Dal 20 maggio è stata aperta la finestra temporale dedicata alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Ci sarà tempo fino al 30 settembre per il modello 730, e fino al 15 ottobre per il modello Persone Fisiche. A prescindere dalla tipologia di modello dei redditi a ciascun contribuente viene data la possibilità di accettare o modificare il modello già predisposto dall’Agenzia delle Entrate per poi inviarlo, scegliendo la modalità attraverso cui ricevere l’eventuale accredito (tramite sostituto d’imposta o Agenzia delle Entrate) oppure scegliendo se rateizzare l’eventuale debito.
La ‘prova’ del corretto inoltro del modello si ha con la ricevuta. Andando quindi a controllare sempre nell’area dedicata alla dichiarazione dei redditi quando il modello passa dalla voce ‘in elaborazione’ ad ‘acquisito’ significa che tutto è andato a buon fine e, nel caso in cui si goda di rimborso, si dovrà solo attendere di ricevere entro i normali termini l’accredito spettante.
La comparsa della ricevuta è importante anche per coloro che volevano annullare e inoltrare nuovamente la dichiarazione dei redditi. Dovevano infatti attendere che il modello risultasse acquisito prima di poter porre in essere la procedura di annullamento e correzione. Essendo ormai superati i termini per chiedere l’annullamento, fino al 15 ottobre sarà comunque possibile inviare il modello ‘Redditi Integrativi’ per apportare le dovute correzioni.
Ma nello specifico quando è previsto il rimborso del 730 per i pensionati? Facciamo chiarezza.
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Rimborso 730, quando spetta?
Quando si presenta la dichiarazione dei redditi utilizzando il Modello 730, l’Agenzia delle Entrate calcola l’imposta sul reddito dovuta al Fisco e la confronta con le ritenute d’acconto versate durante l’anno dal sostituto d’imposta (il datore di lavoro o l’INPS nel caso dei pensionati).
Quando le ritenute pagate risultano superiori alla cifra effettivamente dovuta, si ha diritto ad essere rimborsati del surplus versato. Il contribuente può scegliere di utilizzare il credito in compensazione di altre imposte (anche future) oppure di incassare il rimborso spettante, che viene erogato dal sostituto d’imposta direttamente in busta paga o nel cedolino della pensione.
È anche possibile richiedere il rimborso 730 senza sostituto d’imposta: in quel caso sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate a erogare la cifra spettante.
L’importo del rimborso 730 viene calcolato sulla base delle ritenute IRPEF, delle addizionali comunali e regionali, e prende in considerazione anche tutte le spese detraibili, come le spese mediche o quelle sostenute per l’Università dei figli.
Rimborso 730, quando arriva per i pensionati?
Qualora spettasse un rimborso dal 730 le tempistiche possono variare sia in base alla ‘tipologia’ di contribuente sia anche in base alla data entro cui si è presentata la dichiarazione dei redditi.
Mentre i lavoratori dipendenti ricevono il rimborso in busta paga a luglio, quindi nel mese corrente (se hanno inviato il modello 730 entro il 31 maggio) i pensionati ricevono quanto spettante nella seconda mensilità successiva alla data di consegna del Modello 730. Anche in questo caso è importante la data di presentazione del modello 730: se infatti, per esempio, si è presentata la dichiarazione dei redditi entro il 31 Maggio, l’accredito del rimborso si troverà nella pensione del mese di Agosto 2024, mentre con un 730 presentato tra il 1 Settembre e il 2 Ottobre si troverà in quella di dicembre.
Per il resto il rimborso 730 per i pensionati funziona esattamente allo stesso modo come quello che spetta ai lavoratori dipendenti. In questo caso, sono l’INPS e gli altri istituti che erogano gli assegni previdenziali a svolgere il ruolo di sostituto d’imposta, e si occupano di erogare le somme dovute.
Nulla esclude comunque che sia lavoratori dipendenti sia pensionati, pur avendo un sostituto d’imposta, possano scegliere di farsi rimborsare la somma dovuta dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso però le tempistiche di accredito potrebbero essere più lunghe e potrebbero arrivare anche fino a 6 mesi prima di vedersi l’accredito.
E se il rimborso 730 non arriva?
Può succedere che il rimborso 730 non arrivi. Ma da cosa dipende? E cosa fare?
In alcuni casi, l’Agenzia delle Entrate non può accreditare la somma dovuta al contribuente, e quindi il rimborso non arriva. Avviene per esempio quando il beneficiario del rimborso e il titolare del conto corrente non coincidono, oppure quando le coordinate indicate risultino errate.
In quel caso l’Agenzia effettua un altro tentativo di pagamento. Se anche il secondo tentativo non va a buon fine, il contribuente è tenuto a presentare all’ufficio competente un’apposita istanza in cui richiede l’erogazione del rimborso.
Per presentare l’istanza per il rimborso relativo a imposte sui redditi e ritenute operate dal sostituto d’imposta si hanno 48 mesi di tempo.
Conclusioni
Sale l’attesa per i pensionati che hanno presentato tempestivamente la dichiarazione dei redditi e si sono visti riconoscere una somma a titolo di credito. Il rimborso del 730, per chi ha inviato il modello entro il 31 maggio, è previsto nel cedolino di agosto. Sarà infatti in questo mese che verrà corrisposto quanto dovuto se si è scelto l’Inps o altro ente previdenziale come sostituto d’imposta.
I tempi si dilungheranno qualora il modello 730 sia stato presentato più in là. E se poi è stata scelta l’Agenzia delle Entrate come ente erogatore si potrà attendere anche fino a 6 mesi.
Qualora non si dovesse ricevere il rimborso nei termini attesi è bene controllare e capire quali sono le motivazioni del ritardo, apportando ad esempio la modifica dell’Iban (se il problema era da ricercare in questo errore) in modo da permettere all’Agenzia delle Entrate di procedere col rimborso.