Dal 16 febbraio diciamo addio alla cessione del credito 2023 e allo sconto in fattura per i bonus edilizi 2023 con l’entrata in vigore del decreto-legge n. 11/2023, approvato dal Consiglio dei ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il decreto va, in sostanza, a blindare la cosiddetta “moneta fiscale” (art. 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34), i crediti di imposta edilizi (dal 50 al 110%) ceduti fino ad ora con pochi paletti e scarsi controlli.

A partire dal 17 febbraio 2023, la cessione del credito o lo sconto in fattura di molte tipologie di bonus edilizi resteranno possibili solo a determinate condizioni. Vediamo subito quali.

Cessione del credito : le ultime news sui bonus edilizi 2023

Dopo che i prezzi dei servizi erogati dalle imprese del settore edilizio sono saliti alle stelle (con non poche frodi), il Governo ha tolto la possibilità di ottenere uno sconto sul corrispettivo dovuto per i bonus edilizi 2023 tramite la cessione del credito d’imposta.

Stessa cosa, per lo sconto in fattura (l’anticipoda parte della ditta che effettua gli interventi edilizi del corrispettivo dovuto fino a un importo massimo pari alla somma stessa).

Oltre al problema delle frodi, c’è ne sono altri che riguardano i crediti bloccati nei cassetti fiscali relativi ai bonus edilizi e una spesa pubblica lievitata a 110 milioni di euro solo per mantenere attivo il Superbonus 110.

Nel concreto, con il nuovo decreto-legge 11/2023 dello Stato, i bonus per ristrutturare le abitazioni continuano ad esistere e possono ancora essere utilizzati.

Ma possono essere usufruiti solo a determinate condizioni: in compensazione da parte del cittadino che ne fa richiesta tramite 730 e quando la spesa è già stata sostenuta.

Come sostiene Italiaoggi.it è un ritorno a prima del Decreto Rilancio, che risale a maggio 2020: da fine febbraio si potranno riqualificare gli edifici solo se si è in possesso di redditi e IRPEF sufficientemente “capienti”.

Cessione del credito 110: come cambia il Superbonus

Nonostante il divieto del nuovo decreto, si può ottenere lo sconto in fattura o la cessione del credito con il Superbonus a determinate condizioni. In particolare, lo sconto in fattura o della cessione del credito può essere richiesto per gli interventi edilizi agevolati al 110% che presentino entro il 16 febbraio 2023:

  • la data di inizio dei lavori asseverata (Cila, secondo art. 119, comma 13-ter, dl 19 maggio 2020, n. 34);
  • la delibera assembleare per l’esecuzione dei lavori e la Cila, nel caso si tratti di lavori da effettuare sui condomini;
  • l’istanza per l’acquisizione del relativo titolo abilitativo richiesto dalle normative vigenti, in caso di interventi per la demolizione e la ricostruzione degli edifici (demo-ricostruzione).

Lavori esclusi dalla cessione del credito per il Superbonus

Al contrario, la cessione del credito non si può più richiedere per gli interventi, previsti all’interno dell’agevolazione Superbonus 110% che riguardano:

  • la riqualificazione energetica e/o la ristrutturazione di primo livello delle parti comuni dei condomini, con una spesa che parte dai 200mila euro;
  • interventi antisismici con demolizione parziale o integrale delle parti comuni dei condomini o nei centri abitati con rischio sismico 1,2 e 3;
  • la sostituzione dell’isolamento termico dell’involucro di un immobile fino a 60mila euro di spesa (per ciascuna unità immobiliare in caso di condominii);
  • lavori di sostituzione degli impianti di climatizzazione esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione;
  • sostituzione di impianti esistenti con nuove pompe di calore ed impianti ibridi o geotermici;
  • installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo con impianti di microgenerazione;
  • eliminazione delle barriere architettoniche per le persone con disabilità motoria e/o con età superiore ai 65 anni;
  • installazione delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

Gli stessi blocchi alla cessione del credito e allo sconto in fattura valgono per i lavori avviati da parte delle Regioni e dalle Pubbliche Amministrazioni. Il nuovo decreto vieta esplicitamente a Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti della PA di acquistare crediti fiscali finalizzati a lavori di ristrutturazione. 

Chi può chiedere ancora la cessione del credito per gli altri bonus edilizi 2023

Lo stop allo sconto fattura o alla cessione del credito riguarda anche le spese sostenute nell’ambito del:

  • bonus ristrutturazione: detrazione IRPEF al 50% per la manutenzione straordinaria degli edifici (lavori di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione) e per i lavori di manutenzione ordinaria nelle parti comuni dei condomini;
  • lecobonus : detrazione IRPEF al 50% per la sostituzione di serramenti, infissi, caldaie a biomassa e a condensazione oppure al 65% per l’istallazione di generatori di aria calda a condensazione e pompe di calore. 
  • bonus facciate: detrazione IRPEF al 60% per le spese sostenute nel 2022 e al 90% per quelle 2020/ 2021 effettuate sui lavori di pulitura, tinteggiatura e restauro delle facciate esterne degli edifici di zona A o in zone parzialmente edificate;
  • sisma bonus: rimborso tramite 730 del 90% delle spese per la demolizione e la ricostruzione degli edifici.

In conclusione, potranno ancora beneficiare dello sconto in fattura o della cessione del credito gli interventi edilizi, diversi da quelli inclusi nel Superbonus che alla data del 16 febbraio scorso, presentano:

  • la richiesta del titolo abilitativo, quando necessario;
  • la data di avvio dei lavori già iniziati (per gli interventi dove non è richiesta una forma di autorizzazione);
  • il contratto preliminare già registrato;
  • oppure il contratto di compravendita dell’immobile nel caso di acquisto di un immobile.

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