La rottamazione quinquies consente di dilazionare i carichi 2000-2023 fino a 54 rate bimestrali in 9 anni. Gli interessi al 4% annuo possono aumentare il debito del 35%. Questa guida include simulazioni di piano ammortamento e analisi di chi è escluso dalla nuova definizione agevolata.
Pagare le cartelle esattoriali in 54 rate spalmate su 9 anni sembra un’opportunità irresistibile. La rottamazione quinquies 2026 offre questa possibilità ai contribuenti con carichi affidati tra il 2000 e il 2023, eliminando sanzioni e interessi di mora. Prima di aderire, però, serve un’analisi attenta: gli interessi sulla dilazione al 4% annuo comportano un aggravio complessivo che può superare il 35% del debito originario.
La definizione agevolata prevista dall’articolo 23 della Legge di Bilancio 2026 rappresenta la quinta edizione del meccanismo di pace fiscale. Rispetto alla rottamazione quater, raddoppia sia la durata (da 5 a 9 anni) sia il tasso d’interesse (dal 2% al 4%). Chi paga subito non sostiene interessi aggiuntivi; chi dilaziona al massimo affronta un costo finanziario significativo. L’analisi costi-benefici diventa quindi fondamentale per decidere se aderire e con quale piano di rateazione.
Indice degli argomenti
- Che cos’è la rottamazione quinquies
- Come funziona il piano delle 54 rate bimestrali
- Scadenze delle rate
- Quanto costa realmente dilazionare in 9 anni
- Simulazione piano ammortamento
- Confronto convenienza: rate vs pagamento unico
- Chi è escluso dalla rottamazione quinquies
- Decadenza e riammissione dei contribuenti
- Come evitare la decadenza
- Domande frequenti
- Fonti
Che cos’è la rottamazione quinquies
La rottamazione quinquies permette di estinguere i debiti fiscali pagando esclusivamente il capitale e le spese di notifica, con cancellazione integrale di sanzioni e interessi di mora. L’adesione sarà possibile dal 20 gennaio 2026, con termine per la presentazione delle domande fissato al 30 aprile 2026. Il meccanismo riguarda i carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023.
A differenza della rottamazione quater, la nuova edizione raddoppia il periodo di dilazione: si passa da 18 rate in 5 anni a 54 rate in 9 anni. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunicherà entro il 30 giugno 2026 l’importo dovuto e il piano dei pagamenti. La prima rata scade il 31 luglio 2026, con le successive a cadenza bimestrale.
Prima di aderire, richiedi il prospetto informativo tramite l’area riservata del sito AdE-Riscossione. Così verifichi quali carichi rientrano effettivamente nella definizione agevolata e l’importo esatto da versare.
Come funziona il piano delle 54 rate bimestrali
Il piano di ammortamento della rottamazione quinquies prevede rate costanti con interessi calcolati al tasso del 4% annuo a partire dal 1° agosto 2026. Le prime due rate coprono ciascuna il 10% del debito complessivo; le restanti 52 rate si distribuiscono equamente sull’importo residuo. Questa struttura concentra il 20% del pagamento nei primi quattro mesi, alleggerendo le rate successive.
Scadenze delle rate
Le rate seguono una cadenza bimestrale con scadenze precise. Dopo la prima rata del 31 luglio 2026 e la seconda del 30 novembre 2026, il piano prosegue con pagamenti ogni due mesi fino al 2035. Il contribuente dispone di un margine di tolleranza di 5 giorni per ogni scadenza: oltre questo termine, decade dal beneficio e il debito torna integrale con sanzioni e interessi originari.
| Anno | Rate | Scadenze |
|---|---|---|
| 2026 | 2 | 31 luglio, 30 novembre |
| 2027-2034 | 6 per anno | Gennaio, marzo, maggio, luglio, settembre, novembre |
| 2035 | 4 | Gennaio, marzo, maggio, luglio |
Quanto costa realmente dilazionare in 9 anni
Gli interessi al 4% annuo rappresentano il vero costo nascosto della rottamazione quinquies. Su un debito di € 10.000, chi paga in unica soluzione versa esattamente € 10.000; chi sceglie le 54 rate arriva a pagare circa € 13.500. L’aggravio complessivo supera il 35% del capitale, una percentuale che cresce quanto più si allunga la dilazione.
Simulazione piano ammortamento
Prendiamo un debito originario di € 20.000 (capitale più aggio). Con la rottamazione quinquies, il contribuente elimina sanzioni e interessi di mora, riducendo l’importo a circa € 15.000 di solo capitale. Dilazionando in 54 rate:
| Voce | Importo |
|---|---|
| Capitale dovuto | € 15.000 |
| Prima rata (10%) | € 1.500 |
| Seconda rata (10%) | € 1.500 |
| Residuo da rateizzare | € 12.000 |
| Interessi 4% su 9 anni | € 5.250 circa |
| Totale versato | € 20.250 |
| Rata media (52 rate) | € 332 circa |
Su un debito di € 50.000 in capitale, gli interessi complessivi superano € 17.000. Valuta sempre se disponi di liquidità per pagare subito o con meno rate: ogni anno in meno di dilazione fa risparmiare circa il 4% del residuo.
Confronto convenienza: rate vs pagamento unico
La convenienza della rottamazione quinquies dipende da tre fattori: importo del debito originario, percentuale di sanzioni eliminate e disponibilità finanziaria del contribuente. Se le sanzioni e gli interessi di mora rappresentavano il 40-50% del carico totale, anche pagando gli interessi al 4% si risparmia comunque rispetto al debito pieno.
| Scenario | Debito originario | Con rottamazione | Interessi 4% | Totale finale | Risparmio netto |
|---|---|---|---|---|---|
| Sanzioni alte (50%) | € 30.000 | € 15.000 | € 5.250 | € 20.250 | € 9.750 (32%) |
| Sanzioni medie (30%) | € 30.000 | € 21.000 | € 7.350 | € 28.350 | € 1.650 (5%) |
| Sanzioni basse (20%) | € 30.000 | € 24.000 | € 8.400 | € 32.400 | -€ 2.400 (sconveniente) |
Chi è escluso dalla rottamazione quinquies
La definizione agevolata presenta esclusioni significative che riducono la platea dei beneficiari. Restano fuori le multe stradali e le sanzioni amministrative: per queste voci si eliminano solo interessi e maggiorazioni, ma la sanzione base resta dovuta. I tributi locali come IMU, TARI e TOSAP non rientrano nella rottamazione quinquies, salvo delibera specifica del Comune competente.
Carichi esclusi per tipologia
Alcune categorie di debiti rimangono completamente fuori dal perimetro della sanatoria. Le risorse proprie dell’Unione Europea (dazi e IVA all’importazione), l’IVA riscossa all’importazione e le somme dovute a seguito di sentenze penali di condanna non possono beneficiare della definizione agevolata. Anche i crediti derivanti da aiuti di Stato dichiarati incompatibili restano esclusi.
- Tributi locali: IMU, TARI, TOSAP (salvo delibera comunale);
- Multe stradali: sanzione base dovuta, eliminati solo interessi;
- Risorse UE: dazi doganali, IVA all’importazione;
- Condanne penali: somme da sentenze definitive;
- Aiuti di Stato: recupero crediti incompatibili.
Non esiste un requisito ISEE o di difficoltà economica per accedere alla rottamazione quinquies. L’adesione è aperta a tutti i contribuenti con carichi nel periodo 2000-2023, indipendentemente dalla situazione reddituale.
Decadenza e riammissione dei contribuenti
Chi è decaduto dalla rottamazione quater per mancato pagamento delle rate può accedere alla nuova definizione agevolata. La rottamazione quinquies riapre i termini anche per questi contribuenti, includendo nel perimetro i carichi già oggetto di precedenti sanatorie non perfezionate. Il debito residuo entra nella nuova dilazione alle condizioni vigenti.
Come evitare la decadenza
La tolleranza massima per ogni rata è di 5 giorni. Superato questo margine, il contribuente decade automaticamente e perde tutti i benefici della definizione agevolata. Il debito torna integrale con sanzioni originarie, interessi di mora e aggio. Le somme già versate vengono considerate acconto sul maggior importo dovuto.
Per evitare problemi, imposta addebiti automatici sul conto corrente o reminder nel calendario. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione mette a disposizione il servizio di domiciliazione bancaria già in fase di adesione.
Domande frequenti
Dal 20 gennaio 2026 al 30 aprile 2026 tramite il portale AdE-Riscossione o agli sportelli territoriali.
I carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023.
Gli interessi al 4% annuo comportano un aggravio di circa il 35% sul capitale dovuto.
Sì, la nuova definizione riammette anche i contribuenti decaduti dalle precedenti edizioni.
Parzialmente: si eliminano interessi e maggiorazioni, ma la sanzione base resta dovuta.
Oltre i 5 giorni di tolleranza scatta la decadenza e il debito torna integrale.
Fonti
- Art. 1, commi 231-252, L. n. 197/2022
- Art. 23, DDL Bilancio 2026
- D.L. n. 193/2016, convertito in L. n. 225/2016