A partire dal 1 aprile 2024, la ritenuta collegata ai bonifici parlanti per poter beneficiare del bonus casa, potrebbe aumentare dall’8 all’11%.
A partire dal 1° marzo 2024, secondo quanto disposto dalla Legge di bilancio 2024 (Legge n. 289/23), la ritenuta di acconto che viene applicata sui bonifici relativi “ad oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta” salirà dall’8% all’11%. L’obbligo di effettuare la ritenuta riguarda il bonifico bancario o postale, viceversa nel caso in cui il pagamento avvenga in altri modi, la ritenuta non si applica.
La norma, estende, inoltre, a decorrere dal 1° aprile 2024, la ritenuta d’imposta dovuta sulle provvigioni inerenti a rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari anche agli agenti di assicurazione e ai mediatori di assicurazione.
Che cos’è la ritenuta sui bonus edilizi?
La ritenuta all’11% è quella operata dagli istituti di crediti e da Poste italiane all’atto di accredito dei pagamenti eseguiti con bonifici parlanti dai contribuenti e comporterà una riduzione della liquidità delle imprese che eseguono i bonus casa per i quali spettano le detrazioni fiscali (superbonus, l’ecobonus, il sismabonus, il bonus casa 50%, bonus barriere architettoniche 75%”).
Questo in quanto, tutti i bonus, eccetto il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici richiedono, per beneficiare della detrazione, che il pagamento delle fatture avvenga tramite un bonifico sul quale siano riportati codice fiscale o partita Iva del contribuente e del percettore e il richiamo specifico alla legge che dà diritto all’agevolazione. Su queste somme le banche trattengono l’8% a titolo di acconto e lo girano all’Erario. Ora la trattenuta è destinata a salire all’11%.
Bonus casa: ritenute sui bonifici sale dall’8% all’11%
L’aumento della ritenuta nonostante sembrerebbe non coinvolgere il contribuente, in realtà incide sulle imprese, sopratutto di quelle con liquidità ridotta, e di conseguenza scaricarsi, per le nuove operazioni, sul costo per il contribuente.
Con riguardo alle unità immobiliari oggetto di superbonus è prevista una nuova misura dalla Legge di Bilancio 2024, che prevede che l’Agenzia delle Entrate: “verifica, sulla base di specifiche liste selettive elaborate con l’utilizzo delle moderne tecnologie di interoperabilità e analisi delle banche dati, se sia stata presentata, ove prevista, la dichiarazione di cui all’articolo 1, commi 1 e 2, del decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701, anche ai fini degli eventuali effetti sulla rendita dell’immobile presente in atti nel catasto dei fabbricati”.
Pertanto, sono previsti dei controlli sulle dichiarazioni Docfa che dovranno essere conformi ai lavori effettivamente realizzati sugli immobili.
Bonifici edilizi: cosa sapere
Il pagamento che viene effettuato con bonifico bancario o postale deve contenere:
- La causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986);
- Il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- Il codice fiscale o il numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.
In caso in cui ci siano più soggetti che sostengono la spesa e che vogliono fruire della detrazione, il bonifico deve riportare il numero di codice fiscale delle persone interessate al beneficio.
Nel caso di interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, oltre al codice fiscale del condominio, è necessario indicare quello dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento.
Nel caso in cui l’ordinante del bonifico è una persona diversa da quella indicata nella disposizione di pagamento quale beneficiario della detrazione, in presenza di tutte le altre condizioni previste dalla norma, la detrazione deve essere fruita da quest’ultimo (circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 17/E del 24 aprile 2015).
Aumento ritenuta bonifici edilizi: le critiche
L’aumento della ritenuta sui bonifici edilizi sta suscitando il malcontento dei settori edilizia e impianti, in un anno già complicato che potrebbe dare il colpo di grazia a questi ambiti.
Dovranno infatti anticipare complessivamente al fisco 1,22 miliardi per effetto proprio dell’aumento dall’8% all’11% della ritenuta sui bonifici connessi al pagamento di corrispettivi che beneficiano di detrazioni fiscali. La denuncia arriva, tra i tanti, dalla Cna riminese. L’aumento, scattato dal primo marzo, determina un consistente incremento dell’anticipazione finanziaria delle imposte sui redditi.
“La ritenuta all’11% è insostenibile per le imprese dal momento che è applicata sui ricavi, mentre le imposte sono calcolate sul reddito” – sottolinea Ruggero Vitali responsabile CNA Costruzioni Rimini “E’ necessario rivedere la misura introdotta con la legge di bilancio. L’impatto è notevole sui comparti costruzioni ed impiantistica che già stanno accusando una brusca frenata. Inoltre per recuperare interamente, in termini finanziari, l’ammontare di imposte anticipate con la ritenuta, le imprese devono attendere da un minimo di 283 giorni a un massimo di 647 giorni, quasi due anni”.
Una vera e propria mazzata per i settori edilizia e impianti che già vedono tante nubi all’orizzonte “La previsione per il 2024 è di una forte riduzione: -8% circa degli investimenti in costruzioni senza poi l’apporto espansivo della manutenzione straordinaria ( nell’ultimo triennio rappresentare il 40% del mercato), a seguito del venir meno dello strumento della cessione del credito/sconto che ha messo in ginocchio diverse realtà. Alla fine per l’intero comparto delle Costruzioni si andrà incontro ad un preoccupante -27%”.
Investimenti in opere pubbliche
Diversa invece è la previsione sugli investimenti in opere pubbliche per le quali è prevista un’importante crescita (+25%), grazie agli investimenti del PNRR e che assume un ruolo fondamentale per compensare il ridimensionamento del mercato delle ristrutturazioni. “Purtroppo, evidenzia Cna, “le misure di sostegno alla liquidità per affrontare il susseguirsi delle varie difficoltà che l’Europa ha dovuto, e che sta, tuttora affrontando hanno esaurito i loro effetti di sostegno alla liquidità delle imprese.
Tra gennaio e settembre 2023 Banca d’Italia ha confermato una diminuzione del 6% circa dei finanziamenti complessivi per investimenti in costruzioni, determinata sostanzialmente dalla contrazione dei mutui per investimenti residenziali (-16%) – puntualizza Vitali – a questo poi si somma il peggioramento del mercato creditizio: nel secondo semestre 2023 i valori sono negativi sia per il comparto residenziale sia per il comparto non residenziale (rispettivamente il -24,5% e il -7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Previsione che quasi certamente si confermerà anche per la prima parte del 2024”.
Conclusioni
Con la legge di bilancio 2024 la ritenuta sui bonifici edilizi passa dall’8 all’11% a partire da oggi, 1° marzo.
Questa previsione ha generato le proteste delle associazioni di categoria per quanto riguarda i settori dell’edilizia e impianti, già vittime di una pesante frenata nell’ultimo periodo. La misura contenuta nella manovra finanziaria potrebbe infatti generare ulteriori stangate, a fronte di una previsione del 2024 già non molto ottimista se pensiamo che si stima una riduzione dell’8% negli investimenti in costruzioni.