Rilevazione contabile dei dividendi: effetti fiscali

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Tutte le volte in cui si una una delibera di distribuzione del dividendo con incasso dello stesso da parte della controllante (holding) in un periodo di imposta successivo occorre analizzare gli effetti fiscalità differita che si generano e che si riassorbiranno nel momento di incasso del dividendo.

Per la società controllante (ipotizziamo una holding di partecipazioni) che detiene partecipazioni finanziarie immobilizzate è importante rilevare correttamente in bilancio i dividendi delle società controllate.
Sotto il profilo fiscale, come sappiamo, i dividendi sono esclusi dalla formazione del reddito per il 95% del loro ammontare per la società controllante. Questa detassazione è legata al fatto che i dividendi sono utili assoggettati ad una doppia imposizione economica (prima come utili in capo alla società controllata erogante e poi una seconda volta come dividendi sulla controllante che li percepisce). In questo contesto occorre prestare attenzione alla corretta modalità di rilevazione contabile dei dividendi ed i relativi riflessi fiscali.
La rilevazione contabile dei dividendi per la società controllante
Nel caso in cui il percettore del dividendo è una società di capitali gli utili incassati concorrono a formare il reddito d'impresa in misura pari al 5% del loro ammontare, senza applicazione di alcuna ritenuta (ex art. 89 del TUIR).
Ipotizzando, ad esempio, un dividendo percepito pari a 100, è necessario operare in sede di dichiarazione dei redditi una variazione in diminuzione pari a 95. Di fatto, solo il 5% del dividendo distribuito è soggetto a doppia imposizione economica. Nel caso in cui la controllante percipiente adotti il regime di trasparenza fiscale (ex art. 115 e 116 del TUIR), non si ha doppia imposizione. Questo, in quanto il regime di trasparenza determina l'effetto di una sterilizzazione completa rendendo della doppia imposizione. Infatti, il reddito percepito dalla società viene imputato, pro quota, direttamente in capo ai soci partecipanti.
Scritture contabili
Sotto il profilo contabile il codice civile non indica un procedimento standard. Questo ha permesso di dare rilevanza ai dividendi nelle scritture contabili in base a due criteri alternativi:

Per cassa, ossia nell’esercizio in cui i dividendi sono incassati;
Per competenza, ossia nell’esercizio in cui si formano i dividendi poi distribuiti o anche nell’esercizio in cui è deliberata la distribuzione.

I principi contabili, invece, portano a ritenere che i dividendi devono sempre essere contabilizzati per competenza, e non per cassa. Il criterio della competenza può essere interpretato in una duplice accezione:

Competenza economica determinata in base al periodo di maturazione degli utili distribuiti;
Competenza economica determinata in base al momento in cui sorge il diritto alla percezione dell’utile, ossia alla data della delibera di distribuzione.

Il primo criterio viene utilizzato quando la partecipazione è valutata con il principio del patrimonio netto. Trattasi di un metodo consentito per la valutazione delle partecipazioni in società controllate o collegate, sulle quali si esercita un’influenza rilevante o significativa. In sintesi, gli utili dell’esercizio X della partecipate sono rilevati nel medesimo esercizio anche nel bilancio della partecipante (...

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Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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