Disciplina sui Lavoratori Impatriati in Italia applicabile anche per le assunzioni del Pubblico impiego, con tassazione del 30% (o 10% nelle regioni del Sud) del reddito, per 5 anni (estendibili).
I soggetti che vivono stabilmente all’estero da oltre due anni hanno la possibilità, verificando alcuni requisiti, di cui all’art. 16 del DLgs. n 147/15, di beneficiare, rientrando in Italia di importanti agevolazioni fiscali.
Mi riferisco alla cd disciplina del Lavoratori Impatriati in Italia. Si tratta di una norma di favore (modificata dall’art. 5 del DL n 34/219) volta ad incentivare il rientro in Italia di lavoratori espatriati.
Ho deciso di dedicare già un contributo di approfondimento a questo particolare regime (“Lavoratori Impatriati in Italia: i requisiti“), che sta riscuotendo un notevole successo e sul quale vengo chiamato molto spesso a fornire consulenza.
L’aspetto, di analisi, su cui voglio concentrarmi in questo articolo riguarda la possibilità di applicare questo regime di favore anche per le assunzioni nel pubblico impiego.
Cominciamo!
Il regime di favore dell’agevolazione Impatriati
Rispettando i requisiti richiesti dai commi 1 e 2 dell’art. 16 del DLgs. n 147/15 il lavoratore espatriato che rientra in Italia ha diritto ad una particolare agevolazione.
Si tratta, in particolare, di vedersi tassato solo il 30% del reddito da:
- Lavoro Dipendente e assimilato o
- Lavoro Autonomo
- Oppure, reddito di Impresa.
L’agevolazione per i soggetti che si trasferiscono nelle regioni del Sud d’Italia (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia), la tassazione del reddito scende al 10%.
Questa agevolazione può essere fruita a partire dall’anno di acquisto della residenza fiscale italiana e per i quattro successivi. L’agevolazione, poi, può essere estesa per ulteriori cinque anni a determinate condizioni:
- L’acquisto, a qualunque, titolo di un immobile in Italia (nel periodo agevolato o nell’anno e mezzo precedente al rimpatrio);
- Il fatto di avere un minore a carico nel periodo oggetto di agevolazione.
Come precisato nella Circolare n 17/E/2017 dal reddito complessivo, ridotto per effetto del beneficio fiscale, possono essere scomputati:
- Gli oneri deducibili di cui all’articolo 10 del TUIR e
- Le detrazioni per familiari a carico, di cui all’articolo 12 del TUIR e quelle per tipologia di reddito (articolo 13 del TUIR).
L’agevolazione per il reddito da lavoro dipendente in Italia
Il lavoratore che rimpatria in Italia ha la possibilità di svolgere una nuova attività di lavoro dipendente in Italia e prendersi l’agevolazione. In questo caso il lavoratore è chiamato a:
- Verificare il possesso dei requisiti richiesti dall’agevolazione;
- Autocertificare al datore di lavoro il possesso dei requisiti per l’ottenimento dell’agevolazione.
Con questi due adempimenti il lavoratore impatriato può ottenere l’agevolazione direttamente in busta paga. Questo significa che il datore di lavoro applica direttamente l’agevolazione, con un beneficio immediato per il lavoratore.
A fine anno il datore di lavoro rilascia la Certificazione Unica al lavoratore ove è indicato l’importo esentato da tassazione per effetto dell’agevolazione.
Pubblico impiego compatibile con gli impatriati
Detto questo, occorre capire se vi possono essere delle preclusioni nell’applicare l’agevolazione per i lavoratori impatriati anche nel pubblico impiego.
La norma (art. 16 DLgs. n 147/15) non fa alcuna distinzione tra datore di lavoro privato o pubblico nell’applicazione dell’agevolazione. Questo significa che un lavoratore che rientra in Italia può applicare l’agevolazione anche nel caso in cui venga assunto nel pubblico impiego.
Anche in questo caso la procedura analizzata in precedenza non cambia. Occorre sempre verificare il possesso dei requisiti richiesti dall’agevolazione e certificare al datore di lavoro di esserne in possesso.
Allo stesso modo del datore di lavoro privato, il datore pubblico applica l’agevolazione in busta paga, indicando i dati del reddito esente nella Certificazione Unica.
L’unico aspetto che merita approfondimento è quello legato al tipo di attività esercitata. Infatti, qualora l’attività svolta nel pubblico impiego sia quella di:
- Insegnamento universitario;
- Ricerca,
l’agevolazione di riferimento non è più quella legata ai Lavoratori Impatriati, ma quella sul cd “Rientro dei Cervelli” (DL n 78/10). Questa agevolazione, prevede la detassazione del 90% del reddito per l’anno di acquisto della residenza fiscale italiana e per i 5 successivi.
Si tratta dell’agevolazione più importante legata al rientro dei lavoratori in Italia e che ti invito a verificare in questo contributo dedicato: “Rientro dei Cervelli in Italia: l’agevolazione“.
La scelta della corretta agevolazione nel pubblico impiego
Quando si parla di agevolazioni per il rientro in Italia nel pubblico impiego è necessario sempre prestare la dovuta attenzione alla corretta agevolazione che può fare al caso tuo.
Quello che devi capire è che tipo di attività andrai a svolgere per capire se l’agevolazione che fa al caso tuo è quella dei Lavoratori Impatriati o quella sul Rientro dei Cervelli.
Si tratta di due agevolazioni fiscali molto simili che hanno un impatto diverso sul lavoratore, per diversi aspetti:
- La durata dell’agevolazione. L’agevolazione impatriati ha una durata di 5 anni, estendibile per altri 5, mentre l’agevolazione sul rientro dei cervelli è di base per 6 anni estendibili fino a 12;
- L’importo del reddito detassato. Nei lavortori impatriati la detassazione è al 70% e solo se ci si trasferisce nelle regioni del Sud al 90%. Nell’agevolazione legata al Rientro dei Cervelli la detassazione è sempre al 90%.
Applicare una agevolazione piuttosto che l’altra non è indifferente, i requisiti richiesti sono diversi, per questo devi prestare sempre la massima attenzione al momento della scelta dell’agevolazione che vuoi utilizzare.
Agevolazioni per il rientro in Italia nel Pubblico Impiego: consulenza
Sei in grado di capire quale sia la corretta agevolazione fiscale legata al tuo rientro in Italia?
Hai capito le differenze tra Rientro dei Cervelli ed Agevolazione Impatriati per il pubblico impiego?
La mia esperienza quotidiana di consulenza nei confronti di espatriati che si apprestano a rientrare in Italia mi ha fatto capire quanta poca informazione ci sia su questi aspetti. Molto spesso si confondono le agevolazioni, oppure si crede che vi sia un’unica agevolazione spettante per il rientro in Italia, ma non è così!
Il consiglio che posso darti è quello di affidarti sempre ad un consulente fiscale esperto su questi aspetti. Queste norme cambiano quasi ogni anno e se non si è specializzati in questo settore diventa difficile restare al passo con i cambiamenti e si finisce per fornire indicazioni non corrette.
Per questo motivo se vuoi avere una consulenza fiscale completa sulla tua situazione legata al rientro in Italia, contattami!
Segui il link sottostante per metterti in contatto con me e ricevere il preventivo per una consulenza personalizzata sulla tua situazione.
Nona aspettare, risolvi i tuoi dubbi al più presto!
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