dal tipo di attività che svolgi. Le attività economiche e professionali si possono raggruppate in 4 grandi categorie:
- Artigiani;
- Commercianti;
- Lavoratori autonomi “senza cassa“;
- Professionisti con cassa autonoma.
Vediamo nel dettaglio come funziona per ciascuna di queste categorie.
Per approfondire: |
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Come aprire partita IVA senza pagare contributi INPS – Fiscomania |
I contributi INPS per artigiani e commercianti
Fanno parte della categoria degli artigiani coloro che esercitano personalmente un’attività che ha come scopo la produzione di beni o di servizi. Per fare qualche esempio sono artigiani:
- Gli idraulici,
- Gli elettricisti,
- Falegnami,
- I gelatai,
- I pasticceri,
- Gli estetisti,
- I massaggiatori,
- I fotografi etc.
Fanno parte, invece, della categoria dei commercianti tutti coloro che acquistano e vendono beni di consumo, mobili, immobili. Oppure i soggetti che svolgono attività di servizi, (agenti di commercio, promotori finanziari, negozianti al dettaglio, etc.)
Per quantificare con esattezza l’ammontare dei contributi previdenziali che queste due categorie di imprenditori devono versare all’Amministrazione finanziaria, dobbiamo introdurre un concetto fondamentale.
Nella normativa previdenziale esistono due diverse tipologie di contributi:
- Contributi fissi;
- Contributi a percentuale.
I contributi fissi INPS per artigiani e commercianti
Gli artigiani ed i commercianti hanno sempre l’obbligo di versare i contributi previdenziali. Questo indipendentemente, dal reddito percepito annualmente dall’imprenditore. In pratica, anche l’imprenditore in un anno non ha redditi, questi contributi sono comunque dovuti.
L’importo dei contributi fissi è stabilito annualmente dall’INPS e comunicato con apposita circolare. Questi i dati del 2024, indicati nella tabella seguente.
Soggetti | Artigiani | Commercianti |
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Titolari di qualunque età e coadiuvanti/ coadiutori di età superiore ai 21 anni | € 4.427,04 (4.419,60 IVS + 7,44 maternità) | € 4.515,43 (4.507,99 IVS e finanziamento indennizzo per cessazione attività commerciale + 7,44 maternità) |
Coadiuvanti/coadiutori di età non superiore ai 21 anni | € 4.371,80 (4.364,36 IVS + 7,44 maternità) | € 4.460,19 (4.452,75 IVS e finanziamento indennizzo per cessazione attività commerciale + 7,44 maternità) |
In pratica, per fare un esempio pratico, un artigiano ha l’obbligo di versare l’importo dei contributi minimali fissi (indicati in tabella), a prescindere dal volume di ricavi percepiti. Sicuramente non è un bel modo di invogliare l’avvio di nuove attività imprenditoriali ma al momento la normativa è questa e deve essere rispettata.
Il pagamento dei contributi fissi deve essere effettuato in 4 rate entro il:
- 16 maggio
- 20 agosto
- 16 novembre
- 16 febbraio (dell’anno successivo)
Come ti ho già anticipato, i contributi fissi sono dovuti da tutti, indipendentemente dal reddito.
Se però il reddito percepito è superiore al reddito minimale (per il 2024 18.415 euro) i contributi fissi non saranno gli unici che dovrai versare. Infatti, nel caso in cui vi sia il superamento del limite, ai contributi fissi si aggiungono i contributi variabili eccedenti il minimale.
I contributi in percentuale per artigiani e commercianti
Se il reddito derivante dalla tua attività imprenditoriale supera le soglie sotto indicate sono dovuti ulteriori contributi previdenziali, calcolati in percentuale. Nella tabella sottostante troverai le aliquote applicabili per artigiani e commercianti.
OGGETTI INTERESSATI | SCAGLIONE DI REDDITO | ARTIGIANI | COMMERCIANTI |
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Titolari di qualunque età e coadiuvanti/ coadiutori di età superiore ai 21 anni | fino a € 55.008,00 superiore a € 55.008,00 | 24% 25% | 24,48% 25,48% |
Coadiuvanti/coadiutori di età non superiore ai 21 anni | fino a € 55.008,00 superiore a € 55.008,00 | 23,70% 24,70% | 24,18% 25,18% |
Come puoi vedere, se il tuo reddito supera la soglia del minimale, dovrai versare (solo sulla parte di reddito in più) un contributo pari alla percentuale indicata nella tabella di cui sopra.
Esempio n. 1
Un soggetto ha avviato un attività artigianale all’inizio dell’anno. Il suo reddito alla fine dell’anno ammonta ad €. 12.000. Siccome il reddito percepito è inferiore al reddito minimale dovrà versare soltanto i 4 contributi fissi trimestrali dovuti dagli artigiani.
Esempio n. 2
Se, invece, il reddito annuo del soggetto fosse di €. 27.000, questi non deve versare solo i contributi fissi, ma anche quelli variabili con la percentuale previste sulla quota di reddito che supera il minimale. I contributi sul minimale 4.427,04 euro, a cui aggiungere la quota eccedente il minimale (27.000 – 18.415) = 8.585 sui cui applicare l’aliquota del 24%, per ulteriori 2.060 euro. Il totale dei contributi dovuti annualmente sarà quindi 4.427,04 + 2.060 = €. 6.847,44
I massimali contributivi
I contributi previdenziali INPS dovuti da commercianti e artigiani a percentuale hanno un tetto massimo sul quale si applicano, il cosiddetto massimale contributivo. Questo limite, per il 2024, è fissato alla soglia di €. 91.680. In pratica, la quota del reddito che supera questa cifra è esente da contribuzione INPS. Chiariamo meglio con un esempio.
Esempio n. 3
Prendiamo il caso dello stesso soggetto precedente e ipotizziamo che il suo reddito a fine anno, derivante da attività artigianale, sia di €. 130.000. Egli dovrà quindi versare:
- I contributi fissi;
- I contributi a percentuale su €. 73.265 che corrispondono alla differenza tra €. 91.680 e €. 18.415.
Pertanto, oltre i €. 91.680 il reddito è esente dai contributi.
Termini di versamento dei contributi a percentuale
I contributi a percentuale, a differenza di quelli fissi, devono essere versati in due sole tranche:
- 30 giugno
- 30 novembre
Per approfondire: |
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Contributi INPS artigiani e commercianti |
Riduzione contributiva per gli aderenti al regime forfettario
L’applicazione del regime forfettario permette anche l’ottenimento di un’agevolazione contributiva. Si tratta di un’agevolazione valida esclusivamente per i soggetti tenuti all’iscrizione alla gestione Ivs artigiani e commercianti INPS. In particolare, i soggetti beneficiari sono esclusivamente le ditte individuali che esercitano attività commerciale. Quindi, i professionisti, di qualsiasi genere, ne sono esclusi.
Il reddito forfettario determinato ai sensi dei precedenti commi costituisce base imponibile ai sensi dell’articolo 1 della legge 2 agosto 1990, n. 233. Su tale reddito si applica la contribuzione dovuta ai fini previdenziali, ridotta del 35%. Si applica, per l’accredito della contribuzione, la disposizione di cui all’articolo 2, comma 29, della legge 8 agosto 1995, n. 335“ |
L’agevolazione contributiva, quindi, consiste in una riduzione del 35% dei contributi previdenziali dovuti annualmente (computando sia la quota fissa che quella eccedente il minimale).
La procedura di richiesta dell’agevolazione per i contributi INPS dei soggetti in regime forfettario
Al fine di fruire dell’agevolazione contributiva è necessario effettuare una specifica comunicazione telematica:
- I soggetti che intraprendono l’esercizio di una nuova attività aderendo al regime agevolato dovranno presentare la domanda in via telematica. Tramite il cassetto previdenziale artigiani commercianti tempestivamente dalla data di ricezione della delibera di avvenuta iscrizione alla Gestione Inps;
- I soggetti già in attività la dovranno presentare, a pena di decadenza, entro il 28 febbraio di ciascun anno la domanda tramite il cassetto previdenziale artigiani commercianti disponibile sul sito dell’INPS.
Nel caso in cui la dichiarazione sia presentata oltre il termine stabilito, l’accesso al regime contributivo agevolato potrà avvenire a decorrere dall’anno successivo, presentando nuovamente la dichiarazione stessa entro il termine stabilito, ferma restando la permanenza delle condizioni di accesso al regime forfettario.
Professionisti senza cassa previdenziale iscritti alla gestione separata
Vediamo adesso l’iscrizione ed il pagamento INPS dei professionisti dotati di partita IVA. In particolare, i soggetti esercenti arte o professione abituale, sprovvisti di autonoma Cassa previdenziale sono tenuti ad iscriversi alla Gestione separata INPS e al pagamento dei relativi contributi.
Ne sono un esempio i freelance, i consulenti d’impresa, i consulenti informatici, i fisioterapisti, gli amministratori di condominio e comunque tutti gli altri professionisti senza Albo.
L’aliquota dovuta dagli iscritti alla Gestione Separata INPS è del 26,23% da applicare al reddito lordo effettivo risultante dalla dichiarazione dei redditi.
- Il lato positivo è che non ci sono contributi fissi, ma si paga solo in percentuale al reddito e quindi, se guadagni poco, paghi poco.
- Il lato negativo è che se non raggiungi un reddito di €. 18.415 l’INPS non ti accrediterà un anno di contributi validi ai fini della pensione.
Il tetto oltre al quale non si applicano i contributi è di €. 119.650 (massimale contributivo).
Vediamo il tutto con un esempio:
Esempio n. 4
Ipotizziamo un amministratore di condominio, freelance, che ha aperto la partita IVA per esercitare la professione. Se alla fine dell’anno il suo reddito sarà pari a €. 10.000, egli deve versare €. 2.623 di contributi previdenziali INPS alla Gestione separata.
Tale soggetto, non avendo raggiunto nell’anno il limite di reddito che consente di accreditare un anno di contributi pensionistici egli, completerà tale anno contributivo negli anni successivi.
Contributi previdenziali dei professionisti dotati di cassa previdenziale autonoma
Le considerazioni che abbiamo appena fatto non si applicano ai professionisti che hanno una loro cassa di previdenza. Qualche esempio? avvocati, geometri, farmacisti, architetti, commercialisti, geologi, medici, psicologi, etc… Queste categorie di soggetti non devono versare i contributi INPS.
La maggior parte delle professioni ha una propria cassa di previdenza e le regole del gioco cambiano dall’una all’altra. Nel caso in cui non sia presente una cassa di previdenza (come ad esempio per i consulenti aziendali), vengono applicate le regole dei lavoratori autonomi senza cassa.
In questo caso la cosa da fare è andare ad individuare le regole di versamento dei contributi previsti dalla propria cassa di previdenza dell’albo o ordine professionale di appartenenza. Anche in questo caso vi sono importi minimi da versare ogni anno, contributi aggiuntivi e vari aspetti da considerare, anche per la deduzione dal reddito dei contributi versati ogni anno.
Ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che il professionista iscritto all’albo può comunque decidere di non iscriversi alla propria cassa di previdenza. In questo caso tale professionista è obbligato ad iscriversi alla gestione separata INPS e versare i relativi contributi con le regole viste sopra.
Per approfondire |
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Contributi previdenziali dei professionisti: deduzione |
Contributi INPS e partita IVA: conclusioni e consigli
In questo articolo, ti ho illustrato le modalità di pagamento dei contributi previdenziali Inps per le imprese individuali, che rappresentano i 2/3 delle imprese italiane. Se anche tu vuoi avviare la tua attività e vuoi aprire partita Iva, ho realizzato per te un articolo dedicato ai contributi previdenziali dovuti dai soggetti che adottano il regime forfettario.
Per loro, infatti, se sono artigiani o commercianti c’è una buona notizia.
Per i contribuenti che iniziano un’attività commerciale o artigianale e scelgono il regime forfettario ci sarà una riduzione del 35% dei contributi INPS da pagare alla Gestione Commercianti o Artigiani. Nessuna agevolazione, invece, è prevista per i professionisti.
Se, invece, vuoi affidarti direttamente alla mia consulenza per parlarmi in concreto della tua attività e di come pianificarne l’avvio contattami in privato!