Recentemente la Legge di Bilancio 2022 ha introdotto nuovi sgravi sui pagamenti di alcune imposte, a carico dei cittadini italiani. Oltre ad una rivalutazione del sistema fiscale, per il 2022 la manovra è anche intervenuta su un particolare sostegno rivolto ad alcuni cittadini.
Si tratta di un sostegno che coinvolge l’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Unica il cui pagamento è obbligatorio per tutti quegli immobili di proprietà ad esclusione della prima casa. L’IMU è obbligatorio nel pagamento anche per i proprietari di immobili presso cui svolgono determinate attività, come nell’ambito del commercio.
Il sostegno introdotto per il 2022, ma esteso anche per il 2023, riguarda gli esercenti di attività di commercio o similari che continuano o cominciano una attività di questo tipo presso un comune poco densamente popolato, con fino a 500 abitanti. Si tratta di un esonero dal pagamento dell’IMU rivolto a sostenere i cittadini dei comuni più piccoli, che negli ultimi anni si trovano in una situazione non semplice dal punto di vista economico.
Questo sostegno viene garantito unicamente per i cittadini che possiedono un immobile e lo adibiscono ad attività, non è esteso ai cittadini che possiedono seconde case. Vediamo nell’articolo tutti i dettagli di questa misura.
Bonus IMU 2022: di cosa si tratta
L’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Unica, è una tassa che annualmente i cittadini sono obbligati a pagare sulle proprietà immobiliari: dalle seconde case agli immobili strumentali, ovvero quelli utilizzati per svolgere un’attività lavorativa, fino agli immobili posti in affitto a terzi.
Dall’arrivo della pandemia molti cittadini sono stati esonerati dal pagamento di questa imposta. Un esempio sono tutti i casi in cui è stato attivato il blocco sfratti, quando cioè gli inquilini non erano in grado, a causa della crisi economica sopraggiunta con la pandemia, di provvedere al pagamento dell’affitto.
Un altro esempio riguarda le diverse attività imprenditoriali per cui per il 2021 è stato sospeso il pagamento dell’IMU con il fine di sostenere le stesse imprese nella ripartenza. Il bonus IMU previsto per il 2022 tuttavia ha altre caratteristiche.
Questo esonero dal pagamento dell’IMU viene garantito a tutti i cittadini presso piccoli comuni, come meno di 500 abitanti, che utilizzano gli immobili in possesso per svolgere un’attività, ovvero come bene strumentale.
Al momento sono stati stanziati dallo stato 10 milioni di euro per il 2022 e altrettanti per il 2023, per sostenere l’economia dei piccoli comuni, che per le proprie caratteristiche spesso si trovano in difficoltà economica, soprattutto nell’ultimo periodo.
Bonus IMU 2022: a chi è rivolto
Il bonus IMU 2022 è rivolto a tutti i cittadini dei piccoli comuni che utilizzano gli immobili in possesso come beni strumentali, ed è rivolto quindi a esercenti attività di commercio al dettaglio, artigiani, e soggetti similari. Risulta indispensabile per essere esonerati dal pagamento, continuare un’attività già presente oppure cominciare una nuova attività in un comune con un massimo di 500 abitanti.
Le modalità per accedere all’esonero ancora non sono state comunicate, per cui si attendono disposizioni attuative specifiche. Indubbiamente questo tipo di sostegno va in una direzione di incentivare le attività anche nei piccoli borghi e comuni largamente diffusi nel paese.
Uno dei rischi principali per queste piccole realtà è quello di scomparire, dato anche lo spostamento dei cittadini verso città più grandi o zone in cui l’economia è maggiormente florida. Uno dei rischi quindi è quello della desertificazione commerciale, ovvero della scomparsa di tutte le attività commerciali rivolte ai cittadini di questi piccoli comuni.
Di conseguenza è possibile che diminuisca drasticamente anche il turismo in queste piccole zone, anche se particolarmente suggestive dal punto di vista del territorio e con la presenza di punti di interesse di carattere storico o artistico.
Bonus IMU e altre agevolazioni per i piccoli comuni
Il bonus IMU non è l’unico sostegno rivolto ai piccoli comuni prospettato per i 2022. Con l’ultima manovra infatti il governo ha stabilito ulteriori agevolazioni per i piccoli comuni. In particolare i Comuni stessi possono garantire in comodato d’uso beni e strutture per favorire la ripartenza economica e lo sviluppo dal punto di vista delle attività commerciali.
Queste agevolazioni, sempre rivolte ai comuni con meno di 500 abitanti, potrebbero portare per queste zone ad una ripresa del tessuto economico importante. I comuni quindi potranno cedere in comodato d’uso strutture al momento inutilizzate e inattive, per tutti i soggetti che intendono portare avanti un’attività in queste strutture.
In questo caso si prevede un limite temporale per il comodato d’uso, di 10 anni, per cui il soggetto che intende utilizzare queste strutture deve provvedere autonomamente agli eventuali lavori di ristrutturazione o di sistemazione degli spazi da adibire ad attività commerciale.
Il comodato d’uso e l’esenzione dall’IMU possono andare di pari passo, per tutto il 2022 e per il 2023, per le nuove attività, e per i cittadini che desiderano avviare un’impresa di commercio nei piccoli comuni.
Piccoli comuni e rischio spopolamento
I sostegni introdotti per le attività dei piccoli comuni sono finalizzati ad evitare lo spopolamento di queste zone, che nell’ultimo periodo è stato aggravato dall’emergenza sanitaria. Lo spopolamento è dovuto sia allo spostamento dei cittadini, soprattutto per motivi di lavoro, nelle grandi città, sia alla diminuzione drastica di nuove nascite in tutta Italia.
I cambiamenti demografici infatti riportano una forte decrescita delle nascite negli ultimi anni in Italia, e le cause sono diverse. Con l’arrivo della pandemia le nascite hanno subito un crollo decisivo, per cui a soffrirne sono soprattutto i piccoli comuni, che rischiano di scomparire.
I dati rivelano che per molti giovani questi piccoli comuni non offrono prospettive di lavoro di alcun tipo, e lo spopolamento è un pericolo che per i sindaci di questi piccoli paesi non è da sottovalutare. Come riporta un articolo di Ilmessaggero.it il pericolo di sparizione di questi comuni è concreto, e i tempi sono stretti:
“Centinaia di piccoli comuni italiani potrebbero sparire nel giro di 50 anni. A lanciare l’allarme è l’Istat nel suo ultimo rapporto sulla popolazione. A rischio sono soprattutto quelli con meno di mille abitanti.”
Secondo i recenti dati ISTAT quindi a scomparire presto, nel giro di una generazione, saranno moltissimi piccoli comuni caratteristici del territorio italiano, soprattutto comuni montani.