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Calcolo della pensione netta partendo dallo stipendio

Fisco NazionaleFiscalità del lavoroCalcolo della pensione netta partendo dallo stipendio

Calcolare la pensione netta a partire dallo stipendio è molto importante è utile per valutare l’assegno futuro. Inoltre, è possibile anche valutare l’eventuale adesione verso forme di previdenza complementare, ad integrazione del trattamento pensionistico ordinario.

Determinare l’importo netto della futura pensione è un compito complesso perché si devono considerare molti fattori, alcuni di questi soggetti a continue modifiche: si pensi, per esempio, all’inflazione.

Per fare un calcolo accurato della pensione futura, bisogna tenere conto anche dei coefficienti di rivalutazione e perequazione, che possono influire sull’importo finale. Vediamo, di seguito, i passaggi da seguire ed eventuali facilitazioni che provengono dall’Inps.

Come si calcola la pensione lorda

Il calcolo della pensione futura si basa su un processo che considera due elementi principali:

  1. Il montante contributivo: rappresenta la somma totale di tutti i contributi versati dal lavoratore durante la sua carriera lavorativa. Questi vengono rivalutati annualmente in base al tasso di capitalizzazione determinato dalla media quinquennale del PIL nominale. Questo importo è utilizzato per calcolare la pensione nel sistema contributivo;
  2. Il coefficiente di trasformazione: dipende dall’età del lavoratore al momento del pensionamento e si usa per convertire il montante nella pensione che riceverà mensilmente il pensionato. Questo coefficiente varia in base all’età del pensionamento e riflette sia la speranza di vita media sia il rendimento atteso dei contributi versati.

Calcolo del coefficiente di trasformazione

Il calcolo del coefficiente di trasformazione è basato su:

  • Età di pensionamento: maggiore è l’età al momento del pensionamento, più alto sarà il coefficiente, poiché la pensione verrà percepita per un numero inferiore di anni;
  • Speranza di vita media: periodicamente aggiornata dall’ISTAT, influisce sui coefficienti per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico;
  • Rendimento teorico del montante contributivo: una stima del rendimento dei contributi nel lungo termine.

Tabella coefficienti di trasformazione

I coefficienti per il periodo 2025-2026 sono stati aggiornati con il decreto ministeriale del 20 novembre 2024, tenendo conto di due fattori principali:

  • Le nuove statistiche demografiche;
  • Le variazioni del Prodotto Interno Lordo (PIL) rispetto ai redditi soggetti a contribuzione pensionistica.

I valori sono gli stessi per lavoratori dipendenti e autonomi, poiché dipendono dall’età di pensionamento e non dalla tipologia di lavoro.

Nella tabella seguente il riepilogo dei valori aggiornati.

Tabella coefficienti di trasformazione

EtàCoefficiente
574,204%
584,308%
59 4,419%
604,536%
614,661%
62 4,795%
634,936%
645,088%
655,250%
665,423%
675,608%
685,808%
696,024%
706,258%
716,510%

L’aumento dell’aspettativa di vita tende a ridurre i coefficienti di trasformazione, poiché il montante contributivo deve essere distribuito su un maggior numero di anni. Inoltre, le decisioni legislative e le politiche governative possono influenzare i coefficienti di trasformazione, ad esempio per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale. Ad esempio, nel biennio 2025-2026, i coefficienti di trasformazione sono stati ridotti rispetto al biennio precedente, a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita e delle nuove statistiche demografiche

Come posso pianificare il pensionamento utilizzando i coefficienti di trasformazione

Per pianificare il pensionamento utilizzando i coefficienti di trasformazione, è necessario seguire questi passaggi. Per prima cosa è necessario determinare il montante contributivo. Questo, come detto, è la sommatoria dei contributi versati durante al carriera lavorativa. Questo importo viene rivalutato annualmente in base al PIL nominare. Il passo successivo è quello di individuare l’età a cui andare in pensione. I coefficienti di trasformazione aumentano con l’età, poiché il montante contributivo viene distribuito su un numero inferiore di anni di pensione previsti. A quel punto occorre applicare al montante il coefficiente previsto per l’anno nel quale si intende andare in pensione.

Esempio pratico di calcolo della pensione lorda

Proviamo ad effettuare un semplice esempio numerico. Se un lavoratore va in pensione a 67 anni con un montante contributivo di 300.000 euro, il calcolo della pensione annua lorda è il seguente:

300.000 € × 5,608% = 16.824 € annui (1.294 € al mese circa)

Questo esempio illustra come utilizzare i coefficienti di trasformazione per pianificare il pensionamento e valutare l’importo della futura pensione.

Elementi da considerare

In merito al calcolo della pensione è opportuno tenere in considerazione i seguenti aspetti:

  • L’importo della pensione viene calcolato con il sistema contributivo;
  • L’importo dell’assegno non può superare quattro volte il trattamento minimo Inps;
  • L’importo della pensione minima nel 2025 è di 12.995 euro annui lordi. Questa spetta se l’ISEE del nucleo familiare del pensionando è inferiore a 36.600 euro.

Come si effettua il calcolo della pensione netta

Una volta individuato il valore della pensione lorda del lavoratore occorre passare da questo valore a quello della pensione netta. Questa è l’importo effettivamente percepito dal pensionato dopo l’applicazione delle tasse e delle trattenute previdenziali o assistenziali. Si ottiene sottraendo dalla pensione lorda le imposte dovute, principalmente IRPEF, addizionali regionali e comunali, nonché eventuali altre trattenute previste per specifiche categorie di pensionati.

Formula di calcolo

Per calcolare la pensione netta a partire da quella lorda, bisogna sottrarre dall’importo lordo le imposte e aggiungere le detrazioni fiscali spettanti. La formula da seguire è la seguente:

Pensione netta = Pensione lorda – [(IRPEF dovuta + addizionali) – detrazioni IRPEF spettanti]

Le principali imposte che si applicano sono l’IRPEF, che varia in base allo scaglione di reddito del pensionato, e le addizionali comunali e regionali, che possono differire a seconda del luogo di residenza. Più o meno, avviene lo stesso per il calcolo dello stipendio netto.

Una volta sottratte le tasse, bisogna considerare eventuali detrazioni fiscali che spettano al pensionato, come quelle per carichi di famiglia o altre specifiche situazioni personali. Queste detrazioni riducono l’importo delle imposte da pagare, aumentando la pensione netta che il pensionato riceverà.

Detrazione per il redditi da pensione

Il calcolo delle detrazioni per reddito da pensione varia in base all’ammontare del reddito:

  • Reddito fino a 8.500 euro: La detrazione è di 1.955 euro, da rapportare al numero di giorni di pensione. La detrazione minima non inferire a 713 euro, applicabile anche se il reddito è percepito solo per parte dell’anno. La detrazione annuale va divisa per 365 giorni e moltiplicata per il numero di giorni del mese in cui si percepisce la pensione.;
  • Reddito tra 8.500 e 28.000 euro: Il calcolo della detrazione è più complesso e varia in base all’ammontare preciso del reddito. Detrazione annuale di 700 euro più il prodotto di 1.255 euro per il rapporto tra (28.000 – reddito complessivo) e 19.500. Anche in questo caso, la detrazione annuale va divisa per 365 giorni e moltiplicata per il numero di giorni del mese. Per i redditi tra 25.001 e 28.000 euro: Viene aggiunto un ulteriore importo di 50 euro all’anno;
  • Reddito tra 28.000 e 50.000 euro: Anche in questo caso, il calcolo della detrazione è progressivo. Infatti, sopra i 28.000 euro, le detrazioni per i redditi da pensione non sono completamente eliminate, ma vengono calcolate in base a una formula specifica. La detrazione è pari a 700 euro, ridotta proporzionalmente in base al reddito complessivo
  • Reddito superiore a 50.000 euro: Si applica la franchigia di 260 euro sulle detrazioni.

Di norma, il conguaglio delle detrazioni avviene a dicembre.

Come funziona il simulatore INPS

Una buona soluzione alternativa per sapere quale sarà la pensione futura è l’utilizzo del simulatore INPS. Infatti, l’istituto ha messo a disposizione un comodo servizio online, chiamato “La mia pensione futura”. Attraverso questo simulatore è possibile andare a simulare la pensione lorda che il lavoratore dipendente potrebbe ottenere in futuro. Il calcolo simulato si basa su tre elementi principali, ovvero:

  • Età;
  • Storia lavorativa;
  • Retribuzione/reddito.

Il servizio, molto comodo e intuitivo, permette all’utente di:

  • Conoscere la data in cui si matura il diritto alla pensione;
  • Calcolare l’importo stimato della pensione;
  • Ottenere una stima del rapporto tra la prima rata della pensione e l’ultimo stipendio percepito.

In merito al secondo punto, occorre precisare che il calcolo viene effettuato a prescindere dall’andamento dell’inflazione. Pertanto, resta soltanto un dato indicativo del valore pensionistico lordo che si potrebbe ottenere in futuro. Quando si calcola la pensione netta, si considerano le tasse e le detrazioni applicate al lordo. Tuttavia, se la perequazione non tiene pienamente conto dell’inflazione, il reddito disponibile effettivo (la pensione netta) potrebbe essere inferiore rispetto a quanto previsto, a causa della riduzione del potere d’acquisto.

La mia pensione futura” permette di monitorare i lavoratori che hanno una storia contributiva nei Fondi e Gestioni amministrative dell’INPS.

Rapporto tra pensione mensile e stipendio

Particolarmente interessante per l’utente è il dato simulato relativo al rapporto tra prima rata della pensione e l’ultimo stipendio percepito. In particolare, il rapporto fra prima pensione e ultimo stipendio prima della pensione si chiama tasso di sostituzione. Questo è un indicatore che misura il rapporto percentuale tra la prima rata annua (o mensile) della pensione e l’ultimo stipendio percepito prima del pensionamento. Questo rapporto può essere calcolato sia al lordo che al netto delle imposte e dei contributi. La formula è la seguente:

Tasso di sostituzione = Prima pensione /Ultimo stipendio×100

Dove la “prima pensione” si riferisce al primo assegno pensionistico e l'”ultimo stipendio” è l’ultimo reddito da lavoro percepito prima del pensionamento. Conoscere questo valore è importante in quanto aiuta a valutare quanto il reddito disponibile cambierà dopo il pensionamento, influenzando il mantenimento del tenore di vita.

Per esempio, se il tasso di sostituzione netto è del 60%, significa che la pensione mensile sarà pari al 60% dell’ultimo stipendio mensile percepito. Questo aiuta a capire se la pensione sarà sufficiente a mantenere lo stesso stile di vita dopo il pensionamento

L’impatto della previdenza complementare per integrare il reddito da pensione

La previdenza complementare rappresenta uno strumento fondamentale per garantire un reddito adeguato al termine della vita lavorativa, affiancandosi alla previdenza obbligatoria. In un contesto di crescente incertezza legata al sistema pensionistico pubblico, l’adesione a fondi pensione e piani di risparmio previdenziale diventa una scelta strategica per mantenere un buon tenore di vita.

In particolare, consente di creare una “pensione di scorta” aggiuntiva rispetto a quella erogata dall’Inps (basata sul sistema contributivo) o da altri enti previdenziali, aiutando a mantenere un tenore di vita simile a quello pre-pensionistico. Inoltre, i fondi pensione investono i contributi raccolti, offrendo potenzialmente rendimenti superiori a quelli garantiti da altre forme di risparmio, come il TFR.

Per i lavoratori dipendenti, il datore di lavoro può versare contributi aggiuntivi, aumentando il montante finale senza diminuire il reddito disponibile. La previdenza complementare è accessibile a tutti i lavoratori, compresi dipendenti privati e pubblici, autonomi, liberi professionisti e anche soggetti senza reddito fiscalmente a carico.

Capitalizzazione composta

Investire precocemente nella previdenza complementare consente di ottenere un accumulo maggiore grazie all’effetto della capitalizzazione composta. Ad esempio, un lavoratore che inizia a versare 200 euro al mese a 30 anni avrà un capitale significativamente superiore rispetto a chi inizia a 50 anni.

Benefici fiscali

Non devono essere sottovalutati nemmeno i benefici fiscali di questo tipo di investimento. I contributi versati ai fondi pensione sono deducibili dall’imponibile IRPEF fino a un massimo di 5.164,57 euro all’anno, offrendo un risparmio fiscale significativo. Le rivalutazioni future sono tassate al 20% (12,5% per i titoli di Stato), mentre la prestazione finale è soggetta a una ritenuta fiscale compresa tra il 9% e il 15%, più vantaggiosa rispetto all’aliquota ordinaria.

Tipologie di strumenti

Esistono diverse opzioni per costruire una pensione complementare. Le principali sono:

StrumentoCaratteristicheVantaggi
Fondi pensione negozialiDestinati ai lavoratori di un determinato settore e finanziati anche dai datori di lavoroCosti contenuti e contributo aggiuntivo del datore di lavoro
Fondi pensione apertiOfferti da banche, assicurazioni e società di gestioneMaggiore flessibilità nella scelta degli investimenti
Piani individuali pensionistici (PIP)Polizze assicurative con finalità previdenzialiPossibilità di scegliere tra diverse gestioni finanziarie

Consigli utili per pianificare il proprio futuro pensionistico

Per pianificare al meglio il futuro pensionistico di un lavoratore, è fondamentale comprendere come funziona il sistema previdenziale vigente. Capire questi aspetti aiuta a valutare realisticamente le proprie aspettative pensionistiche.

Un altro passo cruciale è calcolare il bisogno pensionistico, ovvero quanto denaro sarà necessario per mantenere il proprio stile di vita durante la pensione. Ciò include considerare spese quotidiane, sanitarie e ricreative. Questa valutazione è essenziale per determinare se la pensione pubblica sarà sufficiente o se sarà necessario integrarla.

Investire nel lungo termine è una strategia efficace per far crescere il proprio capitale. Ad esempio, aderire a fondi pensione integrativi offre vantaggi fiscali e può aumentare la rendita pensionistica, rappresentando un’opzione valida per chi desidera una pensione più alta.

È importante monitorare e aggiornare regolarmente il piano pensionistico, poiché le normative e il mercato finanziario possono cambiare nel tempo. Iniziare a pianificare la propria pensione il più presto possibile, anche se si è ancora lontani dalla pensione, è cruciale per accumulare risorse e correggere eventuali errori nel tempo.

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    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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