Con la pubblicazione della circolare n. 69, del 29 maggio 2024, l’Inps ha fornito le istruzioni e ha spiegato le regole del riscatto contributivo dei periodi non coperti da contribuzione. Si tratta di un’opportunità, rientrante nell’ambito della cosiddetta pace contributiva, prevista dalla Legge di Bilancio 2024.
Non si tratta di una possibilità aperta a tutti, ma solo a chi ha iniziato a versare contributi nel 1996. Inoltre, per poter approfittare di questa possibilità, occorre il rispetto di alcuni requisiti.
L’Istituto, nella circolare, sottolinea che la domanda di riscatto può essere effettuata solo per un periodo massimo di 5 anni, anche non continuativi.
Nel testo, forniremo tutte le indicazioni utili, spiegando come funziona questa nuova possibilità, chi sono gli ammessi e gli esclusi, le modalità di pagamento e come presentare la domanda.
Riscatto contributivo: le istruzioni Inps
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un nuovo riscatto contributivo e l’Inps, il 29 maggio 2024, ha pubblicato le istruzioni. Si tratta di un’opportunità, non destinata a tutti, per poter rinsaldare la propria posizione previdenziale, aumentando i contributi versati ai fini pensionistici.
È prevista la possibilità di riscattare, in tutto o in parte, i periodi non coperti da contribuzione fino ad un massimo di 5 anni, parificandoli ai periodi di lavoro. La possibilità è solo temporanea, in quanto la misura è stata introdotta in via sperimentale, per il solo biennio 2024-25.
Sono riscattabili solo i periodi non soggetti all’obbligo contributivo: il diritto non si può esercitare per recuperare periodi di svolgimento di attività lavorativa con obbligo di versamento dei contributi.
Il costo dell’operazione dipende molto dalla gestione pensionistica in cui ci si trova al momento della presentazione della domanda.
Come funzionano 5 anni di riscatto
Si possono riscattare fino a 5 anni, anche non continuativi. I periodi oggetto del riscatto, però, devono essere successivi al 31 dicembre 1995 e precedenti al 1° gennaio 2024, ovvero della data di entrata in vigore della Legge n. 213/23.
Per essere più precisi, il periodo deve essere compreso tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo accreditato. Ma il periodo o parte di esso può essere anche anteriore alla data del primo contributo, o successivo a quella dell’ultimo, purché riferito al medesimo anno del contributo iniziale o finale: l’unica condizione è che sia compreso tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023.
Se all’atto di presentazione della domanda, l’interessato sia titolare di posizioni assicurative in più regimi previdenziali, allora ha la possibilità di esercitare il riscatto in uno qualsiasi di essi.
L’Istituto spiega anche che se il contribuente ha versato contributi prima del 1° gennaio 1996, si vedrà annullare d’ufficio il riscatto già effettuato, con la restituzione di quanto versato senza maggiorazioni.
Chi può accedere al riscatto contributivo
L’operazione è aperta a tutti i lavoratori pubblici e privati, iscritti alle gestioni Inps dipendenti, autonomi o alle forme sostitutive.
I lavoratori devono aver iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996. Ciò vuol dire che si deve essere obbligatoriamente soggetti al metodo di calcolo contributivo.
Chi sono gli esclusi
Come abbiamo anticipato, il riscatto contributivo non è aperto a tutti, ma ci sono alcune categorie di esclusi che non possono accedervi.
Sono esclusi i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi prima del 1° gennaio 1996. Sono, altresì, esclusi tutti coloro già titolari di una pensione indiretta.
Bisogna anche considerare che uno strumento simile è stato anche previsto nel 2019. Chi lo aveva utilizzato allora può farlo anche adesso? Le due misure non si escludono a vicenda e, quindi, possono utilizzarlo sia coloro che lo avevano già usato allora che coloro che non lo avevano fatto.
Infatti, l’Inps chiarisce che mancando riferimenti alla precedente normativa sul riscatto contributivo previsto dal Decreto legge 4/2019, non si tiene conto di eventuali periodi già richiesti nel periodo 2019-2021. Di conseguenza, è possibile presentare una seconda richiesta e i periodi di riscatto sono cumulabili.
Come si paga e costo
Un argomento molto importante riguarda il pagamento e il costo del riscatto. L’onere è determinato in base a quanto previsto dal decreto legislativo n. 184/97, all’articolo 2, comma 5.
Per i lavoratori del settore privato, l’onere può essere sostenuto dal datore di lavoro attraverso i premi di produzione spettanti al lavoratore. In questo caso, è deducibile dal reddito d’impresa e dal lavoro autonomo e non rientra nel reddito fiscalmente imponibile del lavoratore dipendente.
Come si paga?
- In unica soluzione;
- In un massimo di 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi.
La modalità di pagamento a rate non spetta nei casi di:
- Contributi da riscatto debbano essere utilizzati per la immediata liquidazione della pensione diretta o indiretta;
- Contributi determinanti per l’accoglimento di una domanda di versamenti volontari.
Quanto costa? Come abbiamo anticipato, il versamento si calcola sulla base del sistema contributivo. Si prende la percentuale contributiva in vigore al momento della presentazione della domanda nella propria gestione previdenziale e si applica la percentuale alle retribuzioni ottenute negli ultimi 12 mesi. La somma, poi, si applicata a tutto il periodo che si intende riscattare.
Come presentare la domanda
La domanda può essere presentata dall’1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025. Infatti, la domanda è limitata al biennio 2024-25.
Come presentare la domanda? Intanto, la domanda può essere presentata dal diretto interessato, dai superstiti o dai parenti e affini entro il secondo grado. In questo caso, è necessario il consenso dell’interessato.
Le modalità di presentazione sono le seguenti:
- Telematicamente, sul portale Inps, previo accesso con le proprie credenziali digitali. Il percorso da seguire è: “Pensione e Previdenza”, “Ricongiunzioni e riscatti”, Area tematica “Portale dei servizi per la gestione della posizione assicurativa”, “Riscatti”;
- Contact center;
- Istituti di Patronato e intermediari dell’Inps.
Conclusioni
Un nuovo riscatto contributivo è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024. La possibilità di riscatto è temporanea, in quanto prevista in via sperimentale per il solo biennio 2024-25.
Si possono riscattare, in tutto o in parte, i periodi non coperti da contribuzione fino a un massimo di 5 anni parificandoli a periodi di lavoro, versando il dovuto a rate mensili in un massimo di 12 anni senza interessi.
L’Inps, con la pubblicazione di un’apposita circolare ha fornito tutti i chiarimenti e le istruzioni utili.