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Aspettativa non retribuita: come funziona

Fisco NazionaleFiscalità del lavoroAspettativa non retribuita: come funziona

L'aspettativa non retribuita permette ai lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, di assentarsi dal lavoro per un periodo determinato senza percepire stipendio. La disposizione è regolata principalmente dalla Legge n. 53/2000 e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che definiscono le specifiche modalità e i limiti per la sua fruizione.

L’aspettativa non retribuita è un diritto dei lavoratori in Italia. Si tratta della possibilità di sospendere il lavoro per un periodo specifico senza tuttavia perdere il proprio posto di lavoro. Questo periodo solitamente non è retribuita, in quanto il datore di lavoro non deve corrispondere al soggetto una somma di denaro per questo periodo.

L’aspettativa non retribuita può essere richiesta al lavoratore al datore di lavoro per diversi motivi, che siano di tipo famigliare, formativo, o professionale. Durante il periodo di astensione da lavoro, il datore di lavoro non può licenziare il lavoratore che l’ha richiesta, perché il posto di lavoro secondo la normativa deve essere mantenuto.

Che cos’è l’aspettativa non retribuita?

L’aspettativa non retribuita è un periodo di assenza dal lavoro che il lavoratore può richiedere per vari motivi personali, formativi o familiari, durante il quale non percepisce alcuna retribuzione. Tuttavia, il dipendente mantiene il diritto alla conservazione del posto di lavoro. Questo strumento è disciplinato da specifiche normative e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che possono variare in termini di durata e modalità di richiesta.

Tale disciplina è regolata principalmente dalla Legge n. 53/2000 e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che definiscono le specifiche modalità e i limiti per la sua fruizione.

Le principali motivazioni includono la necessità di completare la scuola dell’obbligo, conseguire un diploma o una laurea, partecipare a corsi di formazione non finanziati dal datore di lavoro, gestire gravi motivi familiari, ricoprire cariche pubbliche o sindacali, partecipare a programmi di volontariato o recupero da tossicodipendenza, e avviare attività imprenditoriali (solo per dipendenti pubblici).

L’aspettativa non retribuita in linea generale deve essere sempre concessa dal datore di lavoro, in caso di regolare assunzione con contratto collettivo nazionale. Questo vuol dire che la prassi consiste nel presentare la propria richiesta al datore di lavoro. Questi è chiamato a valutare la domanda e fornire risposta entro un limite massimo di tempo di 10 giorni.

Esistono dei casi particolari in cui il datore di lavoro può non accettare la richiesta, come ad esempio per motivi urgenti aziendali, oppure perché casistica non è prevista dal CNLL, oppure ancora perché il lavoratore non ha presentato opportuna documentazione in accompagnamento della richiesta, o motivazione valida.

Procedura di richiesta

La richiesta deve essere inoltrata per iscritto al datore di lavoro, allegando la documentazione necessaria (es. iscrizione a corsi di studio) e rispettando le tempistiche stabilite dal CCNL di riferimento. Ad esempio, nel CCNL Metalmeccanici, la richiesta deve essere presentata almeno 30 giorni prima per aspettative fino a 10 giorni e almeno 60 giorni prima per periodi più lunghi.

Durata dell’aspettativa

La durata varia in base alle motivazioni. Per esempio, per motivi formativi, il limite massimo è di 11 mesi, mentre per gravi motivi familiari può arrivare fino a 2 anni. Per i dipendenti pubblici, l’aspettativa per avviare un’attività imprenditoriale non può superare i 12 mesi.

Effetti sull’anzianità e i contributi

Durante l’aspettativa non retribuita, l’anzianità di servizio non viene interrotta, ma i contributi previdenziali non vengono versati, a meno che il lavoratore non decida di versarli volontariamente.

Diritti e doveri del lavoratore

Il lavoratore ha il diritto di conservare il posto di lavoro durante l’aspettativa, ma non può svolgere altre attività lavorative senza l’autorizzazione del datore di lavoro, con l’eccezione dei dipendenti pubblici che possono avviare un’attività imprenditoriale per un massimo di 12 mesi.

Quando si può chiedere l’aspettativa al datore di lavoro?

Un lavoratore dipendente può chiedere l’aspettativa non retribuita presentando al proprio datore di lavoro una motivazione valida, corredata da un documento che attesta la sussistenza di tale motivazione. L’astensione da lavoro può essere richiesta per un periodo di durata variabile, tuttavia esistono delle linee guida normative da rispettare.

Il lavoratore può procedere alla richiesta di una aspettativa non retribuita, quindi rinunciando allo stipendio, ma senza perdere il lavoro, per le seguenti motivazioni:

  • Per gravi motivi familiari;
  • Gravi situazioni di disagio personale;
  • Necessità di cura di un famigliare;
  • Necessità di accedere ad un periodo di formazione o dottorato;
  • Svolgimento di incarichi di tipo pubblico;
  • Programmi per la cura della tossicodipendenza;
  • Per lutto;
  • Per congedi di diverso tipo;
  • Per avviare un’attività autonoma;
  • Per ricongiungimento con un famigliare all’estero.
MotivazioneDurata massimaNote
Formazione11 mesi (frazionati o continuativi)Richiesta da lavoratori con 5 anni di anzianità aziendale
Gravi Motivi Familiari2 anniCondizioni personali gravi o assistenza a familiari
Cariche PubblicheDurata del mandatoInclusi sindaci, consiglieri comunali, etc.
VolontariatoVariabileConforme a specifiche normative
Tossicodipendenza3 anniPer il recupero da tossicodipendenza o assistenza a familiari
Attività Imprenditoriale12 mesi (solo dipendenti pubblici)Solo per dipendenti pubblici

Aspettativa per motivi familiari

Rientrano in questa fattispecie le situazioni in cui un parente stretto ha la necessità di cure, o di assistenza, almeno per un periodo. Sia i lavoratori nel settore privato che nel settore pubblico possono chiedere l’accesso di fronte a gravi motivazioni familiari.

Le motivazioni possono riguardare i coniugi, i genitori, figli e fratelli, sorelle, generi, suoceri e così via. Si può richiedere questa astensione per motivazioni famigliari in caso di lutto, con il decesso di un famigliare, oppure nel momento in cui un parente stretto necessita di cure improvvise, oppure ancora per una situazione di disagio personale.

In questa fattispecie rientrano eventi come il divorzio e le separazioni, che coinvolgono il lavoratore in modo diretto. Sono escluse da questa possibilità le casistiche che rientrano in situazioni di disagio della salute del soggetto, per cui esistono altre forme di trattamento previste dal contratto.

L’aspettativa per motivi famigliari o personali può essere allargata anche ad altre eventualità, in base al contratto specifico. Risulta possibile attivarla, ad esempio, per le cure per tossicodipendenza sia del lavoratore che dei famigliari, per un massimo di tre anni.

In ogni caso il lavoratore, prima di fare richiesta, dovrebbe leggere accuratamente il contratto di lavoro in essere. Generalmente il periodo massimo che si può richiedere è di due anni.

Aspettativa per motivi di formazione

Esiste anche la possibilità, contemplata da alcuni contratti nazionali, di accedere ad un periodo di aspettativa non retribuita per motivi di formazione.

Il dipendente può accedere a questo periodo unicamente se sta lavorando da almeno 5 anni con lo stesso datore di lavoro. Nel caso l’astensione può essere suddivisa oppure continuativa. Viene inclusa in questa tipologia di aspettativa la formazione volta per esempio a completare la scuola dell’obbligo, se questa non è stata completata dal lavoratore in precedenza.

La motivazione di formazione può essere invocata anche per un titolo di studio superiore o per l’accesso ad una laurea. Inoltre l’attività di formazione a cui si può accedere può anche essere di diverso tipo, rispetto a quella garantita dal datore di lavoro.

Generalmente il periodo massimo per cui si può chiedere è di 11 mesi, tuttavia ogni contratto nazionale del lavoro è a sé stante, per cui possono essere applicati limiti diversi. Anche in questo caso, il lavoratore che ne richiede l’accesso deve presentare documentazione al datore di lavoro che provi l’accesso alla formazione.

Un lavoratore può richiedere questo strumento anche per motivi di dottorato, per un periodo che equivale alla durata del dottorato. Se il lavoratore proviene dal lavoro privato, l’astensione non è retribuita (ma si può percepire una borsa di studio). Se proviene dal lavoro pubblico invece può anche essere retribuita.

Aspettativa da lavoro per svolgere un incarico pubblico

L’aspettativa da lavoro può anche essere richiesta per lo svolgimento di un incarico di tipo pubblico, per un certo periodo. Per quanto riguarda un lavoratore del settore privato, è possibile richiedere l’astensione non retribuita per svolgere per un periodo una carica pubblica, mentre per un lavoratore che proviene dal settore pubblico è possibile accedervi anche in modo retribuito.

Si tratta di incarichi pubblici che possono riguardare il Parlamento, le regioni, comuni o enti pubblici di diverso tipo, ad esempio:

  • Incarichi per il Parlamento Europeo;
  • Incarichi per il Parlamento Nazionale;
  • Incarichi come sindaci di comuni;
  • Incarichi come consiglieri comunali e provinciali;

Lavoratori statali

L’aspettativa per i lavoratori statali può essere allargata anche ad altre eventualità. I dipendenti pubblici possono chiedere sospensione da lavoro anche nel caso in cui intendano avviare una attività autonoma di impresa, o attività professionale. In questo caso il periodo di tempo massimo è di un anno.

Per i lavoratori pubblici è prevista inoltre la possibilità di sfruttare la sospensione anche per il ricongiungimento con un parente o famigliare stretto all’estero, specialmente quando il lavoratore non può chiedere il trasferimento.

Aspettativa per volontariato

Le norme del lavoro in Italia consentono anche di richiedere una aspettativa per volontariato, ovvero per svolgere una attività a sostegno di una associazione sul territorio. Se il lavoratore svolge una di queste attività per una delle realtà presenti nell’elenco nazionale dell’Agenzia della protezione civile, l’astensione può essere retribuita.

Il datore di lavoro può richiedere il rimborso di questa cifra versata a favore dei lavoratori che chiedono la sospensione da lavoro per volontariato. Per i limiti di applicazione è necessario visionare il contratto collettivo nazionale specifico.

Possibilità di rifiuto e ricorso

Il datore di lavoro può rifiutare la richiesta per motivi organizzativi o produttivi, che devono essere adeguatamente motivati. In caso di rifiuto, il lavoratore può presentare ricorso entro i termini stabiliti dal CCNL.

Possibili soluzioni alternative

1. Congedo parentale

Il congedo parentale è una forma di assenza dal lavoro riconosciuta ai genitori per prendersi cura dei figli nei primi anni di vita. Questo congedo può essere retribuito parzialmente o non retribuito, a seconda delle normative e dei contratti collettivi applicabili. È utile esplorare questo tema per i lavoratori che potrebbero considerare il congedo parentale come alternativa o complemento all’aspettativa non retribuita.

2. Permessi per assistenza ai familiari disabili (Legge 104/92)

La Legge n. 104/92 prevede permessi retribuiti per i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave. Questi permessi possono essere utilizzati in combinazione con l’aspettativa non retribuita per fornire assistenza continuativa ai familiari bisognosi, offrendo un quadro completo delle possibilità di assenza dal lavoro per motivi familiari.

3. Telelavoro e smart working

Il telelavoro e lo smart working rappresentano modalità di lavoro flessibili che possono permettere ai dipendenti di conciliare meglio vita lavorativa e esigenze personali, riducendo la necessità di ricorrere all’aspettativa non retribuita. Analizzare le normative, i benefici e le limitazioni di queste modalità lavorative può offrire ulteriori soluzioni ai dipendenti.

4. Congedo per motivi di studio

Il congedo per motivi di studio consente ai lavoratori di assentarsi dal lavoro per frequentare corsi di formazione o per completare percorsi di istruzione superiore. Questo congedo è fondamentale per chi desidera migliorare le proprie competenze e qualifiche professionali.

5. Congedo per donatori di sangue e midollo osseo

I lavoratori che donano sangue o midollo osseo hanno diritto a permessi retribuiti per il tempo necessario alla donazione e al recupero. Questo tema è rilevante in quanto rappresenta un’altra forma di assenza dal lavoro regolamentata che può interessare i dipendenti.

6. Congedo per cure mediche e terapie

I dipendenti affetti da gravi malattie o che necessitano di terapie prolungate possono richiedere congedi specifici per cure mediche. Questo tema è strettamente collegato all’aspettativa non retribuita per gravi motivi di salute e merita un approfondimento separato per le sue implicazioni specifiche.

Conclusioni

L’aspettativa non retribuita è uno strumento importante per bilanciare esigenze lavorative e personali. Offre numerosi vantaggi, come la possibilità di completare studi o gestire situazioni familiari critiche, ma richiede una gestione attenta delle procedure e delle normative.

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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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