Gli aspetti del nexus approach di matrice OCSE nei regimi di IP box nel contesto internazionale ed esempi di applicazione in vari Paesi, tra cui anche l’Italia.

L’utilizzo della leva fiscale al fine di perseguire specifiche politiche industriali e di sviluppo economico è prassi comune nella maggior parte dei moderni Stati democratici. In pratica, si tratta di derogare al principio costituzionale di capacità contributiva al fine di stimolare gli operatori economici a sfruttare determinati comportamenti (o inibire altrettante condotte).

In quest’ottica deve essere vista l’introduzione l’introduzione del Patent Box nel contesto italiano. Si tratta di un regime fiscale particolarmente vantaggioso per le imprese, che offre una extra-deduzione degli oneri legati alla ricerca e sviluppo di beni immateriali da parte dell’utilizzatore. Si tratta, in pratica, di una rivisitazione di altri regime di IP box, già in vigore da diversi anni in altri Stati europei.

Si tratta, in sintesi, di una agevolazione che consente alle imprese residenti in Italia di avere una agevolazione in relazione alla produzione di attività di ricerca e sviluppo legate poi allo sfruttamento economico di talune opere dell’ingegno (es. software, brevetti industriali, disegni, etc). Questo particolare regime si pone l’obiettivo di incoraggiare gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) e tutelare la base imponibile nazionale da strategie di pianificazione fiscale internazionale che potrebbero generare un’erosione della base imponibile nazionale. Detto questo, andiamo ad analizzare, schematicamente alcuni regimi di IP box nel contesto internazionale.

Contrasto alle pratiche fiscali dannose e regimi di Patent box

Nel 1998 l’OCSE ha pubblicato il rapporto Harmful Tax Competition: An Emerging Global Issue, che rappresenta, il punto di riferimento per le politiche in materia di contrasto al diffondersi di regimi e pratiche fiscali dannose, sia in Paesi membri dell’Organizzazione, sia in Paesi terzi. L’obiettivo del Rapporto è di ridurre gli effetti distorsivi dei regimi impositivi di favore sull’allocazione dei fattori di produzione mobili. Questo soprattutto al fine di evitare una riduzione incontrollata dei livelli di imposizione effettiva sui redditi derivanti dall’impiego di tali beni. Il Rapporto contiene delle raccomandazioni volte a contrastare i regimi preferenziali dannosi aventi ad oggetto attività e beni geograficamente mobili. In particolare, la raccomandazione n. 15 chiama a raccolta gli Stati membri affinché aderiscano fattivamente alle linee guida sui regimi preferenziali dannose.

Il progetto BEPS

Quindici anni dopo la pubblicazione del Rapporto l’OCSE, attraverso il progetto BEPS, ha riconosciuto un ruolo dannoso ai regimi fiscali preferenziali. Si tratta di regimi che potenzialmente sono in grado di portare ad una distorsione degli investimenti economici internazionali. Questo avviene i virtù del fatto che questi regimi sono in grado di favorire pratiche di delocalizzazione di redditi generando fenomeni di erosione delle basi imponibili nazionali.

Sostanzialmente, l’effetto di tali regimi distorsivi è quello di disallocare la tassazione dei redditi dai Paesi ove sono stati generati. In quest’ottica, nel piano d’azione, l’OCSE riconosce che i regimi preferenziali dannosi si manifestano soprattutto nella forma di riduzioni dell’aliquota effettiva di imposizione su particolari categorie di reddito.

Il principale elemento di novità è costituito dalla maggiore rilevanza attribuita, in sede di valutazione della dannosità della misura fiscale, all’esercizio di un’effettiva attività economica quale presupposto per l’applicazione dei regimi fiscali preferenziali.

In quest’ottica l’OCSE richiede che i regimi fiscali di IP Box adottati dai vari Paesi siano basati sul requisito dell’attività economica effettiva. Tuttavia, questo non implica alcuna raccomandazione diretta per gli stati aderenti al progetto BEPS. Questo significa che detti Stati rimangano ovviamente liberi di non introdurre nei loro ordinamenti tributari alcun regime di supporto delle attività di R&S.

L’attività economica effettiva nei regimi di IP box: il “Nexus approach”

Per i motivi di cui sopra è importante individuare i confini entro i quali i regimi di IP Box debbano permanere, per non essere qualificati come regimi fiscali dannosi. I requisiti di adeguatezza e di proporzionalità sono garantiti dal fatto che i regimi preferenziali subordinino la concessione dei propri benefici all’effettivo esercizio, da parte del contribuente, dell’attività economica che tali regimi mirano a promuovere. Al riguardo vi sono tre possibili (ed alternativi) approcci finalizzati a declinare il requisito dell’attività economica effettiva nell’ambito dei regimi di IP Box:

Il nexus approach nei regimi di IP Box

Il Nexus approach ha due fondamenta. In primo luogo, esso impone ai regimi di IP box di subordinare e commisurare i vantaggi fiscali all’esercizio, da parte del contribuente, dell’attività di R&S che ha contribuito a produrre i beni immateriali il cui reddito è oggetto dell’agevolazione. In secondo luogo, detto approccio utilizza le spese sostenute dal contribuente nell’esercizio delle attività di R&S per quantificare l’entità del reddito agevolabile.

In base al Nexus approach, il reddito derivante dallo sfruttamento di un bene immateriale, può beneficiare dell’imposizione ridotta per la quota corrispondente al rapporto tra:

  • Le spese di R&S sostenute dal contribuente per produrre detto bene immateriale e
  • Le spese di R&S complessivamente sostenute per produrre quello stesso bene.

Il Nexus approach si caratterizza per la sua modalità di applicazione progressiva ed additiva: sia le spese qualificate, sia le spese complessive devono essere ricalcolate alla fine di ciascun periodo di imposta al fine di comprendere tutte le spese sostenute, sino a tale momento, per la produzione del bene immateriale. Il rapporto determinato in base a tali dati cumulativi sarà poi applicato al reddito prodotto nel rilevante periodo di imposta.

Le spese qualificate devono essere state sostenute dal contribuente e devono essere riferibili ad attività di R&S condotte direttamente dal contribuente stesso, le quali abbiano prodotto il bene immateriale da cui il reddito agevolabile promana. Le spese qualificate, possono essere incrementate, fino a concorrenza del 30% delle stesse, dell’ammontare dei costi sostenuti per l’acquisizione dei beni immateriali o per contratti di ricerca stipulati con parti correlate. Anche se ogni Stato mantiene la competenza ad individuare con precisione nel proprio ordinamento giuridico il concetto di spese qualificate, vi sono alcune caratteristiche strutturali. Dette spese dovrebbero, includere le spese che generalmente si qualificano per l’applicazione di altri tipi di incentivi fiscali a supporto dell’innovazione, quali il credito di imposta per ricerca e sviluppo. Al contrario, le spese qualificate non dovrebbero includere gli interessi, gli oneri relativi agli immobili e tutti gli altri costi che non possono essere direttamente ricondotti ad uno specifico bene immateriale.

Ambito di applicazione del nexus approach

Il Nexus approach definisce l’ambito di applicazione dei regimi di IP Box. Sotto il profilo soggettivo, esso prevede che i regimi in parola si applichino sia a soggetti passivi residenti, sia alle stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Sotto il profilo oggettivo, solo i brevetti e gli altri beni immateriali funzionalmente equivalenti ai brevetti, se giuridicamente protetti, sono ammessi a godere dei benefici previsti dai regimi di IP Box. I beni immateriali funzionalmente equivalenti possono essere divisi nelle seguenti tre categorie:

  • Brevetti in senso ampio (inclusi, i modelli di utilità ed i certificati di protezione supplementare);
  • Software protetti da copyright;
  • Beni immateriali caratterizzati dai caratteri di utilità, novità e originalità.

L’applicazione del Nexus approach rende necessario uno specifico sistema di monitoraggio delle spese per attività di R&S, dei beni immateriali che si qualificano per l’applicazione del regime di IP box e dei redditi derivanti dallo sfruttamento di tali beni. In particolare, i contribuenti sono tenuti a tenere traccia del legame tra spese sostenute e reddito agevolabile riconducibili ad un medesimo bene immateriale. Gli Stati devono in proposito stabilire metodi di monitoraggio ragionevoli e basati su criteri coerenti.

Il regime del Patent Box nel contesto internazionale

Senza avere alcuna pretesa di esaustività, l’aspetto principale da segnalare è che, ad oggi, i regimi di IP box vigenti in altri Paesi UE stanno andando nella direzione di una omologazione verso il modello proposto all’interno del progetto BEPS da parte dell’OCSE. In particolare, gli Stati UE che hanno deciso di applicare regimi di favore nei confronti dello sfruttamento economico della proprietà intellettuale sono quelli riportati nella tabella seguente.

STATI CON REGIME IP BOX
– Olanda
– Francia
– Belgio
– Lussemburgo
– Malta
– Spagna
– Cipro
– Italia

Tali regimi presentano, tuttavia, significative differenze, pertanto non è possibile individuare un modello unitario e generale di IP box a livello europeo.

Regime IP box in Olanda

Il regime olandese dell’Innovation Box prevede la possibilità di essere effettivamente tassati con un’aliquota ridotta del 9% (invece della normale aliquota dell’imposta sul reddito delle società del 15%-25%) per quanto riguarda i redditi derivanti da attività immateriali ammissibili. Per avvalersi di tale regime è necessario che il contribuente abbia sviluppato uno o più beni immateriali a seguito di attività di ricerca e sviluppo (R&S) per le quali sono stati ottenuti uno o più attestati di R&S. Se un contribuente non si qualifica come piccola e media impresa (PMI), oltre alle dichiarazioni di R&S possono essere richiesti ticket legali complementari (ad es. brevetti).

Regime IP box in Francia

La Francia prevede una agevolazione per i redditi derivanti dal trasferimento e dalla concessione in licenza di brevetti e diritti di proprietà intellettuale simili, nonché di software, processi di fabbricazione industriale derivanti da attività di ricerca e che costituiscono un complemento essenziale del brevetto o del certificato di utilità con cui sono stati trasferiti o concessi in licenza, e le invenzioni la cui brevettabilità è stata confermata dall’Istituto nazionale francese della proprietà intellettuale (INPI). L’aliquota agevolata applicabile è del 10%. Questa aliquota si applica al reddito netto derivante dalla concessione di licenze e sublicenze per i beni interessati e dal trasferimento dei beni interessati dalla normativa. Il reddito netto derivante dalla licenza o dal trasferimento di beni ammissibili corrisponde alla differenza tra (i) il reddito, acquisito durante l’esercizio, derivato dai beni; e (ii) le spese di ricerca e sviluppo direttamente connesse a tali beni e che sono state sostenute direttamente o indirettamente dalla società nel corso dello stesso esercizio.

Regime IP box in Belgio

Per incoraggiare le imprese innovative, il governo belga offre loro una detrazione dal reddito attraverso l’innovazione. Per trarne vantaggio, le aziende innovative devono proteggere i propri risultati di ricerca e sviluppo. Un modo per farlo è attraverso i brevetti. Richiedere il Belgian Patent Box consente la riduzione dell’onere fiscale. Il regime proposto prevede una detrazione per l’innovazione pari all’85% del reddito netto di PI qualificato derivato da beni di PI qualificati. l reddito da PI qualificante include:

  • Canoni di licenza a condizioni di mercato;
  • Royalties incorporate incluse nel prezzo di vendita di prodotti e servizi;
  • Danni ricevuti in relazione a violazioni della proprietà intellettuale;
  • reddito IP derivato dall’innovazione di processo; E
  • Le plusvalenze relative alle immobilizzazioni, a condizione che i proventi delle vendite siano reinvestiti in spese IP ammissibili.

Per determinare l’importo della detrazione per l’innovazione, il nexus ratio viene calcolato come: Spesa idonea per R&S x 130% (aumento) / Spesa totale per R&S (il nexus ratio non può superare il 100%). Il rapporto nexus viene quindi applicato al reddito totale ammissibile e quindi moltiplicato per l’85% per determinare l’importo della detrazione. Se l’importo della detrazione non può essere interamente utilizzato, può essere riportato a tempo indeterminato.

Regime IP box in Lussemburgo

Il Lussemburgo ha adottato un regime agevolato (IP box) per i redditi derivanti dallo sfruttamento di beni immateriali. Il regime in commento permette di beneficiare di un’esenzione fiscale fino all’80% del reddito netto derivante dallo sfruttamento di un brevetto, un marchio, un design, un software o un nome di dominio da parte di un contribuente lussemburghese. 

L’esenzione dell’80% è quindi calcolata sul reddito ammissibile rettificato e compensato secondo il nexus ratio (“modified nexus approach”). Tale rapporto si ottiene dividendo le spese ammissibili per il totale delle spese direttamente connesse alla creazione o allo sviluppo di un’invenzione o di un software protetto. Non vengono presi in considerazione gli interessi ei costi di finanziamento, nonché i costi immobiliari.

L’articolo 50ter LITL fornisce una definizione di beni di proprietà intellettuale ammissibili, che include qualsiasi brevetto e software protetto da copyright costituito, sviluppato o migliorato dopo il 31 dicembre 2007.Nomi commerciali, marchi, nomi a dominio, nonché disegni e modelli sono pertanto esclusi dal regime IP Box.

Regime IP box a Malta

Malta ha introdotto regole di detrazione del patent box, che consentono ai contribuenti attivamente coinvolti nello sviluppo e nello sfruttamento della PI di optare per l’applicazione di regole speciali sul calcolo delle detrazioni (“Patent Box Deduction”). La detrazione del patent box maltese consente ai contribuenti che sfruttano la proprietà intellettuale qualificante di detrarre le spese relative a tale proprietà intellettuale in termini di condizioni più favorevoli rispetto a quelle previste dalla formula generale di detrazione. La Detrazione Patent Box viene calcolata in base alla seguente formula:

95% x ( spesa IP qualificante x entrate o guadagni derivanti da IP qualificante) / Spesa IP totale

ove:

  • La spesa totale per la proprietà intellettuale include tutte le spese direttamente sostenute per l’acquisizione, la creazione, lo sviluppo, il miglioramento o la protezione della proprietà intellettuale qualificante; 
  • La Spesa IP Qualificante equivale alla Spesa IP Totale escludendo alcuni tipi di spese, in particolare il costo di acquisizione della PI e i costi pagati alle parti correlate per lo sviluppo della PI qualificata.

Regime IP box in Spagna

Il regime IP box in Spagna è un incentivo fiscale che consiste in una riduzione del reddito imponibile generato dalla licenza di proprietà intellettuale creata o detenuta da società spagnole. Questo regime consiste in una riduzione del 60% del reddito netto (entrate – spese) derivante dalla concessione in licenza di alcuni beni immateriali. Il beneficio fiscale è applicabile quando la società che ha generato il bene lo trasferisce o lo concede in licenza ad un altro soggetto, affinché quest’ultimo lo utilizzi per sviluppare un’attività economica. Gli intangibili ai quali si applica l’incentivo fiscale sono i seguenti:

  • Brevetti.
  • Disegni e modelli.
  • Piani, formule o processi segreti.
  • Diritti su informazioni riguardanti esperienze industriali, commerciali o scientifiche.

In nessun caso possono beneficiare dell’agevolazione fiscale i redditi derivanti dalla licenza dei seguenti beni: marchi; opere letterarie, artistiche o scientifiche, comprese le pellicole cinematografiche; diritti d’immagine; software e apparecchiature industriali, commerciali o scientifiche.

Regime IP box a Cipro

Il regime IP box a Cipro prevede che l’80% dei profitti ammissibili generati da tali PI ammissibili venga considerato come onere figurativo e solo il 20% sia soggetto all’aliquota del 12,5% dell’imposta sul reddito delle società. In tal modo, l’aliquota massima effettiva sarà del 2,5%. Per PI ammissibile si intende un bene che è stato acquisito, sviluppato o sfruttato da un soggetto durante la sua attività commerciale ed è il risultato di azioni di ricerca e sviluppo. Include anche beni per i quali esiste solo una proprietà economica. Tali beni sono:

  • Brevetti, come definiti nella legge sui brevetti
  • Software per computer
  • Altri beni di PI protetti, che rientrano in una delle seguenti categorie:

Modelli di utilità
Non evidenti, utili e originali, per i quali il soggetto che li utilizza non genera un utile lordo superiore a 7.500.000 euro o, nel caso di un gruppo, non superiore a 50.000.000 euro, cifre calcolate sulla base di un sistema di media ponderata degli ultimi 5 anni. I beni di PI qui indicati devono essere certificati da un Ente autorizzato di Cipro o estero.

Regime IP box in Portogallo

Il regime del patent box si applica ai contribuenti CIT residenti in Portogallo e alle entità non residenti con una stabile organizzazione (PE) in Portogallo. Il regime prevede una detrazione del 85% del reddito totale derivante dalla vendita o concessione dell’uso temporaneo di diritti di proprietà industriale (ovvero brevetti e disegni e modelli industriali) , limitata dal rapporto tra le spese ammissibili e il totale delle spese sostenute per lo sviluppo o l’utilizzo dei beni protetti dalla proprietà intellettuale (PI). Questo regime prevede inoltre un mark-up/bonus del 30% delle spese ammissibili sostenute per lo sviluppo dei beni con protezione IP, limitato all’importo delle spese totali sostenute per lo sviluppo di tali beni. Il regime continua ad essere applicato ai redditi derivanti da diritti di proprietà industriale derivanti da attività di ricerca e sviluppo (R&S) sviluppate internamente. Sono esclusi dal computo i costi/spese non direttamente connessi con le attività di ricerca e sviluppo, quali interessi o ammortamenti immobiliari. La formula del nexus ratio per la determinazione del beneficio del regime prevista dal DL è DQ/DT x RT x 85%, è la seguente:

  • DQ = Costi ammissibili sostenuti per le attività di sviluppo degli asset di PI svolte internamente e tramite terze parti non correlate;
  • DT = Totale dei costi sostenuti per le attività di sviluppo, inclusi i costi sostenuti con parti correlate;
  • RT = Reddito derivante dal patrimonio IP.

Regime IP box in Italia

La normativa del patent box (art. 6 D.L. n. 146/21) prevede una deduzione del 110% dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti su beni immateriali, ad esclusione dei marchi di impresa e del know how. Per i soggetti che esercitano l’opzione per questo regime, i costi di ricerca e sviluppo sono maggiorati del 110% (co. 3 e 5, art. 6 D.L. n. 146/21), sia ai fini delle imposte sui redditi (IRES) che dell’IRAP. In buona sostanza, l’agevolazione consiste una una variazione in diminuzione da effettuarsi in dichiarazione dei redditi ed IRAP. In pratica, il risparmio di imposta è pari al 30,69% dei costi sostenuti (considerando un aliquota complessiva del 27,9%). Le imprese che entrano nel sistema della super deduzione sono chiamate a reperire una idonea documentazione in grado di permettere una esimente sanzionatoria. Sono oggetto di agevolazione i costi di ricerca e sviluppo (co. 3, art. 6), sostenuti dai soggetti sopra indicati, relativi a (art. 6, co. 3 del D.L. n. 146/21) tre tipologie di beni immateriali:

  • Software protetto da copyright;
  • Brevetti industriali;
  • Disegni e modelli.

Per approfondire: “Patent box: deduzione costi di ricerca e sviluppo“.

Regimi di IP Box nel contesto internazionale: conclusioni

Quello che possiamo dire è che nonostante la normativa sulle agevolazioni legate all’IP box divergano nei paesi considerati, tutte queste disposizioni si sono, nel tempo, armonizzate attorno al c.d. “nexus approach” di matrice OCSE. Questo approccio di natura antielusiva è stato ideato per evitare pratiche fiscali scorrette da parte delle imprese e consentire una migliore equità tra i vari Stati in relazione a questo tipo di agevolazioni. Tutti questi regimi, comunque, offrono un trattamento fiscale agevolato per i redditi derivanti dalla proprietà intellettuale. Tuttavia, ci sono requisiti specifici per ciascun regime e l’elusione fiscale può essere un problema in alcuni casi. Inoltre, gli stati membri dell’Unione Europea stanno attualmente lavorando per armonizzare le norme fiscali relative agli IP box per evitare abusi e distorsioni nel mercato unico europeo.

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