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Le zone franche: analisi delle agevolazioni fiscali

Fiscalità InternazionaleLe zone franche: analisi delle agevolazioni fiscali

Nel panorama fiscale internazionale, i regimi fiscali speciali e le zone franche rappresentano un elemento da conoscere per comprendere e nel caso sfruttare i benefici che possono offrire.

Molto spesso, quando si parla di giurisdizioni estere si fa riferimento alla normativa fiscale generale del Paese, oppure a specifici regimi agevolati. Tuttavia, si tende a non concentrare l’attenzione su possibili zone franche, che sono in grado di offrire specifici vantaggi di natura fiscale e/o doganale. Conoscere, comprendere e valutare la portata delle zone franche può fare la differenza nell’implementazione di strategie di internazionalizzazione d’impresa, ma anche per sfruttare un regime fiscale agevolato per un trasferimento di residenza personale. Vediamo, quindi, tutte le informazioni utili sul tema.

Cos’è una zona franca e perché esiste

Una zona franca (ZFD) è un’area geografica delimitata in cui vengono applicate agevolazioni fiscali e/o doganali al fine di incentivare lo sviluppo economico e attrarre investimenti. Queste zone possono essere istituite sia all’interno di uno Stato sia lungo i confini, con il principale obiettivo di promuovere il commercio, la produzione industriale e la creazione di posti di lavoro.

Gli Stati adottano tali strumenti per favorire l’afflusso di capitali, migliorare la competitività delle imprese e stimolare l’occupazione in aree economicamente svantaggiate o strategiche. Le zone franche possono riguardare diversi settori, tra cui il manifatturiero, la logistica e la ricerca tecnologica. Inoltre, alcune di esse si concentrano sullo sviluppo sostenibile, prevedendo incentivi specifici per le imprese che adottano pratiche ambientali virtuose e investono in energia rinnovabile.

Possono assumere forme diverse, come zone economiche speciali (ZES), porti franchi o aree di libero scambio, e si distinguono per la varietà di incentivi offerti in base al settore economico di riferimento.

Zona economica speciale (ZES)

Una Zona Economica Speciale (ZES) è un’area geografica delimitata in cui vengono applicati incentivi fiscali, amministrativi e normativi per attrarre investimenti e favorire lo sviluppo economico. Queste aree possono offrire agevolazioni come credito d’imposta per gli investimenti, riduzioni delle imposte sul reddito d’impresa, semplificazioni burocratiche e agevolazioni doganali. Le ZES sono tipicamente situate in regioni economicamente svantaggiate o in prossimità di snodi logistici strategici, come porti o aeroporti.

Porto franco

Un Porto Franco è un’area portuale in cui le merci possono essere importate, stoccate, trasformate e riesportate senza essere soggette a dazi doganali o imposte indirette fino a quando non entrano nel mercato interno. L’obiettivo principale è stimolare il commercio internazionale e migliorare la competitività delle imprese logistiche e manifatturiere. Esempi di porti franchi in Europa includono Trieste e Genova in Italia, Amburgo in Germania e Marsiglia in Francia.

Area di libero scambio

Un’Area di Libero Scambio è una regione economica in cui due o più Paesi eliminano le barriere tariffarie e le restrizioni commerciali tra di loro per facilitare lo scambio di beni e servizi. Tuttavia, ciascun Paese mantiene la propria politica commerciale nei confronti degli Stati esterni all’accordo. Un esempio è l’Accordo di Libero Scambio Nordamericano (NAFTA, ora USMCA) tra Stati Uniti, Canada e Messico, o l’Area di Libero Scambio dell’Unione Europea.

La normativa UE sulle ZFD

Con maggiore dettaglio, se parliamo di normative UE, si tratta di territori o aree limitate di uno Stato membro considerati fuori dal territorio doganale della UE. Questo, al fine di consentire lo svolgimento di attività economiche relative alle merci. Questa normativa, (art. 166 a 181 Reg. 2913/92/CE e REg. 2454/93/CE) si applica in linea generale, mentre la normativa interna, di cui al DPR n. 43/73 (TULD) si applica quando non in contrasto con le disposizioni comunitarie.

All’interno di questi territori è possibile svolgere, a condizioni agevolate, attività industriali, commerciali, di servizi e di magazzinaggio. Tuttavia, è necessario la preventiva notifica all’autorità doganale. L’introduzione di beni in queste aree rappresenta una destinazione doganale e consente lo stoccaggio degli stessi all’interno sino al termine della permanenza della merce in detti spazi.

Fatturazione ed aspetti Iva

Come detto, le zone franche anche se rientranti nel territorio UE, costituiscono territorio extra-doganale. Questo significa che, la cessione di beni ivi contenuti rappresenta un’operazione fuori dal campo di applicazione dell’Iva. Tale cessione deve comunque essere fatturata apportando l’annotazione “operazione non soggetta“.

Vantaggi fiscali delle zone franche

Le free zone offrono una serie di benefici fiscali che variano in base alla normativa di ciascun Paese. Tra le principali agevolazioni si possono trovare quelle riepilogate schematicamente di seguito.

Esenzioni da imposte dirette

Riduzioni o esenzioni per le imprese legate alle imposte sul reddito d’impresa. L’obiettivo è di agevolare l’insediamento di imprese in zone economiche svantaggiate con un beneficio fiscale. L’esempio, probabilmente, più famoso di questo tipo di agevolazione è quello che riguarda le free zone degli Emirati Arabi, dove a determinante condizioni non vi è applicazione di imposte dirette sul reddito;

Regimi Iva agevolati

Esenzioni o aliquote ridotte sulle operazioni effettuate all’interno o all’esterno. Assieme alla riduzione delle imposte dirette spesso si assiste all’applicazione di agevolazioni ai fini dell’imposta diretta sui consumi. Un caso particolare è quello delle Isole Canarie, dove non si applica l’IVA spagnola (Impuesto sobre el Valor Añadido), bensì l’IGIC (Impuesto General Indirecto Canario), con aliquote generalmente più basse. Questo regime fiscale differenziato è stato introdotto per stimolare l’economia locale e attrarre investimenti nel settore turistico e commerciale;

Dazi doganali azzerati

Semplificazione o esenzione dai dazi per le merci importate o trasformate nell’area. In particolare, le merci estere introdotte in una ZFD UE non vengono assoggettate a dazi doganali, all’Iva, alle accise ed ai diritti di monopolio.

Sul fronte estero, un esempio pratico è il regime fiscale adottato negli Emirati Arabi Uniti, in particolare nella Jebel Ali free zone (JAFZA) a Dubai, dove le merci possono essere importate, lavorate e riesportate senza l’applicazione di dazi doganali, favorendo un’intensa attività di commercio internazionale e di trasformazione industriale;

Contributi previdenziali ridotti

Incentivi sul costo del lavoro per favorire l’occupazione. Un esempio pratico è la Polonia, che ha istituito numerose zone economiche speciali (SEZ), tra cui la Katowice Special Economic Zone, dove le imprese possono beneficiare di riduzioni significative sui contributi previdenziali per i dipendenti, incentivando così la creazione di nuovi posti di lavoro e lo sviluppo economico locale;

Procedure amministrative semplificate

Riduzione della burocrazia per le operazioni commerciali e doganali. Un esempio pratico è il Lussemburgo, che offre un sistema amministrativo altamente efficiente per le imprese registrate nelle sue zone economiche speciali. Le aziende beneficiano di procedure doganali accelerate, registrazione rapida delle imprese e una digitalizzazione avanzata dei servizi pubblici, riducendo così il tempo necessario per avviare e gestire le operazioni commerciali.

Le zone franche in Italia

In Italia, le zone franche sono state introdotte principalmente per sostenere lo sviluppo economico in aree specifiche con condizioni geografiche o economiche particolari. Un esempio emblematico è Campione d’Italia, un’exclave italiana in Svizzera, che gode di un regime fiscale speciale per le imprese e i residenti, con esenzioni da IVA e altre imposte. Tuttavia, a seguito delle riforme del 2020, Campione ha dovuto adeguarsi in parte alla normativa fiscale italiana ed europea.

Oltre a Campione d’Italia, altre aree godono di vantaggi fiscali e doganali specifici:

  • Livigno: un’area extra-doganale con esenzione dall’IVA e agevolazioni sui dazi doganali per incentivare il turismo e il commercio;
  • Trieste (porto franco): offre esenzioni sui dazi doganali per le merci in transito e agevolazioni per le operazioni di stoccaggio e trasformazione. Questo, secondo quanto previsto dalla disciplina di cui all’allegato VIII del Trattato di pace di Parigi del 1947;
  • Zone Economiche Speciali (ZES) nel Sud Italia: presenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, garantiscono credito d’imposta per gli investimenti, semplificazioni amministrative e riduzione della tassazione sugli utili aziendali;
  • Gorizia: storicamente una zona franca con esenzioni fiscali per determinate attività commerciali.

Le zone franche in Europa

A livello europeo, le zone economiche speciali sono regolate dalla normativa dell’Unione Europea, che impone limiti alle esenzioni fiscali per evitare distorsioni della concorrenza tra Stati membri. Tuttavia, diversi Paesi mantengono regimi speciali per attrarre investimenti.

Ecco un breve approfondimento schematico sulle principali free zone europee e i vantaggi offerti:

  • Canarie (Spagna): le imprese registrate nella Zona Especial Canaria (ZEC) beneficiano di un’aliquota ridotta sull’imposta sul reddito (4% contro il 25% ordinario), esenzioni su alcuni dazi doganali e una burocrazia semplificata per le attività economiche;
  • Ceuta e Melilla (Spagna): queste città autonome godono di un regime fiscale speciale con IVA ridotta e dazi doganali molto bassi, incentivando le importazioni e il commercio con l’Africa;
  • Madeira (Portogallo): il Centro Internazionale di Affari di Madeira (CINM) offre una tassazione ridotta al 5% per le imprese fino al 2027, esenzioni sui dazi doganali per le merci importate e vantaggi per il settore finanziario e marittimo;
  • Helgoland (Germania): questa isola nel Mare del Nord ha un regime speciale di esenzione dall’IVA e dai dazi doganali, favorendo il commercio e il turismo;
  • Shannon (Irlanda): famosa per essere una delle prime zone agevolate moderne in Europa, Shannon offre incentivi fiscali per il settore aeronautico e tecnologico, con esenzioni sui dazi doganali per le merci trasformate ed esportate e agevolazioni sul costo del lavoro;
  • Gibilterra (Regno Unito): ha un sistema fiscale molto favorevole con un’aliquota del 10% per le imprese, esenzione dall’IVA e agevolazioni per le attività finanziarie e tecnologiche;
  • Jersey e Guernsey (Isole del Canale, Regno Unito): hanno un regime fiscale agevolato con imposte sul reddito delle società ridotte o nulle per alcuni settori, attraggono attività finanziarie e di e-commerce.

Le free zone nei paesi extra UE

Al di fuori dell’Unione Europea, le zone economiche speciali assumono un ruolo ancora più strategico e sono spesso utilizzate per attrarre capitali esteri e potenziare l’export. Vediamo alcuni esempi dettagliati:

  • Dubai (EAU): gli Emirati Arabi Uniti dispongono di numerose free zones EAU, tra cui Jebel Ali Free Zone (JAFZA) e Dubai Multi Commodities Centre (DMCC), che offrono esenzioni fiscali totali sulle imprese, zero imposta sul reddito e piena proprietà straniera, oltre a un’infrastruttura moderna per il commercio internazionale;
  • Kaliningrad (Russia, exclave in Europa): questa zona franca russa offre esenzioni fiscali e doganali per le imprese che operano nel settore manifatturiero e logistico, rappresentando un hub per il commercio con l’UE;
  • Hong Kong e Singapore: sebbene non siano zone agevolate nel senso tradizionale, entrambi i Paesi garantiscono una tassazione agevolata (aliquote tra il 8,5% e il 16,5%) e un ambiente economico altamente favorevole grazie a regole di libero scambio, ridotta burocrazia e nessuna imposta sulle plusvalenze;
  • Cina: le Free Trade Zones (FTZ), come quella di Shanghai, offrono esenzioni doganali sulle importazioni destinate alla trasformazione e riesportazione, agevolazioni per le imprese straniere, nonché semplificazioni burocratiche per le operazioni logistiche e finanziarie;
  • Panama: la Zona Franca di Colón, una delle più grandi al mondo, consente alle imprese di importare, trasformare e riesportare merci senza dover pagare dazi doganali o imposte indirette, favorendo il commercio internazionale grazie alla sua posizione strategica tra l’Atlantico e il Pacifico;
  • Marocco: Tanger Med Free Zone è un hub industriale e logistico che offre esenzioni fiscali per i primi cinque anni di attività, con un’aliquota del 15% successivamente, e vantaggi per le imprese operanti nell’export manifatturiero.

Molti Paesi extraeuropei adottano questi regimi per attrarre investimenti diretti esteri, posizionandosi come snodi chiave del commercio globale, con benefici specifici per ciascun settore produttivo e logistico.

Rischi nell’investire nelle free zone

Investire in una free zone può offrire numerosi vantaggi, ma è necessario valutare attentamente anche i possibili rischi. Uno dei principali riguarda le modifiche normative e regolamentari, poiché le politiche fiscali e doganali possono essere soggette a variazioni imposte dagli Stati o dalle organizzazioni sovranazionali, come l’Unione Europea. Un altro aspetto critico è il rischio di abuso e pratiche illegali: alcune zone franche sono state utilizzate per il riciclaggio di denaro o per operazioni di elusione fiscale, determinando un’intensificazione dei controlli da parte delle autorità e possibili restrizioni future.

Un ulteriore rischio è rappresentato dalle limitazioni all’accesso al mercato interno, dato che alcune agevolazioni fiscali sono vincolate alla riesportazione dei beni, rendendo meno conveniente la vendita diretta nei mercati locali. Anche i costi di conformità e la burocrazia possono costituire un ostacolo, poiché nonostante le semplificazioni previste, le imprese devono spesso adeguarsi a regolamenti specifici, sostenendo oneri amministrativi aggiuntivi. Infine, la stabilità politica e il rischio paese sono elementi da considerare, poiché alcune aree agevolate sono situate in contesti geopolitici instabili, con conseguenti incertezze sugli investimenti a lungo termine. Pertanto, prima di intraprendere un’attività in una zona franca, è fondamentale condurre un’analisi approfondita delle normative locali, delle prospettive economiche e delle eventuali restrizioni sul commercio.

Consulenza per la fiscalità internazionale

Investire in una free zone può rappresentare un’opportunità strategica per molte imprese, ma è fondamentale valutare con attenzione tutti gli aspetti fiscali, doganali e normativi prima di prendere una decisione. Ogni Paese applica regimi diversi, con specifiche condizioni e limitazioni che possono influenzare la convenienza di un investimento. Per questo motivo, affidarsi a un Dottore commercialista esperto in fiscalità internazionale è essenziale per condurre un’analisi approfondita dei vantaggi e degli svantaggi legati all’apertura di un’attività in una zona franca. Un professionista può fornire consulenze personalizzate, aiutando gli imprenditori a identificare le soluzioni più vantaggiose, a gestire la compliance fiscale e ad evitare eventuali rischi legati a modifiche legislative o restrizioni normative. Un’adeguata pianificazione fiscale e una conoscenza dettagliata del contesto normativo consentono di massimizzare i benefici e di rendere l’investimento più sicuro e redditizio nel lungo periodo.

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