Partito il reddito alimentare, l’iniziativa che per ora coinvolgerà in via sperimentale solo 4 città: Genova, Firenze, Napoli e Palermo. Entro il 31 marzo comuni ed enti interessati dovranno presentare le proposte progettuali per aderire alla sperimentazione. La misura è volta a prevenire lo spreco alimentare.
Al via il reddito alimentare. È stato pubblicato l’avviso con le istruzioni rivolte ai comuni e agli enti interessati, che potranno presentare i progetti in merito entro il 31 marzo. L’avviso è rivolto ai Comuni capoluogo delle Città Metropolitane di Genova, Firenze, Napoli e Palermo. Le proposte progettuali devono essere presentate entro le ore 13.00 del 31 marzo 2024. È quanto si apprende sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Le manifestazioni d’interesse sono già partite dal 27 febbraio.
Questi progetti rappresentano una prima sperimentazione della misura rivolta alle persone che versano in condizione di grave povertà, attraverso la distribuzione gratuita, anche tramite gli enti del Terzo Settore, di prodotti alimentari invenduti dei negozi della distribuzione alimentare. Se la fase di sperimentazione risulterà positiva, è prevista la futura estensione del progetto anche a tutto il territorio italiano.
I prodotti in questione risultano non idonei alla vendita a causa delle confezioni rovinate o perché prossimi alla scadenza.
Come si può intuire non è quindi prevista la corresponsione di alcuna forma di denaro.
Indice degli Argomenti
Reddito alimentare: la ratio
L’iniziativa del reddito alimentare è stato fortemente voluto dall’Assessorato comunale al Welfare di ognuna delle città coinvolte dalla sperimentazione, e strutturato dal Servizio di Inclusione e Integrazione Sociale.
Con il reddito alimentare si vuole cercare di raggiungere un duplice obiettivo: da un lato si vuole combattere lo spreco alimentare, e dall’altro si vuole fornire un aiuto concreto alle persone in condizione di povertà assoluta e a coloro che hanno difficoltà a fare la spesa quotidiana. Un modo quindi per reimpiegare il cibo invenduto e, anziché buttarlo, utilizzarlo per uno scopo caritatevole.
L’iniziativa è resa possibile dalla Legge 166 del 2016, recante “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi” che consente agli operatori del settore alimentare di ottenere agevolazioni fiscali a seguito di donazione di prodotti alimentari favorendo, pertanto, la riduzione dello spreco alimentare, e alla Legge 197 del 2022 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”, che ha istituito nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il Fondo per la sperimentazione del Reddito alimentare, con la dotazione di 1,5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024.
Reddito alimentare: come presentare il progetto
I progetti coinvolgeranno, oltre ai Comuni, anche soggetti pubblici o Enti del Terzo settore, già attivi nell’ambito dell’assistenza alimentare a persone in condizione di grave povertà, e gli operatori del settore alimentare che si renderanno disponibili a donare i prodotti alimentari invenduti. Per presentare la proposta progettuale è necessario inviare una richiesta di abilitazione all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
Se l’utente non ha mai effettuato l’accesso al portale Servizi Lavoro dovrà accedere mediante la propria utenza Spid al seguente link https://servizi.lavoro.gov.it/e successivamente inviare una email allo stesso indirizzo di posta elettronica.
Il tracciamento
Per consentire il corretto tracciamento dei prodotti alimentari e delle fasi di presentazione, gestione, controllo e rendicontazione dei progetti, il Ministero del Lavoro ha realizzato un sistema informativo gestionale specifico, che è attivo anche per la ricezione delle progettualità dal 22 febbraio.
Reddito alimentare: i beneficiari
Come abbiamo spiegato il progetto è strettamente legato al Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare, il quale ha stanziato 1,5 milioni di euro per l’anno 2023 e prevede un finanziamento di 2 milioni di euro all’anno a partire dal 2024.
Si prevede che saranno circa 3 milioni le persone in condizioni di povertà assoluta che saranno interessate dal reddito alimentare. I beneficiari delle misure sono individuati attraverso gli elenchi compilati dalle organizzazioni del terzo settore operanti sul territorio e dalle altre organizzazioni locali coinvolte nel Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead). Nello specifico si tratta di:
- Persone indigenti segnalate ai soggetti donatari dai servizi sociali territoriali competenti;
- Persone indigenti già destinatarie di altri aiuti alimentari;
- Persone sostenute da risorse nazionali e dell’Unione Europea.
Per facilitare l’accesso al reddito alimentare, i pacchi potranno essere prenotati tramite un’applicazione smartphone, e ritirati presso uno dei centri di distribuzione designati dai Comuni. Per i soggetti considerati fragili, i pensionati e coloro che non sono autosufficienti, questo sostegno sarà recapitato direttamente a casa, garantendo loro un accesso agevolato a questa forma di assistenza alimentare.
Quindi in sostanza, a meno che non sia esplicitamente previsto da un progetto, i destinatari della misura non devono presentare alcuna domanda per ricevere i beni alimentari invenduti, come previsto dalla misura.
Differenza con la carta acquisti
Non va confuso il reddito alimentare con la carta acquisti, la prepagata, rinnovata anche per il 2024, che prevede ogni due mesi una ricarica di 80 euro utilizzabili per le spese alimentari, le spese sanitarie e per il pagamento delle bollette di luce e gas. Il contributo economico è dedicato ai cittadini di età pari o superiore ai 65 anni e ai genitori di bambini di età inferiore ai tre anni in possesso di determinati requisiti, e permette inoltre di ottenere sconti presso i negozi convenzionati (qui l’elenco) e di accedere alla tariffa elettrica agevolata.
La domanda per la carta acquisti elettronica, gratuita per gli aventi diritto, può essere presentata negli uffici postali, compilando i moduli pubblicati sul sito del ministero dell’economia e delle finanze.
I beneficiari che hanno ottenuto la carta elettronica negli anni precedenti e continuano a rientrare nei requisiti previsti, invece, potranno usufruire del contributo senza bisogno di presentare una nuova richiesta.
Il programma carta acquisti è stato istituito nel 2008 con il governo Berlusconi, con un fondo alimentato da risorse sia pubbliche che private a seguito di donazioni. L’importo erogato dal 2008 fino a novembre 2023 è di oltre 2 miliardi: ne hanno beneficiato, con almeno un accredito per anno, circa 5,6 milioni di cittadini, di cui 2 milioni di anziani (di età pari o superiore ai 65 anni) e quasi 3,6 milioni di genitori con bambini sotto i tre anni.
Conclusioni
Già partito il reddito alimentare, l’iniziativa volta a distribuire in maniera gratuita i prodotti invenduti e invendibili alla popolazione che versa in gravi condizioni di povertà. La sperimentazione per ora riguarda solo 4 città, vale a dire Genova, Napoli, Firenze e Palermo. Se avrà successo sarà poi, in una fase successiva, estesa anche al resto del territorio nazionale.
I beneficiari non dovranno presentare alcuna domanda ma saranno individuati in appositi elenchi predisposti dai comuni e dagli enti preposti.
I progetti per aderire al reddito alimentare potranno essere inoltrati entro il 31 marzo 2024.