Sono esenti da imposta di successione le quote di società semplice. Il presupposto è il mantenimento del controllo della società per almeno cinque anni da parte dell’erede.


Lo strumento giuridico della società semplice presenta molto vantaggi. Ne ho parlato in diversi articoli, tra cui “Società semplice holding” e “Società semplice immobiliare“. In questo articolo, invece, voglio parlarti dei vantaggi che la società semplice può portare anche in caso di successione delle quote. Quando si decide di sfruttare la società semplice in ottica di pianificazione patrimoniale si deve pensare anche agli effetti in ottica di pianificazione successoria. Sul punto, infatti, la società semplice può sfruttare il requisito dell’esenzione da imposta di successione, rispettando le condizioni richieste dalla norma (che ti indicherò di seguito).

Anche per questo motivo la società semplice può essere, davvero, un valido strumento da utilizzare quando devi tutelare il tuo patrimonio, anche in ottica di passaggio generazionale. Vediamo, quindi, di seguito l’ipotesi di esenzione da imposta di successione della quota di società semplice, e le condizioni previste.

Successione di quote di società: la valutazione della partecipazione

La valutazione delle quote di partecipazione al capitale sociale di una società non quotata è una delle questioni che devono essere affrontate in ottica successoria. Infatti, in dichiarazione di successione deve essere inserita anche questo tipo di partecipazione. Sul punto l’art. 3, comma 4-ter, e art. 16 del D.Lgs. n. 346/90, afferma che:

  • Vi è esenzione da imposizione successoria se l’erede si obbliga a mantenere, per almeno cinque anni, il controllo della società che deriva dalla titolarità della quota ereditata;
  • Nel caso in cui non si applichi l’esenzione in commento, la valutazione della quota deve essere sempre effettuata. Questo vale anche nel caso delle società semplici:
    • In base al patrimonio netto dell’ente o della società risultante dall’ultimo bilancio pubblicato o dall’ultimo inventario regolarmente redatto o vidimato;
    • In mancanza di bilancio o inventario, in base al valore complessivo dei beni e dei diritti appartenenti all’ente o alla società al netto delle passività deducibili.

Questa disposizione si applica, indistintamente, sia alle quote di società commerciali, ma anche a quelle di società che svolgono attività non commerciale, come la società semplice.

Esenzione da imposta di successione applicabile anche alle società semplici

Per quanto riguarda la possibilità di esenzione dall’imposta di successione per le società semplici non vi sono particolari perplessità. Infatti, la norma in esame fa riferimento alla “società” in generale non facendo distinzioni. Allo stesso modo non vengono fatte distinzioni al modulo di dichiarazione di successione telematica in uso. Vedasi provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 28 dicembre 2017 n. 305134. Deve essere evidenziato che le società semplici sono espressamente equiparate dalla legge alle altre nell’art. 16, in tema di valutazione della quota di partecipazione in base al patrimonio netto contabile. Infine, l’art. 3, comma 4-ter, fa riferimento, nel concedere l’esenzione, allo svolgimento di un’attività d’impresa ma con riguardo alla successione dell’azienda dell’imprenditore individuale. Mentre, per le società l’esenzione è connessa al passaggio del “controllo” dal ceduto all’erede.

Il passaggio del “controllo” societario

Requisito indispensabile per ottenere l’esenzione dall’imposta di successione è la verifica del requisito del controllo societario. In particolare, si tratta del passaggio del controllo dal soggetto deceduto all’erede. In termini pratici, ciò significa avere il potere di prendere decisioni chiave e influenzare la direzione e la gestione dell’azienda.

Questo concetto è connaturato alla titolarità del 50,01% del capitale sociale di una società di capitale e alla titolarità di qualsiasi quota di una società di persone. Infatti, per le società personali il funzionamento della società è legato all’unanime consenso dei soci (amministrazione disgiunta o congiunta). Se un erede riceve solo una piccola percentuale delle quote, senza raggiungere la maggioranza, non potrà beneficiare dell’esenzione fiscale, anche se rispetta la condizione del mantenimento delle quote per 5 anni.

La ragione di fondo di questa disposizione è assicurare che l’agevolazione fiscale sia concessa solo in situazioni in cui vi sia un vero e proprio passaggio di controllo dell’azienda. L’obiettivo è di favorire la continuità aziendale e garantire che le imprese familiari possano proseguire anche dopo il decesso del titolare originario. L’erede o gli eredi che ricevono la maggioranza delle quote avranno la responsabilità di guidare l’azienda e prendere decisioni chiave.

Situazioni particolari

Ci possono essere situazioni in cui le quote ereditate da più eredi, se sommate, superano la soglia di maggioranza. In questi casi, l’agevolazione può trovare applicazione.

La durata del possesso della partecipazione

Per poter verificare il requisito dell’esenzione da imposta di successione è richiesto che l’erede prosegua nell’esercizio dell’attività di impresa per un periodo minimo di cinque anni. Questa condizione è stata prevista per evitare abusi o speculazioni su questa agevolazione.

La ragione di fondo di questa disposizione è chiara: garantire che l’agevolazione fiscale non venga sfruttata per fini puramente speculativi. Se un erede ricevesse le quote, beneficiasse dell’esenzione fiscale e poi vendesse immediatamente, l’obiettivo di continuità e stabilità aziendale non sarebbe raggiunto.

Mantenere le quote significa non cederle, né venderle, né donarle a terzi per un periodo di 5 anni. Le quote devono rimanere nella proprietà dell’erede che ha beneficiato dell’esenzione. Se le quote vengono cedute prima del termine dei 5 anni, l’esenzione dall’imposta di successione decade. Ciò significa che l’erede potrebbe essere tenuto a pagare l’imposta di successione che era stata inizialmente esentata, oltre a possibili sanzioni e interessi.

Le autorità fiscali possono monitorare la situazione per assicurarsi che le quote vengano effettivamente mantenute per il periodo richiesto. In caso di controlli, l’erede deve essere in grado di dimostrare che le condizioni per l’esenzione sono state rispettate.

Società semplice e successione: pianificazione successoria

Grazie alle sue caratteristiche, la società semplice (storicamente diffusa nel campo dell’agricoltura) viene ormai da anni utilizzata quale strumento di separazione e segregazione patrimoniale. La stessa è un ideale mezzo per la pianificazione delle successioni ereditarie, in quanto, alla morte del socio, consente la trasmissione agli eredi delle sole quote societarie, anziché di quote di proprietà sui singoli beni del de cuius. Si pensi, ad esempio, al caso di una successione ereditaria relativa ad un bene immobile. Gli eredi subentreranno, pro quota, nella proprietà del bene, in regime di comunione ereditaria indivisa rispetto agli altri. Ciò creerà problemi di carattere gestionale rispetto al bene medesimo, generando una comproprietà tanto “scomoda” quanto (spesso) indesiderata.

L’erede vedrà incrementato il proprio patrimonio immobiliare, con dirette conseguenze sia sulla sua dichiarazione dei redditi (in quanto la proprietà di un immobile genera di per sé una rendita catastale che concorre a formare il reddito imponibile), sia sui costi fiscali da sostenere in prima persona (IMU e TARI), sia rispetto ai costi (a quali dovrà obbligatoriamente contribuire) di manutenzione dell’immobile medesimo. Inoltre, in caso di disaccordo con gli altri comproprietari sulle modalità di gestione del bene, si vedrà costretto ad intraprendere un giudizio per lo scioglimento della comunione ereditaria e la successiva vendita del bene.

Conferimento di immobile nella società semplice

Il conferimento di un immobile all’interno di una società semplice, invece, consentirà agli eredi di subentrare nella sola proprietà delle quote sociali, mentre la proprietà dell’immobile rimarrà in capo alla società: sarà quindi l’amministratore di quest’ultima ad occuparsi, in piena autonomia decisionale, della sua manutenzione ed eventualmente della sua vendita a terzi. I soci-eredi, invece, si limiteranno a percepire gli eventuali utili che dovessero essere ripartiti al termine dell’esercizio e, pertanto, solo in questa occasione dovranno integrare la propria dichiarazione dei redditi.

Gli stessi potranno inoltre decidere, in ogni momento, di vendere tutti i beni sociali diversi dal denaro e quindi sciogliere la società, dividendo pro-quota il saldo attivo dei conti correnti al termine della liquidazione. A propria volta, invece, i soci (tutti i solo alcuni) potranno decidere di mantenere in vita la  società e conferirvi ulteriori beni mobili o immobili, sfruttando così lo strumento giuridico già esistente. Lo strumento societario in questione, dunque, consente a chi intenda pianificare la propria successione ereditaria di:

  • Prevenire futuri contenziosi tra i propri eredi in relazione ad ipotesi di comunione ereditaria;
  • Trasmettere ai propri eredi un patrimonio (anche complesso) in maniera unitaria;
  • Semplificare gli oneri correlati alle dichiarazioni successorie;
  • Evitare problemi correlati alla ripartizione dei beni inclusi nell’asse ereditario;
  • Offrire agli eredi uno strumento semplice e dai costi gestionali contenuti, da poter a propria volta utilizzare per la segregazione patrimoniale e/o per la pianificazione successoria.

Vantaggi della società semplice in ottica di passaggio generazionale

La società semplice è una forma societaria prevista dall’ordinamento italiano che può offrire diversi vantaggi in termini di pianificazione successoria e passaggio generazionale. L’art. 3, comma 4-ter, e l’art. 16 del D.Lgs. n. 346/90 prevede una specifica agevolazione per il passaggio di quote societarie in caso di successione. I vantaggi sono legati ai seguenti aspetti:

  1. Esenzione da imposta di successione: Una delle principali agevolazioni previste dalla normativa citata riguarda l’esenzione dall’imposta di successione per il passaggio di quote di maggioranza di società semplici. Questo significa che, se un erede riceve la maggioranza delle quote di una società semplice, non dovrà pagare l’imposta di successione su tale trasferimento;
  2. Mantenimento delle quote per 5 Anni: Per beneficiare dell’esenzione, è necessario che le quote ricevute in eredità vengano mantenute per almeno 5 anni. Questo requisito è stato introdotto per evitare operazioni speculative e garantire una certa stabilità nella gestione e nella proprietà della società;
  3. Facilitazione del passaggio generazionale: La combinazione di esenzione fiscale e requisito di mantenimento delle quote per 5 anni facilita il passaggio generazionale all’interno delle famiglie. Questo può essere particolarmente vantaggioso per le imprese familiari, dove la continuità aziendale e il mantenimento della proprietà all’interno della famiglia sono spesso obiettivi prioritari;
  4. Flessibilità nella gestione: La società semplice offre una struttura flessibile che può essere adattata alle esigenze specifiche della famiglia e dell’impresa. Questo può essere utile per definire ruoli e responsabilità all’interno della società in vista del passaggio generazionale;
  5. Pianificazione Successoria: La possibilità di beneficiare dell’esenzione fiscale può essere utilizzata come parte di una strategia più ampia di pianificazione successoria, permettendo ai titolari di società semplici di organizzare in anticipo il passaggio delle quote societarie agli eredi in modo ottimale dal punto di vista fiscale.

La società semplice, grazie alle agevolazioni previste dall’art. 3, comma 4-ter, e dall’art. 16 del D.Lgs. n. 346/90, rappresenta uno strumento efficace per la pianificazione successoria e il passaggio generazionale, in particolare per le imprese familiari.

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Il passaggio generazionale delle imprese rappresenta una fase delicata e cruciale nella vita di un’attività. La società semplice emerge come uno strumento particolarmente adatto a facilitare questo processo, grazie alle specifiche agevolazioni fiscali previste dalla normativa italiana. L’esenzione dall’imposta di successione per il trasferimento di quote di maggioranza e l’obbligo di mantenere tali quote per almeno 5 anni rappresentano incentivi significativi per le famiglie imprenditoriali che desiderano garantire la continuità e la stabilità dell’impresa. Tuttavia, come per ogni aspetto legato alla pianificazione fiscale e successoria, è essenziale avvalersi della consulenza di professionisti esperti per navigare correttamente le complessità normative e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla legge.

In questo articolo ho cercato di spiegarti il vantaggio legato all’esenzione da imposta di successione per le quote di società semplice. Si tratta di un regime di vantaggio importante per tutte le società, che trova riscontro anche per la società semplice. Per questo motivo, se hai bisogno di maggiori informazioni o di un professionista che sappia consigliarti al meglio, contattami per ricevere una consulenza fiscale personalizzata.

Domande frequenti

Cos’è l’esenzione dall’imposta di successione per le società semplici?

L’esenzione permette di non pagare l’imposta di successione sul passaggio di quote di maggioranza di una società semplice in caso di eredità.

Qual è il periodo minimo per il quale si devono mantenere le quote ricevute in eredità per beneficiare dell’esenzione?

Le quote devono essere mantenute per almeno 5 anni.

Quali sono le penalità se le quote vengono vendute prima dei 5 anni?

Se le quote vengono cedute prima del termine dei 5 anni, l’esenzione decade e potrebbero essere applicate sanzioni e interessi.

Quali sono i vantaggi principali della società semplice in ottica di passaggio generazionale?

Oltre all’esenzione fiscale, la società semplice offre flessibilità nella gestione, facilitando la definizione di ruoli e responsabilità in vista del passaggio generazionale.

Come si calcola la maggioranza delle quote in una società semplice?

La maggioranza delle quote è calcolata in base al numero totale di quote emesse dalla società. La maggioranza si ha quando si possiede più del 50% delle quote.

È possibile fruire dell’esenzione più volte?

L’esenzione è legata all’evento successorio. Se ci sono ulteriori passaggi successori, potrebbero esserci altre occasioni per beneficiare dell’esenzione, ma ogni situazione va valutata singolarmente.

Quali sono i passi da seguire per assicurarsi di aderire correttamente alle disposizioni normative?

È fondamentale consultare un commercialista o un legale esperto in materia fiscale e successoria per garantire la corretta applicazione delle norme e beneficiare delle agevolazioni previste.

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