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Riscatto laurea agevolato 2024: cos’è e a chi conviene?

Riscatto laurea agevolato 2024: cos'è e a chi conviene?

Il riscatto della laurea con l'INPS è un'opzione che consente ai lavoratori di "riscattare" gli anni di studio universitario ai fini previdenziali. Ciò significa che è possibile pagare un contributo all'INPS per far sì che gli anni di università siano considerati ai fini del calcolo della pensione, aumentando così l'anzianità contributiva.

Il riscatto della laurea consiste nel versamento all’Inps di un importo destinato ai contributi previdenziali per gli anni di studio universitari. Con questa possibilità di può aumentare l’importo dell’assegno pensionistico e anticipare la pensione, in misura pari al numero di anni riscattati.

Il riscatto del corso di laurea ti permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi. Il riscatto di laurea è valido a condizione che l’interessato abbia conseguito il titolo di studio. Non è possibile quindi richiederlo se questo requisito non viene soddisfatto.

Tale istituto è rivolto a coloro che abbiano conseguito il diploma di laurea o titolo equiparato. Tuttavia, possono usufruirne anche i soggetti inoccupati che, al momento della domanda, non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero.

Oltre al riscatto di laurea ordinario, è prevista la possibilità di beneficiare del riscatto della laurea agevolato. Esso è rivolto soltanto a chi ha effettivamente concluso un percorso di studi e per i periodi che si collocano nel sistema contributivo per la futura pensione.

Come funziona il riscatto della laurea?

Il riscatto di laurea è un istituto messo a disposizione dall’Inps per coloro che hanno terminato un percorso di studi e che ne abbiano conseguito il titolo. Tale istituto ti permette di trasformare gli anni di università in anni contributivi, integrando la tua posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo della pensione. In altre parole, puoi accedere in anticipo alla pensione, aggiungendo gli anni di studio. Tuttavia come spiega l’Inps, il riscatto di laurea è strettamente collegato all’ottenimento di un titolo di studio, e non è previsto a copertura di eventuali anni fuori corso.

“Il servizio è rivolto a tutti coloro che abbiano conseguito il diploma di laurea o titolo equiparato. La facoltà è esercitabile anche dai soggetti inoccupati che, al momento della domanda, non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero”.

Risulta quindi possibile riscattare gli anni di corso sia di lauree triennali che magistrali, con durata di tre o cinque anni. Sono anche inclusi i dottorati di ricerca, oltre a particolari titoli accademici. Per quanto riguarda eventuali titoli di studio conseguiti all’estero, questi si possono riscattare a fini pensionistici solamente se vengono riconosciuti anche dal sistema universitario italiano.

Le varie gestioni presenti come dipendenti pubblici INPDAP, FLDP privati, Ex Enpals hanno metodi di calcolo dei costi differenziati. Le modalità dettagliate per la richiesta alle diverse gestioni previdenziali sono previste dall’INPS nella circolare 77/2011.

Coloro che sono iscritti alle Casse previdenziali private devono fare riferimento ai Regolamenti di ciascuna Cassa.

Titoli di studio riscattabili

Si possono riscattare i periodi corrispondenti alla durata dei corsi legali di studio universitario a seguito dei quali hai conseguito uno o più titoli rilasciati dalle Università o da Istituti di livello universitario

  • Diplomi universitari (corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre);
  • Diplomi di laurea (corsi di durata non inferiore a quattro anni e non superiore a sei);
  • Diplomi di specializzazione, che si conseguono successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
  • Dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
  • Laurea triennale, laurea specialistica e laurea magistrale;
  • Diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM).

È anche possibile richiedere il riscatto di periodi parziali, qualora non si fosse interessati al riscatto totale. Sono esclusi gli anni fuori corso (è riscattabile solo il periodo ordinario del corso che inizia il 1° novembre). Inoltre, non sono riscattabili periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa, o da riscatto. È possibile anche riscattare solo una parte e non l’intero corso di studi. Non sono riscattabili i master universitari, anche se conseguiti presso istituti pubblici o privati.

Chi può chiedere il riscatto della laurea

Il riscatto della laurea può essere richiesto da tutti coloro che hanno conseguito il titolo di studio universitario, ivi compresi gli inoccupati, ovvero coloro che non hanno iniziato l’attività lavorativa e che non sono iscritti ad una gestione previdenziale. Si tratta di un ottimo strumento che permette di trasformare gli anni universitari in anni contributivi per integrare la propria posizione contributiva.

Ci sono due tipologie di riscatto:

  • Ordinario;
  • Agevolato.

In particolar modo, il riscatto della laurea agevolato può essere richiesto solo per i periodi che si collocano nel sistema contributivo della futura pensione.

Riscatto di laurea ordinario

Il costo del riscatto ordinario del corso di laurea in Inps è disciplinato dal D.Lgs. n. 184/97. Questo, è legato al metodo di calcolo dell’assegno di pensione del richiedente (retributivo o contributivo) e dalla collocazione temporale del periodo oggetto di riscatto.

Periodo di riscatto retributivo

L’onere viene quantificato con una formula matematica (periodo di studio generalmente prima del 1996), secondo l’articolo 13 della legge 1338/62, moltiplicando il beneficio pensionistico annuo generato dal riscatto per una specifica tariffa attuariale, legata all’età e ai contributi
versati, a oggi fissato dal decreto 31 agosto 2007 del ministero del Lavoro.

Periodo di riscatto contributivo

L’onere è calcolato con il sistema a percentuale se il periodo riscattato è valutato con metodo di calcolo contributivo (qualora il periodo di studi sia collocato dopo il 1995 o nel caso in cui l’assicurato abbia optato per il metodo di calcolo contributivo).

Il calcolo ordinario del relativo onere per un anno riscattato è determinato applicando l’aliquota contributiva Ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti) vigente al momento di richiesta di riscatto nella gestione Inps di riferimento (per i dipendenti del privato pari al 33%) sull’imponibile previdenziale delle ultime 52 settimane anteriori alla domanda. L’onere annuo così ottenuto deve quindi essere riproporzionato per il numero di settimane oggetto di riscatto.

Esempio di calcolo presente sul sito Inps:
“Ipotizziamo che tu voglia riscattare quattro anni di laurea dal 2002 al 2006 nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’Assicurazione generale obbligatoria e che abbia presentato domanda di riscatto. Considerando una retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi meno remoti pari a 32.170,00 euro, l’importo da pagare per riscattare quattro anni è pari a 42.464,40 euro (32.170,00×33% =10.616,10 x 4 anni = 42.464,40).”

Casi particolari

Nel caso di persone che, prima della domanda, hanno periodi con contribuzione figurativa, come nel caso di quella erogata ai disoccupati
durante la fruizione della Naspi, ai fini della valorizzazione dell’imponibile su cui calcolare l’onere, devono essere considerati i periodi di lavoro meno remoti per i quali sia stata versata dal datore di lavoro la contribuzione obbligatoria.

Rateizzo dell’onere contributivo per l’Inps

Nelle gestioni Inps, il riscatto può essere rateizzato, senza interessi, per un massimo di 10 anni in 120 rate mensili. Tale facoltà, tuttavia, salvo alcuni casi (come per i pubblici dipendenti) non consente comunque di diluire il pagamento dell’onere oltre la data di pensionamento, obbligando il lavoratore a saldare quanto dovuto prima del materiale accesso a pensione.

Riscatto di laurea agevolato

Oltre al riscatto di laurea ordinario, è prevista la possibilità di usufruire del riscatto della laurea agevolato ma solo per i periodi che si collochino nel sistema contributivo della futura pensione. Esso è stato istituito con la Legge n. 26/2019. I costi da sostenere per beneficiare del riscatto agevolato sono abbastanza sostenibili dai lavoratori, in quanto solitamente riscattare gli anni di laurea comporta spesso un onere eccessivo, che non tutti riescono a sostenere.

Il riscatto agevolato può essere usufruito da tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, dagli autonomi e liberi professionisti, senza alcun limite di età. L’agevolazione riguarda il fatto che sono previsti dei costi contenuti per la conversione degli anni di studio ai fini pensionistici. Essa è una modalità alternativa che abbassa notevolmente i costi del riscatto. 

Puoi richiedere il riscatto degli anni di laurea con il sistema agevolato se ha iniziato a versare contributi Inps dopo il 1996 e prima del 1996 e ha meno di 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995 e, al momento della richiesta di riscatto, ha un minimo di 15 anni di contributi di cui almeno 5 versati dopo il 31 dicembre 1995, previa richiesta di passaggio al metodo contributivo. Inoltre, occorre chiedere la liquidazione dell’assegno pensionistico interamente con il sistema contributivo.

Gli oneri sono deducibili fiscalmente  anche con rateizzazione fino a  120 rate mensili, ovvero in 10 anni.

La deducibilità fiscale

Il riscatto di laurea, inoltre, genera un ulteriore vantaggio in capo al lavoratore che ne sostiene il costo: questo è infatti deducibile IRPEF in base all’art. 10, co. 1, lett. e), del TUIR. La deduzione di questo onere, seguendo il principio di cassa, riduce l’imponibile fiscale dell’assicurato per ogni parte di riscatto versata all’Istituto in ciascun periodo d’imposta.

Il vantaggio fiscale, quindi, è variabile e direttamente proporzionale al reddito imponibile, seguendo l’andamento delle aliquote marginali. Infatti, una persona che può scegliere con anticipo se dilazionare l’onere di riscatto o sostenerlo in unica soluzione, deve valutare l’andamento dei proori futuri redditi imponibili IRPEF. Ad esempio considerando la prospettiva di bonus che percepirà solo per un numero limitato di anni. Alcuni elementi retributivi, come il TFR o l’incentivo all’esodo, in quanto tassati separatamente, non sono fruibili da tale deduzione.

Come fare domanda?

l 19 gennaio 2024, l’Inps ha pubblicato la circolare n. 14 nella quale ha fornito tutte le indicazioni necessarie per fare la domanda di trasferimento dei contributi. Il riscatto della laurea, in base al Decreto Legislativo n. 184/1997, articolo 2, comma 5-bis, può essere effettuato anche da chi non è iscritto a forme obbligatorie di previdenza e che non abbia iniziato l’attività lavorativa.

Come si effettua al domanda di trasferimento online?

  • Sul portale dell’Inps;
  • Tramite Contact center;
  • Tramite gli istituti Patronato.

Domanda online tramite il portale Inps

Nella circolare pubblicata il 19 gennaio 2024, l’Inps illustra la procedura da seguire per inviare la domanda per il trasferimento del montante contributivo ai fini del riscatto della laurea. Tra le diverse possibilità, le domande possono essere inviate anche tramite il portale dell’Istituto.

In che modo? L’utente deve autenticarsi tramite le proprie credenziali Spid, Cie o Cns e accedere al “Portale dei servizi per la gestione della posizione assicurativa”. Dalla Home page del sito dell’Inps, si deve accedere al servizio “Domanda di ricongiunzione, computo e trasferimento riscatto inoccupati” e cliccare sulla sezione “Domanda di ricongiunzione, computo e trasferimento riscatto inoccupati”.

Per presentare una nuova domanda si deve selezionare la funzione “Nuova Domanda”. L’utente non deve far altro che seguire la procedura guidata, confermando i dati anagrafici e di contatto, già precompilati, e compilare le successive sezioni.

Domanda presso le casse professionali

L’Inps fa presente che si può presentare la domanda di trasferimento anche presso gli enti privati previdenziali obbligatori. La domanda si presenta direttamente alla propria Cassa professionale di iscrizione. Allo stesso modo, si può effettuare il trasferimento anche verso i Fondi di previdenza dell’Unione europea e degli Stati aderenti al sistema di sicurezza sociale europeo. A differenza del primo caso, però, la domanda si deve presentare presso i Fondi di Destinazione.

Documenti necessari

Documenti necessari da allegare alla domanda:

  • Copia fronte retro del documento di identità;
  • Certificato di laura oppure dichiarazione sostitutiva di certificazione (ai sensi del D.P.R. n. 445/2000) in cui indichi: tipo di laurea, data, università, durata legale del corso, eventuali anni fuori corso.

Simulatore riscatto di laurea

Sul sito dell’INPS è disponibile un simulatore che consente di avere informazioni personalizzate. Non sono richieste credenziali, basta inserire in modo anonimo alcuni dati. Potrai cosi ottenere una simulazione orientativa del costo del riscatto, della sua rateizzazione, della decorrenza della pensione (con e senza riscatto) e del beneficio pensionistico stimato conseguente al pagamento dell’onere.

Con il sistema agevolato si possono riscattare fino a 5 anni. I periodi da recuperare per la pensione dovranno comunque essere precedenti al 29 gennaio 2019. Ed è necessario essere iscritti a una delle gestioni dell’assicurazione generale obbligatoria. Sono escluse invece le casse private.

SIMULAZIONE RISCATTO DI LAUREA DAL SITO INPS

Quando conviene il riscatto di laurea agevolato?

Le nuove regole hanno ridotto di molto il costo per ottenere il riscatto di laurea. Con retribuzioni nette mensili sopra i 2.500 euro si può arrivare a risparmiare quasi il 70%. I principali vantaggi:

  • Permette di acquisire anzianità contributiva e potrebbe comportare un anticipo nella maturazione del diritto a pensione;
  • Incrementa la misura della pensione;
  • È prevista la rateizzazione senza interessi per dieci anni;
  • Il contributo da riscatto è fiscalmente deducibile. Per gli inoccupati, al genitore che sostiene l’onere di riscatto degli anni di studio viene garantito il diritto alla detrazione del costo per il 19 % dalla propria imposta lorda.

Tuttavia, se questa operazione non serve per anticipare la data della tua pensione occorre chiedersi se sia la cosa giusta da fare. Potrebbe essere conveniente investire in altre forme di risparmio, potenzialmente più redditizie.

Domande frequenti

Cos’è il riscatto di laurea agevolato?

Per riscatto agevolato si intende una modalità di calcolo del costo di riscatto per periodi che si collochino nel sistema contributivo della pensione. Questa nuova modalità è stata introdotta nel 2019 e a differenza delle modalità ordinarie, l’onere è calcolato prendendo a riferimento una retribuzione convenzionale uguale per tutti e l’aliquota di computo vigente nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Se si sceglie la liquidazione della pensione con il calcolo interamente contributivo (ad esempio per effetto dell’opzione al sistema contributivo ai sensi dell’articolo 1, comma 23, della legge n. 335/1995), si potrà usufruire del riscatto agevolato anche nel caso in cui i periodi del corso di laurea siano precedenti all’01/01/1996.

Sono validi anche i periodi di studio all’estero?

Sì. I titoli universitari conseguiti all’estero sono riscattabili qualora siano stati riconosciuti da università italiane o, comunque, abbiano valore legale in Italia. I titoli conseguiti in uno Stato Estero aderente alla convenzione di Lisbona dell’11 aprile 1997 (Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore nella Regione europea), sono riscattabili previo riconoscimento degli stessi “ai fini previdenziali” da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca.

I periodi riscattati sono utili ai fini del diritto o anche del calcolo della futura pensione?

Il riscatto del corso di studi universitario è valido ai fini del diritto e della misura della pensione.
Per i periodi di riscatto successivi al 31/12/1995 (o per quelli collocati prima se si opta per il calcolo interamente contributivo della futura pensione) l’importo versato a titolo di riscatto farà parte del montante contributivo sul quale sarà calcolata la pensione con il sistema di calcolo contributivo. 
Per i periodi di studio anteriori al 1996, il riscatto va ad incrementare la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo, cioè quella parte di contributi il cui rendimento sarà collegato alla media dei redditi da lavoro conseguiti negli ultimi anni dell’attività lavorativa.

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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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