Tra le forme di assegnazione dell’auto in uso al dipendente aziendale il caso più frequente e, sotto il profilo fiscale più premiante, è quello dell’assegnazione dell’auto aziendale in uno promiscuo.
Si tratta della situazione per cui la vettura viene concessa in uso al dipendente affinché questo la utilizzi tanto per le finalità aziendali (es. andare a visitare i clienti), quanto ai fini personali (es. uscire la sera e nei weekend, andare in vacanza, ecc).
Si tratta, da un punto di vista fiscale, di un compenso in natura per il lavoratore dipendente che può disporre di un veicolo sia per fini lavorativi quanto per fini privati. Tale trattamento in natura è soggetto a tassazione, sia in capo al dipendente che in capo all’azienda.
Vediamo di seguito il trattamento fiscale applicabile all’impresa concedente, tanto ai fini reddituali quanto ai fini IVA.
Auto in uso al dipendente: addebito in busta paga
Il dipendente che vede concedersi una vettura aziendale in uso promiscuo è soggetto a tassazione per il fringe benefit che riceve.
Per questo motivo, nella busta paga del lavoratore dipendente si deve rilevare un compenso in natura (ovvero non monetizzato) tassabile. Tale compenso è determinato computando il 30% della percorrenza convenzionale di 15.000 Km prevista per quel determinato veicolo.
Tali valori possono essere agevolmente verificati sul sito dell’Aci al seguente link: Tabelle “Fringe Benefit“.
Entro il mese di dicembre di ciascun anno vengono pubblicate sul sito dell’Aci le tariffe valide per il periodo di imposta successivo. Tale addebito è del tutto forfettario e non tiene conto in alcun modo dell’effettivo utilizzo nell’ambito della sfera personale/familiare. Tale fringe benefit viene ragguagliato nel caso di assegnazione al dipendente per un periodo inferiore all’anno. Il dipendente, in questo modo è tassato direttamente in busta paga.
Auto in uso al dipendente: vantaggi per il lavoratore
L’utilizzo di un auto di proprietà dell’azienda è sicuramente un benefit di non poco conto per il lavoratore dipendente. Egli ha facoltà di utilizzare l’autoveicolo sia per spostamenti lavorativi che personali. Il tutto con i costi sostenuti direttamente dall’azienda. Mi riferisco ai costi di gestione annui, come bollo ed assicurazione.
È vero che la contropartita è data dalla tassazione del fringe benefit in busta paga, ma è altrettanto vero che questo benefit è rapportato a 15.000 km di utilizzo.
Se il dipendente ha un’utilizzo maggiore, soprattutto per lavoro, magari per visitare clienti o fornitori, l’azienda può usufruire di un vantaggio fiscale importante. Ed allo stesso modo anche il lavoratore ha il vantaggio dell’utilizzo dell’auto per una percorrenza maggiore rispetto a quella a lui imputata come benefit.
Auto in uso al dipendente: deducibilità per l’impresa
L’azienda concedente per assegnare l’autoveicolo al dipendente deve tenere in conto dei costi che dovrà sopportare, che non saranno totalmente deducibili ai fini della determinazione del reddito imponibile ai fini IRES.
L’articolo 164 del DPR n 917/86 prevede, infatti, una deduzione al 70% per tutti i costi legati alla concessione in uno promiscuo di un veicolo al lavoratore dipendente.
La deduzione al 70% riguarda:
- Sia le spese di gestione della vettura (carburante, manutenzioni, pneumatici, assicurazione, tassa di circolazione, etc.), quanto
- Il costo di acquisizione (quota di ammortamento nel caso di acquisto diretto, canoni di leasing o noleggio).
Con riferimento al costo di acquisizione, peraltro, la deduzione è ammessa senza alcun limite rapportato al valore del mezzo (che per le auto destinate all’utilizzo esclusivamente aziendale è pari ad €. 18.076,00).
La quota fiscale di ammortamento viene calcolata sul costo complessivo della vettura. Si tratta di un vantaggio fiscale non trascurabile per l’impresa. Tutte le volte in cui si valuta l’acquisto di auto aziendale si deve capire se vi è la possibilità di concedere l’auto in uso al dipendente.
Il riaddebito al dipendente del Fringe Benefit
In molti casi per l’assegnazione dell’auto in uso al dipendente, l’impresa concedente richiede delle somme al lavoratore (che vanno ad indennizzare l’impresa per l’utilizzo personale del dipendente stesso) che possono essere, alternativamente:
- Trattenute dalla retribuzione del lavoratore;
- Addebitate con fattura assoggettata ad IVA con aliquota ordinaria.
Il fringe benefit tassato in busta paga del lavoratore deve essere quindi ridotto degli importi addebitati.
Nel caso di importo fatturato al dipendente per l’utilizzo personale, il calcolo del fringe benefit tassabile deve essere effettuato confrontando il fringe benefit teorico (verificabile con le tariffe Aci di cui si è detto) e l’importo fatturato comprensivo di Iva.
Spesso aziende e dipendenti si accordano per un riaddebito esattamente pari al fringe benefit convenzionale: una volta fatturato (e pagato) tale importo, non vi sarà alcuna conseguenza reddituale in capo al dipendente e al datore di lavoro sarà assicurata la deduzione maggiorata dei costi (rispetto alla soglia del 20% di un’autovettura aziendale) di cui si è detto in precedenza.
Auto in uso al dipendente: valutazioni di convenienza
La concessione dell’auto aziendale al dipendente è un’operazione che economicamente conviene sia all’azienda che al dipendente.
La convenienza è massima quando l’utilizzo dell’auto durante il corso dell’anno sia superiore ad una percorrenza di 15.000 km. In questo modo il dipendente beneficia di una tassazione inferiore all’utilizzo effettivo in busta paga. Allo stesso modo l’azienda beneficia di una deduzione maggiore del costo di acquisto dell’auto e degli oneri di gestione annuali.
In generale, per l’azienda l’assegnazione dell’auto in uso al dipendente rappresenta la migliore configurazione per la riduzione del carico fiscale.
Questa soluzione è quella ottimale in tutti i casi in cui l’azienda non voglia acquistare un’autocarro, ovvero una vettura destinata esclusivamente ad un utilizzo strumentale all’attività. L’acquisto dell’autocarro, infatti, consente deduzione integrale del costo dal reddito e deduzione integrale dell’IVA.
In generale, quindi, per le aziende che operano con dipendenti che devono spostarti periodicamente, l’assegnazione di auto al dipendente può essere una valida operazione su cui puntare.