Mutuo per lavoratori autonomi e liberi professionisti: come ottenerlo

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Ottenere un mutuo per lavoratori autonomi e liberi professionisti può apparire complesso, perché il reddito non è fisso. La corretta pianificazione, la documentazione finanziaria accurata e le garanzie adeguate alle istituzioni bancarie, rendono possibile la missione mutuo. I titolari di una partita IVA possono così realizzare il sogno di acquistare una casa o investire in un immobile.

L’acquisto di una casa rappresenta un importante traguardo nella vita di molte persone, ma ottenere un mutuo quando si è titolari di Partita IVA può sembrare una propria e vera sfida. Tuttavia, con una buona pianificazione finanziaria e il rispetto dei requisiti necessari, è possibile ottenere un mutuo anche come lavoratore autonomo.

Per accedere a un mutuo con la Partita IVA, è essenziale dimostrare stabilità finanziaria, con un reddito costante e affidabile nel tempo. Inoltre, è necessario fornire una serie di documenti finanziari, da cui deriva il tuo punteggio di credito, che diventa importante mantenere positivo mediante la riduzione dei debiti in sospeso e pagamenti regolari. Infine, risparmiare un acconto adeguato e ridurre i debiti non essenziali giocano un ruolo importante nel migliorare le tue probabilità di approvazione del mutuo.

In questo articolo, analizzeremo in dettaglio i passaggi e i requisiti fondamentali per ottenere con successo un mutuo quando sei un libero professionista o un lavoratore autonomo.

È possibile ottenere un mutuo da lavoratore autonomo?

Sì, è possibile. Ma devi dimenticare l’idea del mutuo “standard” che ottiene il dipendente pubblico con tre click online. Il tasso di approvazione per i lavoratori autonomi oscilla tra il 40% e il 60%, contro l’80-85% dei lavoratori dipendenti con contratto indeterminato. Non è discriminazione: è matematica del rischio bancario applicata a redditi variabili.

La differenza sostanziale sta nella profondità dell’istruttoria. Mentre per un dipendente bastano due buste paga e un CU, per te significa aprire il cassetto fiscale degli ultimi tre anni, spiegare ogni oscillazione di fatturato, giustificare costi straordinari e dimostrare che quell’anno “particolare” era un’eccezione e non la norma. L’istruttore deve rispondere a una domanda precisa: questo professionista manterrà capacità di reddito costante per i prossimi 20-30 anni?

Gli istituti di credito hanno sviluppato griglie di valutazione specifiche per i lavoratori autonomi. Analizzano la continuità del reddito dichiarato (non basta un anno eccezionale), la presenza di clientela ricorrente o one-shot, l’andamento del settore economico di riferimento, l’anzianità della partita IVA e la coerenza tra fatturato e reddito dichiarato. Un commercialista con studio avviato da dodici anni e clientela fidelizzata ha profilo completamente diverso da un consulente marketing freelance con tre anni di attività e fatturato che oscilla del 60% anno su anno.

La buona notizia: le banche più evolute hanno creato prodotti dedicati ai professionisti. Non ti valuteranno con gli stessi criteri del dipendente, ma con parametri calibrati sulla tua realtà. La cattiva notizia: questi prodotti quasi sempre comportano spread leggermente più alti (indicativamente 0,2-0,4 punti percentuali in più) e richiedono garanzie più solide.

Mutuo per lavoratori autonomi e liberi professionisti: i requisiti richiesti

Prima di intraprendere la procedura di richiesta di un mutuo come titolare di Partita IVA, ti consiglio di comprendere appieno quali sono i requisiti necessari. I primi sono anagrafici e si rivolgono solo alle seguenti categorie:

  • Maggiorenni;
  • Cittadini italiani o di un paese dell’Unione Europea;
  • Domiciliati in Italia.

Ecco ciò che gli istituti di credito richiedono per valutare l’idoneità dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi per l’approvazione di un mutuo:

  • Storia finanziaria stabile: gli istituti di credito sono più propensi a concedere mutui ai lavoratori autonomi che possono dimostrare una storia di reddito stabile. È possibile dare prova della propria situazione attraverso la presentazione delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi anni. Un reddito costante nel tempo dimostra ai prestatori che possono contare sul pagamento regolare delle rate del mutuo;
  • Punteggio di credito solido: un punteggio di credito più elevato si traduce in condizioni di mutuo più favorevoli. Assicurati di mantenere un punteggio di credito sano, mediante i pagamenti puntuali su prestiti e carte di credito e la riduzione dei debiti ancora in sospeso;
  • Garanzie finanziarie: gli istituti di credito possono richiedere garanzie aggiuntive, come la presentazione di un avvallo da parte di un terzo con un reddito stabile o l’offerta di beni immobili in garanzia del mutuo stesso.

Nello specifico, è necessario evidenziare la propria capacità finanziaria e reddituale, attraverso la dimostrazione di:

  • Assenza di debiti in sospeso;
  • Capacità di generare entrate regolari e adeguate;
  • Disponibilità di una liquidità di base corrispondente almeno al 20% dell’importo del finanziamento richiesto.

Rispettare l’intero panorama di requisiti chiave aumenterà notevolmente le tue probabilità di successo nel processo di richiesta del mutuo come titolare di Partita IVA.

Garanzie finanziarie, come funzionano per i titolari di partite Iva

La sfida principale per le partite Iva deriva dall’instabilità dei guadagni, i quali possono fluttuare notevolmente durante l’anno. A differenza di un dipendente, un lavoratore autonomo non può dimostrare un reddito costante attraverso la tradizionale busta paga. Dall’altro lato, una banca che concede un mutuo, prima di assumersi il rischio, chiede il rispetto di una serie di requisiti.

Dal punto di vista finanziario, il limite massimo concesso ai liberi professionisti e lavoratori autonomi per il finanziamento è solitamente pari all’80% del valore dell’immobile (al lordo di tasse e spese accessorie), a differenza dei lavoratori dipendenti che godono di un trattamento più favorevole. Anche l’importo delle rate varia di molto. Le banche tendono, infatti, a proporre piani di ammortamento del mutuo più bassi rispetto ai lavoratori dipendenti, la cui rata si attesta sul 30% dello stipendio. Ciò si traduce per gli autonomi in una durata più lunga del mutuo e tassi d’interesse maggiori.

Per affrontare queste sfide, ti suggerisco di analizzare con attenzione la possibilità di accedere a garanzie. Esistono diverse soluzioni:

  • Ordini professionali: spesso offrono garanzie mirate;
  • Fideiussione: un terzo soggetto (sia persona fisica che giuridica) si impegna a coprire il debito in caso di inadempienza del mutuatario;
  • Contestatario: non deve essere necessariamente un parente e condivide la responsabilità finanziaria con il mutuatario principale;
  • Fondo prima casa: offre una garanzia pubblica pari al 50% su finanziamenti per l’acquisto della prima casa, con un importo massimo di 250 mila euro. Tuttavia, questa agevolazione è limitata a specifiche categorie di acquirenti, come giovani coppie, genitori single con figli minori conviventi e inquilini di alloggi di proprietà degli IACP (Istituti Autonomi per le Case Popolari).

La documentazione che fa la differenza

Qui si gioca la partita vera. La documentazione standard include dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni, estratti conto corrente degli ultimi sei mesi, certificazione camera di commercio e documento identità. Ma questa è solo la base. La documentazione aggiuntiva strategica può spostare l’ago della bilancia dal diniego all’approvazione.

Il primo documento potente è il business plan professionale, anche informale. Non serve un documento da 50 pagine, ma una presentazione chiara di 4-5 pagine che illustri: tipologia di attività, clientela principale, contratti in essere o ricorrenti, investimenti recenti, previsioni realistiche per i prossimi anni. Un avvocato che dimostra di avere tre aziende clienti consolidate con contratti pluriennali presenta profilo completamente diverso da chi lavora a parcelle sporadiche.

Le certificazioni di incarichi futuri sono oro colato. Hai firmato contratti o convenzioni che garantiscono entrate per i prossimi 12-24 mesi? Portali. Lettere di incarico, convenzioni con enti, contratti di consulenza continuativa: qualsiasi documento che dimostri che il tuo fatturato non dipende dalla fortuna quotidiana ma ha basi solide. Un grafico freelance con tre contratti annuali confermati vale più di uno con portfolio brillante ma commesse volatili.

Gli estratti conto “puliti” fanno impressione. Le banche analizzano i movimenti per capire le tue abitudini finanziarie. Estratti conto che mostrano regolarità negli incassi, assenza di scoperti, movimenti ordinati sono segnali di gestione professionale. Al contrario, estratti conto con saldi ballerini, frequenti utilizzo fido, decine di bonifici piccoli caotici trasmettono immagine di disorganizzazione. Nei sei mesi prima della richiesta mutuo, mantieni il conto principale ordinato e professionale.

La situazione patrimoniale personale può compensare redditi variabili. Se possiedi altri immobili liberi da ipoteche, investimenti finanziari, quote societarie, comunicalo esplicitamente. Un professionista con patrimonio immobiliare da 500.000 euro e reddito dichiarato di 40.000 euro è meno rischioso di uno con reddito di 60.000 ma zero patrimonio. La banca ragiona su capacità complessiva di far fronte agli impegni.

Per i liberi professionisti iscritti a Casse, la certificazione della posizione previdenziale aggiunge credibilità. Dimostra anni di contribuzione regolare, montante accumulato, assenza di irregolarità. È la tua “busta paga” indiretta: più anni hai versato regolarmente, più sei percepito come professionista stabile.

La collaborazione con il commercialista

Un documento sottovalutato è la lettera del commercialista. Non una semplice firma sulle dichiarazioni, ma una relazione firmata che attesti la regolarità fiscale, confermi l’andamento dell’attività, certifichi l’assenza di pendenze. Alcuni istituti danno peso significativo a questo documento, soprattutto se il commercialista ha rapporti consolidati con la banca stessa.

Ricorda che ogni situazione è unica, quindi ti consiglio di consultare il tuo commercialista per ottenere consigli personalizzati sulla tua situazione. La collaborazione con commercialisti o consulenti finanziari risulta, infatti, molto utile in questo mondo complesso. Inoltre, esistono programmi di mutuo specializzati per i titolari di Partita IVA che meritano di essere esplorati.

Strategie pratiche per aumentare le probabilità di approvazione

La prima strategia è costruire lo storico bancario prima di chiedere il mutuo. Apri il conto presso la banca dove richiederai il finanziamento almeno 12-18 mesi prima. Fai transitare fatture significative, mantieni saldi positivi, accendi magari un piccolo finanziamento personale (anche 5.000-10.000 euro) e restituiscilo puntualmente. Diventi cliente conosciuto, non sconosciuto che chiede 200.000 euro dal nulla.

La cointestatazione strategica può sbloccare situazioni complicate. Se hai un partner con reddito dipendente stabile, anche se inferiore al tuo, la cointestatazione migliora drasticamente il profiling. L’algoritmo vede un reddito “sicuro” che copre almeno parte della rata, riducendo l’esposizione al rischio della tua variabilità. Attenzione però: la cointestatazione crea responsabilità solidale e impatta entrambi i soggetti per futuri finanziamenti.

L’ottimizzazione delle dichiarazioni fiscali nell’anno precedente la richiesta è delicata ma possibile. Se sai che tra 18 mesi vorrai comprare casa, l’anno precedente valuta con il tuo commercialista di limitare alcune deduzioni strategiche per far emergere un reddito più alto. Non parliamo di evasione ovviamente, ma di gestione temporale legittima di costi e ricavi. Rinunciare a 3.000 euro di deduzioni per mostrare 3.000 euro in più di reddito può fare la differenza tra approvazione e diniego.

La diversificazione delle proposte è tattica fondamentale. Non fermarti alla tua banca storica: presenta domanda contemporaneamente a 3-4 istituti diversi. Ogni banca ha algoritmi, politiche e appetito al rischio differenti. Quella che ti nega può essere seguita da una che approva. Usa un mediatore creditizio esperto in mutui per autonomi: conosce quali istituti sono più friendly verso i professionisti e presenta la pratica in modo ottimale.

L’importo richiesto calibrato aumenta le probabilità. Se puoi permetterti anticipo del 35% invece che 25%, fallo. Chiedere 180.000 euro invece di 240.000 sulla stessa casa riduce il rischio percepito e può trasformare un “forse” in un “sì”. Considera anche mutui con durata inferiore: una rata più alta su 15 anni invece che 20 dimostra maggiore solidità finanziaria.

Le garanzie aggiuntive sbloccano pratiche difficili. Una fideiussione di un genitore con reddito pensionistico stabile, un’ipoteca su secondo immobile di famiglia, una polizza vita a copertura del debito residuo: tutto ciò che riduce l’esposizione bancaria facilita l’approvazione. Non è piacevole, ma se la casa è quella giusta e l’alternativa è il diniego, valuta queste opzioni.

Infine, il timing della richiesta conta. Evita periodi di turbolenza economica generale o settoriale. Se sei nel turismo, non chiedere mutuo durante una crisi del settore: aspetta che le acque si calmino. Le banche seguono cicli di politica creditizia: informati presso mediatori se in quel momento specifico gli istituti sono più o meno propensi verso autonomi.

Alternative e soluzioni innovative quando la strada tradizionale si blocca

Se il mutuo bancario tradizionale si rivela impraticabile, esistono soluzioni alternative da considerare. Il mutuo fondiario cooperativo attraverso Casse professionali o cooperative specifiche per certe categorie (medici, avvocati, ingegneri) applica criteri diversi dalle banche commerciali. Conoscono meglio le dinamiche delle professioni e valutano elementi che le banche ignorano.

I mutui con garanzia statale riservati a giovani professionisti under 36 (o nuclei con minori) permettono LTV fino al 80-90% anche per autonomi, riducendo il problema dell’anticipo. La garanzia pubblica parziale compensa il rischio percepito dalle banche. Verifica sempre l’attualità di questi strumenti con professionisti aggiornati: cambiano frequentemente.

Il rent to buy rappresenta soluzione ibrida quando il mutuo non arriva. Concordi con il venditore un periodo di affitto (tipicamente 3-5 anni) durante il quale accumuli caparra progressiva, con impegno di acquisto finale. Nel frattempo stabilizzi il tuo profilo reddituale e ti presenti alla banca dopo 3-4 anni con storico ancora più solido.

L’acquisto societario attraverso SRL può aprire possibilità diverse se l’immobile ha anche destinazione professionale parziale (studio + abitazione). La società chiede il mutuo garantito dal socio: diversa strutturazione del rischio e della fiscalità. Richiede valutazione approfondita con commercialista e notaio, ma in certi scenari è la via più efficiente.

Le piattaforme di credito peer-to-peer specializzate in finanziamenti a professionisti stanno emergendo, anche se ancora marginali in Italia. Propongono tassi più alti ma criteri di valutazione meno rigidi. Da considerare per integrare mutuo bancario parziale o per “ponte” temporaneo.

Domande frequenti

Quanto conta avere altri immobili o investimenti già in portafoglio?

Conta moltissimo, molto più di quanto i clienti realizzino. Un patrimonio immobiliare o finanziario pre-esistente dimostra capacità di accumulo, stabilità storica e costituisce garanzia indiretta. Se possiedi già un appartamento libero da ipoteche del valore di 200.000 euro, rappresenti rischio molto inferiore rispetto a chi parte da zero, anche a parità di reddito.

Conviene intestare il mutuo a un familiare dipendente e poi trasferire la proprietà?

Strategia rischiosa e potenzialmente problematica. Intestare mutuo e immobile a soggetto diverso dall’effettivo acquirente configura situazioni complesse: il familiare assume debito reale di cui risponde personalmente, tu non risulti proprietario con tutte le implicazioni legali, possibili problemi con donazioni e successioni future, rischio di revocatoria in caso di problemi economici.

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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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