Presentare la dichiarazione omessa: perché conviene

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Presentare la dichiarazione omessa (dopo i 90 giorni dalla scadenza) conviene per sfruttare la sanzione ridotta del 75% delle imposte dovute e non versate.

Una delle domande che più frequentemente mi viene posta in consulenza fiscale è: “Ho omesso di presentare la dichiarazione dei redditi, ormai sono trascorsi i 90 giorni per il ravvedimento operoso, conviene comunque presentarla?“. La risposta è decisamente affermativa: grazie alle recenti modifiche normative introdotte dal D.Lgs. n. 87/2024, presentare la dichiarazione omessa, anche ben oltre i termini ordinari, risulta notevolmente conveniente e può consentire di ridurre significativamente l’impatto sanzionatorio.

Regime sanzionatorio della dichiarazione omessa

Il quadro normativo relativo alle dichiarazioni omesse è stato sostanzialmente modificato dal D.Lgs. n. 87/2024. In base agli articoli 1, 2 e 5 del D.Lgs. 471/97, per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024 (quindi dai modelli REDDITI, IRAP e 770 relativi al 2024 che avrebbero dovuto essere presentati entro il 31 ottobre 2024), l’omessa dichiarazione è punita con una sanzione proporzionale pari al 120% delle imposte dovute.

Prima di questa riforma, il regime sanzionatorio era ancora più severo: le sanzioni potevano oscillare dal 120% fino al 240% delle imposte dovute, rendendo particolarmente onerosa la regolarizzazione tardiva.

Riduzione delle sanzioni se le imposte sono state pagate tardivamente

Un elemento di grande rilevanza è il cambio di orientamento dell’Amministrazione finanziaria a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 46 del 17 marzo 2023. L’Agenzia delle Entrate, come confermato nella risposta all’interpello n. 450 del 20 ottobre 2023 e ribadito nel Videoforum del 27 gennaio 2024, ha chiarito che in caso di dichiarazione omessa presentata oltre il termine dei 90 giorni, se le imposte sono state pagate tardivamente, gli uffici possono ridurre la sanzione proporzionale in base all’art. 7 comma 4 del D.Lgs. 472/97.

Questo significa che la sanzione proporzionale del 120% può essere ridotta fino a un quarto del minimo (prima del 1° settembre 2024, la riduzione poteva arrivare fino alla metà del minimo).

La convenienza nel presentare la dichiarazione omessa

La vera novità che rende particolarmente conveniente presentare la dichiarazione omessa anche oltre i 90 giorni è rappresentata dall’introduzione dell’art. 1 comma 1-bis del D.Lgs. n. 471/97 (e delle analoghe disposizioni contenute negli articoli 2 comma 1-bis e 5 comma 1-bis dello stesso decreto).

Questa norma prevede che se la dichiarazione omessa viene presentata:

la sanzione applicata sarà pari al 75% delle imposte dovute (corrispondente al triplo della sanzione per omesso versamento), anziché il 120%.

Inoltre, questa sanzione del 75% può essere ulteriormente ridotta fino a un quarto del minimo (18,75%) sulla base della valutazione del funzionario ai sensi dell’art. 7 comma 4 del D.Lgs. 472/97, anche se le imposte sono state pagate dopo lo spirare dei 90 giorni dal termine.

Caso di dichiarazione senza imposte da versare

Nel caso in cui dalla dichiarazione omessa non emergano imposte da versare, si applicano le sanzioni fisse previste dalla normativa di riferimento, che sono generalmente meno gravose delle sanzioni proporzionali. Per le imposte sui redditi, ad esempio, si va dai 250 ai 1.000 euro.

Un esempio pratico

Facciamo un esempio concreto: per la dichiarazione dei redditi 2024 (relativa all’anno d’imposta 2023), che andava presentata entro il 31 ottobre 2024:

  • Se non è stata presentata entro il termine ordinario, è possibile presentarla entro il 31 dicembre 2031 (termine di decadenza dell’accertamento) con una sanzione del 75% delle imposte dovute, anziché del 120%;
  • Questa sanzione potrebbe essere ulteriormente ridotta fino al 18,75% delle imposte dovute, a discrezione dell’ufficio;

Nel sistema precedente al D.Lgs. n. 87/2024, se la dichiarazione omessa veniva trasmessa entro il termine di presentazione della dichiarazione successiva e prima di un controllo fiscale, le sanzioni erano dimezzate (dal 60% al 120% delle imposte dovute).

Aspetti penali e non punibilità

È importante considerare anche gli aspetti penali: l’omessa dichiarazione, se supera la soglia di punibilità di 50.000 euro di imposte evase, costituisce reato tributario ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. n. 74/2000.

Tuttavia, l’art. 13 comma 2 del D.Lgs. n. 74/2000 prevede una causa di non punibilità se il contribuente:

  • Trasmette la dichiarazione omessa entro il termine per la presentazione di quella dell’anno successivo;
  • Non sono stati iniziati controlli amministrativi o penali;
  • Provvede al pagamento delle imposte, degli interessi e delle sanzioni.

Questa causa di non punibilità richiede tempi più ristretti rispetto alla convenienza amministrativa, ma rappresenta un’importante opportunità per evitare conseguenze penali.

Consulenza fiscale online

Anche se sono già trascorsi i 90 giorni dal termine ordinario, presentare spontaneamente la dichiarazione omessa risulta estremamente conveniente per diverse ragioni:

  • La sanzione è ridotta al 75% anziché al 120%;
  • È possibile ottenere un’ulteriore riduzione fino al 18,75%;
  • Si evitano le conseguenze di un accertamento d’ufficio, generalmente più penalizzante;
  • Si può beneficiare della causa di non punibilità per gli aspetti penali (entro termini più ristretti).

La regolarizzazione spontanea rappresenta quindi una strategia consigliabile per chi si trova in questa situazione, permettendo di ridurre significativamente l’impatto economico delle sanzioni e di prevenire ulteriori complicazioni.

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