Negli ultimi anni il panorama del congedo parentale in Italia si è evoluto significativamente, con nuovi cambiamenti e benefici per i genitori lavoratori. Queste modifiche mirano a fornire un maggiore sostegno economico e più flessibilità nella gestione del tempo dedicato alla cura dei figli. Vediamo nel dettaglio tutte le novità e gli aggiornamenti previsti, comprese le disposizioni per il 2025 introdotte dal recente disegno di legge di Bilancio.
Indice degli Argomenti
Il congedo parentale
Il congedo parentale, noto anche come congedo di maternità o paternità, è un periodo di assenza dal lavoro concesso ai genitori per la nascita, l’adozione o l’affidamento di un bambino. Durante questo periodo, i genitori hanno il diritto di astenersi dal lavoro per occuparsi del bambino, mantenendo il posto di lavoro e, in molti casi, ricevendo un’indennità o una percentuale del loro stipendio.
È una misura pensata per sostenere i genitori nella cura dei figli, sia a livello affettivo che relazionale. Il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati, escludendo alcune categorie come i lavoratori domestici e a domicilio. Il limite massimo complessivo è di 10 mesi, che possono essere elevati a 11 se il padre si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi. I periodi di congedo possono essere fruiti anche contemporaneamente dai genitori, purché non superino il limite complessivo.
Per richiedere il congedo parentale, è necessario inviare una domanda all’INPS prima dell’inizio del periodo richiesto. La domanda va inviata online tramite il servizio dedicato dell’INPS, a cui si accede con credenziali SPID, CIE o CNS, oppure tramite enti di patronato e intermediari abilitati o il contact center dell’INPS.
Ultimi aggiornamenti normativi
Indennità maggiorata all’80% per due mensilità
Nel 2024, i genitori hanno diritto a una significativa novità in termini di congedo parentale. La Legge di Bilancio 2024 conferma l’indennità all’80% per uno dei nove mesi indennizzabili, già introdotta nel 2023. A questa misura si aggiunge un ulteriore mese con la stessa percentuale di indennità, elevata dall’originario 60% all’80%, applicabile esclusivamente per l’anno 2024.
In particolare l‘articolo 1, comma 179, della Legge n. 213/23 prevede quanto segue:
Estensione del periodo di congedo fino ai 12 anni del bambino
Un altro cambiamento rilevante riguarda la possibilità di accedere al congedo parentale fino ai 12 anni di età del bambino, rispetto al precedente limite di sei anni. Questa estensione offre ai genitori maggiore flessibilità nella gestione del tempo di cura dei propri figli durante i loro anni di crescita.
Questa flessibilità mira a fornire soluzioni più adatte alle esigenze individuali, garantendo una maggiore personalizzazione delle modalità di utilizzo del congedo in base alle peculiarità di ciascuna famiglia.
Le novità per il 2025
Secondo il disegno di legge di Bilancio 2025, l’indennità del congedo parentale sarà ulteriormente migliorata. Sarà infatti possibile usufruire di tre mesi di congedo con indennità all’80%, anziché due, per i lavoratori dipendenti che terminano il congedo di maternità o paternità dopo il 2024. Nei mesi successivi, l’indennità tornerà al 30%, come precedentemente stabilito.
Beneficiari e durata del congedo
Il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori dipendenti, siano essi pubblici o privati (inclusi i lavoratori naviganti, marittimi e dell’aviazione civile, ex IPSEMA), ma non è accessibile per i lavoratori domestici e i lavoratori a domicilio. La durata massima complessiva è di 10 mesi, elevabile a 11 se il padre si astiene dal lavoro per almeno tre mesi. I genitori possono anche usufruire contemporaneamente del congedo, purché non superino il limite complessivo.
L’indennità prevista è pari al 30% della retribuzione media giornaliera a partire dal terzo mese di congedo. Nei casi in cui il reddito individuale del genitore sia inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione, l’indennità del 30% viene mantenuta anche per i periodi successivi al nono mese.
La possibilità di usufruire contemporaneamente dei periodi di congedo parentale deve avvenire entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento). L’estensione a 12 anni rappresenta un importante cambiamento ed è stata introdotta in risposta alla Direttiva UE 2019/1158, superando il precedente limite di 6 anni di vita (o ingresso in famiglia).
Queste disposizioni mirano a garantire un adeguato sostegno ai genitori durante i primi anni di vita del bambino, promuovendo al contempo una maggiore flessibilità nell’utilizzo del congedo.
Come fare domanda per il congedo parentale
Per richiedere il congedo parentale, è necessario presentare domanda all’INPS prima dell’inizio del periodo richiesto. La domanda può essere effettuata online tramite il portale INPS, utilizzando credenziali SPID, CIE o CNS. In alternativa, è possibile rivolgersi a enti di patronato o intermediari abilitati.
Conclusioni
Il congedo parentale, anche per il 2025, rappresenta un’importante occasione per i genitori lavoratori di conciliare meglio le esigenze familiari e lavorative. Grazie alle nuove misure introdotte, è possibile usufruire di un maggiore supporto economico e di una più ampia finestra temporale per stare vicini ai propri figli. Per avere maggiori informazioni e supporto nella richiesta del congedo, è possibile contattare un consulente fiscale specializzato in materia di congedo parentale e diritto del lavoro.
Domande frequenti
Nel 2025, il congedo parentale verrà esteso a tre mesi con indennità all’80%, offrendo una maggiore copertura per i genitori rispetto al 2024, in cui erano previsti solo due mesi con questa percentuale.
Il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori dipendenti (del settore pubblico o privato), inclusi quelli naviganti, marittimi e dell’aviazione civile, ma non è disponibile per i genitori con rapporto di lavoro cessato o sospeso, lavoratori domestici e a domicilio.
No, l’indennità all’80% è destinata esclusivamente ai genitori lavoratori dipendenti che usufruiscono del congedo parentale entro i primi sei anni di vita del bambino o di ingresso in famiglia, e che hanno concluso il congedo obbligatorio di maternità o paternità entro le scadenze stabilite dalla normativa vigente