I frontalieri Italia – Svizzera sono tutti quei lavoratori che vivono in Italia ma lavorano quotidianamente nel territorio svizzero. Il numero di lavoratori italiani stabilmente residenti nel territorio nazionale che lavorano nel in Svizzera negli ultimi anni è aumentato, quest’anno almeno del 2,2% in più rispetto all’anno scorso.

Attualmente è stato istituito un nuovo accordo per quanto riguarda le norme fiscali che regolamentano il lavoro dei frontalieri italiani che lavorano stabilmente in Svizzera. In particolare arriva una nuova convenzione sulle doppie imposizioni tra Italia e Svizzera, che riguarda da vicino le tasse applicate a questi lavoratori in Italia o in Svizzera.

L’accordo ha l’obiettivo di regolamentare le doppie imposizioni tra Italia e Svizzera, e nonostante l’accordo sia già stato definito, queste misure verranno applicate a partire dal 2023. L’accordo regolamenta prima di tutto l’imposta sui redditi, esplicitando che questa verrà applicata dallo stato in cui viene svolta l’attività lavorativa, nonostante la residenza diversa. Tuttavia le imposte rimarranno attive anche per lo stato di residenza, con una attenzione a eliminare la doppia imposizione. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Lavoratori frontalieri in aumento

I lavoratori frontalieri che vivono in Italia ma lavorano in Svizzera negli ultimi anni sono aumentati di numero. C’è infatti chi vede nel paese vicino al confine italiano una risorsa importante per il lavoro, e decide di lavorare in territorio svizzero ma mantenere una residenza italiana.

I frontalieri italiani che lavorano in territorio svizzero sono aumentati nell’ultimo periodo passando ad un 2,2% in più durante il 2021 rispetto all’anno precedente. Molti italiani scelgono comunque di non trasferirsi in territorio svizzero, ma rimanere nel nord Italia viaggiando ogni giorno oltre confine per raggiungere il posto di lavoro.

Un dato interessante arriva dal territorio del Ticino: almeno il 30% dei lavoratori nella zona sarebbero frontalieri italiani. La Svizzera, sia per le caratteristiche economiche che per il lavoro, è vista come meta ambita da molti italiani, che scelgono ogni anno di trasferirsi, oppure di lavorare spostandosi come frontalieri.

A proposito delle norme che regolamentano i rapporti tra stati, risulta interessante conoscere il quadro fiscale di questi particolari lavoratori. Chi lavora in Svizzera, ma vive in Italia, a chi deve versare le imposte per il lavoro?

Lavoro e frontalieri: le regole

Le norme che regolamentano il lavoro dei frontalieri prevedono che i lavoratori versino tasse in base all’imposta alla fonte. Si tratta di una imposta che i datori di lavoro versano nel caso in cui i dipendenti non siano residenti stabilmente all’interno del territorio svizzero. Si tratta quindi di una trattenuta specifica sul salario del lavoratore.

Per calcolare qual è l’imposta alla fonte, si effettua un calcolo le cui aliquote variano in base al cantone in cui il frontaliere lavora. Va anche ricordato che il lavoratore che lavora in territorio svizzero, indipendentemente dalla residenza, deve provvedere al pagamento di un importo mensile per la cassa per malattia, dato che il sistema svizzero prevede un pagamento mensile fisso per la sanità.

Da dicembre 2020 Italia e Svizzera hanno siglato un nuovo accordo che riguarda da vicino i frontalieri. Si tratta dell’accordo che evita la doppia imposizione per tutti gli italiani che vivono nel territorio della penisola ma lavorano in Svizzera, ma modifica sostanzialmente le modalità di imposizione delle tasse.

L’accordo va anche a definire chi sono nello specifico i lavoratori frontalieri: si tratta di tutti quei cittadini italiani che risiedono nel territorio italiano ma distano 20 km dal territorio svizzero, e prestano attività lavorativa dentro il territorio svizzero, spostandosi ogni giorno per raggiungere il luogo di lavoro.

L’accordo stipulato lo scorso anno prevede un principio di reciprocità tra le parti, e potrà essere sottoposto a riesame e ricontrattazione ogni cinque anni.

Nuova imposizione per i lavoratori frontalieri

Per i lavoratori frontalieri è arrivata con il nuovo accordo una nuova imposizione sul lavoro svolto in Svizzera. Le nuove regole prevedono che il soggetto che lavora come frontaliere verrà tassato dal paese in cui lavora, ma anche dal paese in cui abita, tuttavia viene garantita l’eliminazione della doppia imposizione.

Nel paese in cui il cittadino svolge il lavoro, la Svizzera, lo stipendio sarà imponibile fino alla percentuale dell’80% rispetto a quanto dovuto alle imposte locali. La residenza poi determina le altre imposte effettive, nei limiti di quella che è la doppia imposizione, che viene eliminata.

Il nuovo accordo che è ancora in fase di definizione sarà attivo effettivamente a partire da gennaio 2023, a proposito dei lavoratori che verranno assunti in un periodo successivo. A causa delle nuove misure per l’imposizione sul lavoro dei frontalieri, sono state introdotte distinzioni tra i “vecchi frontalieri”, ovvero chi inizia a lavorare in un periodo antecedente al 2023, e i “nuovi frontalieri”, ovvero chi inizierà a lavorare successivamente al 2023.

Nel primo caso la tassazione rimarrà quella Svizzera, come è stato in passato, e questo sarà possibile anche nel caso di interruzione e ripresa di un lavoro in Svizzera. Al contrario per i “nuovi frontalieri”, ovvero chi sarà assunto in Svizzera dal 2023 pur vivendo in Italia, verranno applicate le nuove norme: saranno destinati alla tassazione Svizzera l’80% dei ricavi dal lavoro, e successivamente arriverà anche la tassazione italiana tramite un credito di imposta, pur evitando la doppia tassazione.

Secondo questi provvedimenti quindi le novità coinvolgeranno in particolare i nuovi frontalieri, ovvero tutti i cittadini italiani che dal 2023 cominceranno un’attività lavorativa in territorio svizzero.

Conseguenze del nuovo accordo per i frontalieri

Il nuovo accordo per regolamentare l’imposizione dei frontalieri ha specifiche conseguenze. Per la Svizzera c’è un vantaggio relativo alla percentuale di imposizione delle tasse: precedentemente infatti era stabilita una quota di imposizione al 60%, che con il nuovo accordo sale all’80%.

Un altro vantaggio per la Svizzera riguarda la reciprocità: lo stesso varrà sia per i lavoratori svizzeri in Italia che per i lavoratori italiani in Svizzera. Inoltre l’accordo potrà essere revisionato ogni cinque anni. Viene inoltre aggiunta una definizione più specifica di chi sono effettivamente i frontalieri, ovvero i lavoratori che vivono a 20km dal confine.

Si tratta in definitiva di un accordo che regolamenta una situazione di lavoro sempre più frequente, ovvero quella in cui un cittadino vive in un paese ma opera in un altro, per vicinanza geografica, in particolare in riferimento alla Svizzera, un paese che ha regole molto diverse da quelle degli altri paesi dell’Unione Europea.

1 COMMENTO

  1. Ma perché si ostinano a presentare questo nuovo accordo come “eliminazione della doppia imposizione” quando di fatto è esattamente il contrario?? Qualcuno me lo spiega per favore?

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