I contribuenti, nell’ambito della dichiarazione dei redditi, sono tenuti a versare l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) suddivisa in un acconto, che può essere versato in una o due rate, e un saldo. Il saldo riguarda l’anno precedente mentre l’acconto è relativo all’anno in corso.
L’acconto Irpef va versato in un’unica rata o in due rate a seconda dell’importo dovuto, rispettando le precise scadenze annue fissate dall’Agenzia delle Entrate. Vediamo di seguito cosa sapere su scadenze e importi.
Cos’è l’Irpef
Quando parliamo di Irpef facciamo riferimento ad un’imposta diretta e progressiva dovuta dalle persone fisiche per il possesso dei seguenti redditi:
- Fondiari, cioè dei fabbricati e dei terreni;
- Di capitale;
- Di lavoro dipendente (inclusi i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e i redditi di pensione);
- Di lavoro autonomo;
- Di impresa;
- Diversi (elencati nell’articolo 67 del Testo unico delle imposte sui redditi).
In pratica l’Irpef accomuna un po’ tutti i soggetti, perchè chiunque abbia una forma di reddito è tenuto a pagarla. Data la sua importanza e l’ampia platea di contribuenti che coinvolge si stima che rappresenti un terzo di tutto il gettito fiscale.
Sono soggetti passivi dell’Irpef le persone fisiche residenti e non residenti nel territorio dello Stato.
Acconto e saldo Irpef: le scadenze
Partiamo dal presupposto che l’acconto Irpef è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno in corso (facendo riferimento quindi all’anno precedente) è superiore a 51,65 euro una volta sottratti le detrazioni, i crediti d’imposta, le ritenute e le eccedenze. Come stabilisce il D.L. 76/2013, all’articolo 11, comma 18 l’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno oppure dell’imposta inferiore che il contribuente prevede di dover versare per l’anno successivo.
L’acconto va versato in una o due rate a seconda dell’importo. Le scadenze sono così fissate:
- Unico versamento entro il 30 novembre dell’anno di imposta se l’acconto è inferiore a 257,52 euro;
- Due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima è pari al 40% e va versata entro il 30 giugno dell’anno di imposta (insieme al saldo dell’anno precedente), la seconda è pari al restante 60% e va versata entro il 30 novembre dello stesso anno.
Il primo appuntamento quindi, qualora i contribuenti siano tenuti a pagare due rate o nel caso di saldo, è il 30 giugno, che cadendo quest’anno di domenica fa spostare la scadenza al 1° luglio 2024 (in quanto primo giorno lavorativo successivo). Stesso discorso per quanto riguarda la seconda rata o l’unico versamento del 30 novembre: quest’anno cade di domenica per cui la scadenza è da intendersi al 1° dicembre 2024.
La scadenza passa invece al 31 luglio per le partite IVA che applicano gli ISA e per i forfettari, alla luce dell’avvio del concordato preventivo biennale. Da quest’anno cambiano inoltre le regole per quanto riguarda la rateizzazione dell’IRPEF: come ha stabilito il decreto legislativo n. 1/2024 saldo e primo acconto 2024 potranno essere versati in un massimo di 7 quote, con termine ultimo di pagamento fissato al 16 dicembre. L’unica scadenza che non è possibile rateizzare è quella del 30 novembre. Al riguardo con la circolare n. 9 del 2 maggio 2024 l’Agenzia delle Entrate ha voluto precisare che ai fini della rateizzazione sarà sufficiente, in sede di compilazione del modello F24, compilare gli appositi campi per il pagamento rateale, indicandovi sia la rata per la quale si effettua il pagamento che il numero complessivo prescelto.
Le scadenze prefissate sono valide salvo eventuale. Nel caso poi in cui il contribuente ritardi di 30 giorni rispetto alla scadenza del 30 giugno, è prevista una maggiorazione dello 0,40%.
Metodi di calcolo dell’acconto
Ci sono due metodi attraverso cui calcolare l’acconto Irpef: il metodo storico e il metodo previsionale.
Attraverso il metodo storico il calcolo avviene sulla base delle somme versate nel corso del periodo d’imposta precedente. Il ricorso invece al metodo previsionale per il calcolo dell’IRPEF consente di calibrare l’imposta da versare tenuto conto del reddito che si prevede di conseguire nel corso dell’anno.
Acconto e saldo Irpef: modalità di versamento
Le imposte Irpef devono essere versate attraverso il modello F24, indicando il codice tributo 4001 se si tratta del saldo, il codice tributo 4033 per la prima rata dell’acconto, e 4034 se si tratta della seconda rata dell’acconto o dell’unica soluzione. I soggetti non residenti possono pagare le imposte anche attraverso altre modalità, per esempio con bonifico bancario o attraverso i servizi online dell’Agenzia delle Entrate. Maggiori informazioni al riguardo sono consultabili nella Guida alla compilazione per i non residenti all’interno delle istruzioni in formato Pdf del Modello Redditi Persone fisiche – Fascicolo 2.
Le stesse modalità di pagamento delle imposte previste per i contribuenti che utilizzano il modello Redditi PF vengono utilizzate anche dai contribuenti che presentano il modello 730 e non hanno un sostituto d’imposta.
Non devono versare autonomamente le imposte, invece, i contribuenti che presentano il modello 730 e hanno un sostituto d’imposta. Gli importi a debito o a credito risultanti dalla liquidazione della dichiarazione sono trattenuti o pagati direttamente sullo stipendio dal sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico), a partire dal mese di luglio.
Conclusioni
L’Irpef è il tributo cui pressochè tutti i contribuenti sono tenuti a pagare. Ogni anno sono stabilite date fisse e identiche entro cui procedere col pagamento dell’acconto e del saldo. Quest’anno la prima data a cui prestare attenzione è il 1° luglio 2024, quando occorrerà pagare la prima rata dell’acconto e il saldo; mentre il prossimo 1° dicembre è fissata la scadenza per la seconda rata o l’unica soluzione dell’acconto.
I contribuenti saranno tenuti a versare l’importo dovuto attraverso il modello F24.