Nel caso in vi sia una dichiarazione di successione italiana, con de cuius residente, gli eredi residenti all’estero, sono chiamati al pagamento dell’imposta su tutti i beni e diritti trasferiti. Questo, è quanto prevede l’art. 2 del TUS, in quanto il de cuius è residente in Italia.
La gestione di una successione può diventare più complessa quando l’erede è residente all’estero e il de cuius (la persona deceduta) risiedeva in Italia. In questo articolo esploreremo le regole e le procedure che un erede non residente deve seguire per partecipare a una successione italiana, con un focus sugli adempimenti fiscali e legali.
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Apertura della successione
La successione si apre al momento del decesso del de cuius. La legge stabilisce che l’eredità si devolve per testamento o, in assenza di questo, per legge (c.d. successione legittima). In entrambi i casi, tutti gli eredi chiamati a succedere devono seguire un iter ben definito.
I beni coinvolti nella successione sono tutti quelli appartenenti al de cuius, compresi beni mobili, immobili, conti correnti, titoli e altri beni patrimoniali. Questo, indistintamente dal fatto che siano situati in Italia, oppure all’estero. Anche l’erede non residente deve partecipare alla suddivisione del patrimonio, indipendentemente dalla sua residenza.
Adempimenti per l’erede non residente
Gli adempimenti richiesti per l’erede non residente (sia per il cittadino italiano iscritto AIRE, sia per il cittadino straniero) dipendono dal fatto che quest’ultimo sia disposto a venire in Italia per gli adempimenti necessari, come la presentazione della dichiarazione di successione, accettazione (anche con beneficio di inventario) o rinuncia all’eredità, autocertificazioni con gli enti preposti, etc. Nel caso in cui, l’erede sia impossibilitato o non intenda venire in Italia, deve essere seguita una precisa procedura.
Nomina di un procuratore in Italia
Uno degli strumenti fondamentali per un erede residente all’estero è la possibilità di delegare a un rappresentante legale in Italia tramite una procura speciale. Con questo documento, redatto di fronte a un notaio nel paese di residenza, l’erede non residente può affidare a un avvocato o a un soggetto di fiducia tutte le operazioni necessarie per completare la successione, tra cui:
- Accettazione o rinuncia dell’eredità;
- Presentazione della dichiarazione di successione;
- Partecipazione ad eventuali contenziosi legati alla suddivisione del patrimonio.
La procura speciale consente di poter delegare tutte le procedure e le formalità necessarie alla successione, senza doversi recare necessariamente in Italia.
La procura speciale
La procura speciale è un atto giuridico mediante il quale una persona (detta rappresentato o mandante) delega un’altra persona (detta rappresentante o procuratore) a compiere determinati atti giuridici in suo nome e per suo conto.
Per esempio, nel contesto di una successione, l’erede residente all’estero può rilasciare una procura speciale a un legale per la gestione delle pratiche di successione in Italia, come la presentazione della dichiarazione di successione, la firma per l’accettazione o la rinuncia all’eredità, o la gestione dei rapporti con le banche.
La procura speciale deve:
- Essere redatta per iscritto;
- Specificare chiaramente quali poteri vengono conferiti al procuratore;
- Indicare in modo dettagliato l’affare o gli atti per cui viene conferita;
- Contenere l’indicazione dei dati delle parti (rappresentante e rappresentato).
La procura speciale redatta all’estero deve essere legalizzata in Italia (vedi Apostille).
La dichiarazione di successione
Indipendentemente dalla residenza, ogni erede deve provvedere alla dichiarazione di successione presso l’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dal decesso. Questo documento permette allo Stato di accertare la suddivisione del patrimonio e di applicare le eventuali imposte di successione.
Se dopo la presentazione della dichiarazione sopravviene un evento che modifica la devoluzione dell’eredità o l’imposta dovuta, i soggetti obbligati devono presentare una dichiarazione sostitutiva o integrativa.
La dichiarazione di successione deve includere le generalità, la residenza e il codice fiscale dei chiamati all’eredità e dei legatari, nonché il loro grado di parentela con il defunto e le eventuali accettazioni o rinunce.
Nel caso in cui l’erede sia un soggetto cittadino straniero, non dotato di codice fiscale, per la presentazione della dichiarazione di successione è sufficiente che questi sia in grado di fornire i dati indicati nell’art. 4 del DPR n. 605/73, ovvero: nome, cognome, luogo e data di nascita e domicilio estero. A chiarire questo aspetto l’Agenzia delle Entrate con la risposta ad interpello n. 407/2023.
Quali imposte devono essere pagate?
Gli eredi non residenti sono tenuti al pagamento delle imposte di successione per i beni situati in Italia. In alcuni casi, potrebbero esserci convenzioni internazionali tra l’Italia e altri paesi che evitano la doppia imposizione, ossia il pagamento delle tasse sia in Italia che nel paese di residenza dell’erede. Per approfondire: “Imposta di successione: aliquote e franchigie“.
La residenza dell’erede potrebbe comportare alcune differenze nelle normative fiscali applicabili. Per esempio, un erede residente in un paese con il quale l’Italia ha stipulato accordi bilaterali, potrebbe beneficiare di una riduzione o esonero da alcune imposte. È importante verificare la presenza di tali convenzioni fiscali.
Atto notorio o affidavit
Quando il de cuius ha lasciato beni in eredità, l’erede, anche non residente, deve eseguire una serie di adempimenti presso le banche, intermediari, o altri enti. In molti casi, questi istituti richiedono la presentazione di un atto notorio o di un affidavit, che attesti la propria condizione di residente all’estero e la titolarità del patrimonio ereditato.
Anche in questo caso, l’erede non residente può conferire una procura speciale al proprio rappresentante in Italia per gestire e produrre la documentazione richiesta.
Conclusioni
La normativa italiana consente agli eredi non residenti di partecipare alla successione senza dover necessariamente essere presenti fisicamente in Italia. Tuttavia, il supporto di un consulente legale esperto è fondamentale per garantire il corretto adempimento di tutte le formalità fiscali e legali.
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Domande frequenti
Sì, è possibile rinunciare all’eredità anche da non residenti. L’erede può farlo tramite una procura speciale, delegando un rappresentante legale in Italia per presentare la rinuncia in tribunale.
Oltre al certificato di morte, sono necessari i documenti che attestano i beni del de cuius, come visure catastali per i beni immobili, estratti conto bancari e una copia del testamento, se presente.
I tempi variano a seconda della complessità del patrimonio e della presenza o meno di contenziosi tra gli eredi. Tuttavia, la dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dal decesso.