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Rendiconto finanziario: le società che devono redigerlo e la rilevanza per gli stakeholder

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Il Rendiconto finanziario è un prospetto contabile che presenta le variazioni, positive o negative, delle disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio, la somma algebrica dei flussi finanziari di ciascuna categoria sopraindicata rappresenta la variazione netta (incremento o decremento) delle disponibilità liquide avvenuta nel corso dell’esercizio.

Quali sono le società obbligate alla redazione del Rendiconto finanziario?

L’articolo 2423, comma 1, del codice civile prevede che “gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal rendiconto finanziario e dalla nota integrativa”, l’articolo 2435-bis, comma 2, e l’articolo 2435-ter del codice civile prevedono l’esonero dalla redazione del rendiconto finanziario per le società che redigono rispettivamente il bilancio in forma abbreviata e il bilancio delle micro-imprese.

Pertanto, l’obbligo di predisporre tale documento è a carico delle Società che redigono il bilancio d’esercizio in forma ordinaria in base alle disposizioni del codice civile, in particolare, il Rendiconto finanziario deve essere redatto obbligatoriamente da imprese di determinate dimensioni. nello specifico, ci riferiamo a quelle realtà che per due anni consecutivi superano due di questi tre parametri:

  • totale attivo di bilancio € 4.400.000;
  • totale ricavi € 8.800.000;
  • dipendenti medi 50.

Struttura del Rendiconto finanziario

L’articolo 2425-ter del codice civile prevede che dal rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, le operazioni con soci.

Nel rendiconto finanziario i singoli flussi finanziari sono presentati distintamente in una delle seguenti categorie:

  1. Attività operativa;
  2. Attività di investimento;
  3. Attività di finanziamento. 

Il flusso finanziario dell’attività operativa può essere determinato o con il metodo indiretto (rettificando l’utile o la perdita d’esercizio riportato nel conto economico) o con il metodo diretto (evidenziando i flussi finanziari).

Nella redazione del rendiconto finanziario, devono essere esposte le variazioni dell’esercizio delle disponibilità liquide, qui di seguito esposte:

  • Le disponibilità presso i depositi bancari e postali attivi;
  • Assegni;
  • Denaro posseduto nelle casse contanti e i valori bollati.

Tali valori possono anche essere espressi in valuta estera.

Non costituiscono disponibilità liquide:

  • Cambiali attive in portafoglio;
  • Titoli a breve termine, di Stato e di terzi;
  • I cosìdetti sospesi di cassa e gli scoperti di conto corrente;
  • Saldi attivi delle gestioni accentrate di tesoreria (cash pooling);
  • Gli scoperti di conto corrente

Lo schema del Rendiconto finanziario, così come previsto dall’OIC 10, prevede la suddivisione dei flussi di cassa in aree:

  • Flussi di cassa della gestione reddituale;
  • Flussi di cassa derivanti dall’attività d’investimento;
  • Flussi di cassa provenienti dall’attività finanziaria.

Flusso di cassa della Gestione reddituale

I flussi finanziari della gestione reddituale comprendono generalmente i flussi che derivano dall’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e dalla fornitura di servizi e gli altri flussi non ricompresi nell’attività di investimento e di finanziamento. Come per esempio:

  • Incassi dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi; 
  • Incassi da royalty, commissioni, compensi, rimborsi assicurativi e altri ricavi;
  • Pagamenti per l’acquisto di materia prima, semilavorati, merci e altri fattori produttivi;
  • Pagamenti per l’acquisizione di servizi;
  • Pagamenti a, e per conto di, dipendenti;
  • Pagamenti e rimborsi di imposte; − incassi per proventi finanziari.

La gestione reddituale è composta da operazioni che si concretizzano in ricavi e in costi necessari per produrre tali ricavi, le operazioni della gestione reddituale sono riflesse nel conto economico e rappresentano anche le fonti di finanziamento dell’impresa, in particolare quelle dell’autofinanziamento. Da esse si genera la liquidità necessaria per finanziare la gestione futura. Il flusso finanziario derivante dalla gestione reddituale è determinato con il metodo indiretto, mediante il quale l’utile (o la perdita) dell’esercizio, oppure l’utile (o la perdita) prima delle imposte, è rettificato per tenere conto di:

  •  elementi di natura non monetaria, ossia poste contabili che non hanno richiesto esborso/incasso di disponibilità liquide nel corso dell’esercizio e che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto; come per esempio ammortamenti di immobilizzazioni, accantonamenti ai fondi rischi e oneri, accantonamenti per trattamento di fine rapporto, svalutazioni per perdite durevoli di valore; utili non distribuiti relativi a partecipazioni in società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto;
  • variazioni del capitale circolante netto connesse ai costi o ricavi della gestione reddituale. Alcuni esempi sono: variazioni di rimanenze, variazioni di crediti verso clienti e di debiti verso fornitori, variazioni di ratei e risconti attivi/passivi. 

Le variazioni del capitale circolante netto rappresentano gli scostamenti rispetto ai saldi dell’esercizio precedente;

  • Operazioni i cui effetti sono ricompresi tra i flussi derivanti dall’attività di investimento e finanziamento. Ad esempio: le plusvalenze o minusvalenze derivanti dalla cessione di attività. Tali rettifiche hanno lo scopo di trasformare i componenti positivi e negativi di reddito in incassi e pagamenti.

Il risultato economico dell’esercizio è rettificato, per tener conto delle variazioni del capitale circolante netto, nei seguenti casi:

  • L’incremento dei crediti verso clienti è sottratto dall’utile (perdita) dell’esercizio, in quanto tale aumento rappresenta il minore ammontare incassato dai clienti rispetto ai ricavi di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico; al contrario una diminuzione dei crediti è aggiunta all’utile (perdita) dell’esercizio in quanto rappresenta il maggior ammontare dei crediti incassati rispetto ai ricavi di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico;
  • L’incremento (decremento) dei debiti verso fornitori è sommato (sottratto) all’utile (perdita) dell’esercizio, in quanto rappresenta una parte di costi della produzione non ancora pagata (o una parte di costi della produzione pagata in più rispetto ai costi di competenza);
  • Incremento (decremento) delle rimanenze è sottratto (sommato) all’utile (perdita) dell’esercizio poiché nel calcolo dell’utile sono considerati i costi della produzione, che comprendono oltre agli acquisti anche la variazione delle rimanenze, mentre per le variazioni di disponibilità liquida hanno rilievo solo gli acquisti. A titolo esemplificativo, nel caso di aumento delle rimanenze di merci, detto aumento è sottratto dall’utile (perdita) dell’esercizio, in quanto durante l’esercizio gli acquisti effettuati sono stati superiori alle merci vendute per un ammontare pari alla differenza tra magazzino finale (superiore) e magazzino iniziale (inferiore). Sottraendo dall’utile/perdita dell’esercizio la variazione delle rimanenze ne viene neutralizzato l’effetto economico, affinché il rendiconto rifletta esclusivamente l’effetto sulla situazione finanziaria delle disponibilità liquide impiegate per gli acquisiti nel corso dell’esercizio;
  • Aumento dei ratei passivi è aggiunto all’utile/perdita dell’esercizio in quanto tale aumento rappresenta il maggior ammontare delle spese non ancora pagate tramite liquidità rispetto alle spese addebitate a conto economico.

Flussi di cassa derivanti dall’Attività di investimento

I flussi finanziari dell’attività di investimento comprendono i flussi che derivano dall’acquisto e dalla vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate.

I flussi finanziari generati o assorbiti dall’attività di investimento derivano da:

  • Acquisti o vendite di fabbricati, impianti, attrezzature o altre immobilizzazioni materiali (incluse le immobilizzazioni materiali di costruzione interna);
  • Acquisti o vendite di immobilizzazioni immateriali, quali ad esempio i brevetti, i marchi, le concessioni; questi pagamenti comprendono anche quelli relativi agli oneri pluriennali capitalizzati;
  • Acquisizioni o cessioni di partecipazioni in imprese controllate e collegate;
  • Acquisizioni o cessioni di altre partecipazioni; − acquisizioni o cessioni di altri titoli, inclusi titoli di Stato e obbligazioni;
  • Erogazioni di anticipazioni e prestiti fatti a terzi e incassi per il loro rimborso.

I flussi finanziari derivanti dall’acquisto di immobilizzazioni sono distintamente presentati nell’attività di investimento, per l’uscita effettivamente sostenuta nell’esercizio, pari al complessivo prezzo di acquisto rettificato dalla variazione dei debiti verso fornitori di immobilizzazioni; ciò al fine di evidenziare in modo unitario le risorse finanziarie assorbite dall’operazione di acquisto.

I flussi finanziari derivanti dalla vendita di immobilizzazioni sono distintamente presentati nell’attività di investimento, per l’entrata effettivamente incassata nell’esercizio pari al prezzo di realizzo rettificato dalla variazione dei crediti verso clienti per immobilizzazioni; al fine di evidenziare in modo unitario la fonte di risorse finanziarie generate dall’operazione di vendita.

Considerato che nel conto economico è rilevata la plusvalenza o minusvalenza rispetto al valore contabile netto dell’immobilizzazione, la società rettifica l’utile/perdita dell’esercizio nella gestione reddituale per il valore della plus/minusvalenza. La società presenta distintamente i principali incassi o pagamenti derivanti dall’attività di investimento, distinguendoli a seconda delle diverse classi di immobilizzazioni (immateriali, materiali e finanziarie).

Flussi di cassa derivanti dall’Attività di finanziamento

 I flussi finanziari dell’attività di finanziamento comprendono i flussi che derivano dall’ottenimento o dalla restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito.  In via esemplificativa, i flussi finanziari generati o assorbiti dall’attività di finanziamento quali:

  • Incassi derivanti dall’emissione di azioni o di quote rappresentative del capitale di rischio; 
  • Pagamento dei dividendi;
  • Pagamenti per il rimborso del capitale di rischio, anche sotto forma di acquisto di azioni proprie;
  • Incassi o pagamenti derivanti dall’emissione o dal rimborso di prestiti obbligazionari, titoli a reddito fisso, accensione o restituzione di mutui e altri finanziamenti a breve o lungo termine;
  • Incremento o decremento di altri debiti, anche a breve o medio termine, aventi natura finanziaria.

Rendiconto finanziario e rilevanza per gli stakeholder

Il rendiconto finanziario ha lo scopo di presentare le variazioni dei flussi finanziari (entrate e uscite di disponibilità liquide e mezzi equivalenti) avvenute nel corso dell’esercizio.

Il rendiconto finanziario, consente di ottenere a coloro che lo leggono, quindi stakeholder quali Istituti Bancari, Società di Investimento, che hanno bisogno di conoscere la situazione patrimoniale e reddituale della Società:

  • Informazioni particolarmente complete sulla struttura finanziaria dell’impresa (compresa la tua liquidità e solvibilità). Infatti, in alcuni casi, le informazioni presentate nel rendiconto finanziario non sono ricavabili (o immediatamente ricavabili) dallo Stato Patrimoniale, dal Conto Economico o dalla Nota Integrativa;
  • Informazioni aggiuntive che ti permettano di chiarire, da un punto di vista finanziario, le variazioni intervenute in alcune voci dello Stato Patrimoniale;
  • Indicazioni significative circa l’ammontare, la tempistica e l’andamento ipotetico dei futuri flussi finanziari.
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    Veronica Cagno
    Veronica Cagno
    Laureata in Economia all’Università degli Studi di Genova, abilitata all’esercizio della professione di Dottore Commercialista. Ho acquisito tramite la formazione e l’esperienza professionale interesse e competenze in ambito Contabile, Fiscale, Societario e Fallimentare. Attualmente lavoro presso una Società di Revisione seguendo le Società clienti dalla fase d’Interim alla fase Final per l’espletamento dell’incarico del Revisore Legale.
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