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Decreto “primo maggio”, superbonus lavoro e bonus tredicesima tra le novità

Il Consiglio dei ministri ha approvato, il 30 aprile, il decreto legge che riforma le Politiche di coesione e il decreto legislativo per la revisione del regime Irpef e Ires. Il Decreto “primo maggio” contiene una serie di misure per dare sostegno ai lavoratori. La prima edizione di decreto primo maggio l’anno scorso fece scalpore perché pose fine al reddito di cittadinanza, con l’introduzione, al suo posto, del reddito di inclusione. Tra i vari interventi è previsto il cosiddetto bonus befana, ovvero un’indennità pari a 100 euro in favore dei lavoratori dipendenti che sarà previsto da gennaio 2025. Ne potranno beneficiare circa un milione di famiglie monoreddito con coniuge e almeno un figlio a carico e famiglie monogenitoriali. Per poterne beneficiare occorre avere un reddito complessivo nel 2024 non superiore a 28 mila euro lordi.

Sono previsti anche incentivi per le nuove assunzioni e un bonus donne a favore delle lavoratrici svantaggiate. Con l’esonero dei contributi previdenziali fino a 2 anni.

Giorgia Meloni in un video sui social in occasione del Primo Maggio ha dichiarato che:

“La principale di queste misure è l’esonero dal pagamento del 100% dei contributi previdenziali per due anni se si assumono giovani sotto i 35 anni che non hanno mai avuto contratti a tempo indeterminato, a patto che vengano assunti con contratto stabile”, sottolinea il presidente del Consiglio. “Se assumi un giovane a tempo indeterminato, per 2 anni allo Stato non devi nulla nel limite di 500 euro al mese”. 
“L’esonero vale in tutta Italia, nelle regioni del Mezzogiorno, però, il provvedimento vale anche per gli over 35 che sono disoccupati da almeno 2 anni”, aggiunge, spiegando che “la decontribuzione vale per le donne, a prescindere dall’età su tutto il territorio nazionale con maggiore accessibilità al beneficio per quelle che vivono nelle regioni del Mezzogiorno”.

Cosa prevede il Decreto primo maggio

  • Una riforma dei fondi di coesione per aumentare le risorse a favore di ciò che è stato definito giornalisticamente come Superbonus Lavoro, ovvero un’extra deduzione del 120% (o 130%) per le aziende che incrementano la forza lavoro, già introdotta dalla riforma fiscale dello scorso anno ma ancora non attuata;
  • Bonus sulle tredicesime, rinominato Bonus befana;
  • Bonus per le assunzioni nel Sud;
  • Detassazione dei premi di produzione.

Bonus befana

Il cosiddetto bonus tredicesime è stato rinominato come bonus Befana, in quanto verrà pagato a gennaio del 2025. Ne potranno beneficiare circa un milione di famiglie monoreddito con coniuge e almeno un figlio a carico e famiglie monogenitoriali.

Per ottenerlo bisognerà avere un reddito complessivo nel 2024 non superiore a 28 mila euro lordi. Sono esclusi gli incapienti. Il bonus erogato una tantum, verrà erogato dal datore di lavoro, come sostituto d’imposta, con la busta paga di gennaio.

Secondo il viceministro dell’Economia e delle FinanzeMaurizio Leo, questo intervento costituisce il “primo tassello” di un percorso che potrà, “trovando le relative risorse”, agire sulle tredicesime.

Superbonus lavoro

L’altro provvedimento è il cd superbonus lavoro, una misura che non rappresenta una novità, in quanto si tratta di un provvedimento già varato dalla riforma fiscale dello scorso anno ma che deve essere ancora attuato.

Il nuovo incentivo spetta alle imprese che assumono nuovi lavoratori e lavoratrici nel corso dell’anno. I benefici maggiori spettano a chi impiega lavoratori “svantaggiati”, ovvero under 30, percettori di reddito di cittadinanza e disoccupati. L’intervento consiste in agevolazioni fiscali che vengono realizzate attraverso una maggiorazione del costo del lavoro dei nuovi assunti ai fini della determinazione del reddito.

Il nuovo incentivo sostituisce i bonus assunzione per under 36 e donne scaduti il 31 dicembre e non rinnovati. Inoltre, è stata abolita – un po’ a sorpresa a dire il vero – l’agevolazione ACE. Le novità sono già varate nel decreto attuativo del primo modulo della riforma fiscale, ma ancora purtroppo non attuate.

Questa super deduzione è pari:

  • Al 120 per cento per tutte le assunzioni a tempo indeterminato;
  • Al 130 per cento per chi assume lavoratori “svantaggiati” (allegato 1 del DL n. 216/2023):
    • Persone con disabilità;
    • Lavoratori molto svantaggiati ai sensi dell’articolo 2, numero 99), del regolamento (UE) n. 651/2014 e le persone svantaggiate ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 381/1991;
    • Giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile;
    • Donne di qualsiasi età con almeno due figli minorenni, vittime di violenza o disoccupate da almeno 6 mesi e residenti nelle regioni ammissibili ai finanziamenti (articolo 2, numero 4), lettera f), del regolamento (UE) n. 651/2014);
    • Ex percettori del reddito di cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione;
    • Minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare;
    • Lavoratori con sede di lavoro in regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75 per cento della media EU27 o comunque compreso tra il 75 per cento e il 90 per cento, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale.

Incentivi assunzioni

Le aziende potranno beneficiare dell’esonero dai contributi previdenziali, fino a 500 euro al mese per due anni, sulle assunzioni a tempo indeterminato di giovani under 35, donne e, nelle regioni della Zona Economica Speciale (Zes) del Sud, anche per gli over 35 disoccupati da almeno 24 mesi.

E’ previsto anche un bonus in favore delle lavoratrici svantaggiate, con l’esonero dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per due anni nel limite di 650 euro al mese per ciascuna lavoratrice assunta a tempo indeterminato.

Il decreto primo maggio contempla anche quello che è stato battezzato ‘bonus Zes’, destinato alle aziende che hanno sede in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. ‘Zes’ sta infatti per ‘zone economiche speciali’.

Anche qui gli sgravi fiscali per le aziende sono previsti per le assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. L’importo massimo è di 650 euro mensili.

Incentivi autoimprenditorialità

Il decreto primo maggio prevede anche incentivi all’autoimprenditorialità. E’ prevista la decontribuzione totale per un triennio per un massimo di 800 euro al mese, per le imprese di under 35 nei settori del digitale e della transizione green create tra il primo luglio 2024 al 31 dicembre 2025.

Gli incentivi per il lavoro autonomo e libero professionale sono previsti nelle regioni del Mezzogiorno con un rafforzamento della misura Resto al Sud, e nelle aree del Centro Nord. Sono previsti voucher fino a 40 mila euro nel Mezzogiorno e fino a 30 mila euro nel resto d’Italia per l’avvio di nuove imprese e contributi a fondo perduto fino al 75% (65% nel Centro Nord) degli investimenti fino a 120 mila euro.

Sabrina Maestri
Sabrina Maestri
Classe 1986, vogherese, aspirante consulente del lavoro. Appassionata di giornalismo, scrivo da anni per portali di informazione e testate giornalistiche online occupandomi di temi legati al mondo del lavoro, al fisco e bonus fiscali.

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