Tassazione in Norvegia per persone fisiche e società

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Un'analisi dettagliata del sistema fiscale norvegese, incluse imposte sul reddito, patrimonio, società e Iva.

CAPITALEOslo
LINGUA UFFICIALENorvegese
MONETA corona norvegese (Nok)
FORMA ISTITUZIONALEMonarchia Costituzionale
CONVENZIONE CON ITALIASi

La Norvegia rappresenta un’economia dinamica e un contesto sociale avanzato, attraendo professionisti e imprese da tutto il mondo. Comprendere il suo sistema fiscale è tuttavia cruciale prima di intraprendere qualsiasi attività economica o trasferimento di residenza. Questo articolo si propone come una guida scientifica e dettagliata per illustrare le principali componenti del regime tributario norvegese. Verranno analizzate le imposte dirette e indirette gravanti su persone fisiche e giuridiche, con un focus sui meccanismi di tassazione del reddito, del patrimonio, degli utili societari e sui consumi tramite l’IVA (MVA), senza trascurare l’importanza delle convenzioni internazionali per evitare doppie imposizioni.

Trasferirsi in Norvegia: le regole di immigrazione

La Norvegia ha una popolazione relativamente piccola. Si tratta di poco più di 5 milioni di persone. L’immigrazione, quindi, ha il potenziale per avere un impatto notevole sul Paese.

I requisiti di immigrazione dipendono da molte cose tra cui la cittadinanza, la ragione dell’immigrazione, le qualifiche professionali e le circostanze familiari e finanziarie. Questo significa che è difficile fornire una panoramica completa. La base più importante da capire è la relazione della Norvegia con l’Europa.

Le relazioni con l’Europa

Sebbene la Norvegia non sia membro dell’Unione Europea, è membro dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) insieme a Islanda, Liechtenstein e Svizzera. Questo significa che la Norvegia è membro dello Spazio economico europeo (SEE).

L’AEA prevede la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali all’interno del mercato unico europeo. Compresa la libertà di scegliere la residenza in qualsiasi paese all’interno di quest’area. Questo significa che i cittadini degli Stati membri del SEE hanno un momento molto più facile quando si tratta di immigrazione.

Trasferirsi dall’Europa

Questa è una buona notizia se sei un cittadino di uno degli stati SEE. Mentre avrai ancora bisogno di un lavoro per rimanere a lungo, sei in grado di vivere in Norvegia fino a sei mesi per trovarne uno e il processo di registrazione è relativamente semplice.

Naturalmente avrai bisogno di soldi per coprire le tue spese di soggiorno e un posto dove stare mentre cerchi lavoro. I cittadini del SEE possono anche registrarsi come lavoratori autonomi, in base a determinati criteri. 

Trasferirsi dal Paesi extra-UE

Se non sei un cittadino di un paese UE / SEE, le cose diventano molto più complicate. Sebbene ci sia un permesso di ricerca di lavoro per determinate professioni, la regola generale è che avrai già bisogno di un’offerta di lavoro per ottenere un permesso di lavoro. Il lavoro dovrà avere un certo stipendio per qualificarsi.

Ciò è difficile da realizzare al di fuori di settori come il petrolio e il gas o la ricerca. Questo perché i datori di lavoro norvegesi non vogliono la burocrazia e la lunga attesa derivante dall’elaborazione di un permesso di lavoro.

Ricorda che non stai solo competendo con i norvegesi per lavoro. Stai competendo con centinaia di milioni di cittadini europei, tutti i quali possono iniziare a lavorare praticamente subito.

La residenza permanente

Solo le persone che hanno vissuto con un permesso di soggiorno / lavoro legale per un certo periodo di tempo (di solito tra 4-7 anni) hanno il diritto di richiedere la residenza permanente o la cittadinanza norvegese. Avere la residenza permanente significa che non devi più rinnovare un permesso di lavoro e ti dà più o meno gli stessi diritti e benefici di un norvegese nel caso in cui dovessi perdere il lavoro.

Al momento, per rivendicare la cittadinanza norvegese, è possibile anche mantenendo la cittadinanza di partenza. Questo, grazie all’introduzione del concetto di doppia cittadinanza.

Residenza fiscale e obblighi tributari

Il primo passo per comprendere la tassazione in Norvegia è determinare lo status di residenza fiscale. Per le persone fisiche, la residenza fiscale si acquisisce generalmente soggiornando nel paese per più di 183 giorni in un periodo di 12 mesi, o per più di 270 giorni in un periodo di 36 mesi.

I residenti fiscali norvegesi sono soggetti a tassazione sui redditi ovunque prodotti (principio del worldwide income), mentre i non residenti sono tassati solo sui redditi di fonte norvegese. Anche le società sono considerate residenti fiscali se costituite secondo il diritto norvegese o se la loro gestione effettiva avviene in Norvegia, con conseguente tassazione globale degli utili; le stabili organizzazioni di società estere sono invece tassate sugli utili attribuibili alla loro attività nel paese.

La tassazione sul reddito delle persone fisiche

Il sistema norvegese di tassazione del reddito personale è duale. Distingue tra reddito ordinario (alminnelig inntekt), che include redditi da lavoro, da capitale e d’impresa dopo le deduzioni, tassato ad un’aliquota fissa (attualmente al 22%), e reddito personale (personinntekt), che comprende principalmente redditi da lavoro dipendente, pensione e alcuni redditi d’impresa, soggetto a un’imposta progressiva aggiuntiva (Trinnskatt) articolata in scaglioni. A ciò si aggiungono i contributi obbligatori alla sicurezza sociale (Trygdeavgift), calcolati sul reddito lordo da lavoro, pensione o attività d’impresa, con aliquote differenziate. Esistono diverse deduzioni applicabili, come quelle standard (minstefradrag) o specifiche per spese documentate.

Ogni soggetto che inizia a lavorare come dipendente deve richiedere una “deduction card”. Documento contenente oltre al proprio codice fiscale anche l’ammontare delle deduzioni che il datore di lavoro deve effettuare sullo stipendio. In mancanza di questa il datore di lavoro deve effettuare trattenute pari al 50% che saranno poi compensate al momento in cui si entra in possesso della carta.

Se invece si ritiene di guadagnare un reddito inferiore al minimo imponibile allora occorre richiedere una “carta di esenzione” che autorizza il datore di lavoro a non effettuare alcuna ritenuta.

Tre classi di deduzioni fiscali

I contribuenti sono suddivisi in tre classi che danno accesso a diverse tipologie di deduzioni:

  • La classe 0 comprende i non residenti, coloro che hanno solo redditi occasionali e gli enti considerati non società ai fini fiscali.
  • La classe 1 comprende i single e le famiglie in cui entrambe i coniugi hanno un reddito e dichiarano separatamente;
  • Infine, la classe 2 si applica alle famiglie monoreddito (con coniuge a carico o reddito inferiore a 44.751 corone) e a quelle che dichiarano i redditi congiuntamente.

Determinazione del reddito imponibile

Il reddito imponibile è calcolato sottraendo dal totale dei redditi tassabili le deduzioni previste dalla legge. Le minusvalenze per la vendita di titoli sono deducibili dal reddito.

I dividendi sono tassati ad aliquota fissa del 23% dopo che il loro importo è stato aumentato di un terzo. In tal modo l’aliquota effettiva è pari a 30,59%. È prevista una deduzione personale standard pari a 54.750 corone.

I contribuenti possono scegliere se portare in deduzione le spese effettivamente sostenute e debitamente documentate oppure richiedere la deduzione standard di tipo forfettario.

Nel primo caso le spese deducibili sono:

  • Interessi sui debiti;
  • Contributi previdenziali;
  • Spese di trasporto da e verso il luogo di lavoro;
  • Spese di cura dei figli mentre i genitori sono a lavoro (asilo, baby sitters, attività post scolastiche ecc). Il limite di spesa è di 25mila corone per il primo figlio  e 15mila per i sucessivi;
  • Minusvalenze su strumenti finanziari;
  • Donazioni ad organizzazioni caritatevoli. 

Inoltre, ai contribuenti residenti è riconosciuta una deduzione per le spese documentate pari a 25 mila corone per il primo figlio a carico, valore aumentato di 15mila corone per ciascun figlio aggiuntivo.ù

La deduzione standard è invece pari al 45% del reddito con un minimo di 4.000 corone ed un massimo di 97.610 corone (il doppio per le coppie che fanno dichiarazione congiunta). Per i redditi da pensione il massimo deducibile è di 83 mila corone.

L’aliquota ordinaria di tassazione

L’imposta  generale valevole per tutti i redditi (lavoro, impresa, capitale) ha una aliquota del  22% (19% per i residenti nelle regioni di Finnmark e Nord-Troms) e viene ripartita tra lo Stato, la Contea ed il Comune.

Le addizionali

Per i redditi da lavoro e pensione viene applicata una sovrattassa secondo i seguenti scaglioni.

Scaglione di redditoAliquota
Fino a 169.000 corone0%
Da 169.000 a 237.9001,4%
Da 237.900 a  598.0503,3%
Da 598.050 a 962.05012,4%
Oltre 962.050 corone15,4%

I redditi relativi a ditte individuali viene calcolato con le stesse regole dell’imposta sulle società e sconta un’aliquota del 23% più l’eventuale sovrattassa.

All’inizio del mese di aprile dell’anno successivo a quello di riferimento viene inviata al contribuente una dichiarazione precompilata che deve essere controllata, corretta e reinvitata entro la fine del mese.

L’imposta sul patrimonio

Una caratteristica distintiva del sistema fiscale norvegese è l’imposta sul patrimonio netto (Formueskatt). Questa imposta colpisce la ricchezza netta delle persone fisiche residenti, calcolata come valore totale degli attivi (immobiliari, finanziari, etc.) al netto delle passività, che superi una determinata soglia di esenzione. L’imposta ha due componenti: una municipale e una statale, con aliquote progressive che aumentano all’aumentare del patrimonio netto imponibile. Anche i non residenti possono essere soggetti a questa imposta limitatamente ai beni posseduti in Norvegia. La valutazione degli asset e le regole di applicazione richiedono un’attenta analisi.

La tassazione per le società

Le società residenti in Norvegia sono soggette all’imposta sul reddito delle società (Körperskatt) sul loro utile netto globale. L’aliquota ordinaria è attualmente fissata al 22%, in linea con quella applicata al reddito ordinario delle persone fisiche. Il reddito imponibile è determinato secondo specifiche regole contabili e fiscali, permettendo la deduzione dei costi inerenti alla produzione del reddito. Esistono regimi speciali per determinati settori, come quello petrolifero (soggetto a un’imposta addizionale) e quello marittimo (con un regime opzionale di tonnage tax). La distribuzione di dividendi da società norvegesi a soci residenti è soggetta a un meccanismo volto a mitigare la doppia imposizione economica, mentre i dividendi transfrontalieri possono beneficiare delle convenzioni internazionali.

Si è considerati residenti se si è istituiti secondo la legge norvegese e, in generale, se il centro di controllo e gestione della società è localizzato nel Paese. Questi sono i criteri di territorialità per la tassazione dei redditi societari.

Il reddito tassabile è calcolato partendo dal risultato di esercizio e applicando le variazioni previste dalla legge. Sono compresi nel reddito tassabile anche i redditi passivi e i capital gains con l’eccezione di quelli provenienti da partecipazioni che sono esenti.

Tassazione dei dividendi

Per i dividendi ricevuti è previsto un sistema differenziato a seconda del Paese di provenienza di tali redditi. Per i Paesi appartenenti all’Area Economica Europea vi è esenzione al 97% mentre il rimanente è tassato ad aliquota ordinaria. Invece, per i Paesi esterni all’AEE tale esenzione vale solo se si ha una partecipazione pari ad almeno il 10% per almeno due anni. Nel caso di paradisi fiscali occorre inoltre dimostrare che esista una concreta attività economica nel Paese considerato.

L’esenzione è totale per i dividendi intragruppo provenienti da società norvegesi controllate direttamente o indirettamente per almeno il 90%.

I dividendi pagati se non esenti sono invece sottoposti ad una ritenuta del 25% a meno che non sia prevista aliquota differente dalle convenzioni contro le doppie imposizioni con altri paesi.

Riporto delle perdite fiscali

Le perdite sono riportabili in avanti indefinitamente mentre, soltanto in caso di liquidazione della società, è possibile portare indietro le perdite (carry back) fino a due anni. 

Imposta sul valore aggiunto

L’Imposta sul Valore Aggiunto norvegese, nota come MVA (Merverdiavgift), è un’imposta generale sui consumi che si applica alla maggior parte delle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nel territorio nazionale, nonché alle importazioni. L’aliquota standard è attualmente del 25%. Sono previste aliquote ridotte per specifici beni e servizi, come i generi alimentari (15%) e i servizi di trasporto passeggeri, l’alloggio e i servizi culturali e sportivi (12%). Alcune operazioni sono esenti da MVA, come i servizi sanitari, educativi e finanziari. Le imprese con un fatturato superiore a una certa soglia devono registrarsi ai fini MVA e adempiere agli obblighi di dichiarazione e versamento periodico.

Aliquota zero è prevista per le esportazioni, i servizi internazionali e alcuni specifici beni e servizi. Sono esenti i servizi sanitari, finanziari, educativi, le locazioni di immobili e alcuni servizi culturali e di intrattenimento.

Malgrado il fatto che la Norvegia sia parte dell’area economica europea le transazioni con Paesi aderenti all’Ue sono considerate come vere e proprie importazioni/esportazioni e quindi sottoposte alle relative formalità doganali e di trattazione dell’IVA.

Sono obbligati a registrarsi per l’applicazione dell’Iva i soggetti commerciali che hanno volume d’affari superiore a 50mila corone (140mila per le associazioni o organizzazioni filantropiche e di beneficienza. È prevista la possibilità per i gruppi (fiscal unit) di registrarsi come soggetto unitario. L’imposta è dovuta alla fine di ogni periodo della durata di due mesi.

Le convenzioni internazionali

La Norvegia ha stipulato accordi contro le doppi imposizioni e per lo scambio di informazioni fiscali con numerosi Paesi tra cui l’Italia.

L’accordo tra Italia e Norvegia stabilisce le regole per allocare il potere impositivo tra i due Stati ed evitare che lo stesso reddito o patrimonio sia tassato due volte. Definisce criteri specifici per la tassazione di dividendi, interessi, royalties, redditi da lavoro dipendente, utili d’impresa e altri redditi. Una corretta interpretazione e applicazione della convenzione, unitamente alla conoscenza della normativa interna norvegese e italiana, è essenziale per una pianificazione fiscale internazionale efficiente e conforme alla legge.

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