Non è possibile affittare casa senza cambiare la propria residenza. In quanto se decido di dare in affitto la mia casa non posso utilizzarla come abitazione principale. La Legge non ammette la possibilità di avere una falsa residenza. Pertanto, se hai deciso di concedere la tua casa in affitto dovrai spostare la residenza altrove.
Infatti, la residenza deve necessariamente corrispondere a dove si vive abitualmente, a norma dell’art. 43 codice civile. Ciò vuol dire che, quando si decide di concedere la propria casa in affitto, allora il proprietario deve spostare la residenza.
Ma non solo, ci sono anche altri adempimenti da effettuare che spiegheremo, con precisione, nel testo.
Differenza tra domicilio, dimora e residenza
Un primo e fondamentale aspetto da affrontare, prima di entrare nel cuore della questione, è spiegare cosa sono il domicilio, la dimora e la residenza e le differenze che vi intercorrono.
La natura delle tre viene stabilita dall’art. 43 Codice Civile:
- Domicilio: il luogo dove una persona stabilisce la sede principale dei suoi affari e interessi;
- Dimora: il luogo in cui il soggetto soggiorna abitualmente;
- Residenza: il luogo in cui si ha la dimora abituale, dove risiede e vive in modo stabile e volontario.
Soffermiamoci, in modo particolare, sul concetto di residenza. Si tratta di un istituto molto importante con implicazioni importanti su un piano fiscale, amministrativo e giudiziario.
La residenza serve per il rilascio dei documenti anagrafici, primo fra tutti della carta d’identità. Si tratta di un istituto importante anche per l’assegnazione di prestazioni sanitarie, sociali o politiche: si pensi, per esempio, al medico di base o all’iscrizione scolastica. Ma è molto importante anche per l’iscrizione alle liste elettorali. Infine, è indispensabile per determinare alcuni oneri fiscali come l’Irpef, l’Imu, la Tari e così via.
Posso affittare una casa dove ho la residenza?
Nel momento in cui, per un’esigenza o per un’altra, si decide di affittare la propria casa, i proprietari di casa si chiedono se sia sempre necessario, nonché obbligatorio, cambiare residenza.
Ebbene, si tratta di un’opzione non contemplata né dagli accordi di affitto e neppure nel nostro ordinamento.
Per quale motivo non è possibile risiedere nell’immobile affittato? In base al già menzionato articolo 43 del Codice Civile, la residenza corrisponde al luogo in cui si vive abitualmente. Quindi, in linea di massima, si sovrappone all’abitazione principale.
Affittare la casa a terzi presuppone che non si abiti stabilmente e in modo continuativo lì dove si ha la residenza. Proprio per questa ragione, i principali contratti di affitti prevedono il cambio obbligatorio.
Parliamo anche del caso opposto: il proprietario può impedire all’inquilino di trasferire la residenza? In questo caso, indipendentemente che l’affittuario viva con il locatore o affitti l’intero appartamento, il proprietario non può opporsi al cambio di residenza.
L’inquilino deve eleggere la sua dimora abituale, ovvero quella dove andrà a vivere stabilmente. Quindi, dovrà comunicare al Comune la nuova residenza, anche se il proprietario non fosse d’accordo.
C’è di più: l’inquilino non deve nemmeno chiedere il permesso al locatore e neppure specificare la volontà all’interno del contratto d’affitto. Inoltre, il proprietario può agire nei confronti dell’ex inquilino che si opponesse al trasferimento della residenza presso la sua nuova abitazione, segnalandolo all’Ufficio Anagrafe del Comune, che procederà alla sua cancellazione.
Cosa succede se non si cambia residenza dopo aver affittato casa
Il cambio di residenza deve essere comunicato entro 20 giorni dal momento del trasferimento in un nuovo immobile.
Per chi non provvede in tal senso e non rispetta le tempistiche, ci sono alcune conseguenze. Intanto, specifichiamo che ad ogni richiesta di cambio, il Comune ha 45 gironi lavorativi di tempo per verificarlo.
Qualora non si provveda, a seguito di controlli, si rischia di essere cancellati dalle liste anagrafiche e tutta una serie di altre conseguenze come, per esempio, perdere l’assistenza sanitaria e incorrere in problemi fiscali e penali.
Affittare casa senza cambiare residenza
Come sempre, o quasi, ci sono alcune eccezioni alla regola. In alcune circostanze è possibile affittare casa senza effettuare il cambio di residenza.
Si può mantenere la residenza solo quando l’affitto riguarda una porzione dell’immobile. Pensiamo a tutti quei casi in cui il proprietario di una casa decida di affittarne solo una o due stanze. In questo caso, non deve comunicare al Comune il cambio di residenza in quanto può continuare a vivere abitualmente e stabilmente nell’immobile locato.
Deve comunque essere mantenuta una condizione prevista dal Codice Civile. L’immobile deve continuare ad essere adibito ad abitazione abituale: quindi, il proprietario deve continuare a viverci stabilmente e con continuità.
È possibile affittare una camera mantenendo la residenza?
Sì, è possibile affittare una o più camere o una parte dell’immobile e mantenere la propria dimora, a condizione che il proprietario utilizzi l’immobile come abitazione principale.
Conclusioni
La residenza deve necessariamente corrispondere a dove si vive abitualmente e, in base alla normativa di legge, non è permessa una falsa residenza.
Quindi, quando si affitta un immobile, il proprietario di casa deve necessariamente spostare la residenza altrove e questa deve essere correttamente riportata in tutti gli accordi scritti con l’inquilino.
Solo in un caso, ovvero quando si affitta una sola porzione di immobile è possibile continuare a risiedervi, ma solo a condizione che la casa sia dimora abituale del proprietario.
Domande frequenti
Si può conservare la residenza in un’abitazione messa in affitto?
Non è possibile conservare la propria residenza in un’abitazione che è stata messa in affitto.
Cosa succede se si affitta una casa e si mantiene lì la residenza?
Ci si esporrebbe al rischio di una dichiarazione di irreperibilità.
Cos’è la residenza?
Si tratta dell’indirizzo che corrisponde effettivamente al luogo in cui si vive abitualmente.