Imposta patrimoniale: come funziona e quali effetti avrebbe?

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Si torna a parlare, ancora, di imposta patrimoniale. La Cgil aveva proposta l’idea di una nuova patrimoniale con un prelievo dell’1,3% sui patrimoni superiori ai due milioni di euro. Il governo Meloni ha respinto questa proposta.

L’imposta patrimoniale colpisce il patrimonio, mobile e immobile: denaro, case, azioni e obbligazioni. Può colpire sia le persone fisiche che quelle giuridiche. Può essere fissa o variabile, se fissa, viene versata da tutti i contribuenti per lo stesso importo, se variabile secondo, varia in funzione del patrimonio.

E’ un’imposta che non compisce i redditi percepiti dal contribuente ma sul capitale detenuto, sia in Italia che all’estero.

Come funziona la patrimoniale?

La patrimoniale è un’imposta che colpisce il patrimonio di un soggetto indipendentemente dal reddito percepito. Nel nostro Paese non esiste una vera e propria imposta patrimoniale, ma sono presenti altre imposte che colpiscono il patrimonio e, in particolar modo, alcuni beni mobili e immobili.

A differenza delle imposte ordinarie come l’IRPEF che colpisce i guadagni annuali, l’imposta patrimoniale si concentra sulla ricchezza accumulata. Questa tipologia di imposta rappresenta un prelievo diretto sulla ricchezza posseduta da un contribuente in un determinato momento

Per fare alcuni esempi, nel nostro Paese ci sono alcuni prodotti finanziari che sono già colpiti da una sorta di tassa patrimoniale, ovvero l’imposta di bollo. Pensiamo al conto corrente, al deposito titoli, ai buoni postalicripto attività, etc. Tuttavia, ci sono anche altri esempi di imposte che colpiscono il patrimonio. Basti pensare all’IMU che colpisce le c.d. “seconde case” o le abitazioni principali “di lusso“, oppure ancora le imposte di successione/donazione, che colpiscono il patrimonio che si trasmette per successione o donazione.

Viene generalmente considerata uno strumento straordinario, utilizzato in momenti di particolare necessità per le finanze pubbliche, in quanto colpisce la ricchezza già posseduta e spesso già tassata, rappresentando quindi una forma di doppia imposizione.

La proposta

La proposta è stata lanciata da Maurizio Landini, per i contribuenti che detengono almeno due milioni di euro. Ovvero 500 mila contribuenti, che pagherebbero l’1,3%, ovvero complessivamente 26 miliardi di euro.

La proposta è stata respinta dal governo in quanto è stata considerata come un’imposta ingiusta, perché tassa una seconda volta il patrimonio che è stato accumulato attraverso redditi già assoggettati a prelievo fiscale.

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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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